Creato da Sole.ad.Oriente il 28/07/2008

Sole ad Oriente

Consapevolezza non è semplice conoscenza: essa corrisponde al grado in cui la conoscenza diventa totalmente e istintivamente applicata alla vita, poiché entra a far parte del bagaglio interiore della persona; a quel punto essa non ha più necessità di attraversare esperienze per imparare, né patirne le conseguenti sofferenze...

 

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MAHATMA GANDHI


"Parla solo se quello che dici è vero, utile, amorevole."
 
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JIDDU KRISHNAMURTI


"Sai cosa significa imparare?
Quando impari veramente, impari dalla vita; non c’è un insegnante particolare da cui imparare. Tutto ti è di insegnamento: una foglia morta, un uccello in volo, un profumo, una lacrima, il ricco e il povero, coloro che piangono, il sorriso di una donna, l’alterigia di un uomo. Impari da ogni cosa, quindi non hai bisogno di guide spirituali, di filosofi, di guru. La vita stessa ti è maestra, e tu sei in uno stato di costante apprendimento
."
 
 
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Buddha e la Cortigiana

Post n°1002 pubblicato il 23 Luglio 2010 da 22k
 

A Buddha e ai suoi discepoli capitò un curioso inci dente che, per un po' di tempo, lasciò i seguaci perplessi riguardo al carattere del loro Maestro. Il Buddha e i suoi discepoli avevano fatto voto di castità e di rinuncia all' amore carnale. Eppure un giorno, mentre il grande Buddha e i suoi discepoli riposavano all'ombra
di un albero, si avvicinò una cortigiana, attratta dal corpo e dal viso luminoso del Maestro. Non appena la cortigiana vide il viso celestiale del Buddha se ne inna-
morò e corse a braccia aperte verso di Lui per abbracciarlo e baciarlo, esclamando a gran voce: «Oh, mio bellissimo Signore Splendente, io ti arno!».

I casti discepoli rimasero sorpresi quando udirono la risposta di Buddha alla cortigiana: «Mia amata, anch'io ti amo. Però adesso non toccarmi. Non ancora».
La cortigiana replicò: «Tu mi chiami amata, e per me sei il mio amato. Perché, allora, non vuoi che io ti tocchi?»,

Il grande Buddha rispose: «Mia amata, te lo ripeto ancora: ti toccherò più tardi, non adesso. Allora ti proverò il mio vero amore». I discepoli rimasero sconvolti, pensando che il Maestro si fosse innamorato della cortigiana.

Qualche anno più tardi, mentre Buddha meditava con i suoi discepoli, all'improvviso esclamò: «Devo andare! La mia amata, la cortigiana, mi chiama: ha bisogno di
me, adesso. Devo mantenere la mia promessa». I discepoli corsero dietro al Maestro, sperando in qualche modo di salvarlo, sebbene sembrasse follemente innamorato della cortigiana.

Il grande Buddha, seguito con ansia dai discepoli preoccupati, andò sotto lo stesso albero dove l'aveva incontrata. Là sotto giaceva la donna, con il bel corpo ricoperto dalle piaghe maleodoranti e putrescenti del vaiolo. I discepoli provarono orrore e si tennero lontani da lei.

Il Buddha, però, prese il suo corpo in putrefazione e lo abbracciò come fosse un bambino, poggiando la sua testa sul proprio grembo e sussurrandole: «Mia amata, sono venuto a dimostrarti il mio amore per te e per mantenere la promessa di toccar
ti. Ho aspettato a lungo per dimostrarti il mio sincero amore, perché io ti amo quando tutti gli altri hanno smesso di amarti. lo ti tocco quando tutti i tuoi amici del buontempo hanno paura di toccarti». Così parlando, Buddha guarì la cortigiana e la invitò, ormai purifìcata da qualsiasi desiderio carnale, a unirsi al suo gruppo sempre più folto di discepoli.

L'amore personale è egoista e considera soltanto i propri interessi, spesso a costo di tutto il resto. L'amore divino è altruista: cerca la felicità dell' oggetto del proprio
amore, e non è limitato o parziale. Dio ama allo stesso modo sia i buoni sia i cattivi, perché sono i Suoi fìgli.

Tutti coloro che aspirano a conoscerLo devono provarGli che il loro amore, proprio come il Suo amore, è per tutti. Quando un'anima dimostra al Padre Celeste che ama allo stesso modo i suoi fratelli buoni e cattivi, allora il Padre dirà: «Mio nobile fìglio, accetto il tuo amore, perché tu ami tutti con il Mio amore, proprio come faccio lo». Amare coloro che ti amano è naturale, ma quello è un amore ispirato dall'ego. Amare
coloro che non ti amano, o che addirittura ti odiano, è l'espressione dell' amore soprannaturale: riconoscere Dio in tutti.

(di Yoganandaji)

 
 
 
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