Creato da erinn78 il 28/11/2004

Città-ragnatela

Sospesa sull'abisso, la vita degli abitanti di Ottavia é meno incerta che in altre città. Sanno che piú di tanto la rete non regge.

 

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Mele

Post n°757 pubblicato il 30 Aprile 2008 da erinn78

Le prime tre-quattrocento volte insieme non ha fatto che chiedermi che pensassi. Mi sentivo ermetica e un po' sciocca. Glielo rivelavo lusingata. Il più delle volte, mi stavo chiedendo cosa avesse in mente lui. Ho impiegato un po' a capirlo che, una volta dette, certe cose non sono più interessanti. 
A mia volta ho avuto voglia di entrare in quello sguardo scuro, fra le sopracciglia corrugate. E mi sentivo tarda e sciocca.
Mi piaceva questa faccenda delle cose in comune che sono milioni, mi sono illusa pensasse ciò che pensavo io.

Ad ogni modo.

Se Dio vorrà, porterà via questo inverno che mi ha rubato tre anni, le stagioni dureranno almeno un mese, senza scavalcarsi per arrivare subito a settembre, e la mia metà ossidata si accorgerà finalmente che non c'era poi tanto da pensarci su.
Non avrò responsabilità degli eventi atmosferici, delle guerre e delle barzellette sui carabinieri.
Ed io potrò finalmente dormire.
Ma chi mi dice
che le mele
siano fatte
per stare
unite?
 

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/04/08 alle 09:33 via WEB
Platone scrisse nel "Simposio": «E così Giove e gli altri dei si consigliarono sul da farsi ma non seppero risolversi: non era il caso di ucciderli, infatti, come i Giganti, e di estinguerne la specie a colpi di fulmine (il che sarebbe stato come far sparire onori e sacrifici agli dei da parte degli uomini) e del resto non era possibile continuare a sopportare oltre la loro tracotanza. A furia di pensare, Giove, finalmente, ha un'idea: ‹Ho trovato il sistema,› esclamò, ‹perché gli uomini sopravvivano ma, nello stesso tempo, divengano più deboli e la smettano con la loro prepotenza. Ecco che li taglierò, ciascuno, in due,› continuò, ‹così diventeranno più deboli, e, dato che aumenteranno di numero potranno esserci anche più utili. Cammineranno su due gambe e, se non si metteranno tranquilli e faranno ancora i prepotenti, li taglierò ancora e cosi impareranno a camminare su una gamba sola, come nel gioco degli otri.› Detto fatto, si mise a tagliare gli uomini in due come si tagliano le sorbe quando si mettono a seccare, o come si divide un uovo col crine. E via via che tagliava, poi, raccomandava ad Apollo che a ciascuno gli rivoltasse il viso e la metà del collo dalla parte del taglio in modo che l'uomo, vedendosi sempre la sua spaccatura, diventasse più mansueto; Apollo, infine, provvedeva a chiudere le altre parti. Girava la faccia e, tirando la pelle, tutta verso quel punto che noi ora chiamiamo ventre, come chi fa per chiudere coi lacci una borsa, faceva una specie di groppo, che legava proprio in mezzo alla pancia, quello che noi chiamiamo ombelico. Spianava, poi, le molte rughe e modellava il petto usando un arnese un po' simile a quello che adoperano i sellai per spianare, sulla forma, le grinze del cuoio: ne lasciava, però, qualcuna, nei paraggi del ventre e intorno all'ombelico, in ricordo dell'antico castigo. Fu così che gli uomini furono divisi in due, ma ecco che ciascuna metà desiderava ricongiungersi all'altra; si abbracciavano, restavano fortemente avvinti e, nel desiderio di ricongiungersi nuovamente, si lasciavano morire di fame e di accidia, non volendo far più nulla, divise com'erano, l'una dall'altra. Quando, poi, una delle due metà, moriva, quella rimasta in vita, se ne cercava un'altra e le si avvinghiava, sia che le capitasse una metà di sesso femminile (che oggi noi chiamiamo propriamente donna) che una di sesso maschile; e così, morivano. Allora Giove, impietosito, ricorse a un nuovo espediente: spostò il loro sesso sul davanti; prima, infatti, l'avevano dalla parte esterna e generavano e si riproducevano non unendosi tra loro, ma alla terra, come le cicale. Dunque, trasferì questi organi sul davanti e, così facendo, rese possibile la procreazione attraverso l'unione del maschio nella femmina; lo scopo era quello di far generare e di perpetuare la specie grazie a un simile accoppiamento tra maschio e femmina; se, invece, l'unione fosse stata fra maschi, dopo un po' sarebbe venuta sazietà da questo connubio e così, una volta separatisi, sarebbero potuti ritornare al lavoro e alle altre cure della vita. Da tempi remoti, quindi, è innato negli uomini il reciproco amore che li riconduce alle origini e che di due esseri cerca di farne uno solo risanando, così, l'umana natura."
 
LallaBe
LallaBe il 01/05/08 alle 13:16 via WEB
Infatti secondo me non è detto...vedi il melarancio!;-)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 01/05/08 alle 14:41 via WEB
E vedi pure il coccomone.
 
loupiz
loupiz il 02/05/08 alle 08:34 via WEB
a volte le mezze mele stanno benissimo da sole, anche per lunghi periodi.. poi ne casca un'altra da un albero, si spezza a metà e magari era proprio quella che serviva per chiudere la sfera irregolare. un abbraccio..
 
Seduto_sul_nulla
Seduto_sul_nulla il 02/05/08 alle 09:51 via WEB
le mele sono fatte per essere mangiate..
dalle persone o dai vermi...
da chi arriva prima tra i due...
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/05/08 alle 11:48 via WEB
...i momenti della vita sono tanti, pochi quelli buoni. Goditi questo tempo delle mele n°?, non porti troppe domande, finiresti con rovinarti attimi gioiosi e goderecci!!! Ti dirò, una mela al giorno toglie il medico di torno!
 
epoisa
epoisa il 04/05/08 alle 23:14 via WEB
ciao tesoruccia, era tanto che non passavo di qui. Le mele...che problema!
 
The_Dark_Inside
The_Dark_Inside il 05/05/08 alle 14:56 via WEB
Just to say hi >;-)
 
kaput
kaput il 05/05/08 alle 15:03 via WEB
a me hanno detto che le mele "ottavie" sono buone, dolci, pastose, e di colore rosso sensuale...
 
sonouncantastorie
sonouncantastorie il 06/05/08 alle 10:36 via WEB
Ha fatto più danni Platone che il meteorite che distrusse i dinosauri :)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 06/05/08 alle 11:06 via WEB
Quello era Plutone.
 
Effe_Lipper
Effe_Lipper il 08/05/08 alle 17:46 via WEB
e come dissero gli Squallor : "Platone. allisceme 'stu bastone." ;-)))
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 11/05/08 alle 16:28 via WEB
I Greci dividevano l’amore in tre tipi: quello per ciò che si desidera «afferrare e consumare immediatamente» (la buona vecchia passione erotica); quello «maturo e serio», diremmo noi, per il proprio compagno e la propria compagna, l’affetto dello sposo per la sposa e viceversa; e infine quello che più ci farà dannare, ovvero pothos, la nostalgia infinita per qualcosa che non si può afferrare (e pothos è anche il nome che i Greci hanno dato a una pianta che non riesce ad attecchire da nessuna parte). Quello struggimento verso una perfezione che continuamente ci chiama, verso un Altro perfetto in cui annegarci. Il nostro Doppio, la metà di noi andata perduta, come diceva Platone, al momento dell’incarnazione. E dunque converrebbe chiederci, per non «fare casino», da quale di questi tre sentimenti siamo mossi, riconoscerli, districarli. Fortunato, poi, chi riesce a far coincidere nella stessa persona i primi due, realizzato chi ci riesce con tutti e tre. Ma è possibile? È davvero una figura umana, quella che farà cessare pothos? O è un approdo del cuore, che mai qualcuno «là fuori» potrà fornire, un’Itaca che continuamente appare all’orizzonte e poi scompare, affinché noi si possa «continuare a navigare», ogni volta più vicini alla meta, ogni volta più ricchi di esperienza e conoscenza, e ogni volta più disperatamente lontani?
 
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