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ENRICO RUGGERI, IL SUO ROMANZO

Post n°1311 pubblicato il 30 Ottobre 2011 da amazzoneperforza

ENRICO RUGGERI PUBBLICA IL PRIMO ROMANZO

Il primo romanzo di Enrico Ruggeri, milanese che a Milano ha ambientato “CHE GIORNO SARA’”, arriva dopo qualche sacrifico e dopo otto libri già pubblicati, e parla della sua “non vita”, dell’incubo ricorrente di chi producendo un singolo di successo teme l’effetto fast-food, quello che dopo pochi attimi di notorietà ti ribalta nell’abisso dell’anonimato. Ma come spesso si crede, la colpa questa volta non è della società, della politica, del cambiamento climatico. E’ un semplice ma alquanto realistico demerito, o meglio mediocre talento. E come dice l’autore, spesso la piaga sociale del voler essere bravo a tutti i costi genera cantanti poco validi ma convinti che basti insistere per poter andare avanti…

Enrico, tu sei di Porta Romana, quale è il tuo rapporto con Milano?
Ottimo! Ci ho sempre abitato non sono di quelli milanesi che un giorno scapperà, io mi sento protetto da Milano.

Il tuo romanzo si chiama “Che giorno sarà”, è una domanda che ti fai spesso?
Io mi faccio la domanda abbastanza raramente,nel senso che lotto perchè ogni giorno sia quello che voglio io, e credo di essere abbastanza padrone della situazione.

Ci sono band milanesi o uscite da XFactor che ti sono rimaste particolarmente impresse?
A x factor le band purtroppo erano poche, quelle che mi interessava e che ho portato avanti sono i Kymera.
A milano c’è un bel fermento, forse più per il rap, l’hip hop, e da li uscirà molta gente interessante per il futuro.

Come è cambiata la musica a Milano , quando hai cominciato tu dove si andava?
Quando ho cominciato a fare musica io i posti non erano molti, c’erano le scuole occupate, quando c’era una scuola occupata ci andavi a suonare…Non c’era la cultura dei club, siamo negli anni ottanta, il disc jockey era più imprtante del musicista.Da questo punto di vista oggi c’è più possibilità di suonare, in genere c’è la possibilità di suonare solo le cose degli altri però, ci sono tantissime cover band, tribute band piuttosto che le band.

Che tipo di milanese è il tuo protagonista?
Il libro è quasi tutto ambientato a Milano, e il protagonista è un ragazzo che ha dei sogni, che vuole fare il cantante e in parte ci riesce, è molto contestualizzato nella città e nel locale in cui suona. Nonostante l’ambientazione risalga agli anno 60, 70, io credo che anche oggi avrebbe dei problemi,passa più tempo negli uffici che in sala prove, è convinto che per emergere ci vogliano queste conoscenze, ed in parte è vero, ma solo se alla base c’è del talento e del lavoro.

C’è qualche cosa per cui ringraziare Milano o insultarla?
No, io la ringrazio perchè è la città più europea, una finestra sull’Europa e in parte sul mondo, perchè è una città ospitale e di sicuro crea più possibilità della media delle altre città italiane.Non mi viene in mente qualche cosa di Milano che non mi piace, ultimamente un clima forse un pò violento, come del resto capita un pò in tutto il mondo.

 http://enjoymilano.ilgiornale.it/?p=747

 
 
 
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