Come Scelsi il mio Futuro

Era ancora, o meglio, era appena diventato Presidente della Repubblica OscaV Luigi ScalfaVo che il suddetto individuo bipede e bimane decise dopo lunga e profonda e ponderata e disincantata meditazione (sti cazzi ho solo pescato la pagliuzza più corta) di iscriversi al Liceo Scientifico, per la gioia di mio padre che mi vedeva già Ingegnere fisico, aereo, astro iper, spaziale orbitare sul mondo all’interno della sonda Soyuz, cosa che non ho mai realizzato così come non sono mai diventato ingegnere (tanto per dire che sono proprio l’orgoglio di papà). Avessi ammesso la verità e cioè che uscito dalla scuola media non sapevo che cippa fare così scelsi il Liceo Scientifico, sarebbe stato più onesto, ma sicuramente mi sarebbe costato due o tre anni nelle saline di Ostia! E poi scusa, vuoi mettere l’utilità di sapere calcolare il volume della padella antiaderente che ti vende Giorgio Mastrota in TV? (e infatti non lo so fare, sarà per questo che non ho fatto Ingegneria?) Pensavo di essere il solo ad avere scelto il Liceo a caso, ma poi mi sono reso conto che a parte il 2% degli studenti composti dai classici Secchioni Nerd Conquistatori del Mondo del Sapere, io facevo parte dell’altra schiera composta prevalentemente da  Metallari, Secchioni e Leccaculo, Bimbiminkia, Truzzi, Emo, Fancazzisti, Copia-compiti, Figli di papà. Insomma anche io avrei fatto parte di quell’immane esercito di Goblin chiamati studenti del Triennio che inutilmente avrebbe tentato durante l’anno di svolgere un sistema di 46 disequazioni di quattordicesimo grado a 23 incognite beccandosi sistematicamente (e contro tutte le leggi della Fisica delle Probabilità) Matematica a fine anno. Oppure citare inutilmente Parmenide (la realtà è un’illusione dei sensi) per cercare di giustificare l’uguaglianza formale sostanziale e materiale tra il proprio compito e quello del compagno di banco secchione Ginetto!
Dopo avervi raccontato il manifesto dell’inutilità dei miei 5 anni, nei quali sono riuscito a diventare pure rappresentante di classe in contumacia (nel senso che mi hanno eletto mentre io ero a casa con 40 di febbre) nonchè vice redattore del giornalino dei Debosciati che mi costò un otto in condotta e una sequela interminabile di visite guidate all’Ufficio del Preside
capirete perchè ho deciso di aprire un blog… Ah non l’avete capito? Nessun problema, è soltanto uno degli infiniti quesiti senza soluzione dell’esistenza umana, inutili almeno quanto questo post….

Dove vado?
I piedi richiedono il riposo da terra
da quest’inverno che non è oro
da questi sogni a forma di nembo.
Se potessi, mi ripeto più volte
leggere nel fondo degli occhi
o trovarvi diecimila arcobaleni
una verde foglia d’alloro, perfetta,
inventarti nel pensiero distratto
di una cupa notte silente.
Dove vado?
Il nero si stringe verso la cinta
avanza oltre il tuo profilo sbilenco,
trattengo ancora una stilla di voce,
per chiedere perchè mai
il difetto risieda nella fede
di chi pigramente osserva…

 

sguardo
“Al Freddo si giace spesso nel tepore di mille ricordi lasciati spegnersi”

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o
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Come Scelsi il mio Futuroultima modifica: 2017-08-26T10:19:11+02:00da Gian.Pisolo

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