Vita da Microbo

Nipote n° 3,14: “Zio, zio, mi regali un microscopio per il mio compleanno così posso studiare i capelli della mia Barbie e controllare se per caso ha i pidocchi???”. Ecco, te pareva, sti nanerottoli infami, che da poco hanno imparato a parlare, già esigono regali dal loro povero (e sottolineo il povero) zio. Addirittura un Microscopio. No dico, mi avesse chiesto un “Dolce Forno” con il quale autoavvelenarsi ingurgitando qualche brodaglia mefitica da lei stessa preparata! No! Esige un microscopio. Ha già imparato che microscopio deriva dal greco micron (piccolo) e Skopein (fare il guardone, la spia, ovvero farsi i fattacci degli esseri più piccoli) e che  è uno strumento che consente di ingrandire cose di piccole dimensioni. Scusate, ho spiegato male… (messa così, parecchi ne avranno già ordinato uno) volevo dire che vale per “vedere” le cose piccole più grandi, quindi inutile che proviate a ingrandire qualcosa dei vostri mariti/fidanzati o delle vostre mogli/fidanzate. Però che tenera mia nipote, ha imparato e preso tutto dallo zio (“preso” nel senso di rubato: soprattutto la pazienza) che usava il telescopio per spiare le vicine gnocche, mentre lei esige un bel microscopio per studiare il nucleo della buccia della cipolla. In fin dei conti la smania della scoperta e del “cognoscere” è un tratto distintivo della famiglia: ma questa è un’altra storia! Non ho ancora capito se lei voglia un microscopio ottico od elettronico. Ho però scoperto che i primi hanno bisogno della luce per funzionare, ma i secondi anche pure, quindi, dato che ho facoltà di scegliere, prenderò quello che costa meno, magari tarocco, fatto in Cina o alle Isole Cayman, importato illegalmente in Italia assieme ad un carico di Iguana Striati. Nel dubbio ho chiesto al mio vicino un consiglio, lui s’è subito allarmato, mi ha guardato con lo sguardo sprezzante e sprizzante dubbi amletici da ogni poro; si leggeva chiaramente in faccia la sua voglia di chiedermi “ma non vorrai mica spiare la mia super vita segreta immersa nella privacy più privata con quel trabiccolo????”. E’ stato abbastanza difficile fargli capire il significato di “insignificante” e che come premio per il suo aiuto gli avrei regalato la piscina gonfiabile di mio nipote per la sua piccola bambina, dopo averla riempita di Piranha ovvio. E mentre convinco mia nipote che per avere il microscopio deve mandare una lettera a Babbo Natale o magari a Salvini, io la mia letterina la mando alla Mondadori chiedendo se gentilmente hanno mai pubblicato un manuale su come si sopravvive felicemente ai Nipoti, ai Parenti e ai Vicini di casa. Magari se dopo aver pagato l’IMU mi resta qualche euro vado a suicidarmi da Mc Donald o nel Mulino Bianco perchè tanto come è sottolineato bene nella pubblicità “le cose belle succedono solo da loro”.

La radice di ogni problema
affonda infettando l’anima,
crogiola in un male pulsante,
una fucina di un’anima marcia,
si ciba della linfa del tempo
e cova latente il colpo inferto.
Sgranare i giorni al cospetto
di un’attesa volta all’immoto,
posterga il fragorio del tuono,
il rombo di un disgregarsi d’ossa,
un odore violento d’assillo…
Distendo le tende oltre il sole
e allargo per un secolo gli arti,
se si vive anche d’un attimo,
lo sbranerò sino al midollo
e del resto farò cenere e fuoco,
parole astiose abbandonate al vento…

870

“L’oscurità sembra avere occhi delineati e capire dove intenda nascondermi ogni qualvolta mi si rivolti l’anima”
(Clicca Qui)
O
(Clicca Qui)

Tenetevi Saldi!!!

Eh sì, anche nella mia città stanno impazzando e impazzendo i Saldi di inizio-centro-fine stagione. E già mia sorella è in defibrillazione, sarà che le ho messo il pacemaker e un ettolitro di valium nel caffè… Fare spese durante i saldi è uno sport estremo, ma una che si allena giorno e notte e fa ripetute di scatti da centometrista per accaparrarsi una camicetta viola in vero finto cotone con lo sconto dello 0.5 per mille, mica la capisco. “Non sei una donna, non puoi comprendere” come un ignaro ateo che si appresti a decifrare i segreti di Fatima, mi metto da parte e assisto alla lotta intestina per l’ultimo articolo.
“Lasciate ogni speranza o voi che entrate” mi verrebbe da dire allo stuolo di centinaia di persone schiamazzanti che si apprestano ad entrare nel negozietto 5×5 umiliando qualsiasi legge della fisica e del principio di impossibilità di Pauli (due corpi non possono mai occupare la stessa porzione di spazio nello stesso istante T0). Immagino già che le famiglia studieranno dei metodi per formare un unico nucleo modello Matrioska. Non sanno che è indispensabile fare spese da soli, perché la famiglia costituisce un ingombrante ostacolo durante la fuga…. Una volta ho provato anche io ad accompagnare la mia ex durante uno di questi Safari… “Ci metteremo al massimo un’oretta” osò insinuare l’ingenua sprizzando ottimismo da tutti i pori… “Stasera ceneremo nell’Ade” osai ribattere io al colmo del mio pessimismo cosmico… Alla fine vinsi a mani basse… E la frase “Ho visto cose che voi umani non potete neppure immaginarvi” non rende abbastanza l’idea…
Ho provato a contattare Renato Manhaimmer (mister sputacchio che opera sondaggi inutili nelle divertentissime puntate di Porta a Porta) il quale mi ha rivelato che fare spese durante i saldi è quasi impossibile, infatti la percentuale di riuscire ad acquistare l’articolo desiderato è pari al 1,2%, quella di sopravvivenza dello 0,6% (cioè è meno probabile sopravvivere che auto incendiarsi spontaneamente). D’altronde lo sanno tutti che In un arco di tempo di saldi abbastanza lungo l’indice di sopravvivenza di un individuo scende a zero, perciò si deve essere pronti a usare la violenza. Ecco io che ho fatto due lezioni di pugilato e tre di bricolage sono potenzialmente uno scarto evolutivo che perirebbe dopo solo 2 secondi. Neanche le mie infinite simulazioni con i migliori videogiochi sparatutto in commercio potrebbero darmi qualche chance di spuntarla…L’unica soluzione che ho ideato è quella di spendere tutti i soldi prima dell’arrivo di questo tragico momento… Così alla frase “Sono arrivati i saldi!” potrò tirare un sospiro di sollievo osservando i miei pochi risparmi che devono ancora mettersi le scarpe….

Sterpaglie e vecchi giunchi ho bruciato
nel vuoto riempito di un vuoto ulteriore,
ho caricato troppi sogni sulle spalle già gravate,
ho ridipinto gli aquiloni trasformandoli in farfalle…
Semmai occorresse ripesare tutte le parole
comincerei dai silenzi, quelli più insolenti,
quelli agghindati da speranze tutte mie…
Quanto sollievo appiccare incendi intestini
tra quei ricordi di carta e lacrime d’inchiostro
solo per poi doverti ricercare tra la cenere
e riscoprirti angusta oasi di un inospitale deserto.
Se abbracciato alla mia inutilità dovessi mai
mutare o disciogliermi di una forma che mi stringe
fino a far zampillare i pensieri dal cuore,
vorrei diventare un gelido vento d’inverno
per poter esser ovunque
senza essere qualcuno,
per poter esser invocato
senza esser importante,
per poter esser qualcosa
senza esser nulla!

2-1-2  bella

“A volte capisco Amleto e il suo dubbio… meglio non essere quel che sono nei momenti in cui non sono quello che vorrei essere”
 (Clicca Qui)
o
(Clicca Qui)