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Post n°2889 pubblicato il 25 Luglio 2013 da s.s_lazio1900

ROMA - Quattro anni e sei mesi di squalifica per Stefano Mauri, 6 punti di penalizzazione e 20 mila euro di ammenda per la Lazio: nella giornata d'apertura del processo sportivo sul calcioscommesse, in corso presso l'Hotel NH Vittorio Veneto di Roma, il procuratore federale Stefano Palazzi ha usato la mano pesante contro la Lazio e il suo capitano.

Le richieste dell'accusa per le presunte combine delle gare Lazio-Genoa 4-2 e Lecce-Lazio 2-4 della serie A 2010-11 devono forzatamente far preoccupare il club biancoceleste, tirato in ballo per la responsabilità oggettiva. Palazzi ne ha giustificato le proporzioni richiamando le indicazioni contenute nel codice di giustizia sportiva (Mauri meriterebbe 3 anni di stop per il presunto illecito commesso in Lazio-Genoa, 6 mesi per il secondo presunto illecito, altri 6 mesi per l'aggravante dei risultati raggiunti e gli ultimi 6 mesi per aver infranto il divieto di scommesse, mentre la Lazio dovrebbe ricevere 2 punti di penalizzazione per ciascuna gara e altri 2 punti per le due vittorie ottenute), ma negli ultimi procedimenti aveva usato un metro diverso.

Secondo la Procura federale le prove contro Mauri, definito il «grimaldello per l'alterazione delle gare», sono chiare e inconfutabili. «Le dichiarazioni di Gervasoni (unico degli 11 soggetti deferiti a patteggiare due mesi di stop, che vanno ad aggiungersi agli 8 anni e 10 mesi già accumulati nei precedenti processi, ndr) non sono tutte «de relato». Su Lazio-Genoa - ha dichiarato Palazzi - il racconto dell'incontro tra Ilievski, Zamperini e Mauri è confermato dalle celle telefoniche: Ilievski non si muoveva a caso, non è venuto a Roma a fare una gita. E poi Mauri ha utilizzato un terzo cellulare tra il 28 aprile e il 28 maggio. Tra lui e Zamperini ci sono 80 contatti in tre ore nel giorno della partita tra le 12 e le 15: voi pensate che siano solo finalizzati alla consegna dei biglietti?». Il procuratore è altrettanto convinto della presunta combine di Lecce-Lazio («Ferrario conferma la proposta di alterazione ricevuta da Zamperini. E poi due ungheresi hanno portato i soldi all'hotel del Lecce per corrompere i giocatori»), ma sul coinvolgimento di Mauri cita solo «i continui contatti con Zamperini. Non ci sono telefonate tra Mauri e il gruppo degli slavi, ma è normale: Zamperini ha tutelato l’amico».

Palazzi, dunque, non risparmia forti accuse verso società (per Genoa e Lecce il procuratore ha chiesto 3 punti di penalizzazione) e tesserati coinvolti (per Zamperini la Procura ha chiesto due anni di squalifica, per Mario Cassano uno, mentre per Milanetto, Rosati, Ferrario e un Benassi scoppiato in lacrime di fronte ai giudici, 3 anni e 6 mesi), ma con la Lazio ha usato davvero la mano pesante. «La richiesta della Procura è fondata su presupposti inesistenti e non ha giustificazioni - ha dichiarato Amilcare Buceti, legale di Mauri - Verso Stefano c’è grande accanimento». «Se non si fosse chiamato Mauri e non fosse stato il capitano della Lazio - ha aggiunto il collega Matteo Melandri - sicuramente l'accusa non sarebbe stata così pesante. Ha sbagliato un rigore contro lo Spezia? Può restare tranquillo, ora il rigore lo segniamo noi in aula». La Lazio è serena, dunque, mentre i tifosi hanno deciso di radunarsi questa mattina davanti all’Hotel Nh per manifestare il proprio disappunto nei confronti della Procura federale. In aula, invece, toccherà ai legali della difesa cancellare le accuse di Palazzi.

AGGIORNAMENTO 25/07 - Si è chiuso il processo sul calcioscommesse che vede imputati il capitano biancoceleste e il club capitolino. Questa mattina è stato il turno degli avvocati del centrocampista. Buceti, legale del centrocampista: «Non esiste un solo elemento rilevante che possa ritenere questo evento credibile». Melandri: «Ecco le prove dell'innocenza di Stefano». Fuori dall'hotel dove si tiene il primo grado esposto verso le 9 uno striscione ("Attenti, i conti con la Lazio e Mauri fateli bene") da parte dei tifosi della Curva Nord. In aula all'inizio ha parlato anche l'avvocato Gentile, che rappresenta il club di Lotito: «Castello di accuse di Palazzi partito da un presupposto che non è credibile. Dichiarazioni di Gervasoni sono state già dichiarate inattendibili e inoltre non ci sono prove che supportino il discorso dell'ex calciatore». Giudici in camera di consiglio. Il verdetto arriverà la prossima settimana.

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Fonte: Estasi Lazio

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