Maria presso la croce

Maria presso la croce

 

VENERDÌ 15 SETTEMBRE 2023

BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA – MEMORIA

Prima lettura: Eb 5,7-9

Salmo: Sal 30 (31)

Vangelo: Lc 2,33-35 oppure Gv 19,25-27

Oggi nella memoria della Beata Vergine Addolorata, sono proposti due vangeli, noi scegliamo il primo, ma entrambi esprimono le caratteristiche di questa grande Madre di cui ciascuno di noi è figlio.

Maria sta presso la croce, quante madri possono trovarsi in questa situazione, dinanzi alle preoccupazioni di un figlio malato, tribolato, quella croce del figlio diventa sempre più la croce della madre.

Maria sta, non si tira indietro, sta dinanzi alle nostre croci e con tutto il cuore ne sostiene il peso. Non parla, silenzio, è il silenzio del rispetto, quel silenzio è il grido più forte e assordante di qualsiasi urlo.

Anche noi dalle nostre croci impariamo a stare in silenzio, per sentire nel cuore la sua presenza, per sentirci dire: sono qui figlio mio.

Maria è accanto a noi, non c’è dolore che il Suo cuore non possa tenere; come custode della Parola diventa custode della croce, ma non solo quella del figlio, poiché come la parola è per tutti, lo stesso la croce.

Impariamo da lei a stare, impariamo quel silenzio che accompagna, lasciamoci amare da Maria. Ella madre di ogni tempo sta, e nel suo stare prega per tutti noi suoi figli, affinché ogni cuore si senta generato da Dio e possa sentire su di se le parole dette a Giovanni: ecco tua madre.

Ecco la madre che sta presso la tua croce e tu figlio non sarai solo, nessuna lacrima cadrà a terra prima che lei non l’abbia colta.

Nel Suo cuore, vi é tutto quell’amore talmente grande da straripare nel tuo e non  sentire più solo dolore, ma un leggero sollievo, un soffio di vento, un  sospiro di consolazione, capace di consolare il tuo cuore. Eccola è Lei ed è presso di te, nelle tue giornate stanche e doloranti, in quelle fitte che la vita purtroppo vive, per dirci: figlio non sei solo, ci sono io, le prendo tutte per te.

“O Maria,

quanto è grande il mio dolore

e tu lo vedi.

Sei presso la mia croce,

sei qui con me.

Il tuo volto è buono o madre,

il tuo volto mi è di conforto,

stai con me Maria,

parlami di Gesù,

parla al mio cuore cosi che trovi consolazione

e dopo averlo sentito non scendo, poiché non voglio vederti salire al mio posto,

tu lo faresti, una mamma lo farebbe.

Stiamo insieme presso quella grande croce,

che da un senso alla mia e alla tua.

Stiamo, io ti guardo e tu guardi me,

stiamo in silenzio,

in questo silenzio assordante.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Signore salvami

Signore salvami

 

13 AGOSTO 2023

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Re 19,9a.11-13a

Salmo: Dal Sal 84 (85)

Seconda lettura: Rm 9,1-5

Vangelo: Mt 14,22-33

Tante volte ci troviamo come i discepoli a remare da soli sulla nostra barca, lontani dal Signore, a compiere attraversate apparentemente impossibili, anche se è Lui a chiedercele.

Ci troviamo a vivere nell’incertezza, in angoscia, con la paura che le onde ci sovrastino e coliamo a picco. Il cielo è buio, e all”intorno solo smarrimento. Le luci dell’alba sembrano lontane, l’unica forza che ancora rimane è il fatto di essere tutti insieme sulla stessa barca, a condividere la medesima paura per la vita.

Ma proprio quando è ormai passata tutta la notte, siamo senza forze e abbiamo calato tutte le nostre difese, ecco il Signore venirci incontro camminando sulle acque e dirci: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!».

Il coraggio infatti, è il contrario della paura, ed è frutto della fede, e la fede fa sperare, credere, osare l’impossibile, perché riguarda ciò che è possibile a Dio.

Come Pietro vorremmo camminare sulle acque, ma la nostra fede è povera e la paura ci assale, allora gridiamo: “Signore salvami!”. Questa mia poca fede diventa invocazione vera di salvezza, quasi a dire: tutta la fede che avevo, io ce l’ho messa, ora Signore aiutami Tu.

“Signore salvami,

è il grido di ogni cuore che oggi pongo dinanzi a Te.

Salvaci dal dolore, dalla paura, dall’angoscia,

aiutaci a credere che Tu sei presente.

Donaci il coraggio di camminare

fidandoci di Te, sentendo il Tuo amore.

Ciascuno possa sentire per sé queste parole:

Non temere, non piangere, perché il Signore è con Te,

ad ogni battuta di arresto, in ogni solitudine,

possa tu con il cuore dire: il Signore è la mia salvezza

e con Lui non temo più”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

“Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo”

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28 MARZO 2023

MARTEDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Nm 21,4-9

Salmo: Sal 101 (102)

Vangelo: Gv 8,21-30

Gesù sente avvicinarsi il momento in cui dovrà consegnare la sua vita. L’incomprensione continua, la sua predicazione, i miracoli che ha compiuto, non sono serviti a far comprendere il volto misericordioso del Padre. Gesù dovrà salire in croce.

La croce rappresenta tutto il male che ogni uomo costruisce quando ignora la luce del bene, per sé e per i suoi fratelli, quando vive da figlio delle tenebre.

Dio lascerà morire in croce suo figlio, perché l’uomo capisca finalmente la misura colma del suo amore, la portata del suo dono, la sua potenza che redime e salva. Non poteva fare altrimenti, ma quell’unico sacrificio ha salvato e redento tutto per sempre.

Per questo il Padre non abbandona il figlio: “Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo”. Come il padre è vicino al figlio, così lo è con noi, sempre.

Quando il dolore e la solitudine ci stringono il cuore, non siamo abbandonati: Dio è presenza.

Se una persona cara che ci ama e che amiamo ci dice “Sono io”, ci tranquillizza, perché risveglia in noi una relazione di fiducia e di amore, cosi Dio vuole entrare in comunione con noi, per far nasce una storia di dialogo, una vita avvolta dall’amore. Ti strappa dalle paure e dal peccato per renderti libero di amare.

“Signore, io nonostante tutto lo so,

quando cado e provo a rialzarmi,

quando la fatica prende il sopravvento.

Tu mi sei vicino,

poiché il tuo cuore così grande

mi abbraccia sempre

e per amore,

Tuo figlio ha preso su di sé tutto,

persino me stesso,

affinché io sappia che non sono solo

e che Tu sarai la mia forza per sempre”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

Quale conforto?

quale conforto

 

MERCOLEDÌ 28 DICEMBRE 2022

SANTI INNOCENTI, MARTIRI – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Gv 1,5-2,2

Salmo: Sal 123 (124)

Vangelo: Mt 2,13-18

 

Dolore, immenso dolore evoca il Vangelo di oggi. L’innocenza viene ferita, uccisa dalla gelosia, dal possesso del cuore umano. Non c’era consolazione per Rachele, né per le altre madri divenute vuote dalla mancanza del figlio.

Il Dio della consolazione, quale parola può portare dinanzi a tali situazioni? Quale conforto? Silenzio. Il rispetto nel silenzio che non vuole dire l’assenza di Dio, ma una presenza che soffre con noi.

Quanti Erodi possiamo trovare nel nostro cammino! Quanto dolore è presente nella nostra società, e seppure questo ci rattrista, è bene che possiamo leggerlo nel Vangelo a testimonianza che la Sua Parola non è astratta, e scende nella nostra realtà per aiutarci a viverla.

Non c’è dolore che Dio non sappia, non c’è nessuno, anche chi non lo sa, che è davvero solo a questo mondo: ci sarà sempre Lui quel Figlio divenuto adulto portare del peso di tanti piccoli martiri che a causa della crudeltà verso il suo nome non ci sono più. Quanti martiri sono venuti dopo e verranno ancora, tutti saranno accolti dal Padre. E poi ci siamo noi, martiri quotidiani, che segnati dalle nostre sofferenze possiamo sentirci uniti a tutti loro, che con il sacrificio della vita, ci ha detto che Dio esiste ed è una certezza, affinché avessimo la forza di credere, e credere sempre nonostante tutto.

 “Signore,

ti offro la mia vita,

non come gli eroi che in battaglia combattono,

ma come uno che desidera ritrovare la strada

e non soffrire più.

Aiutami a credere in Te, anche quando il dolore

prende il sopravvento.

Sii il mio sostegno ed il mio rifugio,

perché il tuo cuore è grande più del mondo,

so che può contenerci tutti.

Fa che ciascuno ti ritrovi e con Te riacquisti la forza”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

Non è la fine

non è la fine

MARTEDÌ 22 NOVEMBRE 2022

SANTA CECILIA, VERGINE E MARTIRE – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 14,14-19

Salmo: Dal Sal 95 (96)

Vangelo: Lc 21,5-11

 

Nel Vangelo di oggi si parla di distruzione, guerre, pestilenze, l’unica cosa a rimanere intatta è la fede.

Quando tutto crolla addosso, dobbiamo provare a ricordarci che “non è subito la fine”, nonostante la paura abbiamo un Dio in cui confidare, ma questo non è semplice. Allora il segno grandioso dal cielo è un dono da invocare per rimanere forti, è un dono da trasmettere a chi nella difficoltà ha bisogno di una parola di speranza ed un dono da ricordare, per credere che Egli ci sarà accanto.

Si parla della fine non del fine, pertanto il fine da dare a tutto, potrebbe essere questo: mantenere la fede intatta. In certe occasioni di sofferenza o di fatica non è semplice, non siamo dei supereroi, ma la fede non è assenza di paura, bensì è averla e continuare ad affidarsi a Lui, sfogare il proprio cuore, affidarlo anche se a pezzi nella certezza che ogni dolore, ogni lacrima da Lui sarà raccolta ed amata giorno dopo giorno.

 “Signore,

mantieni integra la mia fede,

affinché nella fatica io possa confidare in Te.

Tu sei la mia forza,

e vorrei lo fossi per tutti quelli che conosco,

così che nell’avversità nessuno si sentisse solo,

ma possa credere che realmente Tu ci sei.

Dacci il coraggio di donarti anche le lacrime,

nella certezza che Tu non le perderai

e aiutaci a sentirci protetti dal Tuo amore

perché ci sorregga,

non solo per un momento, ma per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

il Dio della vita in ogni momento della vita

il Dio della vita in ogni momento della vita,%0A

 

19 NOVEMBRE 2022

SABATO DELLA XXXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 11,4-12

Salmo: Sal 143 (144)

Vangelo: Lc 20,27-40

 

Dinanzi ad un chiarimento da parte di alcuni sadducèi, i quali dicevano che non c’è risurrezione, Gesù risponde e conclude con le parole di Mosè: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”.

Il Signore è il Dio delle nostre situazioni, delle nostre difficoltà e della nostra necessità di fede, e non c’è pertanto alcuna condizione in cui Egli non ci sia, è il Dio dei vivi e quindi ogni momento della nostra vita ha in sé la mano di Dio.

La nostra Risurrezione è un fatto quotidiano, è credere in Lui che nelle sofferenze ci aiuta a portare la croce, sale il calvario con noi, perché è il Dio dei vivi e non vuole che la morte, il dolore, siano l’ultima parola per i suoi figli.

La Risurrezione è prendere parte con il Risorto alla sua opera di salvezza per noi e se “tutti vivono per Lui”, è perché Lui ha dato la vita per noi, una vita che non rimane senza Dio, ma con Lui, una vita che Dio ha voluto per tutti, affinché affrontassimo da vivi quello che ci capita, per poi comportarci da risorti, consapevoli di Cristo in ogni circostanza.

“Signore,

aiutami a credere nel bene della vita

anche quando questa è troppo dura e faticosa.

Sii Tu la mia forza per affrontare

ogni situazione,

che io sappia riconoscerti

e andare avanti

e possa sentirti con me, accanto.

Tu sei il mio Dio,

il Dio della vita in ogni momento della vita,

ed io vivrò per Te, perché Tu sei con me, per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

” Il tempo in cui sei stata visitata”

il tempo in cui sei stata visitata

GIOVEDÌ 17 NOVEMBRE 2022

SANTA ELISABETTA DI UNGHERIA, RELIGIOSA – MEMORIA

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 5,1-10

Salmo: Sal 149

Vangelo: Lc 19,41-44

A volte nella sofferenza facciamo fatica a riconoscere chi ci è accanto. Questo ci capita con le persone e soprattutto con Dio, è come se fosse nascosto ai nostri occhi, ma il Dio della pace è venuto a sciogliere il cuore indurito dal dolore. Dovremmo chiederci, se sia questo il tempo in cui il Signore ci visita.

Il Vangelo di oggi ci viene incontro per risollevarci il cuore dal dubbio, dalla amarezza e per tornare a credere che Lui è l’unico in grado di ricostruire da quelle pietre un tempio, e farne Sua dimora, per poter così dire:

“Signore vieni presto a visitarmi.

Sciogli le mie catene,

libera il mio cuore.

Tu che sei la pace risanami

e aiutami a ricostruire la speranza.

Quando le forze verranno meno,

il mio pensiero giunga a Te,

Tu, il mio unico Signore in grado di salvarmi. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

 

 

“Gridano giorno e notte verso di lui”.

 

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SABATO 12 NOVEMBRE 2022

SAN GIOSAFAT, VESCOVO E MARTIRE – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 2Gv 1a.3-9

Salmo: Sal 118 (119)

Vangelo: Lc 17,26-37

 

“Gridano giorno e notte verso di lui”.

La preghiera a volte è anche questo: gridare. Non vuol dire essere arrabbiati, no, semplicemente è dire intensamente a Dio quello che il cuore sta vivendo. Non bisogna stare calmi per pregare, spesso si tende a pensare: sbrigo le mie cose, mi metto tranquillo e prego. No, mentre lavori, nella fatica, nell’ansia prega, grida, coinvolgi Dio. Perché questo? Perché proprio nel momento più duro, dove sembra non ci siano risposte o nell’angoscia profonda, possiamo sperimentare un po’ di pace dalle mani di Dio.

Egli è accanto a noi sempre, giorno e notte, nella gioia e nel dolore. Lui è pronto a raccogliere la fatica di ciascuno, persino il nostro gridare, e chissà che sia proprio questa l’occasione per sentirci accarezzare e consolare da un Padre, le cui mani raccolgono le nostre lacrime.

Cuore a cuore con Dio, tutto ciò che viviamo, ogni nostro gesto diventa preghiera se il cuore si rivolge a Lui. Pregare è una relazione, un dialogo con un Tu che ci ama, ci conosce. Pregare è parte di noi, è come imparare a parlare, così parola dopo parola, giorno dopo giorno, noi possiamo acquisire la forza in un legame grande in grado di darci conforto, coraggio, amore, in ogni circostanza.

“Signore,

mi rivolgo a te,

insegnami a pregare

non con la testa, ma con il cuore.

Aiutami a comprendere quanto la mia preghiera

è un dono che mi riguarda,

perché attraverso di essa io impari a conoscerti,

e a credere quanto Amore sei

ed io possa camminare consapevole di questa forza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

“Dio non è dei morti, ma dei viventi”

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DOMENICA 06 NOVEMBRE 2022

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

LITURGIA DELLA PAROLA       (clicca qui)

Prima lettura: 2 Mac 7,1-2.9-14

Salmo: Sal 16 (17)

Seconda lettura: 2 Ts 2,16-3,5

Vangelo: Lc 20,27-38

 

“Dio non è dei morti, ma dei viventi”

Queste parole oggi entrano nelle nostre case, per rinnovarci il cuore da tutte le situazioni che stiamo vivendo, accanto a noi è presente il Dio della vita.

Le nostre situazioni di “morte”, di dolore, trovano sollievo nell’amore di Dio. Spesso chi è al di fuori della nostra realtà, non sa cosa viviamo o quali preoccupazioni ha il nostro cuore. Tendiamo a immagazzinare tensioni, paure, perdendo di vista l’Unico che ci può aiutare, e mentre stiamo cercando soluzioni, Egli non ci perde di vista e desidera aiutarci a farcela.

Oggi lo fa con queste parole che arrivano direttamente al cuore: Dio è il Dio della vita, ed io quindi essendo figlio/a di Dio sono creato per la vita, pertanto ogni segno di morte, di buio, è abbracciato dalla luce della vita e quel bagliore invade il nostro universo dal di dentro, per riportare pace e conforto al cuore.

O tu che soffri o che hai sofferto, affidati a Lui. Nessuna tua lacrima sarà perduta e ogni dolore sarà consolato, perché il tuo Dio ti ha promesso la vita, situazioni perciò diamo al nostro cuore quello spazio di sfogo, di respiro nel cuore di Dio. Non c’è luogo dove potremmo essere più al sicuro se non in Lui. Non c’è dolore che Lui non conosca e non c’è nulla che nel segreto non sappia, poiché anche quando non riusciamo a parlare, Egli nel silenzio sa.

 “Signore,

nel silenzio tu sai.

Ti affido oggi tutti quelli che soffrono,

abbiano in Te un luogo in cui poter trovare pace,

anche lì dove sembra possa non esserci.

Rassicurali Tu, come hai fatto con me.

Arriva Tu a consolare,

stendi la Tua mano sopra ciascuno e benedicili.

Fa che sentano la tua forza,

affinché sappiano che ogni lacrima non è perduta,

come il Tuo sudore lì sul calvario,

segno che l’amore non perde mai

e ogni dolore sarà sanato

ora e per sempre con Te vivo in mezzo a noi”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

“Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”

“Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”

 

27 OTTOBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA XXX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ef 6,10-20

Salmo: Sal 143 (144)

Vangelo: Lc 13,31-35

 

Il Vangelo di oggi Gesù ci fa pensare a ciò che accadrà, con dei riferimenti alla Sua passione: “e il terzo giorno la mia opera è compiuta”, e alla domenica delle palme: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”.

Gesù tornerà a Gerusalemme per portare a compimento ogni gesto d’amore, non solo nel passato, ma anche qui ai giorni nostri. Ancora una volta ci viene incontro, portando alla nostra mente quanto la Sua passione sia l’ultima parola alla sofferenza. Dinanzi al nostro dolore c’è Qualcuno che lo porta con noi, che entra nella nostra Gerusalemme da Re, per offrire la Sua vita, affinché la nostra sia sanata dal di dentro.

Oggi Gesù sia il nostro conforto davanti ai rifiuti, a quell’essere respinti, perseguitati, perché Egli è davvero l’unico in grado di comprendere ogni dolore.

Lasciamoci amare, consolare, supportare da Lui, facciamo cadere i muri delle paure che salgono alla gola e affidiamoci a quel volto pieno d’amore, che raccoglie le nostre lacrime e le consola con un caldo abbraccio.

“Signore,

sono qui, aiutami.

Il dolore e la sofferenza,

anche Tu conosci.

Provo dispiacere per il Tuo dolore, per la Tua passione:

so che cos’è.

Sostienimi Gesù, solleva il mio cuore

e donami la forza.

Cosa chiederti che Tu non sai? Cosa esprimere?

Lascio parlare il mio cuore, lascio parlare il dolore

e mi affido a Te, al Tuo amore eterno,

Tu sei la mia speranza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)