Angelo di Dio

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mercoledì 02 Ottobre 2024

SANTI ANGELI CUSTODI – MEMORIA

Nella giornata di oggi, la Chiesa ci fa dono di pregare gli angeli custodi. Viviamo questa giorno come il dono di poter nuovamente sentire per noi la vicinanza di Dio. La prima lettura ci parla proprio di loro, i messaggeri di Dio, che camminano nella strada davanti a noi.

Messaggero fu l’angelo per Maria, come per Zaccaria; l’angelo viene ad annunciare la cosa più bella che il nostro cuore possa sentire: non sei solo. Dio è accanto a te, ti tiene la mano, fa i passi che tu stesso non sai compiere, ti solleva il cuore con il dono di un amico o di un sorriso inaspettato, sta con te in silenzio nel tuo pianto con amore. Tu sei amato da Dio, non piangere nonostante il dolore, respira perché c’è una lieta notizia: tu sei amato da Dio.

Chi è il mio angelo? Non lo so. Forse però, è pur vero che possiamo anche noi essere angeli gli uni degli altri, quando portiamo la buona novella, quando non guardiamo a noi stessi, ma diveniamo come bambini che si lasciano porre al centro, nella consapevolezza che c’è un angelo pronto a vegliare su di loro, così da esclamare:

“Angelo di Dio,

custode del mio cuore

proteggilo dal male,

liberalo dal dolore,

donagli quel calore che proviene dall’amore di Dio.

Parlami di Dio, portami a Lui

e quando errando perderò la strada, conducimi da Gesù

per sentire il suo lieto annuncio:

“figlio, sei degno si stima, ti amo”

anche per me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Lasciate che i bambini vengano a me

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25 MAGGIO 2024

SABATO DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù indignato, perché i discepoli non capiscono, ciascuno, persino un bambino può accostarsi a Lui. L’indignazione di Gesù, sta nel dire che Lui è per tutti non per pochi. Ognuno di noi può accostarsi dinanzi al Suo cuore e parlargli, chiedergli pietà, stargli vicino.

L’amore di Dio è proprio un abbraccio intenso in cui ci si sente amati. Nessuno deve mai sentirsi fuori luogo, lontano dal cuore di Dio.

L’indignazione di Gesù, ci testimonia che siamo eredi di uno spazio grande nel Suo cuore, così che quando siamo piccoli, poveri, lontani, Lui non vuole prendere una distanza, anzi l’invito è a stare nel Suo amore.

“Signore,

nonostante il mio peccato,

il mio errore,

Tu mi inviti a restare

nell’unico posto in cui nessuno

mi manderà mai via.

Aiutami sentirmi parte di quello spazio,

per non scappare lontano,

ma in fondo so,

che ovunque io fugga

Tu ci sarai sempre,

e mi riporterai a casa,

perché Tu sei parte di me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Un posto per tutti

Un posto per tutti

23 AGOSTO 2023

MERCOLEDÌ DELLA XX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gdc 9,6-15

Salmo: Dal Sal 20 (21)

Vangelo: Mt 20,1-16

Il regno dei cieli è proprio il posto per tutti, così che gli ultimi arrivati alla fede, sono come quelli che vi erano da più tempo. Come mai? E giusto?

Nella logica dell’amore di Dio: si! Perché il regno di Dio non è da conquistare, ma da accogliere. Non importa quanto tu ci metta a renderti conto della tua relazione con Dio, ciò che conta è comprendere di avere un posto da sempre e non di averlo ottenuto a suon di sforzi. Ed allora, chi ha faticato tutta la vita, cosa deve fare?

Se davvero ha compreso quanto è grande l’amore di Dio, non se lo do manderà nemmeno, perché la relazione con Lui va oltre la misura del contraccambio, è un dono che noi abbiamo ricevuto solo prima di altri, per cui gioire.

Chiediamo al Signore la forza di vivere di una logica diversa, così da comportarci tra di noi, non con i paragoni, ma con quell’amore che Lui stesso ha riversato nei nostri cuori.

Impariamo a gioire per gli altri, alziamo lo sguardo e osserviamo da un altro punto di partenza, e lasciamo sia Lui a condurre e formare il nostro cuore. Allora sì che vivremo il regno di Dio su questa terra, e non solo saremo terreno di accoglienza per altri, che vedendoci spuntare un sorriso per le piccole gioie proprie o altrui, chiederanno: da dove vieni? Vengo dal cuore di Dio, tendi la tua mano, ti porto con me.

“Signore,

libera il mio cuore dal paragone,

dalla logica del contraccambio

ed insegnami la misura del Tuo cuore.

Il regno di Dio, è il posto mio con Te,

è quel luogo dove io posso essere davvero me stesso,

se vi scopro il Tuo amore.

Aiutami a vivere di Te

e fai che nonostante la fatica,

il mio cuore si dilati ad un nuovo orizzonte,

a quel pezzo di cielo che posso vivere già qui ed ora,

perché Tu sei già parte di me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Uscire

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14 GENNAIO 2023

SABATO DELLA I SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Eb 4,12-16

Salmo: Sal 18 (19)

Vangelo: Mc 2,13-17

 

La parola uscire è fondamentale, è la prima cosa che facciamo per venire al mondo, quando usciamo dal grembo della madre.

Tuttavia, a volte nelle nostre relazioni preferiamo rintanarci, anziché uscire dal nostro io.

Gesù esce per venirci incontro ed allo stesso tempo, siamo chiamati anche noi ad uscire dai nostri schemi, dalla nostra idea di Dio spesso simile a quella degli scribi, che si chiedono come mai Gesù sieda a tavola con i peccatori. Talvolta a stento, crediamo che Egli ci perdona ed ama così come siamo.

Uscire da se stessi per incontrarlo, è una rinascita, è la nascita consapevole dei figli di Dio, dove poter vedere Gesù venuto non per i sani, ma per i malati. Allora se inciampo e cado non sono da condannare, perché Dio è uscito da questa idea umana in cui il nostro io si ritrova schiacciato, per dirci: il mio amore ti guarirà, vieni prendi la mia mano esci con me, perché tu sei creato per vivere ed è per questo che sei nato.

L’uscire di Gesù permette così che tutti possano andare a Lui, nessuno escluso, non ci sono più impedimenti. Se da una parte scorgiamo la sua potenza Divina risanatrice, dall’altra vediamo l’amore di Dio che muove sempre il primo passo verso l’uomo e lo invita a seguirlo.

 

L’amore di Dio e la giustizia

l'amore di Dio e la giustizia

 

12 OTTOBRE 2022

MERCOLEDÌ DELLA XXVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gal 5,18-25

Salmo: Dal Sal 1

Vangelo: Lc 11,42-46

Oggi il Signore mette di pari passo l’amore di Dio e la giustizia, e sgrida chi tende a trascurarle. C’è un amore che ci precede, è prima di ogni nostro gesto e la giustizia è il volto di quest’amore.

Ma cos’è la giustizia? Tendenzialmente è associata a un “mettere a posto le cose”, a farle rispettare, niente sbagli, nessun margine di errore, l’opposto di giusto è infatti sbagliato.

Eppure abbiamo una riconsiderazione da fare, la giustizia di cui si parla nel testo, è davvero un sinonimo di fedeltà, Dio è giusto perché è fedele alla Sua promessa, che è una promessa di amore. Pertanto, ogni nostro inciampo trova in Dio un luogo di rifugio dove ripartire, e questo luogo è il cuore di Dio.

Gesù rimprovera coloro che fanno cadere pesi insopportabili sugli uomini, perché Egli se li è caricati su di sé, la Sua giustizia è calibrata sull’amore e non sul fare delle cose, per ricevere il perdono.

La Misericordia è la bilancia su cui è pesato il nostro peccato, affinché perdonato non sia più un peso sul cuore e possa rimanere solo il segno di un amore ricevuto, in grado di rialzarci. Abbiamo sempre un luogo, il suo cuore, dove poter tornare e chiedere perdono, e la misura che ci solleverà sarà il Suo amore che è fedeltà.

“Signore,

quando mi sembra di toccare il fondo,

ci sei Tu a sollevarmi,

quando inciampo, è sempre la Tua mano a sostenermi.

La Tua giustizia è amore che perdona

e per quanto sbagli

ci sei sempre a dirmi: dove sei?

Seduto, dopo la mia caduta,

ti scopro lì con me,

la tua mano mi è dinnanzi,

pronta a rialzarmi nuovamente

e a scaldare il cuore dal mio gelo”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Nel segno

 

Nel segno

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Pro 8,22-31

Salmo: Sal 8

Seconda lettura: Rm 5,1-5

Vangelo: Gv 16,12-15

 

“Molte cose ho ancora da dirvi”.

Ogni giorno la Sua Parola ci accompagna, per svelarci tutto l’amore che il Padre attraverso il Figlio per mezzo dello Spirito, vuole donarci.

Siamo nel cuore della Trinità, in questo circolo d’amore che è la nostra forza e la nostra pace.

Dio è con noi, non dobbiamo mai smettere di sperare, ma credere in Colui che ci ha resi Figli, ci benedice e desidera per noi il bene.

Quando entriamo in Chiesa, prima di pregare facciamo il segno della croce: “nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, e in quel segno della Croce di Cristo, noi diventiamo partecipi di questa unione tra il Padre e il Figlio che è per noi vita.

L’amore del Figlio è stato riversato nel nostro cuore ed è lo stesso amore del Padre che attraverso lo Spirito diventa per noi comprensibile.

Ogni lacrima, ogni paura, ogni dolore, ora è già nel cuore di Dio ancor prima di riuscire a dirgli qualcosa. Sarà Lui a parlare, a darci ogni momento il coraggio necessario, l’aiuto e il conforto, attraverso tutti i doni dello Spirito che solo il Padre può donare ai suoi Figli.

Il Suo amore è la nostra forza e la speranza che giorno dopo giorno vive, soffre e ama con noi. Lasciamoci amare da Dio e attingiamo da questa forza che è qui per noi, come un dono da cogliere.

 

 

 

Domande alla ricerca di uno spazio

 

Domande alla ricerca di uno spazio

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 25,13-21

Salmo: Sal 102 (103)

Vangelo: Gv 21,15-19

 

Le tre domande che Gesù pone a Simone, sono le stesse che Egli fa anche a noi.

“Mi ami più di costoro?”

“Mi ami?”

“Mi vuoi bene?”

Per quanto la risposta di Simone sia simile, queste tre domande sono diverse.

Dovremmo chiederci: e noi come avremmo risposto? Nel corso della vita viviamo di domande, esse sono il motore che ci stimolano a capire, costruire la nostra identità, la nostra coscienza e ci fanno crescere.

Oggi l’invito è fermarci alle risposte, ogni azione è una risposta a qualcosa, e la questione che Gesù smuove, anzitutto riguarda il cuore. Solo riconoscendo l’amore di Dio, potremmo trovare la forza per amare in ogni circostanza.

Queste tre domande rappresentano l’amore che Dio ha per noi: senza misura e più di tutti, ed è soprattutto capace di farsi comprendere, affinché riconosciuto possiamo fare altrettanto.

Se facciamo dell’amore di Dio la sorgente della nostro agire, ogni azione sarà una risposta visibile di quanto siamo chiamati alla bellezza, non quella estetica, apparente, finita, ma quella infinita, di un amore ricevuto non per i nostri meriti, ma per un dono Suo.

Qualsiasi sia la nostra risposta, Egli ci invita a seguirlo, perché l’amore non si impone ma propone, apre le strade e se anche fosse fragile, nelle Sue mani sono le nostre mani e il cuore, per condurci verso un luogo sicuro, dove poter ricevere e donare amore: il cuore stesso di Dio.

“Seguimi”! L’Amore chiama ad agire, ad uscire da noi stessi per donarsi e diffondere nel mondo una risposta di pace, bontà e Misericordia, a tutte quelle domande che cercano ancora uno spazio in noi.

 

 

Peccato, giustizia, giudizio

 

Peccato, giustizia, giudizio

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 16,22-34

Salmo: Sal 137 (138)

Vangelo: Gv 16,5-11

 

Prosegue nel Vangelo di oggi il discorso di Gesù ai discepoli, l’annuncio del suo andare dal Padre e la promessa del dono dello Spirito. Egli coglie la tristezza dei suoi e rassicura che non saranno abbandonati e come loro, neanche noi, ci sarà lo Spirito mandato da Gesù.

Peccato, giustizia, giudizio, è un brano quello di oggi, con dei termini “impegnativi”, e proprio per questo che il Signore non ci lascia soli ad affrontarli nel mondo. Il Signore dona il Suo Spirito, affinché possiamo confrontarci con una Verità che disarma: l’amore di Dio.

La prima esperienza che Gesù vuole farci fare è questa: essere amati.

Soltanto davanti all’amore, possiamo comprendere quanto nonostante i nostri errori, Egli non ha smesso di volerci bene, al punto da mandarci lo Spirito ad orientare le nostre vite.

Gesù conosce i nostri sbagli e persino il perché abbiamo scelto quella via, forse a volte, manca a noi capirne la motivazione. A differenza di altri, non punta il dito, non dà colpe, ma opportunità, affinché attraverso di essa possiamo ripartire e riconoscere in noi quella forza che deriva dal Suo amore.

Invochiamo lo Spirito di Dio ogniqualvolta ci sembra di non farcela, in tutte le scelte faticose, o che non sappiamo fare; Lui è presente, ci accompagna ed illumina, anche quando non lo percepiamo, così che la nostra vita in Dio abbia sempre una possibilità.

 

 

Lo Spirito della Verità

 

Lo Spirito della Verità

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 16,11-15

Salmo: Sal 149

Vangelo: Gv 15,26 – 16,4a

 

I discepoli sono in grado di dare testimonianza di Gesù, perché dal principio sono stati con Lui. Si può testimoniare solo quello che si vive, si sente e si vede, ed essi concretamente hanno potuto ascoltarLo e confrontarsi con Lui.

Anche a noi il Signore lascia il suo segno: lo Spirito della Verità che ci parla di Lui, e abilita il nostro cuore alla Sua Parola, così da poter concretamente farne esperienza di vita.

Lo Spirito della Verità, è l’amore di Dio che illumina la nostra storia e ci mette di fronte al Volto umano e divino di Gesù. Dio Padre, manda Suo Figlio, per farci comprendere quanto è grande il Suo amore e chi realmente Egli è: Padre! Poi ci dona il Suo Spirito, a sigillare l’avvento del Figlio.

Grazie allo Spirito, l’incontro tra Dio e l’uomo avverrà per sempre. Costantemente Dio cercherà i suoi figli e incessantemente li accoglierà nel Suo amore e noi diventiamo testimoni di un tempo che passa, ma anche di un Amore che resta e permane nel tempo.

Il Vangelo della liturgia odierna comincia: “Quando verrà il Paràclito”, oggi però, noi sappiamo che questa promessa di Gesù è già avvenuta. L’invito è a vivere in quell’ora, dove la memoria del cuore si manifesta.

Lo Spirito della Verità, abita già in noi e desidera donarci quella forza generata dal cuore del Padre, Dio, che ci ama con tutto se stesso, attraverso il Figlio, per mezzo dello Spirito.

Lo Spirito della Verità darà testimonianza di me, dice il Signore, e noi adesso possiamo fare di quella testimonianza un dono, ora che abbiamo conosciuto e riconosciuto, l’amore di Dio per noi.

Una Parola che precede

 

 

una Parola che precede

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 15,1-2.22-29

Salmo: Sal 66 (67)

Seconda lettura: Ap 21,10-14.22-23

Vangelo: Gv 14,23-29

 

 

C’è una Parola che precede: una Parola che attende di essere osservata quando incontra un cuore che ama, il dono dello Spirito Santo dato dal Padre, per aiutarci a ricordare tutto quello che Gesù ha detto, e infine una promessa: “Vado e tornerò da voi”, e quando accadrà aiuterà a credere.

Il nostro cammino, comincia con una Parola, la quale indirizza, consola e ci fa muovere i primi passi.

Prima di iniziare a parlare, diventiamo capaci di ascolto; è il percorso della vita, è il naturale corso degli eventi e ci indica quanto sia magnifica l’umanità, dove si innesta e cresce in noi l’amore di Dio.

La nostra vita scorre nel tempo, giorno dopo giorno, Parola dopo Parola, ci troviamo di fronte quel Qualcuno, Dio, che smuove, orienta, ma anche comprende e perdona il nostro essere, a tratti oscillante e si mette in relazione con noi.

Siamo creati per vivere di questa Parola, per amare Colui che ci ha promesso una forza per credere: lo Spirito Santo!

Perché credere? Perché abbiamo bisogno durante il viaggio, da pellegrini sulla terra di ritrovarci e solo in Lui davvero, la nostra persona arriverà all’unità. Soltanto scoprendo il Suo creatore, la creatura troverà se stessa, perché toccherà con mano l’Amore che l’ha creata, voluta, desiderata, prima ancora che potesse udire e parlare.

Al sorgere di ogni sole, c’è una Parola che precede prima che tu ti alzi, ti accompagnerà e forse non lo saprai, ma essa piena dell’amore del Padre, attenderà il tuo ritorno: il momento in cui la riconoscerai come vita, luce e conforto.