Repost : Casa

La casa, le chiavi, la libertà di aprire la porta ed entrare.

Invece mi sento estranea, allo spazio, al luogo, al tempo.
Straniera a casa mia, straniera tra quelle mura che ho camminato e guardato, che ho visto cambiare ed evolvere; che ho visto riempirsi di colori sempre diversi per ogni ora del giorno e della notte.

Le luci e le ombre a immortalare il tuo corpo, i riflessi del sole al tramonto sulle tue curve, che ho seguito con lo sguardo e con le dita in quelle foto scattate con chantelle bianco bordato rosa, che lasciava l’ombra del merletto sulla pelle abbronzata… e i capelli sciolti e morbidi ad accarezzarti il collo.

Ogni angolo di quella casa, il ramo, il gufo, la camera dei pesci, il faro,
l’acquario a separare la stanza, le luci invertite che ancora non ho imparato ad accendere,
le camere dei bimbi, i girasoli, le vostre foto appese a segnare il tempo, la cornice del nostro altare, la barca, le librerie in camera dei bimbi e il pax, il doppio specchio, le vetrine, le cagnoline, la barca in giardino, il mio cassetto ormai vuoto, le sedute del computer, il “tuo” computer, i cavi arrotolati e sospesi per aiutarti nelle pulizie, gli addobbi di natale, i pacchetti, i rituali, l’ospitalità, la magia di quelle stanze..
quanti cambiamenti, per fare spazio, per dare aria, per cambiare.

Il profumo.
Il profumo di casa.
Il profumo di quella casa è tutto suo. Sempre, anche con l’aria viziata dei giorni d’influenze, quella casa ha il suo profumo.
Lo sento anche ora e stare da te un tempo insieme mi faceva andar via con addosso quel profumo di casa mia nei vestiti e nel naso.

E la polvere, quella non la vedo mai, poi scopo e mi ritrovo la palettata di cui mi avevi promesso. Perché pulire, stendere, lavare, far la spesa, che non si riusciva a star separate, era naturale. Seguirsi tra le stanze e sfiorarsi e tenersi e abbracciarsi e sentirsi, quanto desiderio, quanta emozione, quando scombussolamento interiore ogni volta.
Seduta al tavolo di cucina, guardarti cucinare, guardarti sempre e ammirarti ogni volta… e tu, chiudendoti la porta alle spalle venivi a rubarmi un bacio.

Quante volte mi son chiesta e ti ho chiesta cosa ci trovassi in me, così diversa e così opposta, così pacata e semplice, che il confronto l’ho sempre dichiaratamente patito, possibilmente facendo un passo indietro in ogni situazione, per non disturbare, per guardarti meglio, per vederti spiccare, per vederti prendere il volo e ammirarti nella tua infinita bellezza, per gongolare e farmi invidiare sapendo che il posto dentro il tuo cuore era mio …
..che oggi fare quel passo indietro mi vien così difficile.

Starci bene. Starci serena. Starci e far l’amore senza chiave.

Chiavi, le chiavi di casa. Ospite, solo la prima volta.
Ospite oggi.
Entrare in punta di piedi e aver bisogno di tempo per togliersi le scarpe,
appoggiare la pianta del piede e muoversi senza rompere vetri, rimanere appoggiata alla cucina, alla porta ed essere frenata ad oltrepassare le stanze. Non aprire il frigo, non entrare in bagno, aspettare un invito.

Il tempo, e voler sfruttare ogni secondo, il tempo che non bastava mai, il tempo ch’era sempre tiranno. Quanto tempo.. c’è tempo..

Dicono che c’è un tempo per seminare
E uno che hai voglia ad aspettare
Un tempo sognato che viene di notte
E un altro di giorno teso
Come un lino a sventolare

C’è un tempo negato e uno segreto
Un tempo distante che è roba degli altri
Un momento che era meglio partire
E quella volta che noi due era meglio parlarci

C’è un tempo perfetto per fare silenzio
Guardare il passaggio del sole d’estate
E saper raccontare ai nostri bambini quando
È l’ora muta delle fate

C’è un giorno che ci siamo perduti
Come smarrire un anello in un prato
E c’era tutto un programma futuro
Che non abbiamo avverato

È tempo che sfugge, niente paura
Che prima o poi ci riprende
Perché c’è tempo, c’è tempo c’è tempo, c’è tempo
Per questo mare infinito di gente

Dio, è proprio tanto che piove
E da un anno non torno
Da mezz’ora sono qui arruffato
Dentro una sala d’aspetto
Di un tram che non viene
Non essere gelosa di me
Della mia vita
Non essere gelosa di me
Non essere mai gelosa di me

C’è un tempo d’aspetto come dicevo
Qualcosa di buono che verrà
Un attimo fotografato, dipinto, segnato
E quello dopo perduto via
Senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
La sua fotografia

C’è un tempo bellissimo, tutto sudato
Una stagione ribelle
L’istante in cui scocca l’unica freccia
Che arriva alla volta celeste
E trafigge le stelle
È un giorno che tutta la gente
Si tende la mano
È il medesimo istante per tutti
Che sarà benedetto, io credo
Da molto lontano
È il tempo che è finalmente
O quando ci si capisce
Un tempo in cui mi vedrai
Accanto a te nuovamente

Mano alla mano
Che buffi saremo
Se non ci avranno nemmeno
Avvisato

Dicono che c’è un tempo per seminare
E uno più lungo per aspettare
Io dico che c’era un tempo sognato
Che bisognava sognare

Canta di tanti tempi, che si vivono, si intrecciano, si perdono, si sognano,
c’è tutto dentro questa poesia, c’è anche questo nostro tempo di oggi. C’è un finale che vorrei, c’è un finale che non vorrei.
C’è la paura, la disperazione, l’abbandono, la speranza. C’è il vissuto, c’è il vivere.

C’è quello che sento oggi. C’è solo quello che vedo “sopra e sotto il mio naso”.

C’è il tempo di oggi, che vivo così.

Ho scritto parecchio 4 anni fa.
Ritrovo parole e sensazioni vive.
Incertezze e paure.

Fatico a rassegnarmi alla realtà, questa, snervante,
nascosta, chiusa, prigioniera, timorosa,
non ti vede più nessuno, nessuno sa nulla.

..”Ti ho vista” almeno tre volte,
sobbalzando di speranza, trepidando di emozione.

Verrà, un altro tempo.

Repost : Casaultima modifica: 2021-08-31T13:20:46+02:00da viaggio_in_passi