Creato da LI.ST.EN il 25/02/2012

Special Soundtrack

Akira Kourosawa: "Il cinema racchiude in sé molte altre arti; così come ha caratteristiche proprie della letteratura, ugualmente ha connotati propri del teatro, un aspetto filosofico e attributi improntati alla pittura, alla scultura, alla musica.

 

« Gesù di Nazareth. »

Come eravamo

Post n°9 pubblicato il 11 Aprile 2012 da LI.ST.EN
 

 

 

Regia: Sidney Pollack *** Musica :  Marvin Hamlisch

Cast

Robert Redford: Hubbel Gardiner
Barbra Streisand: Katy Morosky
Bradford Dillman: J.J.
Lois Chiles: Carol Ann
Patrick O'Neal: George Bissinger
Viveca Lindfors: Paula Reisner
Allyn Ann McLerie: Rhea Edwards
Murray Hamilton: Brooks Carpenter

Come Eravamo  (The  Way We Were)
e’ uno di quei film che si presta a letture multipiano,
in cui una parte della vicenda pare sempre fare da scheletro per l’altra.
Per la prima volta sullo schermo, è la storia d’amore,
il pretesto per raccontare alcune pagine della storia politica americana,
o  viceversa, e’ la politica a fare da sfondo
ad una delle piu’ complesse e sfumate storie d’amore mai raccontate.

 

 

 

 

 

 

              La trama

Katy Morosky ragazza ebrea,
appartenente alla Lega dei Giovani Comunisti,
progressista e sempre in prima linea,
Hubbell Gardiner, giovane e bellissimo esponente
della upper class bianca e protestante statunitense 
conservatore e disimpegnato sono i protagonisti
di questo film che narra la storia di due giovani intelligenti, 
promettenti, brillanti e focosi
e pare sostenere la controversa teoria
secondo cui un uomo e una donna
a parita’ di intelligenza e spessore
vedranno sempre lui un pizzico piu’ indietro rispetto a lei...
eppure non è il solito biondo belloccio, anche se lei
ne rimane affascinata prima ancora di poterlo appurare,
ma ha quel pizzico di superficialità che in coppia 
lo rende sbilanciato  a  favore di lei ,
che è convinta di poterlo rendere migliore.

 

 

 

Hubbel non è all'altezza di Kathy,
la quale tenta di trasmettergli la  sua forte passione politica,
in lui  ha il soppravento la latente e malcelata voglia di vivere
al di la dell'ideologia senza fedi o partiti, in pace e sereno,
godendo degli attimi di spensieratezza ai quali Kathy
sembra essere ontologicamente allergica.

 

 

“Tu non ridi mai” – “E tu ridi sempre?”
si dicono al loro primo incontro,
ed e’ in questo lapidario e semplice scambio di battute
che si esprime un’incomunicabilita’ esistenziale
insanabile con gli anni e con il progredire delle situazioni,
buone ogni volta per combattere una guerra nuova
(guerra di Spagna, Pearl Harbor, la morte di Roosevelt,
la “caccia alle streghe” anticomunista),
perche’ Kathy “non si arrende mai“.
Cio’ che dell’altro meno si tollera e’ tuttavia cio’ che piu’ attrae,
e mentre Hubbel si lascia ammaliare dalla grinta vitale
e dall’intelligenza prorompente di Kathy.

 

 

Anche se poco incline al riso e, per dirla breve,
pesante come un macigno,
Kathy individua nel suo Apollo
un talento che forse lui non ha e forse,
è solo una proiezione di Kathy
o una sua creazione da proteggere e coltivare,
come una mentore d’altri tempi
che cerca di preservare la bellezza
delle creazioni letterarie di Hubbel
dalla corruzione commerciale
di una Hollywood mercenaria,
da cui vorrebbe che lui desiderasse fuggire.
Nel frattempo scopriamo che Hubbel
osserva un’altra fanciulla,
piu’ pacata, che non disprezza Hollywood
e che trova le palme belle e rilassanti,
a fronte di una Kathy che lamenta “Come vorrei che piovesse“.

 

 

I due protagonisti paiono diversissimi fin da subito.
Lui che dorme in piedi, capace di farsi stancare dalla vita,
di estenuarsi e di cercare il riposo,
e lei che non dorme, non si stanca e non si riposa.
Il tentativo che entrambi faranno di andare
uno incontro all’altro si rivelera’ fallimentare, 
mentre l’ultima scena arriva, senza preavviso,
come un coltellata alle spalle,
che cancella speranze, non consola e non compiace,
ma consegna questo film ai libri di storia anche per la musica,
che amara e malinconica giunge a incorniciare
una Kathy indefessa che combatte la sua ultima battaglia
contro l’atomica, mentre Hubbel rimane li’,
un passo indietro, come era sempre stato, e forse, non tanto piu’ felice.

 

 

 

 

 

 

La colonna sonora

La canzone del film, la mitica “The way we were”
fu scritta da Alan Bergman e Marylin Bergman
ed arrangiata da Marvin Hamlisch
per l'interpratazione di Barbra Streisand.
Fu subito talmente apprezzata che vinse il premio Oscar
e  il Golden Globe  per la miglior canzone.
Prova del suo enorme successo sono
anche le numerose cover registrate dal 1975 aI giorni nostri,
da Donna Summer a Beyoncè che nel 2008
l' ha eseguita al Kennedy Center Honors a Washington
proprio davanti a Barbra Streisand.
Compito della colonna sonora si sa,
è creare l’atmosfera giusta all’interno della pellicola
e la maliconia del testo e delle note del brano in questione
riescono perfettamente nel'intento.
La vicenda dei due innamorati, attravero gli occhi dei quali
scorrono vent'anni di storia americana,
è infatti pervasa da determinazione, forza e lirismo
e non è mai sdolcinata.

 

Così come le parole ricercate del testo
non lasciano spazio a voli pindarici o a fantasie da giovani innamorati,
ma guardano con soffusa tenerezza gli anni passati,
con la consapevolezza che appunto sono passati..
La grande verità che affermano
è che tutti noi quando guardiamo indietro
spesso non siamo realisti, non ricostruiamo la realtà come era,
ma la ricordiamo addolcita dal tempo che è trascorso..
Gli anni, le difficoltà, le esperienze ci hanno fatto cambiare
e ci inducono a conservare solo la parte migliore di ciò che è stato,
cancellando quella dolorosa.
Ecco quindi il sorriso bonario che compare sulle nostre labbra
quando rievochiamo memorie....
ma anche la triste affermazione che non tutto è stato così dolce
come ora lo ricordiamo: Hubbell e Katie
hanno vissuto momenti estremamente difficili
e quando si reincontrano dopo tanto non lo dimenticano,
anche se poi si lasciano
con uno degli addii più commoventi della storia del cinema...

 

 

 


Il testo 

Come eravamo

 Le memorie fanno luce sugli angoli della mia mente,
sbiadite memorie con tenui colori di come eravamo

Immagini distrutte dei sorrisi che ci siamo lasciati dietro
sorrisi che abbiamo scambiato per come eravamo

Può essere che fosse tutto così semplice allora
o il tempo ha riscritto ogni cosa?
se avessimo l'occasione di rifare tutto ancora una volta
dimmi, vorremmo? potremmo?

I ricordi possono essere belli adesso
e ciò che è troppo doloroso da ricordare
scegliamo semplicemente di dimenticare
così sono le risate che ricorderemo
ogni volta che ricorderemo come eravamo

Come eravamo. 

 

Prossimamente vi presentiamo:

A presto...

 
 
 
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