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« Bobby XXIIBobby XXIV »

Bobby XXIII

Post n°216 pubblicato il 02 Aprile 2016 da deteriora_sequor

 






"Allora si prepari. Indossi qualcosa di decente per una
camminata nella neve e non mi faccia attendere troppo.
Io sarò pronto fra dieci minuti." Bobby trattenne a stento
l'entusiasmo che gli traspirava da tutti i pori e fece dietro
front immediatamente, per rifugiarsi nella sua ampia stanza.
Questa volta mise l'orecchio sulla porta prima di entrare,
poi girò la chiave. Non voleva sorprese o trovare inquilini
per quanto improbabili ma, pur sempre, molesti. Fece il
suo ingresso cercando di temperare la gioia che gli
attraversava tutto il corpo come una scarica galvanica.
Prese a vestirsi pesante in maniera rapida ed efficace.
In pochi minuti era già pronto per l'uscita indossando
persino un colbacco regalatogli da suo padre tanti anni
prima. Ai piedi aveva dei valenki sempre russi recuperati
a un mercatino delle pulci, e, a fasciargli tutto il corpo,
un bel cappotto di montone con dei risvolti di pelliccia di
martora. Indossò finalmente dei guanti di capretto ed
era pronto ad avviarsi incontro al suo accompagnatore.
Uscì con il cuore in gola e il dottor Palubi gli stava
venendo incontro attraverso il l'ampio corridoio. "Allora?
La vedo prontissimo per l'escursione!" "Anche lei, dottore."
"Le confesso che anch'Io amo girovagare sotto la neve.
Non è una cosa che faccio abitualmente e che ,tantomeno,
consigli ai miei pazienti... ma assomiglia a un'esperienza
mistica, l'immersione completa e senza mediazioni nella
Natura: come spingere la mano attraverso una barriera
invisibile." Bobby annuì serafico e, prendendosi a braccetto,
i due s'avviarono da una delle uscite secondarie verso il
sentiero che conduceva ai laghetti di Flossen. Percorsero
in scioltezza le prima centinaia di metri in notevole pendenza
fino a quando il terreno battuto spianò e la neve cominciò
a scendere sempre più consistente, attaccando con grossi
fiocchi al suolo. "Cosa l'ha spinta a questa bravata, Fawcett?"
Chiese Palubi. L'uomo si pizzicò il naso con due dita guantate
e lanciò un'occhiata colma di serenità al suo interlocutore.
"Voglia di pulizia, credo. Quando scende la neve ho sempre
l'impressione che si deterga l'orizzonte e che anche i miei
pensieri diventino più lucidi. Ho un bisogno disperato di
mettere ordine nella mia vita e di sciacquarmi i pensieri
dentro i laghetti di Flossen." "Detto così suona più tragico
di quanto appaia. Lei, signor Fawcett ha solo bisogno che
la lascino in pace con le sue meditazioni. Deve depurarsi.
Mondarsi della sozzura che ha incrostato la sua vita fino
adesso. La tubercolosi è un dettaglio." Bobby lo squadrò
perplesso. Eppure sapeva delle visioni poco ortodosse di
Palubi riguardo la tisi. "Intende dire che una migliore condotta
di vita potrebbe influire sulle mie condizioni di salute?" "Non
lo dico. Ne sono sicuro." Robert Fawcett crollò lievemente la
 testa e si azzittì per immergersi nei pensieri tersi suggeriti
da quella fitta nevicata. Nel frattempo avanzavano con qualche
difficoltà ma furono rapidamente in vista dei laghetti di Flossen.
Codesti erano due minuscole polle d'acqua affiancate, all'interno
di un catino naturale formato dalle Alpi circostanti. Pur nella
loro essenzialità monastica trattenevano qualcosa di grandioso
e suggestivo e rimandavano alla purezza di esperienze primigenie
lontane da mondanità e corruzione. Era quello che necessitava
per ricomporre e restaurare un quadro sfregiato all'interno di
una composizione composta e antichissima. E così si sentivano
i due uomini giunti sino a quell'altezza: minuscoli granelli di polvere
sopra una specchio assolutamente limpido.
 






(Continua)








 
 
 
 
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Un blog di: deteriora_sequor
Data di creazione: 13/05/2013
 
 

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