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Protesta disperata dei dializzati
Articolo apparso: 08/06/2011 sul "Nuovo Molise" Fr. Umberto Panipucci Non credevo potesse realizzarsi una simile situazione, nove pazienti in dialisi hanno deciso di astenersi dalle cure necessarie dopo aver saputo che l’ospedale (il “Caracciolo” ad Agnone) presso cui sono assistiti non avrebbe più garantito loro un medico reperibile 24 ore su 24. Per fortuna tutto si è risolto il giorno dopo la drammatica protesta.Questa preoccupante situazione è un esempio degli effetti dovuti al taglio delle risorse economiche previsto dalla “ristrutturazione” della sanità molisana. Cosa può aver spinto persone così bisognose di cure ad un gesto tanto estremo se non il disperato bisogno di manifestare il proprio disagio? Certo è che questa gente non si è sentita garantita nel diritto alla salute e non si può restare indifferenti ad un segnale così forte. Basti pensare che la dialisi è la sostituzione del compito dei nostri reni che quando per una qualsiasi ragione smettono di funzionare non permettono l’eliminazione di scorie e liquidi che altrimenti avvelenerebbero il nostro organismo. Possiamo facilmente immaginare a quali rischi si sarebbe sottoposto chi si fosse privato di questo particolare trattamento pur avendone urgente necessità. Senza un’assistenza medica adeguata queste persone, a ragione, sentono la loro vita a rischio. Questa convinzione è talmente forte che non hanno esitato a rendere manifesto tale disagio attraverso un gesto così radicale e pericoloso. Un simile evento non può che lasciarci un inquietante interrogativo: quanto è a rischio il nostro diritto alla salute? Concludo citando il messaggio rivolto agli operatori sanitari nel 2010 da Benedetto XVI: “E' necessario operare con maggiore impegno a tutti ilivelli affinché il diritto alla salute sia reso effettivo, favorendo l`accesso alle cure sanitarie primarie».
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