Zacinto mia

Ieri ho visto un film “Diario di uno scandalo”. Tratta del legame tra un’anziana insegnante e una collega, sposata con figli, ma che intreccia una relazione con un allievo 15enne. La passione della prima per l’altra è fondamentalmente un’illusione, alimentata dalla solitudine della donna.

Questo film mi ha fatto riflettere. Primo, sulla solitudine, su quanto possa essere triste una vita solitaria e quanto possa alimentare passioni insane e talvolta non corrisposte. E’ terribile la rivelazione della protagonista, che afferma che l’unica occupazione dei suoi fine settimana è portare gli abiti in lavanderia e l’unico desiderio suo desiderio fisico potrebbe nascere dal semplice sfiorare la mano del tranviere. In passato sono stato anch’io così: mi facevo i film in testa su persone che non mi consideravano minimamente e queste passioni duravano mesi, forse anni. Qualche volta, magari la mattina quando la gatta mi sveglia e non riesco a riaddormentarmi e mi rigiro nel letto, penso alla mia esistenza in solitudine, forse avrei più soldi, mi permetterei vestiti migliori, viaggi, ma cosa avrei di più? Ringrazio Dio di avermi fatto incontrare mia moglie, altrimenti avrei fatto quella fine.

Secondo, la donna tiene un diario su cui annota ogni minimo particolare della sua vita, ogni commento o considerazione personale. Io un diario ce l’ho e sarebbe questo blog, ma scrivo sempre più di rado. Sarebbe bene che riprenda questa abitudine, almeno per fissare i pensieri, per riordinarli. Ce la farò?!?