Dolci Dolorosi Ricordi

Ieri mentre riordinavo (?) l’armadio mi sono capitati tra le mani i miei bellissimi pattini da ghiaccio. Ebbene sì, nell’era mesozoica avanzata anche il vostro paladino delle ingiustizie, noto con nome di Gian.Pisolo, si è cimentato, ma il termine corretto dovrebbe essere cementato, nella nobile arte del “fare figure di merda sul ghiaccio”. Non so chi volessi imitare, forse l’omino dell’olio cuore, fatto sta che al primo (e unico) tentativo di triplo tolup mi sono ritrovato col culo assiderato e con la tibia al posto del gomito. Per la serie “Mangiar bene per sentirsi INforme”. Credo di essere anche l’unico pattinatore in erba (ma si pattina sull’erba?) ad aver ideato nuove incredibili figure quali il loop con spanciata, doppio axel faccia a terra, la famosa caduta di rimbalzo sulle gengive e l’inossidabile, e scopiazzato goffamente pure da Carolina Kostner in ogni manifestazione mondiale che si rispetti, il triplo tolup con scivolata di culo. Mia madre mi disse un tempo che non appena comperati i pattini ho subito dimostrato una sfolgorante abilità nel loro utilizzo: ci ho messo appena 6 mesi per imparare ad allacciarli e, ancora meglio, ho imparato a scivolare e a cadere dai pattini prima ancora che a gattonare. Insomma per farla breve sono sempre stato il classico tipo che “si impegna molto ma è impedito”. Forse un po’ per sfottermi anche l’Amico_D ha cercato di incoraggiarmi a modo suo ricordandomi che il pattinaggio è come il Judo, l’importante è saper cadere e che, con lo stile tipico dei nanetti di gesso, io sapevo cadere così bene che probabilmente alle olimpiadi invernali di Torino avrei potuto vincere la medaglia d’argento (la Kostner resta comunque inarrivabile) nella combinata (categoria capitomboli). Avrei voluto prendere un po’ di lezioni, ma un istruttore vedendomi mi disse che lui non aveva abbastanza esperienza per insegnare a pattinare ad un essere vivente a metà strada tra l’omino Michelin e la boccia del Curling. Così ho alla fine desistito. Nel ripensare alla mia giovinezza sono stato assalito da una furibonda nostalgia. Avrei voluto indossarli di nuovo e riprovare l’ebbrezza (lo stato di ebbrezza lo provo tutti i sabati (mannaggia all’alcol test)) di fare qualche metro in posizione deltaplano. Probabilmente mia madre non sarebbe stata troppo felice di vedermi pattinare sul pavimento di piastrelle nuovo di pacca. Così ho fatto tre minuti di giravolte sul parquet della camera di mia sorella… E poi ho dato la colpa al gatto… Ah che bella giornata!

La fretta non morde il pane
è spesso senza denti, nè fame
non langue nelle inutili attese,
nè dove la linea del tempo chiede di sè.
Siamo cresciuti troppo e subito,
vivendo male gli anni infantili,
sbrecciando poco le ginocchia
e urlando troppo poco al vento.
Ora stai due passi avanti,
sembri piangere di vecchiaia,
e mi dai una colpa ignobile:
baciare quella bella malattia
che nessuno volle come dono.
E’ qui che l’anima del giorno si separa,
volge altrove un breve cenno,
tutto lentamente scioglie in rovina
tutto, anche uno stanco stupore.

2-1 bella

“Dio, dimmi a che età si smette di esser adulti, a che età si smette di piangere, soffrire, essere arrabbiati?”

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Dolci Dolorosi Ricordiultima modifica: 2018-11-25T11:38:03+01:00da Gian.Pisolo

2 pensieri riguardo “Dolci Dolorosi Ricordi”

  1. Non ci è concessa alcuna scelta
    non c’è via d’uscita
    siamo su un binario morto
    e se si aziona lo scambio
    ci immettiamo su un altro binario morto,
    lentamente si marcisce,
    e mentre l’odio della gente ci regala qualche ora di vita
    l’indifferenza ci dà il colpo di grazia.

    La poesia è un distillato di rimpianti.

  2. Vorrei avere il coraggio
    di scriverti quattro versi
    io
    invece
    li dedico al mondo
    perché ho paura del tuo imbarazzo
    della tua dolcezza
    del tuo cuore.
    Ho paura che scrivendoti
    tu possa considerarmi
    una pazza perversa
    mentre io sono
    solo incantata da te.
    Viaggio sulle note dell’impossibile
    sperando di trovarti a mezz’aria
    sbatterti contro
    e cambiare tutti i miei piani.
    Immagino che tu
    in questo oceano di parole
    ti accorga di me.
    Ho riempito
    il mondo di strofe
    per il terrore di guardarti negli occhi
    e dirti che
    quanto ho scritto
    è tutto per te. ♥️

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