Musica e tv

UFO ROBOT GOLDRAKE
Storia di un eroe nell'Italia degli anni ottanta.
Autore: Alessandro Montosi
Editore: Coniglio Editore
Data di pubblicazione: 2007

Un cartone animato in grado di stregare un’intera nazione sotto i sedici anni, un’esplosione di prodotti derivati (zaini, quaderni, spille, asciugamani, cartelle, album di figurine, giocattoli…), interrogazioni parlamentari, denunce allarmate di sociologi e educatori… Pokemon? Yu Gi Oh? No… Goldrake!

E’ impossibile far capire veramente a chi non sia stato ragazzino o adolescente negli anni ’70 la portata inimmaginabile del fenomeno Goldrake/Atlas Ufo Robot, un successo di tali dimensioni che non solo preparò e permise l’ondata di cartoni giapponesi trasmessi dalla RAI e dalle tivù private ma gettò le basi dell’animazione giapponese tout cour in Italia e successivamente dei manga che oggi sono il genere di fumetto più letto – guarda caso – proprio da quella fascia di pubblico. Superficialmente, la storia di Goldrake è quella di tanti altri ‘robottoni’ giapponesi. La Terra è minacciata da invasori (extraterrestri, d’altre dimensioni, dal passato, da sottoterra…) e un eroe solitario – armato di un robot avanzatissimo e apparentemente invincibile – si erge a paladino dell’umanità. Gli invasori, evidentemente perfidi ma ottusi, non mandano tutti i loro mostri e le loro astronavi insieme ma uno per volta, permettendo all’eroe di batterli con maggiore o minore sforzo. Ma spesso il nostro difensore alberga un Oscuro Segreto o un Dolore Nascosto che dà più profondità al personaggio e permette allo spettatore di meglio identificarsi con lui. Ma queste serie non sono solo quanto scritto prima. Esse mostrano spesso il lato oscuro della guerra e del conflitto: la morte di persone care e innocenti, la distruzione, le ferite, il dolore, i dilemmi morali e perfino un Nemico che non è senza faccia ma motivazioni comprensibili e sentimenti familiari, al di là dello stereotipato “Vogliamo conquistare tutto perché possiamo!”. Ad esempio, in serie come Baldios gli invasori attaccano la Terra per disperazione, poiché il loro mondo è diventato inabitabile. In un pubblico televisivo abituato ai prodotti Disney tutti questi temi non potevano avere un impatto rivoluzionario, anche perché mentre nei cartoni “ordinari” non esiste alcuna continuità fra gli episodi, le serie giapponesi ne fanno un punto di forza. Questo da una parte può creare qualche difficoltà a chi si accosti al fenomeno più tardi, ma all’opposto dà a queste serie una presa sul pubblico molto superiore. Sa qui, dunque, il successo sbalorditivo di Goldrake. Malgrado la grande e duratura popolarità della serie, tuttavia, mancavano saggi o pubblicazioni destinati specificamente a questo fenomeno. Una mancanza quantomeno strana, a meno di non pensare che molti degli attuali specialisti sono nati ben dopo e quindi – immagino – le serie degli anni ’70 non potevano cadere nel loro campo di interesse. Oltre a descrivere il lavoro di ideazione della serie, Alessandro Montorsi – grazie anche alla collaborazione di siti dedicati proprio ai cartoni animati e a Go Nagai – approfondisce le origini dell’arrivo del cartone animato in Europa. In particolare, egli descrive la storia dell’arrivo di Goldrake (anzi, Goldorak come è chiamato Oltralpe) su Antenne 2, le scelte di doppiaggio, la trasmissione e il colossale riscontro di pubblico che ne seguì dai cugini francesi (indice di ascolto: 100%!!!). Da qui, passa a ricostruire i legami (più profondi di quanto si pensi comunemente) tra il lavoro di doppiaggio francese e italiano unitamente alle differenze tra le due versioni (pare che quella francese in certi punti sia stata edulcorata) e poi alle polemiche e alle discussioni che seguirono dopo il suo trionfo. Questo saggio è quindi molto interessante, soprattutto per scoprire i dietro le quinte della creazione e della messa in onda di Goldrake in Italia. Anche leggere le citazioni di sociologi ed educatori farà sorridere, anche alla luce di esilaranti dichiarazioni successive come l’accusa a Sailor Moon di fare diventare – ahem – omosessuali i bambini… Sembra che certi schemi mentali siano periodicamente riproposti (molto più recente ad esempio la polemica sul satanico Yu Gi Oh), salvo poi vederli seppelliti dalle risate e dallo scetticismo degli interessati. Se come me avete ancora un meraviglioso ricordo della serie trasmessa su RAI 2 (anzi, sul secondo canale!), se appartenete alle nuove leve e volete saperne di più, non potete non comprare questo libro (in attesa dei DVD…). In Ufo Robot Goldrake Alessandro Montosi rielabora la tesi di laurea che ha sostenuto al Dams di Bologna nel 2005. Un saggio dal carattere innanzitutto divulgativo e nostalgico, di lettura scorrevole e senza impegnative basi teoriche, scritto da un autore nato nel 1982 e che si è perso quindi la prima trasmissione di Atlas Ufo Robot, recuperandola in seguito con il sentito dire e con le visioni in replica e cassetta. In ogni caso un libro che si può comunque leggere con simpatia parallelamente all’uscita della serie Ufo Robot Goldrake in dvd. Montosi esamina il successo di Goldrake, partendo dalla sua collocazione in Giappone come terzo capitolo delle serie di successo Mazinga Z e Il Grande Mazinga di Go Nagai (e dove, ironia della sorte, non ebbe il riscontro entusiastico ottenuto qui e in Francia), non tralasciando tutto il discorso polemiche su Goldrake nel nostro paese e oltralpe, né dimenticando il discorso marketing, per arrivare ad analisi più dettagliate di certe situazioni dell’anime. In particolare, l’autore esamina fra gli altri i contenuti dell’episodio atipico e di culto della L’amore che sbocciò in cielo, che ancora oggi può colpire per la crudezza della vicenda e il sentimentalismo mélo ma non banale. Un libro che si legge in maniera scorrevole, supportato da due inserti a colori con rarità interessanti di gadget e albi, ma che in certi punti pecca di frettolosità, perché non cita saggi recenti e meno sui manga e gli anime. Sembra cioè che l’autore abbia sì voluto rendere omaggio a un mito dell’animazione, senza tuttavia entrare in un dibattito critico già esistente da ben prima dell’avvento del suo testo e della cultura otaku. Sono riportati pareri critici ma a volte senza la citazione specifica dell’autore e del contesto. Il saggio inoltre tralascia o lascia sullo sfondo anche altri aspetti, quali le schede tecniche di autori, o un minimo di attenzione al fandom di Goldrake, abbastanza attivo sulla rete con siti e iniziative analoghe. Detto questo, il libro funziona come operazione nostalgia, non aggiungendo molto al dibattito su anime e manga, ma esaminando quello che è stato uno dei titoli in ogni caso di maggior successo di tutti i tempi.

Lucca comics 2008 Fan Art