Custodire

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24 MAGGIO 2023

MERCOLEDÌ DELLA VII SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 20,28-38

Salmo: Sal 67 (68)

Vangelo: Gv 17,11b-19

Nel Vangelo di oggi emerge forte la parola “custodire”. Gesù prima di lasciare questo mondo, prega il Padre perché possiamo essere custoditi nel suo amore, con tutta la pienezza dell’amore che circola nella Trinità.

Gesù non ha fatto altro che custodire nel Padre quanti il Padre stesso gli ha affidato. E chi gli ha dato? I primi ad essere a Lui affidati sono stati i dodici apostoli, poi tutti gli altri, in tutti i tempi, come fratelli. Gesù li ha conservati, nessuno s’è perso, “se non il figlio della perdizione’, ovvero il “figlio perduto”.

In tutta la Bibbia troviamo questo Dio che è alla costante ricerca dell’uomo perduto, perché l’unico grande suo desiderio è che nessuno vada perduto. Egli infatti, è venuto a salvare ciò che era perduto, allora può sembrarci strano, eppure la condizione per essere salvati è quella di essere perduti.  Si, perché senza Dio noi veramente siamo perduti!

Da questo grande dono di essere custoditi dall’amore di Dio, anche noi siamo chiamati per amore, ad essere custodi dell’intera creazione, di ogni persona, specie della più povera, di noi stessi e delle nostre famiglie.

Affidiamoci a Maria che oggi ricordiamo con il titolo di Ausiliatrice; Lei che avvolta dall’amore di Dio, ne ha saputo custodire il mistero nel suo cuore, ci aiuti a vivere da figli ritrovati, custoditi e che imparano a custodire.

“Maria a Te affido il mio cuore,

fa che Gesù, Tuo Figlio, mi custodisca

come Tu nel silenzio e nell’ascolto hai fatto.

Fammi sentire le sue braccia sollevarmi

e a Te che oggi sei onorata Ausiliatrice,

possa sentire il Tuo conforto, come l’unico aiuto necessario,

per aprire il mio cuore e scoprire quanto amore vi hai riversato

e non piangere più.

O Madre portami a Tuo Figlio, portami nel Suo cuore.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Come il bambino

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21 FEBBRAIO 2023

MARTEDÌ DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sir 2,1-13

Salmo: Sal 36 (37)

Vangelo: Mc 9,30-37

Mentre i discepoli discutono su chi sia il più grande, Gesù si fa piccolo come un bambino. Nella vita c’è chi sale e vuole apparire e chi invece, vorrebbe solo contare qualcosa agli occhi di qualcuno.

Gesù è venuto per tutti, si pone in mezzo, affinché guardando a quel bambino non vedano solo un infante, ma un  grande uomo, Dio, venuto a liberare il nostro cuore da tutto ciò che blocca la nostra relazione con Lui. Quel bambino è il nostro equilibrio: semplicità e fiducia, abbandono e amore sono le caratteristiche che si intrecciano, affinché possiamo incontrare il volto del Padre.

Siamo invitati ad accogliere Gesù nella nostra vita ed abbracciarlo, come Lui ha fatto con il bambino nel Vangelo, Non è solo una dimostrazione di affetto, ma è contenere in noi, tra di noi, tanto amore, così che penetri in quella profondità che ha bisogno di essere sanata, amata ed accolta.

Gesù ci è accanto, ci stringe a sé per dare soliievo al nostro cuore, per assicurarci che con Lui la sofferenza passerà presto, non sarà l’ultima parola. Allora affidiamoci a Lui, accogliendo lui, accoglieremo il padre e ci sentiremo finalmente parte di una famigia divina, in grado di sanare quella terrena e di portare luce lì dove c’è ancora oscurità.

“Gesù, aiutami ad accoglierti,

come Tu hai accolto me da sempre,

prima ancora che me ne rendessi conto.

Fai del mio cuore tua dimora,

capace di ritrovarti

quando il buio si fa più fitto,

così che la mia speranza abbia un volto a cui guardare: Tu.

Tu nel mezzo, fai di me stesso

il luogo dove ti possa abbracciare,

specialmente quando è dura confidare

e ritrovi in Te la mia forza.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

La vostra liberazione è vicina

la vostra liberazione è vicina

GIOVEDÌ 24 NOVEMBRE 2022
SANTI ANDREA DUNG-LAC, PRESBITERO E COMPAGNI, MARTIRI – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 18, 1-2.21-23; 19,1-3.9a
Salmo: Sal 99 (100)
Vangelo: Lc 21,20-28

Il Vangelo di oggi presenta un quadro devastante: calamità, paura, ansia e conclude: “risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”.

Da dove passa questa liberazione? Proprio qui, nel nostro quotidiano vissuto nel dolore e nella fatica, perché se non fosse così non potremmo parlare di liberazione.

L’unico in grado di rialzarci la testa di fronte a determinate situazioni è proprio Lui, chi ci è accanto può comprendere, un cuore che ha sofferto sa riconoscere il dolore dell’altro, ma solo Dio può dare pace al cuore. Questo brano ci aiuta ad intendere quanto il desiderio di infondere coraggio e forza venga proprio da Lui, che con cura prepara i suoi a ciò che accadrà, allo stesso modo prepara anche noi: ci parla di una terra devastata, ma non alla fine.

Quando nello stremo delle forze non riusciamo neanche più a rialzare il capo, affidiamoci a Lui, sfoghiamo il nostro cuore nel Suo, e forse un giorno, finito questo periodo non ci rimarrà solo l’amaro di un dolore provato, ma anche l’esperienza di un amore che ci ha raggiunto. Se ciò non fosse, il tempo nella Sua infinita provvidenza, ci aiuterà a guardare alla nostra storia da liberati, capaci di distinguere ombre e luci, e a quell’unico Volto rimasto lì da sempre, poiché il solo fine di ciascuna storia che ci accomuna è questo: il nostro capo si solleverà dalla terra ed il nostro sguardo saprà scorgere il cielo persino in una stanza!

“Signore,
dammi la tua forza!
Te la chiedo per me,
ma anche per chi come me ha sofferto o sta soffrendo.
Tu sei l’unico in grado di rialzarci,
allora oggi desidero scuotere il cielo
per invocare il Tuo aiuto:
Ti prego Signore salvaci!
Donaci giorni di pace, di speranza,
fa che sentiamo il Tuo amore
e che esso ci dia la forza per affrontare,
vivere e camminare
ogni momento sicuri di Te”. (Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

La vera ricchezza

 

la vera ricchezza

 

 

DOMENICA 18 SETTEMBRE 2022

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Am 8,4-7

Salmo: Sal 112 (113)

Seconda lettura: 1 Tm 2,1-8

Vangelo: Lc 16,1-13

 

Il Signore ci invita a riflettere che non è possibile servire Dio e la ricchezza. Di quale ricchezza sta parlando? Di quella che rende pieno il cuore del bisogno di avere, e ci si dimentica degli altri e a volte persino di noi stessi. L’illusione della ricchezza è credersi pieni quando invece si è vuoti, è la tendenza ad affidarsi alle proprie forze e non confidare più in Dio, tranne quando ci è necessario e lo si prega non perché sono in relazione con Lui, ma per un bisogno.

Dobbiamo chiederci: quale ricchezza è necessaria? Abbiamo l’esempio di un Dio che si fa uomo, si “impoverisce”, cosa vuole insegnarci? Che la nostra vera ricchezza è in Dio, e tutto quello che facciamo è all’interno di una relazione di figliolanza, la quale ci eleva ad una condizione in cui è possibile fidarsi e affidarsi, aprire il cuore all’altro e aiutarlo nel bisogno, scegliere il bene ed evitare il male, essere semplicemente noi stessi.

Ai nostri vuoti la risposta è nella ricchezza di Dio, che non ci toglie nulla, anzi ci ricolma di amore affinché quella fatica, quel dolore, trovi uno spazio custodito da un Padre che ama. Solo così possiamo camminare nel mondo, relazionarci con gli altri non come una risposta ai nostri bisogni, ma come persone in cammino capaci di dono, di generosità e con il cuore rivolto verso Dio.

“Signore,

custodisci il mio cuore sempre,

anche quando mi sento solo e non so come fare.

A tutto quello che mi circonda,

vorrei dare un risposta che abbia il Tuo volto.

Aiutami a scegliere il bene

e donami la forza di riconoscere la mia fragilità,

affinché nel vuoto più profondo, nella paura o nello sconforto,

abbia la forza di confidare in Te e

credere che in Te,

nel Tuo amore

è la vera ricchezza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

La nostra casa, il nostro rifugio

 

la nostra casa, il nostro rifugio 1

 

DOMENICA 26 GIUGNO 2022

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1 Re 19,16b.19-21

Salmo: Sal 15 (16)

Seconda lettura: Gal 5,1.13-18

Vangelo: Lc 9,51-62

 

Gesù afferma di non avere dove posare il capo. Questa frase fa pensare che il Signore non abbia proprio niente. Non ci sono promesse per chi decide di seguirlo.

Questo niente è la condizione per la pienezza, poiché a volte il vuoto è una risorsa per accorgersi di cosa abbiamo. E noi abbiamo Lui. Ci sarebbe da chiedersi se lo sappiamo, se lo ricordiamo, specialmente in quelle situazioni in cui la solitudine e la paura ci bloccano e non ci permettono di andare avanti.

Gesù si è messo nella condizione di non aver neppure dove posare il capo per darci un rifugio, un luogo verso cui andare: Lui stesso. S’incammina con determinazione per darci un “casa”, che non è fatta di strutture, ma è il Suo cuore per abitarvi.

Affidiamoci a Lui e confidiamo nella Sua infinita provvidenza, che si alza ogni mattina prima di vedere il sole sorgere e non va mai a dormire, per custodire le nostre notti più profonde, dal timore del nulla.

“Padre buono, mi affido a te.

Ogni giorno e ogni notte, fa che il mio cuore preghi,

e comprenda l’amore che hai per me.

Aiutami a ricordare che la nostra casa è in Dio

e che ogni cuore ha il suo rifugio nel Tuo.

Spesso, le mie mani vuote e stanche

portano i segni di tanto dolore,

non c’è però nulla che Tu non sai

e questo mi è di conforto.

Sostieni i miei passi,

affinché riconosca le mie cicatrici,

come segno della Tua provvidenza

che mi ha accompagnato

proprio in quel momento di bisogno.

Ed ogni lacrima versata, ogni sorriso compiuto

siano segno di speranza, per chi mi è accanto,

perché credano in Te, sperino in Te,

e imparino ad amarti come ci ami Tu.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)