E in un attimo torno bambina, per pochi istanti.
Il tempo di sentire squillare il telefono e di visualizzare da fuori quell’angolo preciso.
Un mobile color noce, dai contorni arzigogolati ma delicati, lisci e morbidi.
Un centrino fatto all’uncinetto dalle tue mani, bianco, rigorosamente bianco,
lungo e rettangolare a tenere perfettamente la misura del mobile.
Un telefono appoggiato, una bimba che arriva di corsa, con i capelli raccolti in due codini, e gli occhi in linea col piano, allunga la mano destra e prende la cornetta:
“Pronto?”
“Pronto!”
Ti riconosco immediatamente, e poi svanisce tutto.
Ci penso.
Forse non ti avevo ancora sognata, sicuramente non ti ho mai sognata di recente.
Singolare che io non ti abbia vista e che tu mi abbia chiamata, da “un altro posto”.
Singolare che di tutto quanto tu potessi dirmi, mi hai solamente detto “Pronto”.
Forse, oggi è pronto davvero.