Il Padre stesso infatti vi ama

Il Padre stesso infatti vi ama

 

20 MAGGIO 2023

SABATO DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 18,23-28

Salmo: Sal 46 (47)

Vangelo: Gv 16,23b-28

“Il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto.” Gesù sta per essere assunto in cielo e ci vuole confermare ancora una volta nell’amore del Padre. Ci invita ad affidarci al Padre come Lui stesso ha fatto durante la sua vita e nel momento più drammatico della sua passione.

Amore, una parola semplice e tanto usata, eppure li è la spiegazione di tutto: il Padre ci ama! Una realtà che può trasformare radicalmente il cuore.

Gesù non ci ha lasciato semplicemente un esempio di come vivere o un programma di vita, ha fatto molto di più, ci ha dato la possibilità di entrare nel mistero del suo essere figlio di Dio, di entrare in comuniome piena con il Padre.

Tutto scaturisce dal nome di Gesù, che si trova al cospetto del Padre e governa tutta la storia. Chiediamo al Padre tutte quelle Grazie che il nostro cuore ha bisogno. Chiediamo il dono dello Spirito Santo, perché ci colmi dei suoi doni e di quella gioia che nasce dall’aver incontrato cosi grande amore.

Quando gli eventi avversi ci fanno dubitare di essere amati in modo infinito, volgiamo lo sguardo alla croce e ascoltiamo quella profonda nostalgia che alberga sempre nel nostro cuore, anche quando non ne siamo pienamente coscienti e che Sant’Ignazio di Antiochia, ha così espresso in modo eloquente: «Un’acqua viva mormora in me e mi dice dentro: ‘Vieni al Padre!’»

“Signore,

quando sono inquieto,

sii Tu la mia risposta.

quando ho paura,

fa che la Tua pace mi venga incontro.

Nella debolezza sia il Tuo amore a guidarmi a chiederti perdono,

cosi da sentire riversare nel mio cuore tanto amore.

Io ti cerco, Signore sempre,

aiutami ad accorgermi che Tu sei il primo a compiere il primo passo

affinché io, metta il mio piede accanto al Tuo”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

“Si cambierà in gioia”

si cambierà in gioia

18 MAGGIO 2023

GIOVEDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

 

Prima lettura: At 18,1-8

Salmo: Sal 97 (98)

Vangelo: Gv 16,16-20

“La vostra tristezza si cambierà in gioia” dice Gesù. Non soltanto un momento passeggero, ma tutta la nostra tristezza ovvero, in tutta la nostra vita.

Gesù qui vuole rassicurare il cuore dei suoi discepoli, rassicura anche tutti i nostri cuori e di tutti quelli che verranno ancora, perché la sua parola consola. Gesù comprende Il timore del cuore che alberga in ciascuno e ci aiuta a non disperare, a non sentirci soli di fronte a tutto quello che pare assurdo e fa paura. Egli capisce, anzi previene le nostre domande, per assicurarci che ha compreso il nostro disagio.

Vengono alla mente le parole di Manzoni: Dio «non turba mai la gioia dei suoi figli se non per prepararne loro una più certa e più grande».

Dio ama la vita che è opera delle sue mani e conduce tutto attraverso vie che non conosciamo ancora, ed eventi di cui non ne comprendiamo appieno il senso. Ma in questo condurre non abbandona mai l’essere umano a se stesso. Egli ha vinto tutte le sofferenze e le prove della vita, persino la morte. Il Signore risorto sarà sempre con noi.

Solo questa certezza può sostenere la speranza anche nelle situazioni più drammatiche e tramutare la tristezza in gioia.

“Signore,

dona al mio cuore

la gioia che viene da Te, dal saperti accanto.

Sei tu il mio rifugio,

il luogo sicuro dove poter posare il cuore,

allora, ti prego, donami sollievo,

affinché io possa trovare quella pace,

quella gioia, come sottofondo della mia vita,

anche nella notte più buia”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Lo manderò a voi

lo manderò a voi

 

16 MAGGIO 2023

MARTEDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

Prima lettura: At 16,22-34

Salmo: Sal 137 (138)

Vangelo: Gv 16,5-11

Il Signore oggi parla della sua necessità di lasciarci, di andare. La storia di salvezza prosegue grazie all’andarsene di Gesù: “È bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito; se invece me ne vado io lo manderò a voi”.

L’allontanarsi di Gesù non ha niente a che fare con l’abbandono; la sua assenza non sarà vuota, ma colmata dal dono dello Spirito Santo. Il suo andarsene definitivo è il segno della generatività di Gesù stesso: egli continua a dare vita ai suoi. Non è preoccupato di se stesso, di salvare la propria vita, ma di fare il bene ai suoi.

Quando facciamo l’esperienza di qualcuno che ci viene a mancare per diversi motivi, proviamo il vuoto, l’abbandono. Di reazione, la tristezza e lo sconforto ci assalgono; possiamo cadere nella disperazione, o tentare di colmare questo vuoto in maniera sbagliata.

Gesù ci insegna che questo vuoto con Lui non è a perdere, anzi diventa uno spazio adatto per “l’ospite dolce dell’anima”, come ci fa pregare la sequenza allo Spirito Santo, la “sua luce beatissima” che invade il cuore dei suoi fedeli, ci darà la forza per camminare come Lui ha camminato. Ci insegnerà parole ispirate al suo vivere, ci farà compiere azioni e gesti compatibili con il suo sentire e pensare. Ci insegnerà ad amarci e a perdonarci, perché chi crede in Lui sarà salvato dal suo amore misericordioso.

“Il Tuo Spirito, Signore,

colmi il mio cuore.

Il tuo amore come un soffio o un colpo di vento,

faccia vibrare il mio cuore,

affinché si scuoti dal torpore dei vuoti che la vita ha seminato,

e comprenda quanto tutto ciò che è lasciato, perso,

o che verrà, è in quel colpo di vento,

in quel soffio d’amore che ora paura più non fa.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Dove vai

dove vai

 07 MAGGIO 2023

V DOMENICA DI PASQUA – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 6,1-7

Salmo: Sal 32 (33)

Seconda lettura: 1Pt 2,4-9

Vangelo: Gv 14,1-12

Nel Vangelo di oggi Gesù dice che va a prepararci un posto, perché dove sarà lui saremo anche noi. Gesù parla di un “dove”, ma i discepoli non comprendono.

Ecco che Tommaso, l’uomo ardente e con i piedi per terra, domanda: ma se non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via?

Quel “dove” di cui parla Gesù non è soltanto un luogo, ma una via, comprende una direzione, un movimento di riportare tutto al Padre.

Gesù conduce, guida i suoi discepoli perché, in lui, diano la loro vita ai fratelli, perché tutti conoscano l’amore di Dio.

In quelle tre parole che Gesù dice a Tommaso: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”, si racchiude tutta la storia di salvezza, il sogno più grandioso di amore, di libertà, di bellezza e di comunione con Dio, che ogni essere umano possa mai desiderare.

Il “dove” di Dio è sempre nel suo amore e per amore. Così la fede dei discepoli in Cristo Gesù è sempre ritrovarsi in Lui per essere inviati, perché il mondo conosca che amiamo il Padre e facciamo quello che il Padre ha comandato, cioè di amare tutti.

“Signore,

fai del mio cuore la Tua dimora,

affinché io possa trovare il mio posto in Te.

Sii il mio aiuto,

il luogo dove stanco possa trovare rifugio

e dove possa gioire sempre.

Ti affido la mia vita,

in ogni turbamento, in ogni momento.

Ho fede in te,

non perché desideri cose straordinarie,

ma perché so che Tu sei con me e questo è già abbastanza”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Svegliati tu che dormi

svegliati tu che dormi

08 APRILE 2023

SABATO SANTO

In questo giorno dove la Chiesa celebra il sabato Santo e vive l’attesa di Cristo, ripercorriamo insieme alcuni stralci di un’antica omelia sul sabato santo, in grado di aiutarci a entrare sempre più nel desiderio di Dio: la salvezza dell’uomo

“Creati per la gloria del tuo nome,

redenti dal tuo sangue sulla croce,

segnati dal sigillo del tuo Spirito,

noi t’invochiamo: salvaci, o Signore”!

(Inno ufficio delle letture Sabato Santo)

Da un’antica «Omelia sul Sabato santo»

“Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. […]

«Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.

[…]Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. […] Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura. […] Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. […] Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli”.

 

 

Preghiamo per la pace

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10 MARZO 2023

VENERDÌ DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 37, 3-4.12-13a.17b-28

Salmo: Sal 104 (105)

Vangelo: Mt 21, 33-43.45-46

Una liturgia difficile leggiamo quest’oggi, entrambi i testi (prima lettura e Vangelo) parlano di violenza, odio, rivalsa, e sembrano proprio accompagnarci in questa giornata che la Cei dedica alla preghiera per la pace.

Quando sentiamo parlare di violenza, sappiamo che non è un bene, eppure essa persiste ancora oggi, questo perché a volte si è “sordi” come gli scribi e i farisei, i quali, dopo la parabola che Gesù racconta, avrebbero potuto pensare diversamente, tuttavia vogliono catturare Gesù e non lo fanno per paura della folla.

È ora di ascoltare il gemito di tutti coloro che gridano pietà, di quelle persone che non c’entrano niente come Giuseppe nella prima lettura, oppure Gesù stesso che è venuto a portare pace nei cuori e sulla terra.

È ora di guardarci dentro e chiederci: in quella situazione ho agito bene? Ho portato pace? Perché le cose grandi non possiamo spegnerle, però i piccoli roghi nelle nostre case, nelle nostre famiglie, si.

Gesù è qui per aiutarci, è Lui quella pietra angolare che è divenuta testata d’angolo, la parte più importante e portante della nostra vita. Allora, lasciamoci letteralmente portare da Colui che è in grado di mettere nel nostro cuore la pace, ed invochiamola per tutti, sensibilizziamo il nostro cuore a pregare per la pace, perché anche se a volte ci sembra lontana, ogni guerra, ogni violenza, comincia dal piccolo, da una casa e purtroppo diventare più grande.

“Signore, Dio della pace,

indirizza il nostro cuore al bene,

aiutaci a essere portatori di pace e non di guerra.

Nel quotidiano, in questo piccolo mondo che è il nostro,

fa che abbiamo la forza di dire “basta”

alla violenza

e alla guerra,

in tutte le sue forme e in tutti i suoi volti,

perché sono troppi

quelli che soffrono o hanno sofferto,

ed é ora di dire “stop”, da adesso.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)