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LA MALATTIA INFIAMMATORIA PELVICA....

Post n°333 pubblicato il 09 Giugno 2015 da un_uomonormale

I  microrganismi  che  possono  essere  responsabili  della  malattia  Infiammatoria  Pelvica nonchè  le  diffioltà  ad  individuarli  con certezza,  spiegano  come  non  esistano  per  molti  casi,  trattamenti  di  sicura  efficacia.  Se  poi  la  salpingite(infiammazione  alle  tube),  o  la  salpingo-ovarite(infiammazioni che interessano simultaneamente tube e ovaie)  sono  di  notevole  gravità  e  si  è  formato  addirittura  un  ascesso  tubo  ovarico  od  un  ascesso  pelvico,  anche  se  si  è  individuato  il  germe  o  i  germi  responsabili  della  lesione  e  la  loro  sensibilità  a  determinati  antibiotici,  non  sempre  il  trattatamento  medico  ha  successo.  Qualche  volta  per  evitare  la  rottura  della  raccolta;  cosa  molto  facile  se  il  diametro  supera  i  7-8 cm,  occorre  fare  ricorso  all'intervento  chiurugico.  In  buona  sostanza,  il  problema  sta  tutto   nell'evitare  la  comparsa  della  malattia  infiammatoria  pelvica  attraverso  una serie  di  provvedimenti  preventivi.

La  prima  regola  è  quella  di  trattare  precocemente  le  infezioni  trasmesse  sessualmente  e  localizzate  al  tratto  basso  dell'apparato  genitale  e  di  adottare  una  terapia   anche  per  il  partner,  onde  evitare   reinfezioni  ed  il  diffondersi  della  malattia.  Si  deve  ricordare  che  spesso  i  partner  di  donne  che  hanno  una  malattia  pelvica  da  Chlamydia,  da  gonococco  o  da  latri  germi,  sono  spesso  asintomatici,  ma  comunque  portatori  dell'agente  patogeno.  Poichè  è  accertato  che  la sede  più  frequente  dove  sono  reperibili  questi  agenti  è  l'endocervice;  ovvero   l'interno  del  collo   dell'utero,  è  bene  che  si  inizi   a  ricercare   a  questo  livello  e  qualora  si  reperisca   uno  di  questi  microrganismi  o  talvolta  anche  più  di  uno,  è  indispensabile  sottoporre  la  donna   ed  il  suo  partner,  anche  se  in  assenza  di  sintomi,  al  trattamento  con  eritromicina  o  tetraciclina  per  eliminare  la  Chlamydia  e/o  quella  con  penicillina  per  eliminare  il   gonococco.

In  un  altro  gruppo  di  pazienti  nel  quale  deve  essere  svolta  un'attenta  prevenzione  delle  infezioni  alle  Tube(salpingite)  acute  è  quello   di  coloro  che  utilizzano   i  dispositivi  intrauterini.  Questo  controllo  comprende  la  necessità  di  accertare,  prima  dell'inserimento  del  dispositivo,  che   non  esistano  in  atto  delle  infezioni  genitali,  magari  asintomatiche,  e  l'esclusione  da  questo  tipo  di  contraccezione,  di  quelle  donne  nella  cui  anamnesi  figuarno  episodi  si  infezioni  alle  Tube(salpingite)  acuta,   cronica,  aborti  settici,  infezioni  del  post-parto.

Quando  la  malattia  infiammatoria  pelvica  è  già  evidente  clinicamente  la  terapia  deve  essere  istituita  senza  indugi  di  nessun  tipo.

Se  viene  fatta  una  laparoscopia  a  scopo  diagnostico  si  potrà  valutare  anche  la  gravità  e  l'estensione  della  malattia  e  si  potrà  raccogliere  la  secrezione  delle  Tube  o  il  fluido  peritoneale  e  su  questo  avviare  la  ricerca  battereologica.   La  scelta  degli  antibiotici  in  attesa   o  in  assenza  dell'esito  battereologico  e  colturali  deve  essere  fatta  in  base  a  quando  le  moderne  ricerche  epidemiologiche  hanno  indicato  circa  la   causa  più  frequente  di  infezioni  alle   Tube.  Si  deve  tenere  conto  dell'alta  frequenza  delle  infezioni  da  Chlamydia   e  da  gonococco,  nonchè  dell'elevato  numero  di  forme  sostenute   da  germi  anaerobi  gram-negativi  e  di  forme  miste  dovute  alla  associazione  di  staphylococco  aureus  che  rende  resistenze  alla  comune  penicillina.

Per  concludere   trovano  indicazioni  nell'ambito  di  un  trattamento  medico  o  post-chirurgico  delle  donne  croniche   e  di  taluni  esiti  di  queste  le  terapie  termeli,  o  la  crenoterpia.  Si  rivelano  sensibili  a  questo  trattamento   soprattutto  le  infezioni  alle  tube  e  le  periovaro-salpingiti  croniche  che  sono  insorte  nel  post-parto  o  dopo  un  aborto.  Le  acque  più  indicate  per  queste  forme  sono  le  Salsoiodiche,  le  clorurosodice  e  le  solfuree  sotto  forma  di   bagni  o  di  fangature  sull'addome.  La  terapia  termale  deve essere  attuata  quando  la  fase  evolutiva  della  malattia  è  stata  superata  da  molto  tempo  e  non  prima  che  siano  trascorsi  due  anni  da  eventuali  espisodi  acuti.  La  causa  tubercolare  della  infiammazione  controindica  questo  tipo  di  trattamento.

 
 
 
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