Unico pane

unico pane

13 FEBBRAIO 2024

MARTEDÌ DELLA VI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

Il Vangelo di oggi, ci parla dei discepoli che si trovano ad avere un solo pane nella barca; e continuando la lettura del testo, è scritto: “discutevano perché non avevano pane”. Sembra che quell’unico pane, poco in quantità, sia inutile, da non conteggiarlo neppure. E Gesù gli rimprovera di far attenzione al lievito dei farisei e di Erode, ma essi continuano a discutere.

Cosa guarda il nostro cuore? All’abbondanza? Oggi Gesù ci invita a non guardare ai lieviti del mondo, che promettono ciò che non possono dare ed invece, focalizzarsi su quell’unico pane venuto a dare senso alle nostre vite.

Spesso ci troviamo come i discepoli a lamentarci di quel poco che abbiamo, di volere di più, ed in questo, il mondo ci promette sempre più velocità, immediatezza, luoghi sicuri, ma in verità non è così.

Per avere più tempo da una parte, bisogna toglierlo da un altra, ad esempio nelle relazioni; per essere immediati, spesso bisogna fare investimenti economici importanti e stare al passo con i tempi: vedi le tecnologie, oppure per cercare luoghi sicuri, facciamo scelte di massa per evitare discussioni e problemi.

Ecco qui il rimprovero di Gesù: non è il mondo che fa questo, è l’uso che noi ne facciamo a renderci schiavi, a donare un potere più grosso, a far lievitare la nostra vita in direzione sbagliata.

Ci è chiesto oggi di far memoria di Dio, di ricordare la nostra  personale “moltiplicazione dei pani”, che ha fatto per noi, ovvero tutte quelle situazioni con cui nel poco, il Signore ci ha donato molto. Egli è quell’unico pane sulla nostra barca, ma da cui può partire tutto.

Siamo nella barca con quell’unico pane che ha compassione di noi, che desidera sfamarci, che desidera nutrire il nostro cuore, così da non esser “fuori dal mondo”, ma capaci, ora nuovamente nutriti di Lui, di usare bene le cose attorno a noi, con atteggiamenti di giustizia, libertà e verità, con la forza di quell’unico pane sulla barca.

“Signore,

insegnami a comprendere

che per quanto la strada sia dura,

Tu sei l’unico pane da gustare.

È dura perché nella fame

si perdono le forze,

eppure Tu mi parli, sempre,

così che io non mi perda

e nella mia fragilità sento il Tuo amore.

Tu sei fuoco, Tu sei pane,

fai del mio cuore quel luogo

dove pane e fuoco possano incontrarsi

ed io nutrendomi di Te,

senta la Tua forza per ogni scelta, per ogni via,

nella fragranza dei miei giorni”.

(Shekinaheart eremo del cuore)