Cadere

cadere

 

MERCOLEDÌ 26 LUGLIO 2023

SANTI GIOACCHINO E ANNA, GENITORI DELLA BEATA VERGINE MARIA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Es 16,1-5.9-15

Salmo: Dal Sal 77 (78)

Vangelo: Mt 13,1-9

Cadere. Il seminatore non ha timore dove far cadere il seme, è questo è molto bello, perché ci testimonia una possibilità per il terreno che siamo noi.

Avrebbe potuto piantare solo li dove c’era il terreno migliore, ed invece sceglie di dare l’occasione anche a quello pieno di rovi, per far crescere il suo seme.

Non dobbiamo mai smettere di credere in Dio, mai, poiché le occasioni che a volte chiediamo alle persone, in verità sono dono di Dio. Egli è davvero il Dio delle possibilità ed essa si manifesta in molti modi: persone, eventi, dobbiamo solo aver fiducia.

Anche il Signore ha fiducia di noi, il seminare su qualsiasi terreno non è frutto di un seminatore imbranato, è il dono di un Padre che da a tutti i suoi figli, la possibilità che la sua parola cresca e si moltiplichi, che diventi una pianta forte e rigogliosa.

Perciò tu che piangi per il timore di non essere un terreno adatto, non temere quello che sei, poiché Dio ha posato lo sguardo su di te.

“Signore,

a quel povero terreno che è il mio cuore,

hai dato un’occasione,

aiutami a coltivarla.

Fa che non perda le tue parole,

ma le custodisca nel profondo,

così da farle in me sempre più forti.

Mi abbandono a Te,

al Tuo amore,

perché è del Tuo amore che ho bisogno,

affinché ogni mia lacrima non sia vana,

ma irrighi quel seme gettato dalla bontà del Tuo cuore”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

Risalire dalla profondità

risalire dalla profondità

 

24 LUGLIO 2023

LUNEDÌ DELLA XVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Es 14,5-18

Salmo: Es 15,1-6

Vangelo: Mt 12,38-42

 

Nel Vangelo di oggi leggiamo che Gesù che stette tre giorni nel cuore della terra. Non è un caso forse la parola “cuore”, nel centro, nella profondità, ecco da lì, il Signore è Risorto e con Lui tutta l’umanità.

Dobbiamo proprio credere, che quanto più noi entriamo nella profondità di noi stessi, quanto più risorgiamo con Lui. Non dobbiamo avere paura, anzi il rischio è passare una vita come quella degli ebrei nella prima lettura, che rimpiangono di non essere più schiavi degli egiziani. No, noi siamo chiamati a risorgere, a vivere una vita da salvati, attraverso il mare delle fatiche e delle paure.

Ogni nostra condizione è attraversata da Dio; Egli sta nel nostro cuore per non andare più via e far risplendere il suo desidero e la sua promessa: ti ho amato di amore eterno e per questo ti rimango fedele.

Chiediamo al Signore l’aiuto di fidarci di Lui, di scendere nel nostro abisso per far risalire il dolore inespresso, le lacrime cadute e tutto ciò che abbiamo dentro, così che risorti con Lui saremo vivi, perché in ogni buio in cui entra la luce non è più come prima, è una nuova storia, un nuovo inizio. Sia così per noi e per tutti.

“Signore,

aiutami a risalire con Te

dalla profondità della mia terra.

Dammi la forza per credere in Te,

nel Tuo amore,

dove nel profondo del mio abisso,

la fragilità e la paura

ti hanno incontrato.

Fa che risorga con Te,

e continui la mia storia

passo dopo passo, assieme a Te”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Seme e lievito

seme e lievito

 

DOMENICA 23 LUGLIO 2023

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sap 12,13.16-19

Salmo: Dal Sal 85 (86)

Seconda lettura: Mt 13,24-43

Vangelo: Mt 13,24-43

Il Vangelo di oggi ci narra tre parabole sul regno dei cieli.

Nella prima parabola ci lascia sempre stupiti come il Signore consenta che il grano e la zizzania crescano assieme fino alla mietitura. È importante per noi cogliere il motivo di questa volontà Divina di lasciar coesistere bene e male. La Sapienza contadina che il Signore ci porta come esempio ci spiega che faremmo peggio a togliere subito la zizzania, perché perderemo anche il buon grano. La Sapienza Divina ci insegna la pazienza del padrone verso tutti. Quanti esercitano la pazienza rivelano la forza di Dio; la potenza dell”amore paziente non rinuncia ad essere tale quando l’uomo lo disattende, anzi scopre dimensioni di umanità.

Nelle altre due parabole il regno di Dio viene presentato con una realtà minuscola e come da qui emergano cose straordinare. Il granello di senape non è considerato tanto per la sua piccolezza, quanto per la sua potenza.

Il lievito non mostra l’evidenza del regno bensì l’agire, l’essere e il fare, che portano all’unità dell’unica sostanza.

Facciamo nostre le parole di una colletta della liturgia di oggi e preghiamo:

“Ci sostengano sempre, o Padre,

la forza e la pazienza del tuo amore,

perché la tua parola, seme e lievito del regno,

fruttifichi in noi

e ravvivi la speranza

di veder crescere l’umanità nuova.”

 

Maria Maddalena

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SABATO 22 LUGLIO 2023

SANTA MARIA MADDALENA – FESTA

Prima lettura: Ct 3,1-4a

Salmo: Dal Sal 62 (63)

Vangelo: Gv 20,1-2.11-18

Oggi celebriamo la festa di Santa Maria Maddalena. Questa donna che in Gesù aveva visto la luce, ora quando è ancora buio si reca al sepolcro, ha fretta, la fretta dell’amore, non può stare lontana dal suo amato, come recita il cantico dei cantici: “voglio cercare l’amore dell’anima mia”.

Maria Maddalena è la donna che per prima vede la tomba vuota e non si allontana dal sepolcro, anche dopo che i discepoli constatato l’accaduto, se ne erano andati. Maria rimane, perché la forza dell’amore è quella di rimanere e di non disperare.

Scrive S. Gregorio Magno: “Cercò dunque una prima volta, ma non trovò, perseverò nel cercare, e le fu dato di trovare. Avvenne così che i desideri col protrarsi crescessero, e crescendo raggiungessero l’oggetto delle ricerche. I santi desideri crescono col protrarsi”.

Gesù si mostra, chiama la donna, le fa sfogare il suo dolore, ed infine la chiama per nome, solo a questo punto Maria lo riconosce. Ella infatti cercava Gesù fuori dal sepolcro, mentre Gesù la stava cercando dentro, nel suo cuore di donna amata ed amante.

“Signore,

ti cerco,

ma anzitutto sono cercata da Te.

Aiutami a vivere del Tuo amore,

aiutami a trovare in Te la forza.

Quando il buio oscura il mio cuore,

fa che la Tua luce sia il mio sostegno,

il mio riparo,

il luogo dove, in Te,

possa posare il cuore”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Il Signore del sabato

Il Signore del sabato

 

21 LUGLIO 2023

VENERDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Prima lettura: Es 11,10-12,14

Salmo: Dal Sal 115 (116)

Vangelo: Mt 12,1-8

Gesù sta passando tra i campi di grano seminati, tra quelle messi che diventeranno nutrimento, pane, cibo per gli uomini, Eucaristia.

I discepoli che seguono Gesù hanno fame. Cosi tutti quelli che lo seguono, perché quella fame rappresenta il desiderio di saziare la propria vita di un senso nuovo. Non saranno quelle poche spighe sfregate tra le mani a dare sazietà, ma il pane vero che è Gesù stesso, la sua Parola e il suo corpo.

Questi fatti però, avvengono in giorno di sabato dove non era permesso dalla legge compiere azioni.

Gesù sul significato del sabato e di questa legge così minuziosa e dettagliata, dà un senso nuovo. Dicendo di essere “il Signore del sabato”, si identifica col sabato stesso; il vero sabato è Gesù.

Il cuore del messaggio per gli ebrei era il riposo di Dio, il riposo dell’uomo, quindi il riposo dello schiavo, dello straniero e degli animali, il riposo significava entrare nella vita stessa, il riposo era per la vita.

Gesù non trasgredisce la legge, ma la porta a compimento, ovvero la completa nella sua carne, dando la sua vita per una nuova vita di tutta l’umanità.

Gesù si presenta come il tempo e lo spazio, dove Dio si comunica a noi per quello che è, ovvero: come misericordia, come amore, come partecipazione di vita. .

“Signore,

nello spazio e nel tempo,

quello che davvero conta è il pane.

Tu sei il pane della vita,

quella spiga che tra le mani,

nutre il cuore

e lo rende libero dai “signori” della vita,

affinché si comprenda che Tu sei l’unico Signore

a cui, davvero, stiamo a cuore.

Donami la forza per cercarti sempre,

così che tenendoti tra le mie mani, io mi scopra nelle Tue”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Ti rendo lode

ti rendo lode

 

19 LUGLIO 2023

MERCOLEDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Es 3,1-6.9-12

Salmo: Dal Sal 102 (103)

Vangelo: Mt 11,25-27

Gesù rende lode al Padre davanti ai piccoli, ai semplici, a chi ha il cuore limpido come i bambini.

Dio, che è il più grande, si fa piccolo per condividere la vita di ogni uomo, fatta di gioie e di fatiche, di attese e di speranze,  per colmare il bisogno di essere amati e perdonati nel profondo, da un amore grande che solo Lui può dare.

Gesù rivela i suoi doni a chi lo accoglie a chi si fa semplice, e non presume di salvarsi da solo, a quanti vogliono imparare dal suo cuore.

L’amore non è un concetto, ma un’arte del cuore per la vita, che porta a pienezza la nostra umanità, tutti possono amare, nessuno in Gesù può restare analfabeta del cuore. Cosi Gesù può veramente  rendere lode al Padre, per tutti quei piccoli che egli stesso gli ha affidato.

Qualche tempo prima di morire Bonhoffer scriveva: “Dio è vicino a ciò che è piccolo, ama ciò che è perduto, ciò che è insignificante, reietto, ciò che è debole, spezzato. Quando gli uomini dicono: ‘perduto’, Egli dice: ‘trovato’; quando gli uomini dicono: ‘condannato’, Egli dice: ‘salvato’; quando gli uomini dicono: ‘no!’, Egli dice: ‘sì!’. Quando gli uomini distolgono il loro sguardo con indifferenza o con alterigia, ecco il Suo sguardo ardente di amore come non mai. Gli uomini dicono: “abietto!”, e Dio esclama: “beato!”.

Lasciamoci amare da Lui, non temiamo la condizione di peccato o fatica in cui siamo. Egli effonde nel nostro cuore parole in grado di risanarlo nel profondo, così che il Suo amore sia sempre con noi e doni vita, per sempre.

“Signore,

dammi la forza di sentirti accanto,

la forza di cercare e lasciarmi trovare da Te.

Fa che le tue parole entrino nel mio cuore

e possano guarirlo.

Aiutami a vedere il tuo amore,

perché è in Te la mia speranza e la mia vita,

ogni giorno, per sempre.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Nuova pace

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17 LUGLIO 2023

LUNEDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Prima lettura: Es 1,8-14.22

Salmo: Dal Sal 123 (124)

Vangelo:Mt 10,34-11.1

Il Vangelo di oggi ci sembra un po’ insolito. Gesù dice di non essere venuto a portare pace, ma una spada. Che succede? Come mai è possibile che il Signore dica queste parole? Come interpretarle?

Gesù non è venuto a darci inquietudine, anzi Lui si è caricato tutti i nostri peccati e dei pesi ad essi correlati.

Con il Suo perdono ha tagliato quella separazione che ci divideva con Dio, ha tagliato quel pensiero che Dio, è un Dio che punisce, quella malsana idea che la malattia era una punizione divina. Egli ha tagliato questi pensieri e ha portato una nuova pace.

La vera pace di Gesù, non è più quella che finora avevamo vissuto temendo Dio, ora la vera pace deriva da quella spada che a Maria ha trafitto l’anima, come dirà Simeone, perché Suo figlio morirà per dimostrarci cos’è la vera pace e qual’è il volto di Dio: Misericordia. Questa arriva all’estremo quasi a dire: sei così speciale, ti amo così tanto, figlio mio, che ti perdono tutto e prendo io per te, la tua zavorra, affinché tu possa vivere. Torna a casa, non preoccuparti, ti amo e per questo muoio per te.

Allora anche noi dovremmo avere il coraggio di tagliare con certi pensieri, di chiedere al Signore di purificare il nostro cuore da tutto ciò che ferisce e divide.

Siamo portatori di una nuova pace, che anzitutto è dentro il nostro cuore perché Egli abita in noi. Lasciamo sia Dio a parlare, fidiamoci del Suo amore e diventiamo anche noi creature nuove, in grado di gesti che sanno tagliare il male per il bene, gesti di carità più forti di ogni forma di odio o rivalsa.

Sia, Lui a guidare i nostri passi ora e sempre, ed ogni qualvolta ci mancano le forze per perdonare o amare, chiediamole a Lui Egli non mancherà.

“Signore,

fa che un giorno

anche io abbia uno sguardo di pace,

in grado di amare nel profondo,

come Te,

che nonostante il dolore,

hai fatto di più.

Vorrei esserne capace anche io,

ma non ce la faccio,

eppure mi chiedi questo

e questo mi fa pensare che un giorno avverrà.

Sarò capace di amare come ami tu,

diventerò portatore di bene

e se anche ci dovessi mettere una vita

stammi accanto ed insegnami

io sto qui e ti ascolterò.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

“…uscì a seminare”

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16 LUGLIO 2023

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

Prima lettura: Is 55,10-11

Salmo: Dal Sal 64 (65)

Seconda lettura: Rm 8,18-23

Vangelo: Mt 13,1-23

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

La parabola di oggi narra l’abbondanza con cui il seminatore elargisce il suo seme, non teme di sprecare e semina ovunque. 

Questa generosità allude alla fedeltà di Dio, alle sue promesse che si compiono per amore dell’uomo. 

Gesù come il seminatore esce: “Quel giorno Gesù uscì di casa … Ecco, il seminatore uscì a seminare”.  Gesù è il Verbo del Padre che lascia il Padre e viene tra gli uomini, non solo seminando la Sua parola, ma facendosi egli stesso seme di vita nuova. 

Il seminatore esce per far conoscere a tutti il volto del Padre che è misericordia. Egli desidera  raggiungere ogni uomo, ovunque si trovi, perche il cuore di ciascuno possa partecipare del suo amore, ricevere quel seme gettato. 

Tra il seminatore e il seme c’è identità, poiché Colui che semina e ciò che viene seminato sono la stessa realtà, ovvero, Gesù stesso. 

Ognuno è chiamato a far nascere e a far crescere Gesù dentro il proprio cuore. 

L’eredità del Regno è proprio Lui, quel Figlio dell’uomo,  Parola del Padre mandata nel mondo, seme dell’amore che rimane, vita che si comunica.

“Signore,

fa che io non Ti disperda

tra i pensieri e le preoccupazioni,

tra le paure e i miei peccati.

Fa che che il seme della Tua Parola rimanga in me,

l’unico modo è chiederti di afferrarmi sempre,

poiché so che sei Tu a tenermi.

Allora Signore, tienimi sempre accanto a te, 

nel tuo cuore

e fa che ognuno si senta unito a Te, 

poiché sei Tu la Parola di vita, 

seme che non muore per fare vivere noi,

pellegrini sulla terra.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Predicare, guarire, purificare

Predicare, guarire, purificare

13 LUGLIO 2023

GIOVEDÌ DELLA XIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 44,18-21.23b-29; 45,1-5

Salmo: Dal Sal 104 (105)

Vangelo: Mt 10,7-15

Predicare, dire che il regno dei cieli è vicino. Regalare a tutti un pezzo di cielo, ridare speranza a chi purtroppo l’ha persa e fa fatica a guardare in alto; è questo lo scopo per cui Gesù chiama i discepoli.

Il Signore ha cura di noi, e questa cura è evidente nelle indicazioni che da ai suoi: predicare, guarire, risuscitare, purificare ogni gesto ha il sapore della cura e dell’amore.

Allora lasciamo entrare Gesù nella nostra casa, nel posto del nostro cuore che più ha bisogno di cielo, lasciamo sia Lui a riempirlo così di amore da guarirci da quelle ferite profonde che solo Lui può a sanare. Tutto il resto partirà da lì, da quel cuore risanato, dalla consapevolezza di quell’amore donato, e dove la ferita sarà ancora profonda, vi sarà il balsamo della consolazione per lenire il dolore.

Gesù è venuto per noi, nella nostra storia per essere la nostra forza, non solo un momento, ma sempre, perché quando ci smarriamo non siamo mai soli, Egli è qui. Così siamo noi quei guariti, purificati, amati da Dio e siamo anche quei chiamati strumenti del Signore, testimoni anzitutto dell’amore di Dio ricevuto, poiché la vera testimonianza è l’esperienza e ciascuna storia è piena del Suo amore; con Gesù ognuno  di noi può dire: anche se non ho nulla, io ho un luogo in cui posare il mio cuore, nel cuore di Dio.

“A Te, che mi hai purificato,

amato e voluto ogni giorno.

A Te, o Padre,

che il Tuo sguardo si è posato

sul mio peccato per perdonarlo.

A Te, verità e vita,

pongo il mio cuore nel Tuo,

affinché sempre viva della certezza di Te.

Fa che essa sia la mia forza,

così da continuare il mio cammino

con la meraviglia e la speranza,

di chi dinanzi alle fatiche,

alle tempeste, è al riparo in Te”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

“La tua fede ti ha salvato”

la tua fede ti ha salvato

 

10 LUGLIO 2023

LUNEDÌ DELLA XIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 28,10-22a

Salmo: Dal Sal 90 (91)

Vangelo: Mt 9,18-26

Salvezza e risurrezione si intrecciano nel Vangelo di oggi. Un padre in angoscia per la figlia morta, domanda a Gesù di imporre le mani, affinché questa viva. Gesù subito si alza e segue quell’uomo. Lui ci segue, viene a cercarci nella nostra miseria, nella nostra morte. Lui ha atrraversato la morte per darci la vita.

Arrivato dalla ragazzina Gesù non impone le mani, gesto religioso per antonomasia, il gesto dei profeti, dei sacerdoti, no, Gesù la prende per mano e la fa risorgere, la riporta in vita. Un gesto umano di tenerezza, semplicissimo. Sebbene sia Dio non si impone mai, non si pone dall’alto, ma a fianco, saranno gli uomini a porlo in alto, sulla croce; Lui scende nelle tenebre della morte per annullarne il potere e riportare l’uomo in vita, per farlo risorgere.

Il Signore della vita dona sempre vita anche solo toccando un lembo del suo mantello, come per la donna che lo vede solo dietro, di spalle, non lo vede in volto, ma come sua discepola lo segue sa nel suo intimo che solo in Gesù è la salvezza: e così avviene. La fede in Dio dona la salvezza, genera vita nuova.

Sentiamo rivolte a noi le parole: “La tua fede ti ha salvata”. Continua ad essere mia discepola, mio discepolo, vivi da salvato, diffondi la buona notizia che io fatto risplendere la vita.

“Signore,

con tutta la forza, la fede, ti chiedo:

tocca il mio cuore,

riportalo alla vita.

Ai miei giorni buii, alle fatiche,

fa che senta la Tua mano farmi risorgere

da una vita che non è morta,

ma ha bisogno di luce.

Fa che mi rialzi presto per seguirti

e ogni giorno non sia perso,

ma risorto, vivo, amato,

vissuto accanto a Te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)