Poi Giuro, Basta

perché io continuo a pensare, parlare, scrivere, immaginare.

senza risposta.
senza confronto,
senza considerazione.
Il mio spazio nella tua vita oggi

L’escalation?

Non ci sentiremo più per un po’, respirerai, poi ci riproverò con una consegna sotto Natale, sarò evitata come la peste nera, ci rimarrò male, mi chiamerai per Natale, non ti risponderò, non ci sentiremo più per un po’, respirerai, poi un messaggino, amici comuni che ci chiedono, la voglia di sapere di “esserci”, ci sentiremo, mi ripartirà il motore emotivo, me lo gestirò tra pensieri senza risposta, passeranno giorni di silenzio, respirerai..

Mi darai ragione. senza lotta, senza speranza, senza.

sono passano così due anni, quattro e mezzo..

è un attimo che ne passino cinque, sei, dieci, quindici.

identici.
con il pensiero ogni mattina di sentirti
con la speranza ogni sera di raccontarti
e cercarti, sempre.

Lo so che sono pesantissima. che leggermi così, sfianca anche me. Fino a che non risolveremo, i nostri dieci minuti l’anno al telefono ricadranno sempre sugli stessi argomenti: ti sgridano tutti, hai trovato una quadra, somatizzi e lavori per evitare il delirio, respiri attimi di bellezza.

Mi senti senza volermi
mi parli senza parlarmi
mi vedi senza vedermi
mi cerchi senza cercarmi
ti manco senza mancarti

Ho bisogno di sentirmi dire che abbiamo avuto tutto quello che dovevamo avere.
Che non c’è altro spazio. Non hai la forza di farlo per avermi. Non c’è tempo.

Parlare di Tempo e Spazio, con te, per quanto si possa essere cambiati, non può non portarti a una riflessione.
Che spazio e tempo, facendoti in 1000 lo trovi per chi vuoi.
Piuttosto che per me, per chiunque altro.

questo leggo nei fatti, tra le righe e nei racconti.

.

Se così è, mi concedi un ultimo appuntamento?
Litigherai ma sarà l’ultima… per me.

.

Oggi

..che passa la notte, e si apre un nuovo giorno…

.

.

.

Io ribollo, scrivo poemi e faccio mille castelli, discorsi, supposizioni.

Cancello, poi, che ci manco io.

.

.

Quale senso ha la mancanza che senti?

Non c’è necessità di soddisfarla?

Riesci a risolverla parlandomi a ‘voce alta’?

 

 

 

Piangere

Che non so fare altro, non sento il potere di quel tanto osare che decanto; devo preavvisarti per avere reazione immediata, di allontanamento.

Continuo a irrigidirmi sui giorni, mesi e anni ma non è l’idea di perdere me che ti fa salire il nodo in gola ed è questo che dovrebbe/deve bastarmi.

È ogni volta sapere di essere passata.

È ogni volta sapere di essere un problema in più.

 

Ci sono. E lo sai

Arranco e faccio fatica.

 

Mi mangio la lingua ogni volta perché butto le bombe, non devi sapere, non devi compatire, non devo arrivare a morire per poterti avere, non voglio sia quello a muoverti.

Lo hai sempre ‘rinfacciato’ a me, facendomi notare cosa muoveva le mie azioni.

Sentirti mi frega, sciolgo le resistenze e apro le barriere, naturalmente. Mi fido e mi affido e sembra una relazione d’Amore clandestina.

Prima e anche adesso.

Clandestina a noi, prima di tutto.

Nei messaggi posso fare la sostenuta, nelle telefonate no, ho sete, tanta.

Non penso cambierà, che se ne vada oppure no, perché la rincorreresti.. un po’ come se avessi fatto pace con la prigionia: è così, prendi il bello e vai avanti, è l’altra faccia della medaglia che ti riconosce stoica portatrice della bandiera dell’amore. ‘Dopo aver tanto lottato vuoi buttar via tutto quello che hai conquistato?!?’ chissà se te lo  dice il tuo inconscio.

 

Vorrei essere luce, vorrei fossimo, ancora.

Vorrei ubriacarmi di noi.

Nel frattempo il sole è tramontato, asciugo l’acqua salata e riparto.

 

5474 baci

 

 

1^  sosta: Che poi forse è anche fastidioso e ripugnante sentirtelo ogni volta sbattere in faccia così, l’amore.

 

2^ sosta: che poi forse tutto ti fa stare, tranne bene, il sentirmi.. che con questi retropensieri è più alta la voglia di dileguarsi piuttosto che stare.

 

3^ sosta: chissà se alla fine ti sembrerà tutto un discorso simil adolescenziale… E chissà dov’è finita tutta quella libertà di cui tanto decantavamo

 

4^ sosta: come se avessimo parlato ininterrottamente 4 ore.

 

5^ sosta: quando l’appuntamento in agenda non sarà più un salvavita. Ecco  mi piacerebbe fosse desiderio e fibrillazione l’incontrarsi.

 

6^ sosta: scrivoecancello scrivoecancello scrivoecancello. Va bene così.

 

Un ultimo bacio… 5475.

 

 

 

 

 

Giorni

cerco senza cercare immaginando fossi stata invitata e presente. Ti trovo nelle foto, oggi.

quando l’ho saputo avevo pensato che ci sarebbe stata una reunion ristretta 2003-2005, non mi sono sbagliata.

quando l’ho saputo, avevo immaginato tutto, ma sapevo già che non sarei potuta esserci, neppure per un passaggio veloce.

Sei bella, bellissima.
Mi commuovi, mi attraversi.

.

e poi mi fai incazzare, ti odio e Ti Amo.

.

Ti Amo.

.

Tutto diverso, tutto distante, tutto altrove, tutto lontano, tutto impossibile,
Tu, tutta proiettata via.
Lo so, so tutto.

Qui o altrove, non posso far finta che io sia altro
se voglio star integra con me stessa

 

 

Repost : Casa

La casa, le chiavi, la libertà di aprire la porta ed entrare.

Invece mi sento estranea, allo spazio, al luogo, al tempo.
Straniera a casa mia, straniera tra quelle mura che ho camminato e guardato, che ho visto cambiare ed evolvere; che ho visto riempirsi di colori sempre diversi per ogni ora del giorno e della notte.

Le luci e le ombre a immortalare il tuo corpo, i riflessi del sole al tramonto sulle tue curve, che ho seguito con lo sguardo e con le dita in quelle foto scattate con chantelle bianco bordato rosa, che lasciava l’ombra del merletto sulla pelle abbronzata… e i capelli sciolti e morbidi ad accarezzarti il collo.

Ogni angolo di quella casa, il ramo, il gufo, la camera dei pesci, il faro,
l’acquario a separare la stanza, le luci invertite che ancora non ho imparato ad accendere,
le camere dei bimbi, i girasoli, le vostre foto appese a segnare il tempo, la cornice del nostro altare, la barca, le librerie in camera dei bimbi e il pax, il doppio specchio, le vetrine, le cagnoline, la barca in giardino, il mio cassetto ormai vuoto, le sedute del computer, il “tuo” computer, i cavi arrotolati e sospesi per aiutarti nelle pulizie, gli addobbi di natale, i pacchetti, i rituali, l’ospitalità, la magia di quelle stanze..
quanti cambiamenti, per fare spazio, per dare aria, per cambiare.

Il profumo.
Il profumo di casa.
Il profumo di quella casa è tutto suo. Sempre, anche con l’aria viziata dei giorni d’influenze, quella casa ha il suo profumo.
Lo sento anche ora e stare da te un tempo insieme mi faceva andar via con addosso quel profumo di casa mia nei vestiti e nel naso.

E la polvere, quella non la vedo mai, poi scopo e mi ritrovo la palettata di cui mi avevi promesso. Perché pulire, stendere, lavare, far la spesa, che non si riusciva a star separate, era naturale. Seguirsi tra le stanze e sfiorarsi e tenersi e abbracciarsi e sentirsi, quanto desiderio, quanta emozione, quando scombussolamento interiore ogni volta.
Seduta al tavolo di cucina, guardarti cucinare, guardarti sempre e ammirarti ogni volta… e tu, chiudendoti la porta alle spalle venivi a rubarmi un bacio.

Quante volte mi son chiesta e ti ho chiesta cosa ci trovassi in me, così diversa e così opposta, così pacata e semplice, che il confronto l’ho sempre dichiaratamente patito, possibilmente facendo un passo indietro in ogni situazione, per non disturbare, per guardarti meglio, per vederti spiccare, per vederti prendere il volo e ammirarti nella tua infinita bellezza, per gongolare e farmi invidiare sapendo che il posto dentro il tuo cuore era mio …
..che oggi fare quel passo indietro mi vien così difficile.

Starci bene. Starci serena. Starci e far l’amore senza chiave.

Chiavi, le chiavi di casa. Ospite, solo la prima volta.
Ospite oggi.
Entrare in punta di piedi e aver bisogno di tempo per togliersi le scarpe,
appoggiare la pianta del piede e muoversi senza rompere vetri, rimanere appoggiata alla cucina, alla porta ed essere frenata ad oltrepassare le stanze. Non aprire il frigo, non entrare in bagno, aspettare un invito.

Il tempo, e voler sfruttare ogni secondo, il tempo che non bastava mai, il tempo ch’era sempre tiranno. Quanto tempo.. c’è tempo..

Dicono che c’è un tempo per seminare
E uno che hai voglia ad aspettare
Un tempo sognato che viene di notte
E un altro di giorno teso
Come un lino a sventolare

C’è un tempo negato e uno segreto
Un tempo distante che è roba degli altri
Un momento che era meglio partire
E quella volta che noi due era meglio parlarci

C’è un tempo perfetto per fare silenzio
Guardare il passaggio del sole d’estate
E saper raccontare ai nostri bambini quando
È l’ora muta delle fate

C’è un giorno che ci siamo perduti
Come smarrire un anello in un prato
E c’era tutto un programma futuro
Che non abbiamo avverato

È tempo che sfugge, niente paura
Che prima o poi ci riprende
Perché c’è tempo, c’è tempo c’è tempo, c’è tempo
Per questo mare infinito di gente

Dio, è proprio tanto che piove
E da un anno non torno
Da mezz’ora sono qui arruffato
Dentro una sala d’aspetto
Di un tram che non viene
Non essere gelosa di me
Della mia vita
Non essere gelosa di me
Non essere mai gelosa di me

C’è un tempo d’aspetto come dicevo
Qualcosa di buono che verrà
Un attimo fotografato, dipinto, segnato
E quello dopo perduto via
Senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
La sua fotografia

C’è un tempo bellissimo, tutto sudato
Una stagione ribelle
L’istante in cui scocca l’unica freccia
Che arriva alla volta celeste
E trafigge le stelle
È un giorno che tutta la gente
Si tende la mano
È il medesimo istante per tutti
Che sarà benedetto, io credo
Da molto lontano
È il tempo che è finalmente
O quando ci si capisce
Un tempo in cui mi vedrai
Accanto a te nuovamente

Mano alla mano
Che buffi saremo
Se non ci avranno nemmeno
Avvisato

Dicono che c’è un tempo per seminare
E uno più lungo per aspettare
Io dico che c’era un tempo sognato
Che bisognava sognare

Canta di tanti tempi, che si vivono, si intrecciano, si perdono, si sognano,
c’è tutto dentro questa poesia, c’è anche questo nostro tempo di oggi. C’è un finale che vorrei, c’è un finale che non vorrei.
C’è la paura, la disperazione, l’abbandono, la speranza. C’è il vissuto, c’è il vivere.

C’è quello che sento oggi. C’è solo quello che vedo “sopra e sotto il mio naso”.

C’è il tempo di oggi, che vivo così.

Ho scritto parecchio 4 anni fa.
Ritrovo parole e sensazioni vive.
Incertezze e paure.

Fatico a rassegnarmi alla realtà, questa, snervante,
nascosta, chiusa, prigioniera, timorosa,
non ti vede più nessuno, nessuno sa nulla.

..”Ti ho vista” almeno tre volte,
sobbalzando di speranza, trepidando di emozione.

Verrà, un altro tempo.

“Scappare un pochino..”

Già, scappo anche io, che non è cambiato niente lì e forse neppure qui.

Scappo per non soffocare, scappo per respirare, scappo per riempire gli occhi, scompigliare i capelli, perché il vento faccia più rumore dei pensieri, perché la burrasca scuota, infranga, capovolga.
Scappo dalla pioggia e dalla solitudine, dalla pesantezza di passi assenti e dalla depressione di un senso di smarrimento che arriva sempre più pressante.

Scappo per cercarmi nel mondo, per ritrovare l’essenza, per provare a vedermi e a guardarmi, magari riflessa in qualche vetrina.
Scappo per vigliaccheria.
Scappo per mancanza di forze, scappo per senso di inanità, scappo anche per vergogna.