uno Spirito senza misura

 

 

uno Spirito senza misura

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 5,27-33

Salmo: Sal 33 (34)

Vangelo: Gv 3,31-36

 

Nel Vangelo della liturgia odierna, leggiamo: “Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.”

Siamo coloro a cui è destinata la Parola di Dio e abbiamo il dono dello Spirito per comprenderla, elargito da Dio stesso. Attraverso Gesù possiamo ascoltare le Parole che il Padre ha da dirci e per mezzo dello Spirito, farle vivere in noi.

Si parla di un Spirito senza misura, è l’amore di Dio senza limiti, il cui unico obiettivo è arrivare a noi. La nostra vita non è separata dalla Parola e la Parola non è a se stante dalla nostra vita, esse non camminano per vie parallele, ma verso un’unica strada che è Dio stesso.

Questo è il dono che il Padre ha voluto farci: tramite il Figlio ascoltare le Parole di Dio, così da esserne parte nel nostro vissuto. Ogni giorno possiamo trovare una Parola che sia di consolazione, guida, rifugio, aiuto, e ci dia la forza per proseguire.

Il Signore ci è accanto mediante uno Spirito senza misura, affinché chiunque possa fare esperienza di Lui, così che la Parola diventi una voce capace di darci coraggio nel quotidiano.

L’amore del Padre ha un volto e una voce, Dio entra nella nostra vita con degli strumenti umani, quotidiani, ordinari, per sentirlo accanto e riconoscere chi è: un Padre che ama i suoi figli oltre misura!

 

 

Accompagnati dai segni

 

Accompagnati dai segni 1

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1 Pt 5,5b-14

Salmo: Sal 88 (89)

Vangelo: Mc 16,15-20

 

“Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano”.

La Parola è accompagnata da segni. Il Signore desidera rafforzare, aggiungere, forticare la nostra fede e ciò avviene attraverso la Parola e i segni, che attestano la presenza viva di Gesù. Per quanto a volte ci può sembrare difficile pensarlo, siamo immersi in segni che ci riconducono a Lui. La Parola, i sacramenti, la celebrazione Eucaristica, i poveri, una parola di conforto, il creato, quanto potrebbe essere lunga questa lista se ci mettessimo a chiederci, quali sono i segni oggi.

Egli manda i suoi discepoli in tutto il mondo per annunciare e predicare, anche noi siamo chiamati in questo viaggio, non tanto a partire realmente, ma a riconoscere nel nostro mondo la Sua presenza.

Come Gesù agiva con il Padre, adesso è Lui ad agire con i discepoli, ed è sempre il Signore a essere con noi, anche quando non ce ne rendiamo conto. Non siamo soli, il Signore Risorto manda i suoi ed essi possono andare a predicare, perché hanno la forza di Dio. Quella stessa forza è per noi, affinché il nostro quotidiano pur nella fatica, possa vivere di Parola e segni.

Il Signore in quei momenti faticosi, in quelle lacrime o sorrisi, ci dona la Sua forza, affinché possiamo agire con Lui, per imparare o tornare a crederGli. Il nostro viaggio ci conduce a casa, nel cuore, il luogo dove la Parola e i segni ci hanno riportato.

 

La Parola: una strada per vivere

 

 

La Parola: una strada per vivere

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gen 17,3-9

Salmo: Sal 104 (105)

Vangelo: Gv 8,51-59

 

Nel Vangelo della liturgia odierna, troviamo Gesù che continua a spiegare il suo legame con il Padre. Egli desidera specificare che tutto quanto fa e dice, parte dall’unione e dalla conoscenza di Dio.

Leggendo il testo, troviamo come le domande dei suoi interlocutori sono su un piano diverso da Lui. Gesù dice una cosa e loro ne percepiscono un’altra, addirittura lo accusano.

Per quanto possa sembrare assurdo, può capitare di trovarci di fronte a una brano della Parola di Dio e non “sentirlo” per noi, non comprenderlo. Allora cosa possiamo fare? Nella meditazione del testo, partiamo dall’aspetto fondamentale che anche oggi Gesù ci suggerisce: la comunione con il Padre. Essa è la chiave di lettura di sempre, la consapevolezza di questa comunione apre gli occhi e il cuore ad una lettura della Parola, che tenderà a ciò per cui è mandata: il bene per noi.

La nostra storia è intrecciata con Dio e attraverso il Figlio Suo, possiamo fare della Parola, una strada per vivere in quella comunione. La Parola è vita, è viva ed è il dono più grande che abbiamo ricevuto, tanto da poterci leggere attraverso di Essa e sentirci parte di quel legame. Solo così la Parola non sarà “da osservare”, ma un rapporto da coltivare, dove il nostro sentire riuscirà a comprendere con il cuore quello che il Signore desidera dirci e che prima sembrava difficile, incomprensibile.

Egli non ci lascia soli, desidera farci vivere in comunione con Lui e con il Padre, la Sua Parola palpiterà ad ogni battito del nostro cuore, per aiutarci a comprendere e a vivere dell’amore di Dio, che ci precede e ci custodisce per sempre.

 

 

 

Una libertà data da un amore più grande

 

Una libertà data da un amore più grande

 

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Prima lettura: Dn 3,14–20.46.50.91–92.95

Salmo: Dn 3,52–56

Vangelo: Gv 8,31-42

 

Le parole di Gesù nel Vangelo di oggi, ci danno consolazione: “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. Liberi da tutte quelle paure che abitano nel nostro cuore, da quei sentimenti negativi che a volte nascono da dispiaceri, incomprensioni, liberi da quelle idee che non ci fanno camminare.

Solo il pensiero di essere liberi ci fa respirare, è come una ventata di aria fresca in una giornata molto calda, dove rimane solo l’arsura. Liberi è avere sete di Dio.

La promessa di Gesù, riempie di coraggio, forza, desiderio di farsi custodire dalla Parola, di prenderLa in mano e leggersi dentro di Essa, così da liberarsi da tutto ciò che ci ostacola e poter finalmente respirare.

Il Signore ci desidera liberi, nella vita fatiche ne abbiamo tante, e Lui lo sa, ma se ascoltiamo quest’invito, possiamo fare della Sua Parola un punto di forza. Egli non ci toglie la fatica, ma ci dà un’appiglio su cui contare e cosa c’è di più stabile della Parola? Essa si fa carne, è un Volto che non solo ci è accanto, ma è dentro di noi, per dirci tutto l’amore e il desiderio di bene che il Padre ha verso tutti.

Siamo creati liberi, di una libertà che ovviamente non è agire in base al sentire del momento, ma è scegliere secondo una Parola, che percorre le strade della storia e arriva sino a noi.

La Parola diventa il metro di misura, e se nel nostro cammino ci siamo un po’ persi, non importa, possiamo tornare a quel principio che non è un daccapo, ma è un nuovo inizio.

L’idea di Dio per noi è un nuovo inizio, affinché camminando lungo i passi della verità, possiamo incontrare Colui che ci renderà liberi, di una libertà data da un amore più grande del nostro peccato e dalla certezza della Sua presenza.

 

 

“Mai un uomo ha parlato così!”

 

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Prima lettura: Ger 11,18-20

Salmo: Sal 7

Vangelo: Gv 7,40-53

 

All’udire le parole di Gesù, nasce un dissenso riguardo a Lui. Una lotta che a volte può accompagnare le nostre giornate, quando umanamente ci troviamo in difficoltà a percepire la Sua presenza. In questo brano di Vangelo non viene narrato cosa dice Gesù, ma l’effetto che lascia: “Mai un uomo ha parlato così!”.

Le guardie, nonostante siano condizionate dai capi dei sacerdoti e dei farisei, sentono in Gesù delle parole che lasciano il segno. Gesù ci lascia un segno, la Sua Parola, per scoprire chi Egli sia; non è solo un testo che ci affina la conoscenza, ma è un’esperienza del Cuore, e ci permette di conoscere noi stessi alla luce di essa.

Mettersi di fronte alla Parola, è stare di fronte a Colui che ci ama profondamente e conosce tutto di noi, persino quei momenti di lotta, di dissenso che vorremmo eliminare.

Gesù desidera comunicarci il Padre e il profondo legame che CI unisce! Si! Siamo immersi in questa relazione, anche se a volte non lo sappiamo e la nostra vita diventa un cammino di scoperta di un Volto, che è presente da sempre! La Parola è il mezzo con cui possiamo trovare pace in noi, perché riconosciuti come figli amati, voluti, perdonati.

Siamo davanti a Lui, lasciamolo parlare al nostro cuore; la Sua Parola dirà, ciò di cui abbiamo bisogno, e sarà la forza per alzarsi al mattino, trovare il coraggio e affrontare la giornata.

Non si tratta di cercare una Parola adatta a noi, ma di allenare il cuore a cogliere il Suo passaggio nella nostra vita, con la certezza che Egli c’è sempre. Si tratta di vivere non solo della Parola, ma di quell’effetto che dona quest’ascolto: Egli è lì, in quella situazione, in quel dolore, in quella fatica, in quella gioia. A volte basta solo questo: rafforzare la consapevolezza per poter dire anche noi: “Mai un uomo ha parlato così!”.

 

 

Un faro: la Parola che si fa testimonianza

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Prima lettura: Es 32,7-14

Salmo: 105 (106)

Vangelo: Gv 5,31-47

 

Nel Vangelo di oggi, troviamo molto forte l’invito di Gesù a credere, perché da esso proviene la vita. Una vita capace di affrontare il quotidiano, le proprie fatiche, con la consapevolezza di non essere soli e soprattutto con un faro: la Parola, capace di illuminare il buio del profondo mare dell’esistenza.

Gesù ha a cuore per noi un cammino di verità e non è solo distinguere bene o male, ma una conoscenza di Lui che parta dall’origine, ovvero: dal Padre, proprio per questo Egli dirà: “E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me”. Gesù ci fa conoscere il Padre e allo stesso tempo, il Padre ci testimonia il Figlio, attraverso una Parola che prepara il cuore alla Sua venuta. L’essere creati da Dio, non è solo averci dato l’esistenza, è scriverci nel cuore quelle Parole, il cui ascolto si riflette in noi e diventano vita.

Siamo il popolo di Dio, dove quel “di”, ha proprio il significato dell’appartenenza, del fare parte di Lui e quindi di una storia di salvezza.

La fede deve diventare fiducia, il credere concretezza ed è un’esigenza del cuore, poiché da lì, la Parola trova il suo luogo di ascolto, capace di riconoscere il volto del Padre, la mano del Figlio e attraverso lo Spirito, abitare in quest’amore, così da essere a nostra volta un faro di testimonianza.

 

 

Se fosse anche solo una Parola a donarci la forza

 

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Prima lettura: Ez 47,1-9.12

Salmo: Sal 45 (46)

Vangelo: Gv 5,1-16

 

Il Vangelo di oggi apre il cuore a commozione, e ci afferma che Gesù conosce le nostre sofferenze. Sembra così scontato, a volte non ci pensiamo, ma quella sofferenza che stiamo vivendo è nel cuore di Dio.

Anche noi, possiamo aver sperimentato il desiderio di voler guarire come l’uomo narrato nel testo e sentire di non aver nessuno, oppure di fronte a una situazione di difficoltà, pensare a quell’unica soluzione possibile e non riuscire ad attuarla. Il Signore desidera farci capire, che al di là di tutto Egli c’è come una speranza forte, che ci permette di affrontare la vita e dice: “alzati prendi la tua barella e cammina”. Dio e ogni uomo si incontrano attraverso le pieghe della storia: in quell’istante è possibile trovare la forza, da quella Parola che diventa concretezza.

Se leggiamo attentamente il brano, solo successivamente Gesù dirà: “ecco sei guarito”, ovvero, dopo che quell’uomo ha camminato, parlato e andato nel tempio. C’è il tempo di una Parola, che dall’istante iniziale diventa consapevolezza.

Qual’era la malattia dell’uomo che giaceva con un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici? Non lo sappiamo! Lo sanno però, lui e Gesù. Quell’ incontro è diventato un vincolo tra i due, ed è così anche per noi; non tutti sanno quello che stiamo vivendo, ma il Signore lo conosce, non siamo soli nelle sofferenze che non riusciamo a spiegare e ci fanno giacere nella vita, ma sono nel cuore di Dio.

Possiamo non essere guariti dai nostri mali, ma non dobbiamo mai smettere di credere che Lui é presente e soffre con noi, ci è accanto con amore, per darci una forza più forte di quel dolore, affinché sia essa, quel vincolo che ci unisce a Lui. Se fosse anche solo una Parola a donarci la forza, ripetiamola nel cuore, teniamola in mente, non stanchiamoci di credere in Lui e se dovesse capitare di cedere perché la fatica è troppo forte, ricordiamoci che Egli non ci abbandonerà mai, perché questa è la Sua promessa.

 

 

Luce, Parola e vita

 

Luce,Parola e vita

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gc 3,1-10

Salmo: Sal 11 (12)

Vangelo: Mc 9,2-13

 

Nel brano del Vangelo di oggi, possiamo scorgere l’invito del Signore a riconoscere una via illuminata per ciascuno di noi. La trasfigurazione è un evento di Luce, è il momento dove Gesù si manifesta in un modo nuovo dinanzi ai suoi discepoli. Accade qualcosa di grande, che persino i suoi non capiscono cosa sta avvenendo, vedono Gesù in un altra forma, da tempo sono insieme, eppure c’è un momento in cui Egli si manifesta più in profondità.

Chi è che da così luce e trasfigura tutto? Il Padre, che “presenta” Suo Figlio a loro e a tutta l’umanità dicendo: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!” Tutto ciò è anche per noi, che pur non avendo visto Gesù, ma sappiamo di Lui, arriva un momento in cui Egli trasfigura le nostre vite ovvero ripete a noi le parole del Padre dicendoci: “tu sei il mio figlio l’amato”. E per quanto a volte sembra difficile crederlo, è così.

Noi nella normalità della vita, come i discepoli, abbiamo bisogno di sentire quella Parola che ci conferma l’essere amati e ci traduce la trasfigurazione. Partiamo proprio da Elia e Mosè, dalla legge e dai profeti, cominciamo a dialogare con la legge dell’amore e con la Sua Parola, per ritrovare all’interno quelle parole in cui c’è tutto l’amore capace di illuminare una vita intera.

 

“Signore, dopo tanto buio, 

fa che diventi per noi un tempo di Luce.

A volte siamo così stanchi che,

non capiamo dove Sei e le fatica oscura il cuore,

ma oggi la Tua Parola si fa consolazione.

Aiutaci a sentire e riconoscere nella nostra vita le tue Parole:

“Tu sei mio Figlio, l’amato”

Fa che ciascuno di noi possa sentirle per sé

come una spinta per continuare a camminare

e sapere che non siamo soli.

Tu ci ami e vuoi dircelo, ti stiamo a cuore!

Donaci di vedere ogni nostro passo, anche il più buio, 

illuminato dalla luce del tuo Amore

che non finirà mai. Così sia”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Siediti e ascolta

 

siediti e ascolta

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ne 8,2-4a.5-6.8-10

Salmo: Sal 18 (19)

Seconda lettura: 1Cor 12,12-30

Vangelo: Lc 1,1-4; 4,14-21

 

Siamo noi quei poveri, oppressi e ciechi, coloro dei quali Gesù legge quest’oggi nel passo del profeta Isaia. Questa Parola è Gesù stesso venuto per noi, per ogni momento della vita che stiamo vivendo.

Il Signore è venuto a proclamare, mettere in libertà, donare la vista, perché anche noi potessimo riconoscere il compimento della scrittura ascoltata, in modo che ciò che sentiamo non sia solo un udire, ma sia la nostra esperienza di vita, sia il nostro anno di grazia del Signore.

Come ogni sabato Gesù andava nella sinagoga, ma sarà proprio quel sabato, con quella Parola proclamata da Gesù a rendere quel giorno importante; quel giorno viene definito il giorno del compimento.

La Parola, Gesù, segna un inizio nelle nostre vite, il testo racconta quello che succede nel presente, non quello che è avvenuto o avverrà, quasi a dire che quella promessa è già concretezza, per cui, tu che sei povero, oppresso o cieco, per quanto ti possa sentire così, in te c’è già una promessa che è concretezza, perché la Parola non aspetta il futuro. Essa vive nel presente, entra a far parte delle fibre della tua storia, si distingue dalle altre parole che ascoltiamo perché nel momento che le sentiamo, comincia già la Sua azione in noi.

L’invito di Gesù è di metterci ad ascoltare in qualsiasi condizione siamo, facciamoci ascoltatori, per sentir agire in noi quella Parola che ci risolleverà, ci darà la libertà e la vista, non solo in futuro, ma da oggi.

Siediti e ascolta comincia da te, perché Lui ha già cominciato.

 

 

La Parola che va diritta al cuore

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Sam 1,9-20

Salmo: 1Sam 2,1.4-8

Vangelo: Mc 1,21b-28

 

Gesù insegna con autorità e non come gli scribi, si perché la sua Parola è Parola del Padre e non parola di uomini. Gesù ci insegna come il Padre, e il fatto che anche gli altri se ne accorgono, vuol dire che ci sono delle parole che fanno pensare a Dio. In qualche modo si riconoscono nelle parole, tanto da sapere individuare da chi provengono.

E a noi capita? Gesù ci invita a far memoria in cui una parola detta o un gesto, ci hanno fatto pensare a Dio, magari era qualcosa di inaspettato e se non l’abbiamo riconosciuto, ora possiamo farlo; come un bambino che sa individuare la voce dei genitori in mezzo alle altre e sorride, reagisce a ciò che li viene detto.

Come è possibile questo? Perché le Parole di Dio che ascoltiamo sono in noi, in quanto siamo Suoi figli ed è proprio per questo che ci risuonano dentro anche quando non lo sappiamo. Riconosciamo che queste parole o gesti, in qualche modo corrispondono a noi, paradossalmente anche qualcosa che ci dà fastidio.

Gesù sa parlare al nostro cuore, sa smuoverci e questo dimostra che ci è vicino, non gli siamo indifferenti e anche se non lo riconosciamo nella nostra vita, Egli è qui per dirci quella Parola che va diritta al cuore.