Grande è soltanto il Tuo amore

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08 MARZO 2023

MERCOLEDÌ DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ger 18,18-20

Salmo: Sal 30 (31)

Vangelo: Mt 20,17-28

Quando ascoltiamo la parola “servire”, la prima cosa che ci viene in mente è quella legata ad un lavoro manuale; il servire di Gesù invece, è legato al suo essere dono, al suo esserci necessario.

Anche oggi nel Vangelo, Lo troviamo che spiega ai suoi discepoli il motivo della sua venuta, il significato del suo servire: dare la vita.

Divenendo partecipi di un dono così grande, non possiamo più perderci a guardare chi è primo, chi è secondo, chi ha fatto questo, chi ha fatto quello, perché tutti siamo nel cuore di Dio amati di un amore immenso, fino a morire in croce per noi.

Il primato che ci propone il Signore è quello dell’amore. Chi più ama più è grande, di quella grandezza che non viene dal potere, dalle ricchezze, ma soltanto dal suo esserci necessario. Una grandezza che non ci verrà mai meno, poiché servire nel senso di dare la vita, equivale a regnare con lui, a stare insieme a lui, dove la sua presenza sarà per sempre, eterna.

In questo cammino di Quaresima allora, teniamo il nostro cuore più vicinio a Gesù, pensiamo di accompagnarlo lungo la strada che sale a Gerusalemme, per affrontare la grande prova della vita che si dona fino alle estreme conseguenze, perché il più grande è soltanto l’amore.

“Signore,

fa che Tu sia sempre il primo nel mio cuore,

così che ogni giorno,

in ogni mia azione, pensi a Te.

Aiutami a servire come hai fatto Tu,

con la vita.

Sostenimi quando nella debolezza, la trattengo per me,

e nella lotta tra i primi posti,

mi ricordi di Te e della tua scelta,

di servire per amare,

perché grande è soltanto il Tuo amore.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

“Lo avete fatto a me”

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27 FEBBRAIO 2023

LUNEDÌ DELLA I SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Lv 19,1-2.11-18

Salmo: Sal 18 (19)

Vangelo: Mt 25,31-46

Oggi il Signore ci invita ad alzare lo sguardo, a renderci conto che nell’incontro con l’altro c’è una presenza da ricercare, rispettare e servire, perché in essa c’è Lui stesso.

Il Signore non è da cercare lontano, è li accanto a noi, è in noi. Forse a volte non riusciamo a sentirlo, ma il cuore batte anche se non si percepisce.

“Lo avete fatto a me”: l’amore prende carne, diventa vita che continua nel tempo sebbene con modalità differenti, eppure ciascun tempo ha il suo modo per sentirsi dire: “lo avete fatto a me”, ed ogni giorno sarà particolare, non risuonerà mai allo stesso modo e tutto quello che rimarrà sarà l’amore.

Tutto ci parla di Dio, l’amore riempie sempre nella totalità così che l’unico pensiero sia: “lo avete fatto a me”, si! Come Lui ha fatto con noi e con ogni creatura, ed in virtù di questo amore ricevuto, diveniamo capaci di amore, capaci di vedere Dio in ogni circostanza e da lì ricevere la forza

“Signore,

dilata il mio cuore,

rendimi capace di dono,

fa che non ti passi accanto distratto,

ma sappia essere attento

a chi mi è accanto

e mi parla di Te.

Tu rendi il mio cuore sensibile,

cancella ogni indifferenza,

cosi che ciascuno possa sperimentare

quanto è grande l’amore di Dio tra di noi.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

La vera ricchezza

 

la vera ricchezza

 

 

DOMENICA 18 SETTEMBRE 2022

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Am 8,4-7

Salmo: Sal 112 (113)

Seconda lettura: 1 Tm 2,1-8

Vangelo: Lc 16,1-13

 

Il Signore ci invita a riflettere che non è possibile servire Dio e la ricchezza. Di quale ricchezza sta parlando? Di quella che rende pieno il cuore del bisogno di avere, e ci si dimentica degli altri e a volte persino di noi stessi. L’illusione della ricchezza è credersi pieni quando invece si è vuoti, è la tendenza ad affidarsi alle proprie forze e non confidare più in Dio, tranne quando ci è necessario e lo si prega non perché sono in relazione con Lui, ma per un bisogno.

Dobbiamo chiederci: quale ricchezza è necessaria? Abbiamo l’esempio di un Dio che si fa uomo, si “impoverisce”, cosa vuole insegnarci? Che la nostra vera ricchezza è in Dio, e tutto quello che facciamo è all’interno di una relazione di figliolanza, la quale ci eleva ad una condizione in cui è possibile fidarsi e affidarsi, aprire il cuore all’altro e aiutarlo nel bisogno, scegliere il bene ed evitare il male, essere semplicemente noi stessi.

Ai nostri vuoti la risposta è nella ricchezza di Dio, che non ci toglie nulla, anzi ci ricolma di amore affinché quella fatica, quel dolore, trovi uno spazio custodito da un Padre che ama. Solo così possiamo camminare nel mondo, relazionarci con gli altri non come una risposta ai nostri bisogni, ma come persone in cammino capaci di dono, di generosità e con il cuore rivolto verso Dio.

“Signore,

custodisci il mio cuore sempre,

anche quando mi sento solo e non so come fare.

A tutto quello che mi circonda,

vorrei dare un risposta che abbia il Tuo volto.

Aiutami a scegliere il bene

e donami la forza di riconoscere la mia fragilità,

affinché nel vuoto più profondo, nella paura o nello sconforto,

abbia la forza di confidare in Te e

credere che in Te,

nel Tuo amore

è la vera ricchezza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Partire dal cuore

 

partire dal cuore

 

DOMENICA 07 AGOSTO 2022

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sap 18,6-9

Salmo: Sal 32 (33)

Seconda lettura: Eb 11,1-2.8-19

Vangelo: Lc 12,32-48

 

“Fatevi borse che non invecchiano”. Verrebbe da chiedersi: come? Si è spinti quasi automaticamente ad usare il ragionamento per capire. Il testo del Vangelo prosegue dicendo: “là dove sarà il vostro tesoro, lì sarà il vostro cuore”, si tratta quindi di partire dal cuore.

È proprio lì, nel nostro cuore, che possiamo comprendere cosa vuol dire farsi borse che non invecchiano e costruire un tesoro sicuro, ovvero: prendere la nostra esperienza di fede e costruirla sempre, perché essa continuerà a vivere.

La nostra fede non si accumula, fa vivere. La Fede è credere che Cristo c’è e ci accompagna in ogni momento e questo sarà il tesoro che non invecchia mai. È un tesoro realizzato nell’amore ricevuto e donato. Diventeremo quel servo simile al suo padrone, il quale appena arrivato si cinge la veste ai fianchi e si mette subito a servire. Capiremo che servire è essere dono, non significa schiavitù o sottomissione, ma donare l’amore ricevuto da Gesù, come Gesù dal Padre.

Cosa avremo fatto di buono nella vita? Cosa davvero conta? Aver amato con tutto il cuore chi ci è accanto, aver reso viva testimonianza di una lunga catena di amore, sacrificio e speranza, che parte direttamente dal cuore di Dio. Saremo stati segno del Padre il cui amore non passa, resta e vive per sempre e a noi ci dona il compito di farlo perdurare nel tempo.

“Signore,

è tempo di vivere della fede che mi hai donato.

Essa ha accompagnato tanta fatica e sofferenza,

ma è il dono che mi hai fatto per vivere.

Spesso me ne dimentico e mi perdo,

ma chiedo a Te l’aiuto di capire

come credere nel tuo nome sia parte di me,

perché così mi hai costituito,

affinché io potessi vivere di fede

e far vivere di fede gli altri.

Soccorri il mio cuore, donami la tua forza

così da essere dono

e segno del tuo amore per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Il mio posto

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LUNEDÌ 25 LUGLIO 2022

SAN GIACOMO, APOSTOLO – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 2Cor 4,7-15

Salmo: Sal 125 (126)

Vangelo: Mt 20,20-28

 

Il Vangelo di oggi si apre con la richiesta di una madre, la quale domanda per i suoi due figli un posto accanto a Gesù, nel Suo regno, credendo sia la parte migliore, una posizione di prestigio.

Il Signore fa riflettere su che cosa davvero sia il meglio: governare o servire?

Governare non è nella logica di Dio, perché il Suo regno non impone, ma dispone, sostiene, ama i suoi, al punto da dare la vita.

Servire vuol dire mettersi nei panni della gente. Una posizione scomoda per molti, paragonata ad una sottomissione, ma per Gesù è sinonimo di grandezza. Egli è il primo a servire tutti quelli che incontra e ci dona il suo esempio, affinché possiamo fare altrettanto.

I nostri posti, non importa se sono in alto o in basso in una sca!a gerarchica temporanea, che ha un inizio e una fine, perché l’unico posto che conta è il cuore di Dio; lì noi staremo per sempre, non perché abbiamo faticato per raggiungerlo, ma in virtù di un amore che ci ha raggiunto e ha dato la Sua vita in riscatto per molti.

“Signore,

oggi mi chiami a cercare il mio posto.

Non è un ruolo,

o qualcosa per cui lottare,

è un posto preparato per me da sempre:

il tuo cuore.

Sostienimi nell’incertezza,

supporta la mia fatica

e aiutami affinché il tuo amore

dia ristoro alla mia insicurezza,

così da rendermi conto che

nel tuo cuore sono stato raggiunto,

amato, servito e perdonato

da sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Una mano tesa

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Sam 3,1-10.19-20

Salmo: Sal 39 (40)

Vangelo: Mc 1,29-39

 

 

Pensiamo a tutte quelle volte in cui ci sentiamo a terra e avremmo bisogno di una mano tesa per aiutarci, avremmo bisogno di sentire il contatto umano, un aiuto, un conforto.

Gesù è venuto a fare proprio questo, lo vediamo nel brano del Vangelo di oggi, in cui si avvicina alla suocera di Pietro e la tira su prendendola per mano. “La febbre la lasciò” sembra quasi che Gesù rialzandola, prenda su di sé questa febbre. Egli è venuto a prendere su di sé tutti i nostri mali, le ferite, le febbri, tutto cio che ci paralizza, i nostri peccati, affinché noi potessimo ripartire come questa donna, che guarita cominciò a servire come Gesù, e in quel toccarle la mano è avvenuto uno scambio: Egli le ha donato non solo la guarigione, ma anche un po’ di sé.

Nel liberarti dal tuo male, Gesù non solo ti dona la capacità di rialzarti e ricominciare, ma ti lascia il segno di sé, affinché gli altri possano scorgere i segni della Sua Risurrezione, impressi su di te e nel tuo servire il Suo servire.

Egli non solo ti rialza, ti perdona, ma ti fa un dono grande: permette che tu attraverso questo scambio possa ricordarti di Lui, e quando ricadrai e ti sembrerà impossibile avere un’altra possibilità, sarà per prima la tua stessa mano a tendersi per rialzarti, perché in te c’è una vita da risorto più forte del tuo male. E ti ricorderai di Lui, della prima volta che ti ha teso la mano e crederai a colui che nella notte ha messo il sole dentro di te. Ora rialzati e non temere c’è una mano tesa verso di te.