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Sole ad Oriente

Consapevolezza non è semplice conoscenza: essa corrisponde al grado in cui la conoscenza diventa totalmente e istintivamente applicata alla vita, poiché entra a far parte del bagaglio interiore della persona; a quel punto essa non ha più necessità di attraversare esperienze per imparare, né patirne le conseguenti sofferenze...

 

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"Parla solo se quello che dici è vero, utile, amorevole."
 
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"Sai cosa significa imparare?
Quando impari veramente, impari dalla vita; non c’è un insegnante particolare da cui imparare. Tutto ti è di insegnamento: una foglia morta, un uccello in volo, un profumo, una lacrima, il ricco e il povero, coloro che piangono, il sorriso di una donna, l’alterigia di un uomo. Impari da ogni cosa, quindi non hai bisogno di guide spirituali, di filosofi, di guru. La vita stessa ti è maestra, e tu sei in uno stato di costante apprendimento
."
 
 
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L'omosessualità, dal punto di vista del buddhismo

Post n°853 pubblicato il 26 Febbraio 2010 da 22k
 

- L'omosessualità -

L'omosessualità è la tendenza a sentirsi sessualmente attratti verso persone dello stesso genere, piuttosto che di quello opposto.
Secondo le antiche concezioni indiane gli omosessuali erano considerati semplicemente come esseri della "terza natura" (trtiya prakti) piuttosto che dei pervertiti, deviati oppure malati. Mettendo l'accento sulla psicologia e la correlazione di causa ed effetto il buddhismo giudica gli atti, inclusi quelli sessuali, principalmente a
partire dall'intenzione (cetana) che vi è dietro e dagli effetti che hanno.

Un atto sessuale motivato dall'amore, dalla reciprocità e dal desiderio di dare e condividere sarebbe giudicato positivo qualsiasi sia il genere delle due persone coinvolte.Convivio etrusco Per cui l'omosessualità come tale non è considerata immorale nel buddhismo o contraria al terzo precetto, per quanto non è sempre così che la veda la gente dei paesi di tradizione buddhista. Se un omosessuale evita
la sensualità e la licenziosità della cosiddetta "scena gay" e intrattiene una relazione d'amore con un'altra persona, non c'è ragione di non considerarlo o considerarla un onesto/a praticante del buddhismo e di godere di tutte le benedizioni della vita buddhista.

Nessuno dei codici di legge dei paesi di tradizione buddhista criminalizza l'omosessualità per se, per quanto naturalmente siano previste pene per lo stupro omosessuale e atti omosessuali compiuti su minorenni, proprio come ne sono previste per i reati analoghi compiuti da eterosessuali. Nella maggior parte dei paesi buddhisti oggi l'omosessualità è di solito considerata strana e risibile per quanto non perversa o maligna. La Thailandia, il Laos, la Cambogia, il Vietnam, la Mongolia, il Giappone e la Corea del sud non hanno leggi contro l'omosessualità praticata tra adulti  consenzienti.
L'omosessualità è illegale in Birmania e nello Sri Lanka soprattutto perché i loro codici di legge sono stati redatti in parte durante l'era coloniale. Recentemente nello Sri Lanka la pena contro l'omosessualità è stata resa più severa per via di una sconsiderata reazione al crescente problema del turismo sessuale nel paese.

Il Dalai Lama e l'omosessualità

In una conferenza stampa nel 1997 il Dalai Lama disse: "Da un punto di vista buddhista (il sesso lesbico e gay) ... è generalmente considerato un'erronea condotta sessuale." Scoprì molto presto d'essere incappato in un campo minato rosa quando alcuni buddhisti occidentali, un numero rilevante dei quali è omosessuale, cominciarono ad esprimere ad alta voce la loro indignazione. Oltre a promuovere il
Dhamma, lo scopo principale delle visite del Dalai Lama in occidente è quello di ottenere il massimo sostegno alla sua causa e per raggiungere questo scopo è molto importante che NON si alieni nessuno. Appena si rese conto di quello che aveva fatto tornò immediatamente sui suoi passi.

Convocò un incontro con i rappresentanti gay e lesbo nel quale comunicò la sua "disponibilità a prendere in considerazione la possibilità che alcuni insegnamenti possano essere specifici di un particolare contesto culturale e storico". Dawa Tsering, portavoce dell'Ufficio del Tibet, fece distribuire una dichiarazione opportunamente rassicurante e politicamente corretta: "Sua Santità è contrario alla violenza e alla discriminazione basata sulla tendenza sessuale. Sollecita ogni rispetto, tolleranza, compassione e il pieno riconoscimento dei diritti umani per tutti." Le penne arruffate si
adagiarono, i buddhisti tibetani occidentali gay se ne andarono convinti che il Dalai Lama approvasse il loro orientamento sessuale e il Dalai Lama ha continuato a credere che l'omosessualità sia sbagliata, facendo solamente attenzione a non dirlo più in pubblico.

La verità è che per quanto il Dalai Lama sia una delle più gentili persone che si possa immaginare, è anche su molte cose un tibetano tradizionale. E la cultura tradizionale tibetana, come la maggior parte delle culture, ha delle idee molto distorte e confuse
sull'omosessualità

. Il buddhismo tibetano non trae le sue idee sull'omosessualità dai primi insegnamenti del Buddha, ma da sutra e sastra Mahayana, i più antichi dei quali risalgono a circa 500 anni dopo il Buddha. Nel frattempo i buddhisti indiani avevano subito le influenze di diverse concezioni popolari indiane, incorporandole nel loro concetto di Dhamma; a volte con risultati non molto felici. Una di tali nozioni è l'idea che gli atti sessuali possano essere giudicati come giusti o sbagliati a seconda del "luogo, persona e
orifizio." E così avere una relazione sessuale ovunque in prossimità di un tempio o di uno stupa è farlo nel luogo sbagliato, con chiunque non sia il proprio coniuge è farlo con la persona sbagliata e in qualunque posto che non sia la vagina è farlo nell'orifizio sbagliato.

Ad essere franchi, questo è un buon esempio della mentalità che enumera, sottodivide e categorizza che ad un certo punto è diventata dominante nel pensiero clericale buddhista. Non so quando questa strana idea si sia evoluta, ma credo che la sua prima comparsa di cui so sia nel Ugrapariprccha (o forse è l'Upasakashila Sutra) che potrebbe risalire a circa il 2° secolo EC. E non ci vuole molto per vedere quanto sia infondato dal punto di vista del Buddha.
Esattamente in che modo la legge del kamma distingue un orifizio da un altro? Altri problemi sorgono quando ci si rende conto che molti omosessuali maschi praticano il sesso bacinale e la masturbazione reciproca piuttosto che il sesso penetrativo. E con quale organo sessuale le lesbiche dovrebbero penetrare la vagina della loro
compagna? È stato anche riferito che il Dalai Lama abbia detto di trovare difficile immaginarsi la meccanica del sesso omosessuale, dicendo che la natura abbia preparato gli organi genitali maschili e femminili "così da renderli molto idonei ... Gli organi [di due persone] dello stesso sesso non sono invece idonei". Con tutto il
dovuto rispetto per il Dalai Lama, e io ho il massimo rispetto per lui, questa dichiarazione dimostra sia la sua ignoranza che ingenuità riguardo il sesso, e potrei aggiungere anche rispetto ad alcuni aspetti del Dhamma.

Cos'avranno mai a che fare i giudizi etici buddhisti con il fatto che due parti anatomiche si combinino insieme "in modo appropriato" oppure no? Mi pulisco spesso l'orecchio con il mio dito nonostante non si combini granché bene con il mio canale auricolare. Questo vuol forse dire che accumuli kamma negativo ogni volta che mi pulisco le orecchie? E anche la vecchia tesi "è contro natura", è sia priva di
fondamenta che irriverente per quanto riguarda il Dhamma. Se l'omosessualità è "contro natura" allora il celibato lo è ancora di più e quindi i monaci Gelupa starebbero infrangendo il quinto [sic] precetto astenendosi dal sesso. I criteri del Buddha sul giusto e sullo sbagliato non si basano su idee di "naturale" o "contro natura",
che sono di norma costrutti sociali, ma sull'intenzione che sta dietro l'atto. Mi dispiace dire che le idee del Dalai Lama sull'omosessualità sono sullo stesso livello della credenza sua (e di altri tibetani) che far girare le ruote delle preghiere [farà si che
le ruote] "preghino" per te, che l'oracolo di stato tibetano riceva messaggi dagli dei, che vedere il berretto nero del Karmapa ti procurerà l'illuminazione entro sette vite e nell'esistenza di divinità irate come il Dorje Shukden. In breve, è medievale.

Shravasti Dhammika

Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Yaztromo il 26/07/10 alle 00:21 via WEB
Quello che leggo in questo post è profondamente errato da un punto di vista dottrinale. Anzitutto negare la validità di un sutra Mahayana affermando che sarebbe contrario al punto di vista del Buddha mi sembra una affermazione azzardata che quantomeno va argomentata. Immagino da quello che scrivi che tu non riconosca i sutra del Grande Veicolo, dovresti essere quindi un theravada, ma allora dovresti sapere che anche nel codice di condotta hinayana l'omosessualità è ugualmente condannata. Si sostiene erroneamente che la condanna dell'omosessualità compaia piuttosto tardi nell'evoluzione del buddhismo. Errore: il primo buddhismo era una via ascetica estremamente dura, e per certi versi più restrittiva del più tardo mahayana. In realtà il primo buddhismo era rigorosamente maschilista: le donne non erano ammesse a seguire la via dell'Illuminato; era decisamente sessista e la condanna dei comportamenti omosessuali c'era già. Infatti nel canone pali (quello più antico, risalente proprio al Buddha storico) ci sono delle esplicite indicazioni, in tal senso. Nel Mahavagga, che fa appunto parte del canone pali, accettato da tutte le scuole buddhiste, si dice: "nè eunuchi, nè effeminati, nè pederasti possono accedere al sentiero del Risveglio". Sarebbe bene avere una conoscenza diretta dei testi prima di scopiazzare frasi prese da altri blog o giudicare se e quanto gli insegnamenti del Dalai Lama sia conformi al Dharma buddhista.
 
 
22k
22k il 28/07/10 alle 20:06 via WEB
Ti ringrazio pofondamente per aver espresso la tua opinione. Namasté 22k
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
VerziniAle il 10/09/10 alle 09:23 via WEB
Sono in disaccordo con quanto qui affermato, perchè scorretto e frutto di soggettive interpretazioni che distorcono il Dharma. Peccato che il mio commento precedente, in cui ne spiegavo i motivi, non sia stato pubblicato.
 
 
22k
22k il 10/09/10 alle 10:48 via WEB
Mi sorprende la tua affermazione in quanto viene riportato senza tagli tutto ciò che viene pubblicato. Namasté 22k
 
   
22k
22k il 10/09/10 alle 11:00 via WEB
Inoltre la tua affermazione, sullo "scopiazzamento" come affermi nel tuo precedente post,o mancanza di conoscenza è una mancanza di rispetto nei confronti di chi ricerca... oltre ad essere un blog divulgativo vuol essere un momento di riflessione senza "abbassarsi" a toni poco consoni a questo spazio, dato che tutti hanno possibilità di poter esprimere la loro opinione senza arrecare alcun fastidio. Quindi i tuoi commenti e le tue riflessioni saranno il benvenuto in questo spazio, sempre se consoni ad un confronto sereno. Namasté 22k
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
VerziniAle il 13/09/10 alle 00:24 via WEB
Bè non c'è molto da dire. L'omosessualità è esplcitamente condannata nel Vinaya (la parte del Canone che si occupa dei precetti per i laici e i religiosi). Nei commentari sul terzo precetto alcuni Maestri e Lama si sono espressi abbastanza chiaramente circa la perversione in questione. Citerei soprattutto Gampopa che è quello che conosco meglio. E Gampopa è stato discepolo del Cuore di Milarepa, fondatore del lignaggio Kagyu, e un grande maestro realizzato, sulla cui autorevolezza non c'è molto da discutere. Per la verità la questione non è controversa affatto, o forse lo è solo per te. Si afferma chiaramente che quel tipo di azioni (omosessuali) e quel tipo di inclinazione mentale è causa di rinascita nei regni inferiori. Tutto qui. Fonte di karma nefasto e pertanto va abbandonata. Il tema non è controverso. Se cerchi qualche conferma fai un giro nei centri e chiedi ai lama (di vari lignaggi non solo quelli del Dalai Lama),e vedrai che la loro risposta è abbastanza unanime, fidati... Insomma è causa di rinascite inferiori (per diversi motivi, alcuni dei quali forse noti anche a te). Puoi non crederci.. ti può sembrare medievale, come la credenza nelle divinità irate, su cui ha fatto un cenno, quasi sconfortato, nel tuo post. Ti ricordo che la presenza delle divinità irate non è una superstizione del folklore tibetano (del resto certe classi di esseri erano conosciuti già nell'antica India del Buddha Sakyamuni); le divinità irate, i protettori ecc. sono un asse portante dell'impianto metafisico e operativo del Vajrayana. A questo punto basta sapere se sei o no un praticante di un qualche sistema di insegnamenti legati al buddhismo mahayana o vajrayana....
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
VerziniAle il 13/09/10 alle 00:26 via WEB
Non si tratta di offendere nessuno, ma non si può discutere "a caso" e senza cognizione. Sul tema della sessualità, nel buddhismo tantrico non si può dire la propria a ruota libera o secondo il proprio gusto personale. C'è una dottrina molto chiara. E nessuno può mettersi a sentenziare su aspetti del Dharma senza la necessaria qualificazione. Puoi allora dire che non sei buddhista (nel senso che non hai preso il rifugio o ricevuto delle iniziazioni) o non segui quella determinata scuola. Ma allora il tuo giudizio sarebbe piuttosto da "esterno" e assai poco rilevante. Più o meno come può esserlo il giudizio di un mormone o un luterano sull'interpretazione di un passo coranico o sull'esegesi dei detti del profeta Maometto, o su una disputa dottrinale fra scuole coraniche. Un giudizio assolutamente fuori contesto, e privo di rilevanza.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
mario il 04/03/12 alle 11:09 via WEB
E' assolutamente fasullo prospettare del buddhismo una immagine progressista newage e fricchettona. Esso va visto per quel che è: una via tradizionale. Ciò premesso, basta leggere sia il canone buddhista, con i passaggi di Asvagosha per notare gli inferni speciali a cui sono destinati coloro che hanno avuto condotta omosessuale, e i commentari di numerosi fondatori dei lignaggi tibetani sono chiarissimi nell'inserire l'omosessualità fra le condotte che infrangono il Terzo Precetto. Om svasti.
 
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