Amare

Screenshot_2023-03-04-03-11-49-398~2

 

04 MARZO 2023

SABATO DELLA I SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Dt 26,16-19

Salmo: Sal 118 (119)

Vangelo: Mt 5,43-48

Amare i nostri nemici è un comandamento molto forte, deciso. Come possiamo fare se a volte facciamo fatica ad amare anche noi stessi?

Amare chi è amabile, non rivela niente, dice solo normalità.

Per Dio, invece, proprio nel nemico, si rivela la gratuità assoluta dell’amore. Infatti, quando eravamo ancora peccatori Cristo morì per noi, come scrive San Paolo nella Lettera ai Romani (Cfr. Rm 5,5-6). Quindi l’amore del nemico rivela l’essenza stessa di Dio: amore gratuito, dono del suo Spirito di vita, perché tutti abbiano la vita.

Dio ci ama tutti perché siamo suoi figli, non perché abbiamo fatto qualcosa di speciale, di buono, o abbiamo delle caratteristiche o delle doti particolari. Il più delle volte siamo creature fragili che sbagliano, che lottano per vivere, che si impegnano e provano ad andare avanti fidandosi del suo amore.

Dio ci ama per come siamo. Solo a partire da questa esperienza di sentirci amati, accolti e perdonati che possiamo vivere la pienezza di essere noi stessi, possiamo provare ad amare gli altri di amore libero e gratuito.

Come nel dono della vita di Gesù abbiamo l’esempio per amare tutti, così dalla preghiera attingeremo la forza di realizzare questo, per sentirci figli dello stesso Padre, che con il suo sole riscalda il cuore di ognuno, e con il dono della pioggia irriga i germogli di tutta l’umanità.

“Signore,

ti rendo grazie perché

mi ami così come sono,

perché hai messo nel mio cuore

la possibilità di amare come Te.

Aiutami a realizzarlo,

fa che sia un dono

e che ti sia gradito,

non per restituirti qualcosa,

ma per fare della mia vita

una riflesso della Tua”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Perdonare per dono

Screenshot_2023-02-25-05-09-54-912~2

 

25 FEBBRAIO 2023

SABATO DOPO LE CENERI

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 58,9b-14

Salmo: Sal 85 (86)

Vangelo: Lc 5,27-32

Gesù è venuto per noi, che in fondo, un po’ peccatori lo siamo tutti, a volte l’unica differenza è riconoscersi come tali. Non sì tratta di dirlo in giro, ma di dirlo a Dio, di andare a Lui con tutto il cuore, così come siamo e vivere di  quella libertà, che solo Lui ci può dare.

Sbagliare è una gabbia da cui il Signore vuole liberarci per farci vivere meglio, ovvero, vivere alla luce di un amore in grado di rialzarci anche quando siamo a terra.

Il perdono è un dono che Dio ci dona, affinché oltre al senso del peccato, viva e permanga in noi il senso della grazia. Lasciamoci amare da Lui persino nel nostro peccato, respiriamo davvero cosa l’amore è capace di fare: trasformare quell’errore in occasione di grazia.

“Signore,

come un cieco vagavo alla ricerca di qualcosa,

e sbagliando strada, avevo paura di essermi allontanato da Te.

Eppure Tu, mi sei venuto incontro,

e accompagnandomi nel cammino

mi hai sostenuto.

Ora che ti ho riconosciuto,

desidero dirti grazie,

perché Tu sei un Dio fedele

persino a me, anima fragile,

che però ora sa in chi posare il suo cuore

e che con tutte le sue forze, desidera non sbagliare più.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

 

“La tua ferita si rimarginerà presto”

Screenshot_2023-02-23-22-26-53-861~2

24 FEBBRAIO 2023

VENERDÌ DOPO LE CENERI

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 58,1-9a

Salmo: Sal 50 (51)

Vangelo: Mt 9,14-15

Oggi prendiamo spunto dalla prima lettura, che ci aiuta a comprende bene il periodo quaresimale appena intrapreso.

“La tua ferita si rimarginerà presto”. Ecco la promessa di Dio ai suoi figli, ecco il respiro profondo del suo amore che passa attraverso le nostre ferite.

Cerchi Dio? Non andare lontano, vai nella tua ferita, in quella fragilità che tanto allontani, in quel dolore che non lascia spazio ad altro, lí vi troverai Lui in grado di sanartela. Vi troverai un Dio pieno di amore chianarsi su di te, affinché passi presto.

Come un Padre, come un fratello, come amico, Egli è presente perché sa cosa hai vissuto. Lui ha fatto della Sua vita un’offerta, si è lasciato “ferire” per fare della sua vita un dono totale di amore. Non devi neanche proferire parola, ci sarà Lui a farti coraggio, per perseverare con la sua fiducia.

Non temere, perché il Signore è con Te. Non ti lascerà, non ti abbandonerà, e ogni ferita non sarà dimenticata ma accolta, fasciata da Colui che ora, in questo momento, è chino su di te.

“Dinanzi a Te,

affido la mia vita e ogni mia ferita.

Passerà presto, Tu lo dici

ed in queste parole metto tutta la mia speranza.

Non c’è nulla di me che Tu non sappia,

ed io allora sto in silenzio davanti a Te,

per contemplare il tuo amore,

fasciare il mio cuore,

ed ogni suo dolore.”

(Shekinaheart eremo del Cuore)

Accogliere quell’amore

accogliere quell'amore

07 FEBBRAIO 2023

MARTEDÌ DELLA V SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 1,20-2,4a

Salmo: Sal 8

Vangelo: Mc 7,1-13

L’invocazione che durante la Celebrazione Eucaristica pronunciamo: «O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato», è in linea con il discorso presente nel Vangelo di oggi.

Leggiamo infatti che Gesù rimprovera i farisei per il loro giudicare, puntare il dito dinanzi a chi, a loro avviso, non è degno nemmeno di cibarsi, poiché ha le mani impure. È proprio Gesù a restituirci la dignità perduta con il Suo amore. Tale comandamento, è il centro per comprendere quanto è grande il Suo amore per noi.

Gesù ci invita a pensare che non dobbiamo più fare “delle cose” per sentirci a posto o per guadagnare la Sua benevolenza, ma accogliere quell’amore che Egli ci dona nel Suo consegnarsi, nel Suo essere pane, così che ciascuno attingendo a Lui possa purificare il proprio cuore.

Dinanzi a tanto amore, cambierà il nostro modo di vedere le cose: le nostre mani considerate impure, senza via di uscita, in Gesù trovano lo spazio per essere amate, perdonate, e vivere di quella dignità che solo Dio può donare, e da quella comunione di pane e Misericordia ripartire.

“Signore,

vieni presto nel mio cuore,

affinché colmo del Tuo amore

sappia ritornare a sperare.

Tu, Dio,

unico ed eterno amore nel cuore dell’uomo

conosci il suo soffrire e il suo faticare,

sai la fragilità che esso incontra

e nonostante tutto sei qui tra le mie mani,

per comunicare il Tuo amore,

per donarti a me

in un pane dal sapore di cielo,

dal sapore di Te”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Noi chiamati per nome

Screenshot_2023-01-20-01-04-27-876~2

 

 

20 GENNAIO 2023

VENERDÌ DELLA II SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Eb 8,6-13

Salmo: Sal 84 (85)

Vangelo: Mc 3,13-19

Gesù chiama i dodici, l’iniziativa è Sua, l’uomo non fa niente, l’azione è tutta di Lui, perciò questa chiamata è un dono che l’uomo riceve, non deve fare delle azioni particolari per meritarselo.

Nel Vangelo i dodici discepoli rappresentavano le dodici tribù d’israele, ovvero, veniva compresa tutta l’umanità. In quei dodici siamo compresi anche noi, chiamati per nome. Siamo chiamati in quanto amati e nessuno è escluso, perché il desiderio di Dio è di stare con l’uomo. Egli è il Dio con noi, e stare con Lui è diventare partecipi della Sua stessa vita e questo avviene sempre per dono Suo.

Lo stare con il Signore non ci rende persone inermi, ci muove a donare, a portare la Sua Parola, i suoi gesti.

Il Vangelo finisce così: con l’elenco dei nomi dei suoi apostoli, un finale che è un’inizio per loro e per noi, per scoprire il Suo amore e vivere di questo.

“Signore,

aiutami a stare,

nonostante mi senta peccatore

e percepisca lo sbaglio come un ostacolo.

Fammi comprendere che sei Tu a venire incontro a me,

non per quello che ho fatto,

ma per ciò che sono:

figlio prezioso ai tuoi occhi, creato per amare ed essere amato.

Ti amerò con la mia umanità che seppur fragile

desidera incontrarTi,

a cui Tu hai dato una possibilità di stare con Te.

Stai con me ed io con Te,

insieme scorrerà la vita e sarà in abbondanza

per tutti coloro che ci incontreranno”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Una possibilità di dono

 una possibilità di dono

LUNEDÌ 26 DICEMBRE 2022

SANTO STEFANO, PRIMO MARTIRE – FESTA

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 6,8-10.12; 7,54-60

Salmo: Sal 30 (31)

Vangelo: Mt 10,17-22

Ieri abbiamo celebrato la nascita di Gesù, figlio di Dio, disceso dal cielo; oggi celebriamo la salita al cielo del proto martire Stefano.

Dio per amore dell’uomo scende a colmarlo della sua carità e l’uomo in risposta a tale dono ne fa testimonianza, cosi che la sua vita diventi un rendimento di grazie, un sacrificio conformante secondo le proprie capacita, sorretti dallo Spirito del Padre.

La vita fa affrontare anche a noi dei “tribunali”, ma proprio nel sottofondo di questi giorni del tempo di Natale, abbiamo Qualcuno che ci invita a non temere, perché il bambino che é nato ha già dato tutto e noi abbiamo solo da aggiungere tanto amore.

 “Signore,

difendi la mia vita

e fa che come Te

sia capace di rispondere al dolore con amore.

Aiutami ad aumentare atti di bontà,

sorretto dalla Tua carità,

cosi da fare la differenza,

non perché sono migliore,

ma perché ho scoperto Te

che hai fatto della mia vita

una possibilità di dono

ed io non voglio perderla”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Servi inutili

servi inutili

08 NOVEMBRE 2022

MARTEDÌ DELLA XXXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Tt 2,1-8.11-14

Salmo: Sal 36 (37)

Vangelo: Lc 17,7-10

Siamo servi inutili, non senza valore, servi nella gratuità del cuore. Una gratuità che bussa alla porta del nostro cuore e ci chiama ad uscire da noi stessi. Un dono che prima di essere elargito è stato ricevuto. Una chiamata ad essere servi, non schiavi, ma coloro che si mettono a servire Colui che si è fatto servo, affinché tutti nessuno escluso, abbia dignità.

E quando sopraggiunta la sera, torniamo alle nostre case stanchi e non c’è nessuno a dirci “grazie” o “che bravo”, è perché anche noi come tutti, abbiamo fatto quanto dovevamo fare.

Ma quanto è questo quanto? È tutto! Dio ci invita a dare tutto noi stessi, e mentre siamo lì nella frenesia dei nostri affari, Lui guarda con amore Suo figlio, ovvero ciascuno di noi, per il quale prova un amore immenso e rendendosi conto del nostro quanto, lo trasformerà in tanto.

Come servi del Servo, offriamo la nostra vita, mettiamo un intenzione di preghiera nei nostri piccoli gesti quotidiani, proprio come facevano i santi, che anche nel raccogliere un pezzo di carta per terra dicevano: Signore te lo offro.

Cosa ne avremo in cambio? niente e tutto. Niente perché nessuno lo saprà, ma il bello è proprio questo: l’unico a rendersene conto sarà Lui, che moltiplicherà la nostra offerta, perché l’amore donato è in centupluo e allora questo sarà il nostro tutto.

“Signore,

prendi il mio niente e il mio tutto.

Desidero donare

ciò che tu mi hai dato,

affinché possa essere segno di bene per altri.

Tu non mi hai mai abbandonato

e del mio cuore hai fatto tua dimora,

così che per cercarti

non dovessi andare lontano,

ma guardare dentro me

e scoprire che tu ci sei da sempre”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

 

 

Non contraccambio, ma condivisione

Non contraccambio, ma condivisione

 

31 OTTOBRE 2022

LUNEDÌ DELLA XXXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA       (clicca qui)

Prima lettura: Fil 2,1-4

Salmo: Sal 130 (131)

Vangelo: Lc 14,12-14

Gesù dà un”indicazione di vita al capo dei farisei che l’aveva invitato, soffermandosi su un particolare importante: il contraccambio.

Cosa vuol dire Gesù? Esorta quell’uomo a invitare gratuitamente? Potrebbe essere. Un’altra possibile lettura, è aver donato al fariseo la facoltà di comprendere che con Gesù la vita si riempie di Lui e tutto quello precedentemente fatto, ha la possibilità di essere redento, sanato, salvato, messo in ordine per un bene più grande. E se prima si viveva il contraccambio, con Lui si vive la condivisione. Gesù non contraccambia, condivide, spezza il pane e lo dona e quel pane è nutrimento e rivoluzione nella nostra esistenza, poiché ora l’invito è essere nuovi.

Una novità data dalla stessa forza di Dio che entrato nella nostra casa, nel nostro cuore, non lo lascia più e si manifesta anche esternamente in gesti di vita nuova.

Invitiamo Gesù a tavola e scopriamo che il banchetto è già pronto, c’è qualcuno che ha già pagato il conto, e a noi, è chiesto di lasciarci coinvolgere da questo bene, di donare gesti di benevolenza e bontà lì dove non c’è contraccambio.

Quei poveri, storpi e ciechi che Gesù ha a cuore siamo noi quando bussiamo alle porte sbagliate, quando cadiamo e distorcendo la realtà non sappiamo come proseguire, quando non vediamo più nulla e Lui ci apre la Sua porta, senza pretendere niente per donarci tutto l’amore in grado di raddrizzare, vedere e comprendere.

E dopo tutto questo non c’è un contraccambio da dare o chiedere, ma solo un grande amore da condividere, capace di nutrire l’umanità intera alla ricerca di un segno, di un gesto che faccia la differenza.

“Signore,

donami il coraggio di bussare alla Tua porta.

Aiutami a riconoscere il Tuo amore

e credere che nonostante tutto sei ancora con me.

Il Tuo amore sia conforto

alle cicatrici prese nel tempo,

affinché a parlare non sia più il dolore,

ma un cuore generoso capace di donare

un segno di speranza, a chi come me, la ricerca.

Fa che lungo la via dei ricordi, ciascuno riconosca il Tuo volto

ed in Te riacquisti la forza”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)