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« Superficialità e AbissiW LE DONNE!!! »

Ciclista/Italiano Anomalo

Post n°163 pubblicato il 06 Marzo 2018 da carloreomeo0

Sono un ciclista anomalo, perché non cambio bici ogni anno, non sono sempre alla disperata ricerca del componente più leggero per andare più veloce, perché sono convinto che la differenza la facciano le gambe e il cuore, poi perché sono arrivato ad una età, in cui non è più tempo di correre, di bruciare le tappe, ma di conquistarle assaporandole, così come si gusta un buon caffè al mattino o un buon bicchiere di vino a cena. Ve lo dice uno che ha corso una vita, per poi ritrovarsi con il fiato corto al punto di partenza, gravato dal peso degli anni, di quegli anni che una volta venivano valutati come esperienza, maturità intellettuale e che oggi invece, in un mondo che corre al contrario, vengono visti come un handicap, un sintomo di non essere in grado di competere con le nuove generazioni, con quei giovani che pedalano forte, che ti sfrecciano veloci accanto alla partenza, ma che poi, puntualmente ritrovi ad arrancare alla prima salita.

Sono un ciclista anomalo, perché non cerco scorciatoie e stratagemmi vari per vincere, perché al traguardo ci voglio arrivare con le mie sole forze, sia fisiche che mentali e non mi importa se sarò primo o ultimo nella classifica, perché io odio le classificazioni. Un Uomo non si giudica in base al tempo che impiega a raggiungere i traguardi, il nostro valore non si può misurare solo attraverso il metro del tempo.

Sono arrivato ad un età in cui ho compreso che non bisogna sempre correre, ecco perché in un mondo che va sempre di corsa, a volte senza neanche un buon motivo, io rallento, anzi a volte mi fermo, mi riprendo il mio tempo e vi osservo, osservo le vostre vite frenetiche, la vostra continua corsa contro il tempo, una corsa che già in partenza  vi vede sconfitti, correte, vi tenete impegnati per ingannare il tempo, ed intanto è il tempo che vi inganna scivolandovi fra le dita, scivolando via dalle vostre vite, come sabbia in una clessidra e quando gli ultimi granelli delle vostre vite stanno per scorrere via, forse in quel momento qualcuno si rende conto di quanto sia stato inutile il suo correre, di quanto sia stato stupido correre per arrivare a quel traguardo  che decreta la fine di quella gara che si chiama vita. Avete dimenticato di come a volte sia necessario fermarsi, per ammirare e apprezzare ciò che si ha attorno, specialmente quando si raggiunge quell’età in cui si dovrebbe avere la consapevolezza di quanto il tempo sia un bene prezioso da non sprecare mai.

Sono arrivato ad un età in cui mi sono stancato di mediare, di cercare compromessi, per mantenere in piedi equilibri instabili, facendo finta che le cose vadano bene quando vedo chiaramente la catastrofe delinearsi all’orizzonte, in cui non ho più voglia di sorridere a chi mi accoltella alle spalle, perché ho imparato che la diplomazia a volte va messa da parte quando vi è l’esigenza di dire, anche crudamente le cose come stanno, senza mezzi termini. Ho raggiunto un età in cui non ho più bisogno dell’altrui comprensione, di essere accettato dagli altri, perché l’unica cosa che veramente conta, è vivere in base a ciò che mi hanno insegnato le esperienze che ho vissuto.    

In pratica sono arrivato a quell’età in cui il vaffanculo diventa terapeutico, una valvola di sfogo irrinunciabile  per il proprio benessere psicofisico.

Sono proprio un ciclista…un italiano anomalo…

 

 
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