Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
Messaggi del 01/11/2016
Post n°7739 pubblicato il 01 Novembre 2016 da nina.monamour
Giornata mondiale dei Vegani
Oggi viviamo il paradosso di un mondo in cui un miliardo circa di persone muore di fame nei Paesi in via di sviluppo e un miliardo si ammala e muore per l’eccesso di cibo nei Paesi occidentali. In realtà il pianeta disporrebbe delle risorse per fornire cibo a tutti i suoi abitanti, se oltre ai 7 miliardi di esseri umani, non si dovessero sfamare circa 4 miliardi di animali di allevamento, che sottraggono risorse vitali (molta acqua oltre che cereali) per nutrire con carne una minoranza di persone già iperalimentate.
“Che cosa ci guadagnano gli animali se divento vegetariano?” mi ha chiesto un amico l’altro giorno. Esiste una risposta valida, vedi l'’associazione Viva, Vegetarian International Voice for Animals, spiega che se diventiamo vegetariani, nel corso della nostra esistenza salveremo la vita di nove mucche, ventidue maiali, trenta pecore, ottocento polli, cinquanta tacchini, quindici anatre, dodici oche, sette conigli e una mezza tonnellata di pesce! Dalla lettura di Gandhi avevo appreso che alcuni indiani consideravano il cibarsi di una mucca come qualcosa di totalmente ripugnante. Capii allora che a me succedeva lo stesso con cani e gatti, non avrei mai potuto mangiarli. Le mucche erano così diverse dai cani e dai gatti da richiedere una considerazione morale differente? E i maiali, anche loro erano diversi da cani e gatti? Forse qualcuno degli animali di cui mi nutrivo era così diverso da cani e da gatti? Ci stiamo avviando sempre più verso un'epoca in cui potremo dire, parlando dei nostri tempi, “quando ancora gli uomini si nutrivano uccidendo”. Come dopo l’età della pietra è venuta l’età del bronzo e poi quella del ferro, un giorno raggiungeremo “l’età della vita”, in cui non ci sarà più bisogno di uccidere per vivere
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Post n°7738 pubblicato il 01 Novembre 2016 da nina.monamour
Oggi voglio parlarvi di una notizia curiosa, negli ultimi 5 anni il numero delle pecore in Italia, è crescuto di 200mila unità; che costa sta succedendo? Invece di essere invasi dagli alieni saremo invasi dagli ovini? No, nessuna invasione, tranqulli; è scoppiata una vera passione per la pastorizia. Al momento attuale, le pecore nel nostro Paese ammontano a 7 milioni e 299 mila capi, dislocati in oltri allevamenti grazie ai quali si producon 60 miliomi di chili di formaggio l'anno, molti dei quali D.O.P. ovvero a denominazione di origine protetta.
E non finisce quì, perchè la grande passione per l'allevamento di ovini ha portato al salvataggio di ben 38 razze pregiate che altrimenti si sarebbero estinte, incredibile no? E ancora piu' incredibile quando si viene a sapere che i protagonisti di questo rinascimento ovino sono gli under 40. Proprio così, con la crisi che non molla, si fa di necessità virtu'. Molti giovani si sono trasformati in moderni pastori, già, perché oggi, con un pò di inventiva e di intraprendenza, un mestiere antico può essere rivisitato in chiave moderna e dare frutti importanti. Di storie ce ne sono tante e diverse tra loro; c'è chi ha iniziato per passione come si farebbe con un piccoo orto domestico e poi ci ha provato gusto trasformando una passione in impresa. Oppue c'è il "figlio d'arte" che invece di andare in città ha deciso di continuare l'attività del padre addirittura nello stesso modo dei tempi passati, muovendosi con il gregge dalla montagna alla pianura a seconda della stagione. Poi c'è il pastore per così dire innovativo, l'appassionato di pastorizia che ha deciso di allargare le sue conoscenze studiando agraria e dando così un'impronta piu' imprenditoriale. Ma c'è anche il figlio di pastori che è volato al'Estero per trovare da qualche parte la sua America; ma poi è tornato, è proprio il caso di dirlo, all'ovile ed ha preso nelle sue mani il controllo del gregge paterno puntando soprattutto su formaggi di altissima qualità. Insomma tante storie, con un unico comune denominatore, aver capito che la cosa importante non è quello che fai ma come lo fai. In Italia ci sono tanti mestieri antichi che, rivisitati alla luce della modernità, della tecnologia e della possibilità di affacciarsi su un mercato vastissimo, possono rappresentare una vera svolta per i giovani. Cominciate a guardarvi intorno, ragazzi, ma davvero intorno, magari siete seduti su un tesoro e non ve ne accorgete.
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