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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

Messaggi del 27/09/2017

 

Contro i diktat di Emanuel Macron prepariamo un nuovo Sessantotto!

Post n°1633 pubblicato il 27 Settembre 2017 da r.capodimonte2009

Due giorni dopo la mezza sconfitta della cancelliera, ecco che la spudoratezza “massonica” di Emanuel Macron si evidenzia in tutta la sua procace invasività. Egli si fa “teorizzatore” di un’Europa tutta sua, dotata innanzi tutto di un’unica “forza di polizia militare”, che non si bene a cosa dovrebbe servire, se non a dare addosso ai vari movimenti anti-europeisti che spuntano ovunque come funghi, piuttosto che al terrorismo internazionale, che, lui, ormai considera, come l’immigrazione clandestina, un affare di altri: tanto il popolo francese è peggio di quello italiano, più batoste prende più la metà non va a votare per idiozia, e l’altra metà continua pedissequamente a premiare lobby e caste di potere! Così queste governano col 25% dei voti effettivi... E paradossalmente parla a nome di tutti, naturalmente Germania esclusa, della servetta Italia soprattutto, e predica la sua lezioncina su come questo continente svaligiato dai suoi amici banchieri e mafiosi, dovrà diventare una “formidabile” piazzaforte, dotata di cannoni (di fico) e di una politica estera, emula del famoso “cancelliere di ferro” (Mogherini!). Ci porge il palmo della mano, e ne trova un’altra appiccicosa e sudaticcia, quella di Gentiloni, per significarci del “bene” che abbiamo fatto in tema di accoglienza, e in cambio si prepara a digerire un altro bel pezzo dei nostri asset, grazie alla compiacenza dei nostri traditori della patria, che li svendono per 30 denari (Leonardo, Telecom, perfino l’aceto balsamico!); evidentemente, neppure una parola sull’economia europea (e gli osservatori prezzolati da giornalisti non lo notano, guarda caso, nei loro untuosi commenti!), per non scontentare la Merkel, che adesso è alle prese con una brutta gatta da pelare, la formazione di un Governo “giamaicano”, che non promette niente di buono.

Che la “grandeur” se la passi come la nostra repubblica, e in taluni aspetti, anche peggio, è cosa nota, ma Macron ha soluzioni immediate a portata di mano, gliele suggeriscono nonno Rothschild, e la nipote, la sua moglie-mamma: trasformare i contratti di lavoro delle maestranze in contratti precari (e qui la Germania è una grande maestra, tanto che l’Italia l’ha copiata, ma naturalmente, in modo sbagliato!), in modo che le grandi imprese, dominate dal multilateralismo della globalizzazione incassino profitti destinati, non agli investimenti, ma alle borse, dove le lobby esercitano il loro potere discriminatorio tra ricchi, sempre più ricchi, e poveri, sempre più poveri. Infiltrare nei prodotti europei, specie quelli mediterranei, le tossine e gli OGM del Ceta e di altri accordi suicidi, contrattando mazzette massoniche coi confratelli d’Oltre Oceano; e contemporaneamente fare argine alla Russia, tentando di escluderla dal progetto “eurasiatico”, che non è solo profondamente “alternativo” a quello europeo e americano, ma comprende una nuova concezione spirituale e culturale, con a capo la Chiesa d’Oriente, ormai giunta al punto di collisione con il Papa “eretico”: progetto che preconizza grandi mutamenti radicali su economia, cultura, riforme sociali, ambiente, e che si coniuga con tutte le altre politiche mondiali alternative al dollaro (Brics).

Ovviamente chi è cresciuto su abbecedari compilati nelle logge segrete e dentro le stanze dei bottoni di Goldman & Sachs, non vede questi principi di buon occhio e allora ecco che vuole, illuso, che gli altri “burattini” che ancora seguono questi dettami, abbarbicati in Italia, Germania, Francia e Spagna, e loro satelliti, imparino la lezione a memoria.

Nessun giornale o TG però ha voluto inquadrare quei 10.000 dimostranti che lo aspettavano fuori dalla Sorbona, e che volevano letteralmente linciarlo!

Qualcuno, con più anni sulle spalle, non dimenticherà che esattamente 49 anni fa, proprio da quelle stesse mura di Parigi risuonò la sveglia di quel riscatto generazionale che si manifestò  contro ben più misere conglomerate, illiberali e di potere, che allora volevano imporre la loro volontà: oggi la situazione è peggiore, molto peggiore, e i giovani, speriamo, se non di questa generazione (ormai conformata), ma della prossima, dovranno ribellarsi, o il loro destino è deciso, come è deciso quello di un formicaio. E allora, siamo convinti, risuonerà, ancora una volta, quella chiamata alla rivoluzione delle intelligenze, contro il conformismo dei ruffiani: “Ce n'est qu'un début continuons le combat!” (ITALIADOC)

 

 
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