Mese: luglio 2024
Servire
GIOVEDÌ 25 LUGLIO 2024
SAN GIACOMO, APOSTOLO – FESTA
La ricerca del primo posto non è un evento così raro, anzi, possiamo affermare che è un desiderio ben presente che penetra e avvolge l’animo di molti, se non di tutti.
Gesù da buon pedagogo, ascolta, interroga e spiega qual’è il vero significato del potere del regno di Dio.
“Voi non sapete quello che chiedete”, afferma Gesù. Nessuno aveva ancora compreso qual’era la maniera di regnare di Gesù e cosa sarebbe successo in futuro, tanto che anche gli altri dieci apostoli si sdegnarono perché, accomunati dalla stessa competizione per raggiugere i primi posti.
La fame di potere rende dominatori e non servitori. Il Figlio dell’uomo è venuto per servire. Stare a destra e a sinistra di Gesù, significa percorrere le strade della vita con Lui e come Lui, accogliendo, ascoltando, testimoniando, sollevando i cuori affranti, vivere l’amore che ama per primo, senza fare calcoli.
Dio si fa servo dell’uomo, voce dei poveri, piccolo con i piccoli, si inginocchia davanti agli uomini per lavare loro i piedi; la sua grandezza consiste nel servire tutta la nostra umanità, debole, ferita, peccatrice. Dio non tiene il mondo ai suoi piedi, ma nelle sue mani per sollevarci alla sua guancia (cfr Os 11,4), perché Lui è il primo nell’amore.
“Signore,
aiutami a non scegliere i primi posti,
ma fa che desideri
che Tu sia il primo per me.
Il primo a cui andare a chiedere perdono,
il primo a cui dire la mia angoscia,
il primo in cui posare il mio cuore,
così che se al mondo
mi sentirò ultimo,
saprò che in Te sono un figlio amato,
a cui Tu hai offerto la vita
perché la mia ti incontrasse”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Seminatore
24 LUGLIO 2024
MERCOLEDÌ DELLA XVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Ogni contadino seleziona la sua semente, semina e pianta con fiducia nella forza del seme e nella generosità della natura, confida in una stagione favorevole che dia un buon raccolto. Ma il seminatore di questa parabola sembra essere uno strano seminatore che “spreca” seme, getta ovunque il suo germe di vita.
Dio non tiene nulla per sé, ci ha dato tutto e ha dato tutto se stesso, in ogni vita c’è un germe di Dio. Egli è un seminatore che non guarda le stagioni, semina sempre solcando tutti i terreni, continua a lasciar cadere delle sue mani semi di ogni tipo, a volte minuscoli, quasi impercettibili, germi di vita che non si sa dove e come germoglieranno.
Dio è paziente, aspetta che quel campo che siamo noi, accolga nel suo terreno, nel suo cuore il germe della salvezza. In ogni cuore è presente almeno una zolla di terra buona,
in cui poter produrre frutto, e il Padre non perde mai la speranza che ogni figlio possa far germogliare e crescere buoni frutti, secondo la possibilità di ciascuno.
Nel Regno di Dio non ci sono condizioni di “spreco”, ma solo di dono; e quando l’amore di Dio riversato su tutti gli uomini senza distinzione, ci sembra uno spreco, ricordiamoci che anche noi siamo amati cosi come siamo, per puro dono.
Affidiamo al Signore il terreno del nostro cuore e proviamo a far crescere il seme che Lui ci dà, facciamogli spazio, cosi che anche la nostra poca terra fiorirà. Non escono forse fiori anche dalle crepe?
“Signore,
cresca in me la tua forza
ed il tuo amore.
Cresca in me quella speranza
che mi guarisce,
perché è dono tuo.
Dammi il tuo cuore
per posare il mio.
Cura la mia terra arida,
così che quel fiore appena nato
veda in Te ciò che da sempre desidero: una possibilità.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Rabbunì
LUNEDÌ 22 LUGLIO 2024
SANTA MARIA MADDALENA – FESTA
Maria non teme di sfidare la notte, il buio, per trovare l’amato del suo cuore, si è recata al sepolcro di buon mattino; non poteva aspettare la luce del sole, perché nel suo cuore era presente una luce di speranza che l’ha spinta fino al sepolcro. Il suo cuore gonfio di dolore, ma anche carico di amore aspettava, sperava: tutto non poteva finire cosi in un sepolcro.
L’amore spinge a cercare l’amato, Lui è il Signore della vita, Maria lo crede fermamente e se non poteva rivederlo, almeno poteva restargli accanto, custodirlo.
Ma la tomba è vuota! E dopo aver dato l’annuncio agli altri, ella rimane presso il sepolcro a piangere. Quegli occhi che erano arrivati nel buio, ora gurdano il vuoto, un’assenza che non conosce, perché il ricordo che ha, appartiene alla vita.
Gesù raccoglie tutte le lacrime di Maria, come quelle di tutta l’umanità e illumina di nuova vita ogni tristezza più profonda. Una nuova alba si accende nel cuore di Maria. Gesù la chiama per nome: “Maria!”, la ridesta alla vita. La voce di Gesù la riporta alla sua presenza: il suo Signore è presente, ora può scorgere davanti a sé tutto quello che non osava nemmeno sperare. Maria vuole trattere Gesù, il suo cuore è gonfio di gioia che non può trattenere,
il suo maestro vivo! Da questo incontro, anche Maria vivrà una vita nuova, vivrà da discepola del Signore verso quei fratelli e quelle sorelle con cui, giorno dopo giorno ne condivide il cammino, perché la resurrezione di Gesù, non è solo la sua resurrezione, bensì quella di ciascuno di noi.
“Rabbuni”, maestro del cuore,
risorgi per me dalla mie ferite,
risorgi con me
da quella fatica che mi sfianca.
Risorgi.
Togli quella pietra
che non mi permette di andare.
Sono qui e ti aspetto
è l’amore che mi fa credere.
Io credo in Te,
io amo Te
e se anche dovessi aspettare
giorni e notti,
non sarà mai abbastanza
rispetto a quanto Tu hai atteso me rivolgermi così a Te.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
In disparte
21 LUGLIO 2024
XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
C’è sempre tanto da fare, il Signore lo sa, ma ci chiama a riposare con Lui. Non è solo una necessità del corpo per riprendere le forze, ma è soprattutto un’esigenza del cuore.
Anch’io, discepolo di oggi, ho bisogno di stare con Dio e sentire il suo cuore, ammirare la sua bellezza, attingere alla sua forza che solo l’incontro personale con Lui può donare.
Riposare è darsi tempo di sostare nel silenzio e nella solitudine, fermarsi per “essere”, per dare compimento al nostro operare, per comprendere il valore profondo della realtà che ci circonda, per viverla come dono, come amore, come festa, come
gioia, perché l’uomo non è mai cio che produce, ma ciò che vive.
Il riposo è tempo di pausa che dona nuova lucidità, ci fa entrare in una dimensione divina, nella pienezza di quel “far nulla”, che è contemplazione di bellezza e gratuità di un Dio che ha gia fatto tutto e ora si riposa con te.
Godere della compagnia di Gesù, ci fa assumere il riflesso di quella vita donata per puro amore, senza pensare a un tornaconto da parte dell’uomo.
Nello stare in disparte con il Signore, i discepoli imparano a sentire anche la profondità di quella compassione di Dio per i suoi figli, per poterla poi portare e annunciare, non a nome loro, ma in forza di quella intimità che hanno vissuto, del ristoro che hanno sperimentato.
“Rendi Signore
il mio in disparte dal mondo
dalla fatica,
ma non dal tuo cuore.
Dammi la forza per cercarti
e per lasciarmi trovare da Te,
così da guarire in me
ciò che ancora non va.
Mi metto in disparte
a riposare sul tuo cuore,
affinché il mio
si senta sotto un cielo di stelle.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Gesù confido in Te
20 LUGLIO 2024
SABATO DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Anche se è ben chiara la volontà dei farisei di far morire Gesù, Egli non si nasconde, anzi trova ancora nuovi luoghi dove prendersi cura di questa umanità che cerca vita. Molti sono quelli che lo seguono, intravedono in Lui qualcosa che altri non hanno. Gesù non fa promesse, le compie, testimonia un Dio vicino a ogni tipo di sofferenza umana, incoraggia, sostiene, perdona, ridona speranza.
Un Dio che vince il male con il bene potrebbe sembrare un duello impari, dove il fallimento è assicurato. Eppure quel fallimento ha stravolto tutto, ogni modo di pensare e di concepire la grandezza umana e la grandezza divina.
Gesù mostra il volto mite del Padre, che opera a partire da quelle viscere di misericordia, da quella compassiome verso ogni figlio, da dare tutto della sua divinità, fino a dare il suo stesso Figlio e dire che nulla può corrompere l’amore di Dio.
Il germe dell’amore “folle” per ogni creatura ha spazzato via ogni male, ogni peccato.
Ognuno può incontrare Cristo nel profondo del cuore, nel segreto della propria anima, dove albergano solitudine e fragilità, proprio lì Dio dona se stesso e infonde la capacità di riceverlo, perché è il suo Spirito a portare vita, a dare forza; ogni cammino trova luce di speranza.
“Gesù confido in Te,
abbi cura di me,
sii la mia luce
aiutami a non dividere
il cuore in pezzi,
che il tempo renderà polvere,
ma aiutami a posare il cuore in Te,
così che sappia ringraziare
per l’immenso dono
che sei per ognuno di noi,
cercatori del tuo sguardo,
cercatori di Misericordia.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Misericordia io voglio
19 LUGLIO 2024
VENERDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Spesso sembrano piu comprensibili i sacrifici che la misericordia. Oggi il Signore ci insegna che il dono più grande che è venuto a donarci, è proprio questo: un amore che perdona. Non si vuole dire che se facciamo un’offerta, un “fioretto”, o un atto di ascesi sono gesti inutili, ma il rischio è farne un assoluto, quasi che sia tutto merito nostro, oppure il nostro dono un “tornaconto” nei confronti di Dio. Egli invece si dona a “perdere”, con il rischio che nemmeno ci rendiamo conto della portata di quanto stiamo ricevendo.
Tutto questo nasce dall’amore che Dio ha per noi, così grande da anteporci a qualunque cosa. A noi viene solo chiesto di lasciarci amare, di liberare il cuore dalla fatica di fare, e trovare invece un po’ di tempo per stare con Lui.
Troviamo il tempo, è estate, cominciano le ferie, dedichiamo del tempo a Colui che è Signore anche del tempo. Mettiamoci li, e lasciamo che Lui ristori il nostro cuore. Questo è il dono più grande che possiamo fargli: noi stessi, persino ciò che ci sembra non vada bene offrirgli, poniamolo nel suo cuore, quello è il posto giusto, dove la misericordia tocca la nostra umanità e la vivifica di un amore gratuito, per ritrovare la strada e sentirsi a casa nel cuore di Dio.
Possa la sua misericordia sostenervi sempre; possa il Signore colmare il vostro cuore. Non abbiate paura di Lui, Egli è qui accanto a noi, ci conosce così bene da poter dire: misericordia io voglio e non sacrifici, perché ti amo e ti rendo il meglio di te.
“Signore,
insegnami a vivere del tuo perdono.
Sono qui dinanzi a Te,
eppure mi vergogno di quello che sono, del mio errore.
Sono qui dinanzi a Te
e Tu di fronte a me,
che mi ami così intensamente
da sentire il tuo respiro
vibrare il mio cuore.
Ecco il tuo amore: un respiro profondo,
che dal tuo cuore incontra il mio,
così che respiri amore
e non il mio peccato,
così che respiri Te e viva di Te.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Venite a me