“La tua ferita si rimarginerà presto”

Screenshot_2023-02-23-22-26-53-861~2

24 FEBBRAIO 2023

VENERDÌ DOPO LE CENERI

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 58,1-9a

Salmo: Sal 50 (51)

Vangelo: Mt 9,14-15

Oggi prendiamo spunto dalla prima lettura, che ci aiuta a comprende bene il periodo quaresimale appena intrapreso.

“La tua ferita si rimarginerà presto”. Ecco la promessa di Dio ai suoi figli, ecco il respiro profondo del suo amore che passa attraverso le nostre ferite.

Cerchi Dio? Non andare lontano, vai nella tua ferita, in quella fragilità che tanto allontani, in quel dolore che non lascia spazio ad altro, lí vi troverai Lui in grado di sanartela. Vi troverai un Dio pieno di amore chianarsi su di te, affinché passi presto.

Come un Padre, come un fratello, come amico, Egli è presente perché sa cosa hai vissuto. Lui ha fatto della Sua vita un’offerta, si è lasciato “ferire” per fare della sua vita un dono totale di amore. Non devi neanche proferire parola, ci sarà Lui a farti coraggio, per perseverare con la sua fiducia.

Non temere, perché il Signore è con Te. Non ti lascerà, non ti abbandonerà, e ogni ferita non sarà dimenticata ma accolta, fasciata da Colui che ora, in questo momento, è chino su di te.

“Dinanzi a Te,

affido la mia vita e ogni mia ferita.

Passerà presto, Tu lo dici

ed in queste parole metto tutta la mia speranza.

Non c’è nulla di me che Tu non sappia,

ed io allora sto in silenzio davanti a Te,

per contemplare il tuo amore,

fasciare il mio cuore,

ed ogni suo dolore.”

(Shekinaheart eremo del Cuore)

L’amore vince sempre

Screenshot_2023-02-22-23-23-57-914~2

 

23 FEBBRAIO 2023

GIOVEDÌ DOPO LE CENERI

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Dt 30,15-20

Salmo: Sal 1

Vangelo: Lc 9,22-25

Nel Vangelo di oggi leggiamo parole molto dure, si parla di croce, di rinnegare se stessi, di perdere la vita. In realtà sono parole che ci tolgono dall’inganno di vedere un Dio alla nostra maniera, ci salvano e ci danno la vita, poiché mostrano la vera identità del cristiano chiamato ad essere ad immagine del volto di Cristo Gesù.

Andare dietro a Gesù, allora, significa entrare in una relazione di amore che ci libera perché Lui è l’Uomo libero che ama tutti e sa dare la vita. E quando pensiamo che il male e la morte siano le ultime parole sul mondo, dimentichiamo che Lui ha vinto tutto con l’amore, ha attraversato la morte e ha fatto germogliare la vita.

Quando ci sentiamo disperati, inadeguati, peccatori, guardiamo a Lui, contempliamo il suo amore per noi. In quell’amore c’è lo scambio perfetto: Lui ci dà ciò che è ed ha, e riceve da noi ciò che siamo e facciamo. Allora non temiamo ogni giorno di portare la nostra croce, le nostre sofferenze, di rinnegare noi stessi per mettere gli altri al primo posto, di perdere la vita, perché siamo sempre in uno scambio di amore che piu dona e più si arricchisce di vita divina, dove l’amore vince sempre.

“Signore,

cammino con Te sulla via della croce

e per quanto tema,

è l’unica strada in cui desidero “perdermi”

per ritrovarti.

Insegnami ad amare come hai fatto Tu,

con tutto te stesso,

affinché anch’io un giorno

mi trovi pieno di amore

e scelga di donarlo tutto a perdere, senza trattenere nulla,

perché allora si, che finalmente

avrò compreso cos’è la vita

e il dono che hai fatto a me”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Come il bambino

Screenshot_2023-02-21-08-48-31-219~2

21 FEBBRAIO 2023

MARTEDÌ DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sir 2,1-13

Salmo: Sal 36 (37)

Vangelo: Mc 9,30-37

Mentre i discepoli discutono su chi sia il più grande, Gesù si fa piccolo come un bambino. Nella vita c’è chi sale e vuole apparire e chi invece, vorrebbe solo contare qualcosa agli occhi di qualcuno.

Gesù è venuto per tutti, si pone in mezzo, affinché guardando a quel bambino non vedano solo un infante, ma un  grande uomo, Dio, venuto a liberare il nostro cuore da tutto ciò che blocca la nostra relazione con Lui. Quel bambino è il nostro equilibrio: semplicità e fiducia, abbandono e amore sono le caratteristiche che si intrecciano, affinché possiamo incontrare il volto del Padre.

Siamo invitati ad accogliere Gesù nella nostra vita ed abbracciarlo, come Lui ha fatto con il bambino nel Vangelo, Non è solo una dimostrazione di affetto, ma è contenere in noi, tra di noi, tanto amore, così che penetri in quella profondità che ha bisogno di essere sanata, amata ed accolta.

Gesù ci è accanto, ci stringe a sé per dare soliievo al nostro cuore, per assicurarci che con Lui la sofferenza passerà presto, non sarà l’ultima parola. Allora affidiamoci a Lui, accogliendo lui, accoglieremo il padre e ci sentiremo finalmente parte di una famigia divina, in grado di sanare quella terrena e di portare luce lì dove c’è ancora oscurità.

“Gesù, aiutami ad accoglierti,

come Tu hai accolto me da sempre,

prima ancora che me ne rendessi conto.

Fai del mio cuore tua dimora,

capace di ritrovarti

quando il buio si fa più fitto,

così che la mia speranza abbia un volto a cui guardare: Tu.

Tu nel mezzo, fai di me stesso

il luogo dove ti possa abbracciare,

specialmente quando è dura confidare

e ritrovi in Te la mia forza.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Tutto è possibile

Screenshot_2023-02-20-02-44-38-143~2

20 FEBBRAIO 2023

LUNEDÌ DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sir 1,1-10

Salmo: Sal 92 (93)

Vangelo: Mc 9,14-29

Ci sono dei miracoli che nemmeno i discepoli possono esaudire, e anche nei giorni nostri, vi sono delle situazioni dove solo il Signore può operare. La fede ci aiuta, ci sostiene, ma dinanzi ad alcuni eventi ci è chiesto di essere come il padre del Vangelo di oggi, per dire a Gesù: “credo aiuta la mia incredulità”.

Tale risposta attesta una sincerità d’animo, perché in fondo una parte di noi teme sempre dinanzi alle difficoltà. Questo è normale, la nostra umanità avrà sempre bisogno di conferme, l’importante è alimentare nel nostro cuore quella confidenza in Dio così da metterci nelle sue mani.

Siamo chiamati ad alzare lo sguardo oltre il dubbio, oltre la paura, per renderci conto di un Dio padre che ci dice: “tutto è possibile!”.

Tutto, un amore totale, pieno, ci viene incontro attraverso le possibilità della vita, affinché la nostra esperienza ci faccia comprendere che c’è un Dio su cui contare e non siamo soli. Alla fine l’unica cosa capace di restare è la fede e se ho questa ho tutto, persino esclamare un’incredulità, ovvero, una fede ancora informe, che crescerà nel tempo e che custodita nelle mani di Dio, renderà tutto possibile.

“Signore,

ti credo, altrimenti non sarei qui.

Aiutami, ho bisogno di Te,

oltre ogni speranza vengo a Te.

Fai Tu, di una parola, fai un gesto,

sono qui e aspetto.

Non lascerò che il mio cuore viva nel dubbio.

Non cederò il passo all’incertezza,

ma se dovesse capitare,

so che Tu sarai sempre, accanto, vivo, vero,

per questo ti prego: aiuta la mia incredulità”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Perdonare

Screenshot_2023-02-19-02-04-02-081~2

 

DOMENICA 19 FEBBRAIO 2023

VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Lv 19,1-2.17-18

Salmo: Sal 102 (103)

Seconda lettura: 1 Cor 3,16-23

Vangelo: Mt 5,38-48

Oggi il Signore ci invita a fare un passo in avanti accanto a Lui. Ci suggerisce un cammino di Misericordia verso tutti. Non è semplice perdonare eppure, non farlo, non è andare avanti ma rimanere indietro. Non perdonare è restare ancorati a quel dolore, a quella fatica, e non permettersi mai di proseguire la vita.

Un nuovo giorno sorge oggi, c’è qualcosa di speciale che ci aspetta: vivere come figli di un Padre celeste, che ci accompagna nel duro lavoro di lasciar andare quel dolore che tanto ha occupato il nostro cuore, per poter vivere finalmente da persone rinnovate.

Egli ci dona il suo sostegno, infonde in noi la Sua forza, affinché si riesca a mettere un punto, una fine a quel dolore infinitο, a quel torto subito, a quella parola che ha ferito.

Oggi il Signore ci insegna ad usare misericordia verso tutti, perché Egli per primo, l’ha avuta verso di noi.

Come fare? È la domanda antica e sempre nuova che “rimbomba” nel nostro cuore.

Affidati a Lui, digli con tutta la sincerità del cuore la tua debolezza, la tua fatica ad andare avanti, piangi perché sei nel cuore di Dio, Egli ti sta ascoltando ed in ogni momento, Lui c’è per confortare il tuo cuore, per donare la pace. Ti accorgerai ben presto che quello che ti sembrava impossibile, con Lui è possibile, e questo sarà la tua forza per ogni gesto di Misericordia che sarai chiamato a fare, sarai chiamato a vivere.

“Signore,

aiutami affinché le tue parole

rinnovino il mio cuore.

Fa che diventi capace di Misericordia, pace, bontà,

così che riesca a camminare in avanti.

Sostieni la mia mente,

che tira indietro le lancette del tempo.

Di al mio cuore, che un nuovo giorno è sorto,

per imparare a ricominciare a vivere

di quel perdono di cui Tu mi hai fatto dono,

di quella Misericordia, che Tu oggi chiedi a me.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Sale e luce

sale e luce

DOMENICA 05 FEBBRAIO 2023

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 58,7-10

Salmo: Sal 111 (112)

Seconda lettura: 1 Cor 2,1-5

Vangelo: Mt 5,13-16

A Gesù sta a cuore il nostro cammino, proprio per questo ci invita non solo ad essere sale della terra e luce del mondo, ma anche a non perdere il sapore e a non restare spenti.

Egli ci aiuta ad entrare nella profondità di noi stessi, creati da Lui per cose buone, amati, sorretti, affinché non ci perdiamo.

Sale e luce sono esempi semplici, alla portata di tutti, essenziali così da non poter neanche dire: “non lo so”, perché in verità, se stiamo perdendo sapore o luce lo si comprende bene.

È un cammino di verità quello del Vangelo di oggi, per chiederci: dove stiamo andando? So essere sale e luce per chi mi è intorno?

Se ciò non fosse, dobbiamo chiedere a Dio creatore di tutto, di aiutarci a migliorare, a capire come crescere, non per svolgere un “compitino”, ma per realizzare noi stessi.

E questo sarà per noi la via della felicità, poiché corrispondere a ciò per cui siamo chiamati, non è solo fatica e sacrificio, è anche gioia e pace. Come quando mangi qualcosa ed esclami: “buono!”. Oppure in una giornata splendente di sole e dici: “bello!”. Sia così la tua vita, una scoperta della bellezza del creatore, una scoperta di cose belle di cui tu ne fai già parte!

“Signore,

insegnami a dare gusto alla mia vita ed essere luce.

Fa che trovi il coraggio di cambiare ciò che è necessario,

affinché ogni giorno, passo dopo passo,

cammini costruendo me stesso.

Nella difficoltà ch’io possa sentire

la tua mano sostenermi, per darmi coraggio.

Ed io sappia esserlo

per chi accanto ha paura,

teme di cambiare o non sa come fare.

Aiutami ad essere sale della terra e

luce del mondo”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

 

Vivere dei Suoi prodigi

vivere dei Suoi prodigi

 

01 FEBBRAIO 2023

MERCOLEDÌ DELLA IV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Eb 12,4-7.11-15

Salmo: Sal 102 (103)

Vangelo: Mc 6,1-6

“E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità”.

Anche Gesù ha provato il rifiuto e l’incomprensione, anche Lui si è trovato in una situazione nella quale a casa sua, si è sentito un profeta disprezzato in patria, al punto da non potere compiere nessuno prodigio. Perché? Perché non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere! Gesù non era “bloccato”, no, erano bloccati coloro che rifiutavano Gesù non accorgendosi dei prodigi di Dio.

Gesù si meraviglia della loro incredulità. Non li rimprovera nemmeno, non avrebbero capito lo stesso, semplicemente attende una svolta, non per se stesso, come invece ci capita di volere, ma proprio per noi.

Dove sei Dio? È lì accanto a Te. Egli non ti ha lasciato solo. Forse dovremmo imparare a dire come quel padre nel Vangelo: Signore credo, aiuta la mia incredulità. (Cfr. Mt 9,24). Così allora, potremmo sentire la forza di Dio, smetterla di prendercela con Lui, perché in verità non c’è nessuno in grado di amarci così tanto e di insegnarci cos’è l’amore proprio come Dio.

Nel dolore, l’attesa è snervante, quanto vorremo uscirne! Ciò non è sbagliato, è umano, è giusto, forse dovremmo alzare gli occhi al cielo e credere che anche Lui non vuole vederci soffrire, credere che non siamo soli, perché Dio è vero ed qui per asciugare le nostre lacrime, non sfonda la porta, bussa di notte e di giorno, affinché ogni cuore possa aprirsi alla Sua grazia e finalmente vivere dei Suoi prodigi.

“Signore aiutami,

donami la forza di credere.

Io ti credo, ma tu aiuta e perdona la mia incredulità

e vieni presto a salvarmi.

Fa che non mi senta più in apnea

col fiato sospeso dalla fatica.

Fa che il cuore possa conoscere il Tuo amore,

così da avere la forza di aprire la porta ai tuoi prodigi”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

Un tocco che salva

Screenshot_2023-01-31-05-17-09-731~2

 

MARTEDÌ 31 GENNAIO 2023

SAN GIOVANNI BOSCO, PRESBITERO – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Eb 12,1-4

Salmo: Sal 21 (22)

Vangelo: Mc 5,21-43

Il Vangelo di oggi è un testo di speranza, di lotta, di fede. Sia Giairo che la donna emorroissa avevano compreso la grandezza di Gesù, al punto che nel toccare o essere toccati, ossia in un contatto diretto con  il maestro, la vita sarebbe stata piena.

C’è una lotta tra la vita e la morte, sia della bambina, apparentemente morta, sia di quella donna, che perdeva sangue da dodici anni, ovvero: a poco a poco perdeva la vita. Gesù è nel mezzo di questa lotta, tra la folla, oppure nella casa ed è la sua presenza ad essere salvezza.

Qui c’è di più di una guarigione, vi è una forza che esce da Lui stesso, per abitare nei cuori di chi, con fede, chiede solo di vederlo, di toccarlo per essere guarito, ma Egli fa di più, rende quel’incontro: la forza di Dio.

Nelle nostre difficoltà sentiamo il Signore come la nostra forza? Abbiamo la fede di chi crede basti solo toccare il lembo di un mantello?

Lasciamoci toccare da Dio, è Lui oggi a voler toccare anche solo una parte del nostro cuore, fiducioso che la parte di quel tutto sarà capace di ridonarci la forza per sperare, per lottare nonostante tutto, per credere che oltre a quello che sto vivendo, la mia è già una storia di salvezza.

“Signore, ti cerco,

un lembo, una parola, uno sguardo,

segni, briciole di amore

che mi parlino di Te.

Sono qui, donami la forza.

Nonostante tutto

non saprei dove essere se non qui,

perché sei Tu la mia salvezza.

Tocca il mio cuore,

fallo vivere di nuovo,

non smetterò mai di chiedertelo,

perché io Gesù confido in Te”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

 

 

Guarito nella dignità

guarito nella dignità

 

30 GENNAIO 2023

LUNEDÌ DELLA IV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Eb 11,32-40

Salmo: Sal 30 (31)

Vangelo: Mc 5,1-20

Il Vangelo di oggi ci parla di un incontro il cui luogo è particolare: dai sepolcri, è curioso come la barca di Gesù si fermi proprio là, ma non è un caso, perché Dio viene a visitarci persino nei nostri luoghi che sanno di morte.

Gesù parla con quest’uomo che viveva nel sepolcro ed era tormentato, dicendo: «Qual è il tuo nome?» quasi a farlo rinascere di nuovo, per restituirgli la sua dignità di uomo vivo. Si, o figlio perché il tuo dolore è già il Suo, ogni luogo più buio è già stato amato da Colui che è venuto per ridare la vita proprio a te.

Quell’uomo guarirà, e alla richiesta di stare con Gesù, Egli lo invia ad annunciare, perché? Affinché non si perda e viva non da uomo malato, ma guarito nella dignità, da “seduto, vestito e sano di mente”, dopo tanto tempo e dopo tanta sofferenza, così che chiunque possa vedere come Gesù sa trarre vita dalla morte, forza dalla paura, e speranza per tutti.

“Signore,

guarisci il mio cuore.

Fa che nonostante il dolore possa toccare il Tuo amore.

Non te lo chiedo solo per me, ma per tutti,

affinché ognuno trovi in Te

quel Qualcuno capace di dire qualcosa

di buono, di vero, di bello alla vita.

Vivere la vita è un viaggio che richiede tanta forza

aiutami a percorrerlo, cammina con me.

Io e te insieme attraverso tutto”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Beati di saperti accanto

Beati di saperti accanto

 

DOMENICA 29 GENNAIO 2023

IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sof 2,3; 3,12-13

Salmo: Sal 145 (146)

Seconda lettura: 1Cor 1,26-31

Vangelo: Mt 5,1-12a

 

Leggendo il Vangelo di oggi, Gesù elenca delle situazioni in cui possiamo trovarci e dice: beati. Com’è possibile sentirsi beati nel pianto, perseguitati ecc? È da intendersi bene: la beatitudine non è riferita alla difficoltà, al periodo che si sta vivendo, ma alla parte successiva di questa. Siamo beati perché nonostante il pianto, la persecuzione, il dolore, la nostra vita non si ferma a questo, prosegue con la consolazione di Dio, con la sua compassione, con la sua Misericordia.

Quando finirà la fatica, quando? È la domanda che accomuna tutti, ed è giusto che sia così, perché vuol dire che abita in noi un desiderio di bene, che vuole sbocciare e crescere. Sicuramente al termine di tutto ciò, rimarrà quell’unica presenza che era già accanto a noi: Dio.

Siamo beati, coraggio perché la vita è piena di insidie, di paure, però ora almeno da ora, sappiamo di aver Qualcuno su cui contare.

Leggendo in questi giorni Etty Hillesum, riprendo un passo che mi ha colpito: “Sì, mio Dio, sembra che tu non possa far molto per modificare le circostanze attuali, ma anch’esse fanno parte di questa vita. Io non chiamo in causa la tua responsabilità, più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. E quasi a ogni battito del mio cuore, cresce la mia certezza: tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all’ultimo la tua casa in noi”.

Cara Etty, grazie di queste tue parole piene di sofferenza e speranza, ci insegni che la beatitudine dei figli di Dio non è lontana, è accanto a chi nella sofferenza tende la mano a Lui, scoprendo che la Sua è tesa già da tanto tempo.

“Signore,

eccomi qui davanti a Te,

ancora una volta.

Aiutami, ti guardo, sperando nel Tuo conforto.

Mi dispiace portarti la mia fatica,

vorrei un po’ di sollievo e del tempo.

Tempo per recuperare le forze,

eppure ora, ho solo questo da dirti:

rimani con me.

Insieme supereremo anche questa,

insieme andrà meglio

perché il Tuo amore è più forte, lo so,

è per questo che sono qui

con il cuore pieno di speranza,

beato di saperti accanto”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)