Creato da lab79 il 05/02/2010

TheNesT

a place called home

 

Messaggi di Ottobre 2014

Una conversazione privata (2)

Post n°335 pubblicato il 26 Ottobre 2014 da lab79
 
Tag: notte, sonno

-Io invece ho fatto un sogno che avevo già sognato: ma questa volta è proseguito, almeno per un po':

Avrebbe dovuto essere il suo funerale, ed io provavo dispiacere per non averla potuta vedere un'ultima volta. Camminavo tra le mura trasandate della mia vecchia scuola, ma non quella di allora, bensì quella di anni prima ancora...

Poi...non so. Qualcosa è sparito. Forse un dolore, o un'illusione. Ho fatto uno salto nel tempo, ma ancora una volta non sono riuscito a capire se avanti o indietro, e ora sono al suo matrimonio. Ma lei non c'è, non ancora...

-Il funerale di chi?

- No. Questo non lo saprai.

-“Nothing is more difficult than to understand the dead, I've found; but nothing is more dangerous than to ignore them.” [Margareth Atwood: The Blind Assasin]

- E' ancora troppo vivo, quel ricordo. Ed è un sogno che non ho ancora finito di sognare.

-La parte precedente quando l'hai sognata?

- L'ho sognata diverse volte, da molto tempo. Ma erano un paio d'anni, credo, dall'ultima volta. Qualcosa si è mosso, senza svegliarsi del tutto, laggiù. E' strano. Come quella volta che ho sognato Yeiayel...

-Yeiayel?

- Se cerchi in internet, trovi un sacco di sciocchezze mistiche. Tra queste, quelle dei nomi degli angeli. Yeiayel sarebbe uno di questi.

-E cosa ti ha raccontato?

- Niente. C'era il mio corpo morto di bambino sdraiato nel mio letto di casa, e mentre lo fissavo si alzava a sedere, urlando un numero. Senza che smettesse di urlare io mi avvicinavo, e lo ricoprivo col lenzuolo, che piano piano si copriva di inchiostro. Fuori, il sole nascosto da un'eclissi calava dietro l'orizzonte, ma verso levante, come un'alba a rovescio.

Non saprei dirti se sia stato davvero un'incubo. C'era qualcosa di confortante, che non sono mai riuscito a decifrare.

- L'inchiostro, la voce?

- Non saprei. Alla stessa maniera il sogno di queste due notti mi ha riempito di malinconia. Di un desiderio insolito di ritornare in quel sogno. Qualcosa di famigliare, e che non ho più.

-Nostalgia...

- E invece non dovrei. Ho ben altro a cui pensare, ora. (Alla fine, forse, sono solo fantasticherie di un uomo stanco. Forse ho solo bisogno di dormire un po')

-Minimizzi..

 

- Si. Non voglio dargli importanza più del dovuto. (O forse è peggio: forse è un tentativo di tenere quel luogo al sicuro, e tenerlo al sicuro per me.)

 


M01 Chant I Making of Cyborg - Kenji Kawai ( Ghost in the shell OST, 1995 )

 
 
 

Note

Post n°334 pubblicato il 17 Ottobre 2014 da lab79
 

Adesso i miei occhi stanchi si alzano un momento, per incrociare quelli della luna. Sulla terra nessuno veglia, soltanto io in piedi in mezzo alla strada vuota, a immaginarmi abbastanza stanco da sdraiarmi sulla linea di mezzeria e chiudere gli occhi, e aspettare che il mondo ritorni a calpestare quell'asfalto con le ruote consunte. 

E con gli occhi stanchi aperti altrove, la mia mente conta ogni singola nota che penetra nel cervello, immaginandola una ruota che preme sul cuore, fino a farlo scoppiare.

Lateralus - Tool (Koto Ensemble version)


 
 
 

Così fragile...

Post n°333 pubblicato il 16 Ottobre 2014 da lab79
 

Così fragile lo era davvero, e lo ero anch'io, e chi non lo era? Avevamo diciannove anni, forse meno. E non avevamo altro che una voglia di gridare al mondo, ma chi mai ci sarebbe stato a sentire? I boschi delle provincie al confine con la svizzera erano bui, gravidi di incubi le notti del sabato sera, e noi non avevamo altro che i pallidi fari di una panda 750 a cercare di fare luce sui giorni che sarebbero venuti dopodomani, quando forse la puzza dell'alcol e delle sigarette sarebbe svanito dalla pelle delle nostre mani. Ma perché tanta rabbia, ci chiedevano, ed era tanto ovvio che non avevamo una risposta, e una risposta non l'abbiamo trovata mai. Ad alcuni ci è stato dato in sorte di essere felici, poi, quando gli anni sono passati, ma sotto la cenere bagnata quel cuore che ardeva ora imputridisce, eppure ancora lo sappiamo vivo, e fingiamo di non sentirci più...così fragili...

Viba - Verdena (Verdena, 1999)

 
 
 

Da lontano

Post n°332 pubblicato il 09 Ottobre 2014 da lab79

"Tutto sembra perfetto da lontano", è una frase che mi capita di sentire spesso, ultimamente. Oppure, la sento tanto spesso quanto prima, solo che ora sembra rivolta a me. Le impressioni che abbiamo di quel che ci circonda sono il riflesso di quel che sentiamo dentro? Vero, forse, almeno fino a un certo punto. La pioggia che cade sarà triste perché triste mi sento io, magari. Ma intanto piove lo stesso.

Insomma, mai farsi contagiare dall'impressionismo, che mal si adatta alla vita di tutti i giorni, ai suoi dilemmi morali e moralistici, e alle sue imperfezioni.

Come mal si adattano le parole sprecate, e il tempo sprecato a scriverle.

Niente è perfetto.

 

 

Such Great Hights - The Postal Service (Give up, 2003)

 
 
 

Octubre

Post n°331 pubblicato il 06 Ottobre 2014 da lab79
 

[...] En El Salvador es ya Octubre, verdad? Si, lo se: también aqui es octubre, en todo el mundo es octubre. Pero no es el mismo, saben? Si, algunos de ustedes saben. Los que han estados lejos, y los que aùn estan lejos, todos ustedes ya saben. Los otros, los que no saben todavìa, prueben a imaginarlo. No es el mismo octubre.

Si en El Salvador es octubre, entonces la escuela ya ha de haber terminado, y los dias se han hecho como mas anchos, y parece que en las tardes ya caben muchas mas cosas. Y los cielos ya no son tan vacìos, y como se alza el viento se van poblando de piscuchas ancladas a la tierra con un hilo de sedal, tan fino que te preguntas como puede soportar el peso del mundo entero, que parece estar colgado a ese juguete artesanal. Con la fuerza de los sueños, piensas, pero ya sabes que aunque si fuera verdad, no va a durar mas que un rato, y que ese rato se llama Octubre. […]

(Immagine tratta dalla galleria fotografica di El Faro )

 

 

A El Salvador è già ottobre*, vero? Sì, lo so: anche qui è ottobre, in tutto il mondo è ottobre. Ma non è lo stesso, sapete? Si, alcuni di voi sanno. Quelli che sono stati lontani , e quelli che lo sono ancora , tutti voi sapete. Gli altri, quelli che non sanno ancora, provate a immaginarlo. Non è lo stesso ottobre.

Se a El Salvador è ottobre, la scuola deve essere già finita, e le giornate si sono fatte come più larghe, e sembra che nei pomeriggi ci stiano molte più cose . E i cieli non sono più tanto vuoti, e come si alza il vento si popolano di acquiloni ancorati alla terra con un filo sottile, così sottile che ti chiedi come possa sostenere il peso del mondo, che sembra appeso a questo giocattolo artigianale. Con il potere dei sogni, pensi, ma sai che anche se fosse vero, non durerà più di un istante, e che questo istante si chiama Ottobre.

 

* Ottobre è il mese in cui le scuole finiscono, a El Salvador. E' un paese tropicale, quindi fa sempre caldo, ma ottobre è un mese particolare: si alza un vento costante, per quasi tutto il mese, e le temperature diventano più clementi. E i bambini, finalmente liberi dai doveri della scuola, passano i pomeriggi a far volare gli acquiloni, sfidandosi a conquistare quelli degli altri (Chi ha visto o letto "Il cacciatore di acquiloni" sa di cosa parlo). C'è, nel testo in spagnolo, una parola particolare: "Piscucha", che non è esattamente spagnolo, ma è il termine puramente salvadoregno di chiamare gli acquiloni. Che hanno un nome diverso pressoché in ogni paese dell'america latina.

 
 
 

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