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Eroe per caso?

Post n°326 pubblicato il 25 Novembre 2015 da LunaRossa550
 

Vi spiego dove sta la differenza tra Vittorio e Valeria

in Ultimissime / by / on 23 novembre 2015 at 19:01 /

vavitt

Vorrei partire con una domanda, apparentemente senza senso. Se invece di una sola ragazza italiana, fossero rimasti uccisi dieci o venti o trenta giovani, sempre italiani, li avremmo poi tutti quanti "santificati" a tal punto da far ricadere su ciascuno di essi quell'attenzione mediatica che invece ha avuto Valeria?

Di propositi ho detto "giovani", sì perché, se fossero stati degli anziani, forse avrebbero avuto solo qualche misera considerazione.

Ma la tragica fine di una sola, per di più ragazza, ha dato il via mediatico perché si arrivasse in pochi giorni a farne una eroina.

Non discuto sulla bontà morale della ragazza, discuto e non condivido tutta l'enfatizzazione che se ne è fatta, come se si trattasse di una martire sacrificata sull'altare della patria.

La vera domanda, comunque, è un'altra: chi è il vero eroe? A parte la mia personale antipatia verso la parola "eroismo", che andrebbe in ogni caso usata con eccessiva moderazione, basta per essere eroe restare "vittima" inconsapevole di un attentato terroristico? Per me, eroe è colui che, anche senza arrivare ad una tragica morte, ogni giorno si sacrifica per un nobile ideale, e per questo ideale rischia la vita. Non è tanto la sua morte tragica a farne un eroe, ma la sua fede e la sua testimonianza di vita per un ideale umanitario. Se, ad esempio, Martin Luther King, o Giovanni Falcone o Paolo Borsellino, o Vittorio Arrigoni fossero morti a causa di un banale incidente stradale, la loro testimonianza dovrebbe forse valere di meno?

Ma può capitare anche, ed è questo il paradosso, che la tragica morte di una normale ragazza per un attentato terroristico, può dare l'avvio a un tale meccanismo da metterla sullo stesso piano, ad esempio, di Vittorio Arrigoni. Ma con una differenza altrettanto paradossale: la ragazza tal dei tali (che si chiami Valeria o Marina, non importa!) ottiene un totale riconoscimento da parte di un intero Paese (che non ha ottenuto invece Vittorio Arrigoni, maltrattato anche dopo la sua morte), e un funerale di Stato (al funerale di Vittorio non c'era alcun rappresentante in veste ufficiale dello Stato italiano).

Vorrei essere ancora più chiaro. Non è mia intenzione mettere in antitesi due giovani per la loro rettitudine morale, ma vorrei dire che Valeria è rimasta "vittima", per caso, di un attentato, mentre Vittorio Arrigoni è stato ucciso, a causa del suo impegno umanitario.

Già dire "è rimasta vittima" dice la differenza tra una morte e l'altra. Vittorio Arrigoni non è stato la "vittima" di un gesto folle. Chiarisco meglio. Ai terroristi, di qualsiasi fondamentalismo, non interessa colpire i migliori, ma colpire alcuni "simboli" dell'Occidente odiato, per cui una persona vale l'altra (Valeria, Marina, Angela o Mario, Filippo ecc.). Le vittime dei terroristi sono per loro "anonimi". Vittorio Arrigoni, invece, non era un "anonimo": il suo nome e il suo volto davano fastidio, per questo lo hanno ostacolato, e fatto fuori.

Nella sua "Vita di Galileo", Bertold Brecht fa dire allo scienziato le parole diventate poi famose: «Sventurata la terra che ha bisogno di eroi», replicando all'allievo Andrea Sarti che aveva appena detto: «Sventurata la terra che non ha eroi». Brecht prefigurava una società futura e migliore, fondata sulla normalità di cittadini onesti e non sulle eccezioni.

Da parte mia, vorrei aggiungere: sventurata ancor più una società che s'inventa "eroi per caso".

Ritengo, dunque, del tutto paradossale e inaccettabile ciò che è successo in questi giorni in Italia, con la santificazione o sublimazione di una ragazza "normale", che ha avuto solo la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato e nel momento sbagliato.

Bastava dire che era una "brava" ragazza, a cui un tragico destino ha tolto quella vita che lei amava follemente. Tutto qui. Senza aggiungere altro.

Dire che è stata una eroina è come offendere tutte le brave ragazze d'Italia. 

NOTABENE

Ho appena saputo della scelta dei genitori di Valeria di volere funerali civili per la propria figlia. Motivazione? Dare a tutti, di qualsiasi fede religiosa e non, di partecipare. La motivazione mi lascia di stucco. Certo, ognuno è libero di decidere tra funerali religiosi o civili, ma scegliere in vista di una maggiore partecipazione è sinceramente riprovevole.

Quando è stato ucciso Vittorio Arrigoni da più parti si sono invocati funerali civili, interpretando erroneamente una volontà inconscia dello stesso Vittorio. I genitori, con la sorella, hanno deciso per i funerali religiosi. Ho partecipato personalmente a quei funerali, e a dire la verità avevo qualche dubbio, data anche la grande partecipazione di palestinesi musulmani. Ma vi assicuro che è stata una cerimonia commovente: prima il momento religioso, a cui hanno aderito anche i musulmani con grande raccoglimento, e poi il momento civile.

Anche in questo sta una sostanziale differenza tra Vittorio e Valeria. Stavolta per merito o per colpa di genitori che hanno o non hanno guardato al falso consenso generale.
Di Vittorio è rimasto ancora un vivo ricordo tra la gente di un certo spessore morale e umanitario, di Valeria resteranno solo ceneri. Non lo dico con cattiveria, ma perché Vittorio ha lasciato un "segno Umano", Valeria solo una scia mediatica inconsistente che sfumerà, man mano passerà il tempo.

È veramente deprimente mettere su un piedistallo una persona "qualunque", uccisa per caso.

*********************

Ecco, ho voluto riportare  questo post letto, non perchè lo condivida in toto, anzi... devo dire che sento un po' di acredine  nel sottofondo dell'articolo, che mi infastidisce e comunque, su alcune cose concordo mentre su altre no.

Parto dalla fine... Trovo inopportuno il  criticare, da parte di Don Giorgio,  la scelta dei genitori dei funerali civili, perché rifiuto categoricamente l'idea  che abbiano fatto la scelta per avere una maggiore partecipazione ai funerali.... 
Ho trovato i genitori di Valeria Solesin (come a suo tempo quelli di Vik) estremamente dignitosi e coerenti con le scelte di vita della figlia, ed ho trovato in loro,  la stessa forza di quel marito francese che, perdendo la moglie nella strage di bataclan,  ha scritto ai terroristi che non avranno mai da lui (da loro) l'odio che fomentano...  atteggiamento che trovo estremamente ammirevole, proprio come Vittorio chiedeva sempre ripetendo come un mantra  "RESTIAMO UMANI" .

Anche io ho provato un senso di "fastidio" sentendo che tutti i media  parlavano di Valeria come eroina, in riferimento a come è morta....  Condivido  il fatto che essere "vittima inconsapevole di un attentato terroristico" non fa di NESSUNO un eroe...  ma proprio perché anche per me "eroe" è la persona che ogni giorno rischia la sua vita per un ideale, che si sacrifica per una idea nobile..... se vogliamo vedere, Valeria non è morta da eroe (come tutti i mass media hanno scritto), ma ha provato a vivere cercando d'esserlo, avendo speso parte della sua breve vita, facendo volontariato dentro la struttura di Emergency (anche se non so con quale ruolo).

Avrei preferito insomma che don Giorgio  mettesse in risalto le differenze tra la morte vi Valeria e quella di Vittorio (che io adoro), senza però svilire la persona di Valeria e senza rattristare (e forse offendere) i suoi genitori qualora leggessero le parole scritte da Don Giorgio.. 

 
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Rispondi al commento:
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 27/11/15 alle 20:11 via WEB
Ma non che non le dispiaccia...
Non vedi che quel faccione giallo-arancio di Laura è sempre sorridente?
 
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