Creato da nimriel il 12/03/2005

L'Angolo di Nimriel®

bla bla bla... e ancora bla!

 

 

BlablablabauuuuuuuuuuuuuuuuuUUU!

Lo ammetto. Sono mesi che non mi va di scrivere. (mi veniva di scrivere qua ma, in effetti, era un'inutile precisazione.
Sì, lo so, potrei avere un diario, uno di quelli veri, di carta, quelli di un tempo, quando si impugnava una penna e, voilà, usciva un fregio, sensato, o più probabilmente no, e le parole stavano là, per te e/o per quei pochi a cui avevi deciso di farle leggere.
Oppure potrei avere un blog da qualche altra parte. Ma non è il mio stile. O forse no, potrebbe esserlo, quantomeno diventarlo. In fondo, mai mettere limiti alla provvidenza.)

Poi stasera entro per un secondo, più per nulla facere che per altro e ancora più per nulla facere che altro mi soffermo a fare quello che per mesi non ho fatto e prima anche facevo poco (sì, ho scoperto di essere una snob del cazzo, perchè non saprei come altro definire questa poca voglia di affacciarmi sul mondo. Schifo? Repulsione? Uggia? Stanchezza? Chissenefreghismo?) e ZAC mi basta un istante per 1) incazzarmi 2) aver voglia di chiudere il pc e lasciare questo mondo per sempre. 3) fumare ('zz finite le sigarette, mannaggia a me) 4) scrivere la mia protesta sul mio blog.

Ah già il mio blog. Toh... ciao! E ciao anche a chi, pervicacemente, passa da quest'angolo. Grazie.
Sì, sono viva. Sì, l'Angolo c'è ancora, anche se non so quante volte sono stata lìlì per chiuderlo perchè a dire il vero,non amo lasciare i rami secchi appesi e in un certo qual senso, questo un po' lo è. Se non l'ho fatto è perchè una persona che amo lo ama quasi quanto ama me e un po' perchè l'ho amato anch'io questo povero sacco della spazzatura lasciato in un Angolo a marcire e un po' l'amo ancora. Sì, che diamine e per un sacco di buone ragioni! (che non elenco, son fatti miei!)

Insomma, parlavo di protesta. Ma ora che ci penso, non voglio protestare. Che poi, proprio perchè la maggior parte delle persone protesta (e spesso totalmente a cazzo - vedi la demente che mi ha fatto venir voglia di protestare-) e si accontenta di fare solo quello (aprire bocca e dare fiato e poi? Là. Finito. Zut. Nada mas.) non cambia mai un emerito piffero e tutti quanti continuano con la loro tranquilla insulsa vita di merda.

Sono tornata. Eh già. E pare che sia tornata bella inviperita, se rileggo quanto ho scritto. Ma se rileggo quanto ho scritto, poi può darsi che decida di cancellare tutto. Ci metto un secondo a fare cose di questo tipo. Senz'altro molto meno che a decidermi di fare tante altre cose.

Ah, ma quella sciocchina che ha scritto quel post... mmm. Che prurito alle mani. mmm. Che voglia di scrivere un commento, così, acidino il giusto, tanto per cavarmi una sciocca soddisfazione ogni tanto.
Invece nulla. Cazzo. Sempre così per bene, alla fine. Sempre così (evidentemente falsamente) tollerante. Sempre rispettosa degli spazi altrui e delle altrui idee, anche se davvero idiote e cretine.

Bah. Vado a letto, è meglio e un bacio forte agli amici che sono passati e passano da qua. Non dimentico. (nonostante tutto, Alzheimer e delirio senile compreso).

 
 
 

****** HAPPY BIRTHDAY!*************

Post n°721 pubblicato il 07 Aprile 2008 da nimriel
 

L'ho conosciuto così. Più o meno. Comunque  una gallina c'entrava. Ovaiola. E anche una rotella per pizza. Poi mi esce una roba strana, tipo, msì, vammi a comprare le sigarette, col cane, che così gli fai fare anche una bella pisciatina. Alla fine mi sono letta tutto ma proprio tuttotutto. Così mi son fatta delle belle risate. Ma non solo. 
Insomma, l'ho trovato un tipo buffo, un po' scorbutico e sarcastico ma parecchio simpatico e intelligente e ironico e basta che sennò si monta la testa e già è alto e mi tocca andare sulle punte e c'ho mal di schiena e una certa età.

Quindi,

BUON   COMPLEANNO   P_R

(mille di queste galline ovaiole!)

 
 
 

Insani passatempi

Post n°720 pubblicato il 27 Marzo 2008 da nimriel
 

Non mi capita più spesso di aver voglia di comprare una rivista di moda dopo anni e anni passati a sbirciarne le pagine piene di colori, forme ed immagini, nel tentativo di decifrare i codici nascosti ed ignorare le eterne, costanti, ripetitive cazzate camuffate da perle di saggezza, consigli di vita o di stile.

Il lupo però perde il pelo ma non il vizio e così, ogni tanto, in un momento di umana défaillance, le mie mani raccolgono il tomo di turno, certe che il pesante oggetto potrà quanto meno tornar utile un domani, a fermare una porta che sbatte, in una giornata di vento.

E così stasera, annoiata dall’ennesima pubblicità nel mezzo del tormentone nazionalpopolare settimanale che mi sorbisco ormai diligentemente, perfino volenterosamente, completamente rincitrullita -ammettiamolo pure-, forse dall’età o, forse, dalla monotonia di certe sere piovose che non sembrano passar mai, mi sono ricordata del pesante malloppo che avevo trasportato a casa qualche giorno prima ed ho iniziato a sfogliarlo.

Così. Pigramente, lentamente, un po’ in sordina.

Aria fritta, bla bla bla. Pubblicità, pubblicità. Qualche bella cosa qua e là. Pubblicità, pubblicità.

Certe cose non cambieranno mai, mi sono detta, avvolgendomi meglio nelle tre coperte che ricoprivano il mio corpo intirizzito dal freddo, acciambellato sul divano.
Certe cose non possono cambiare, ho puntualizzato meglio rivolta a me stessa, sistemando meglio il volumone in bilico sulle cosce in pericolosa discesa verso l’ intestino crasso.

Intanto il programma in tv era ripreso ma visto il poco impegno intellettuale necessario a seguirlo, ho continuato a sfogliare la rivistona in grembo.

Poi, all’improvviso, i miei occhi si fanno attenti.
Si soffermano sulle foto di alcuni gioielli, orribili, imbarazzanti nella loro banalità e bruttura, che punteggiano un articolo su di una tipa che ovviamente, dev’ essere la biondina slavata dall’aria cretinetta che campeggia sulla pagina. Titolo dell’articolo: "Ragazza d’oro".
 Non potevo non leggere, a questo punto, le due pagine dedicate all’autrice degli obbrobri ritratti; troppe le cose del passato, molte delle quali quasi sopite, che mi imponevano di farlo.

Leggo.

La stronzetta è una delle enne figlie delle enne dinastie multimegafantastimiliardarie americane. La stronzetta, siccome non c’aveva un cazzo di meglio da fare nella vita, nonostante l’autrice (leccaculo) del testo faccia letteralmente colare la sua sbrodolosa ammirazione per la lodevole intenzione della stronzetta di non starsene a tirar di coca stravaccata ai bordi di una piscina a forma di Oscar in quel della magione familiare, dice che ha sentito il bisogno di esprimere la propria creatività disegnando gioielli ma che prima - o ammirevole modestia-, ha voluto imparare il mestiere da chi di mestiere ne aveva a sufficienza. Chiiii? direte voi, o miei piccoli lettori. Ma che domande sono queste? Ma dalla gavetta, no? Da gentuccia qualsiasi come un Ralph Lauren, un Giorgio Armani e via dicendo. E certo. Come fan tutti, no?
Insomma, fra una chiacchierata col Giorgio e una matitata col Ralph (poi mi spiegate che c’entrano costoro col produrre gioielli, per giunta artigianali; adesso mi spiego le cagate della biondina), la tipa trascorre gioiosamente et proficuamente la sua infanzia professionale.

L’articolo prosegue.
La stronzetta, per conto della sua ormai gocciolante intervistatrice, dispensa a tutti noi, poveri idioti senza palle né fantasia, perle di saggezza, raccontando delle muse ispiratrici le sue prime collezioni e che, a sentir lei, la accompagneranno anche in quelle future (che culo): le foglie.
OoOOoo, mia grandissima genia innovativa! Son tutta un brivido, mi dico, e io che quando facevo le mie, di foglie, non avevo realizzato affatto la sottile ma superba potenza del loro intrinseco simbolismo mistico.

Lo vedi, la differenza fra una come me e le vitaminizzate, ben più smart, ben più trendy, figlie d’oltreoceano? Adesso tutto mi è più chiaro.
E soprattutto, continuando a leggere, m’illumino d’immenso e capisco infine il segreto del mio insuccesso professionale: diamine… non ho sufficientemente pubblicizzato i miei gioielli!!!! Caspita, il marketing, ho scordato il marketiiiiing...
E d'altronde, leggendo fra righe di quel che dice la genia, che ci vorrà mai? Basta sborsare qualche milioncino di qui e di là,  trovare i capitali giusti e se proprio proprio si ha anche un pizzico di fortuna, qualche attrice, qualche simpatica zuzzurellona (tanto si sa che quelle di cervello ce n’hanno poco, che vuoi ci capiscano di gioielli, l’importante è che siano stati disegnati da qualche stronzetta figlia di quelli che, toh che strano, guarda caso, finanziano i suoi film) s’invaghirà dei tuoi gioielli, indossandoli così, per sport e divertimento, magari per fare la spesa o a qualche prima.

Infine, l’articolo si conclude con la stronzetta che accenna al marito, lo sconosciuto qualsiasi che ha fatto Spiderman, che tanto la ama e tanto la appoggia nelle sue ardite scelte professionali ed, et voilà, arrivano i fuochi d’artificio finali, davvero degni di nota che, ormai in pieno trip, trascrivo letteralmente, giusto con qualche commento mio qua e là:

Intevistatrice sbrodolante: “La sua linea è nata pochi mesi prima di sua figlia (‘sti stracazzi, direi.) E’ entrata nel secondo anno e già aveva raddoppiato il budget… ( budget di che?)

Replica modestina ma giustamente fiera ed orgogliosa dell' insipida stronzetta:Cerco di non stabilire in partenza risultati da raggiungere ( eh, certo, così si ragiona!!!! Sei una grande! Pianificazione? Strategie? Piani imprenditoriali? ‘sti stracazzi!!!!!! Pensiamo naive! Siamo tutti creativi,yeeeee!). Il mio motto rimane “creare ed espandere”. E quando dico espandere intendo soprattutto la mia spiritualità e creatività, non soltanto il successo in affari. (e certo! I soldi? Ma che ce ne frega a noiiiiiiiiiiiiii. Siam tutti creativi, yeeeeee!!! E anzi, ooooooohhhmmmmm) Mi piacerebbe essere considerata un’ispirazione per altre giovani donne che abbiano voglia di osare investendo sulle proprie idee. ( con che coraggio?!?)Ma certo se potessi raddoppiare ogni anno il budget precedente non sarebbe affatto male.(ah ecco, l'unica cosa sensata detta)”.

Diciamo che è tardi, adesso. Diciamo che se continuo a commentare come mi verrebbe spontaneo fare, forse questo post andrebbe cancellato e la sua proprietaria doverosamente bannata. Diciamo che certe cose proprio non dovrei leggerle. Diciamo che certi tomi proprio dovrei lasciarli in mezzo agli scaffali dove sono riposti. Diciamo che la mia pazienza si è esaurita e che continuo a dirmi che se la gente davvero si fa affascinare o peggio crede ciecamente, acriticamente, nelle stronzate che riempiono le riviste, siano esse di moda, di gossip o a volte pure serie o pseudoscientifiche o religiose o quel che più vi piace, alla tv, ai blog insulsi di gente scema come me, a internet, ma sì, esageriamo va, è tardi e sono stanca, a TUTTO quel che ci propinano a destra e sinistra, allora davvero avrà quel che si merita.
Forse.

 
 
 

Yes, it's me.

Post n°718 pubblicato il 24 Marzo 2008 da nimriel
 

Nevica.

E non sarebbe nemmeno strano se fossimo, ad esempio, dall’altra parte del globo, in Patagonia magari.

Ma dalla mia finestra si vede una magnolia coi boccioli mezzi schiusi e un albicocco dai petali mezzi sfioriti, non panorami sconfinati con pampas e guanachi. Si vedono merli cicciotti in competizione con passerotti piumosi, non pinguini goffi in lotta con orche potenti e maestose. Dall’altra parte della porta finestra miagola roca una sdentata gatta ottuagenaria, non un leone marino.

Sarebbe tempo di primavera. Sarebbe ora di quel lieve tepore che riscalda il cuore e le ossa stanche. Sarebbe tempo di rinascita.

Invece nevica. E se non nevica, piove. E se non piove, grandina.

Uhm.

Le stagioni non sono più quelle di una volta.

 
 
 

Voglia di.

Post n°717 pubblicato il 15 Febbraio 2008 da nimriel
 

Ho voglia di primavera.

Ho voglia di svegliarmi, una mattina e avvertire quella specie di mutamento improvviso dell’atmosfera: una specie di tepore, un cambiamento quasi impercettibile, un addolcimento generale, una sorta di vibrazione.

Ho voglia di sentire gli uccellini che chiacchierano, tanto da farmi venir voglia di accompagnarli con il mio fischiettio.

Ho voglia di salutare il gelo e di dover accantonare i miei golfoni pesanti nei quali mi avviluppo e infagotto freddolosa come un chihuahua tremolante.

Ho voglia di annusare qua e là e sentire il profumo della terra che riprende a vivere, dell’erba che si risveglia, degli alberi che tramutano le gemme in foglie e fiori.

Ho voglia di farmi travolgere dall’entusiasmo di una stagione quasi miracolosa.

Ho voglia di rinascita.

(foto di: P_R)

 
 
 

Credici, scema!

Post n°716 pubblicato il 07 Febbraio 2008 da nimriel
 

Ok, la vita non sempre va nelle direzioni che penseresti, figurarsi in quelle che vorresti.

P_R stamattina mi fa: “Ho sentito l’oroscopo: per l’acquario sarà una giornata incredibile sul lavoro.” Fantastico, penso io, alla grande. “Ma io sono della vergine.”  “Va be’ sì, vergine. Quello intendevo.”
Ok, io all’oroscopo non ci credo, eppure tutto il giorno, ma proprio tutto tutto, non ho fatto altro che aspettare. Che oggi fosse un gran giorno. Sul lavoro. Non solo per quelli dell’acquario ma anche per quelli della vergine.

Boh. Non è successo nulla ( a parte un grosso grasso gatto nero che ha pensato bene di attraversare la strada proprio un secondo prima che io passassi con la mia macchina. Pure calmo calmo, il grosso grasso bastardone, pure vagamente canzonatorio).

Sarà stato l’ascendente, sarà stato che le vergini attempatelle e malmesse, figurarsi se toscane e sboccate non valgono, sarà stato quel che è stato ma non è successo un granché.

D’altronde, cosa poteva accadere? Beh, che so, potevo avere un’offerta per un lavoro da 7.000 € al mese. Potevo, che so, essere cercata per girare uno spot pubblicitario con George per sbevazzarmi un caffè corretto al no Martini no parti. Potevo. Eh già. Eh certo. Eh come no.

Ma io alle favolette non ci credo, ho smesso da un bel po’. Da quando, forse, mio fratello, gran bastardo, quello magro alto e bello della famiglia, decise che era ora che una seienne dovesse smetterla di credere ciecamente in un ciccione con le renne dispensatore di regali a ufo e che di ciccioni veri e in carne ed ossa in famiglia ce n’erano solo due, io e il babbo, il mio babbo, basso, claudicante e grasso – ora un po’ meno, lui ma anche io, grazie a dio - e i regali dovevamo conquistarceli e non aspettare che ci piovessero giù dal camino.
Perciò, di solito, non m’aspetto un granché. Di solito. Non sempre. Oggi no.
Oggi aspettavo. Tutta colpa di P_R – forse-, noto agnostico, dissacrante omone, poco incline a oroscopi e robi del genere, seee figurarsi, il P_R che ti viene a dire che l’acquario, nooooo la VERGINE, ah sì e io che ho detto? oggi avrà un gran giorno sul lavoro. Insomma, il fatto è che se lo dice lui, cioè se lui ci fa caso, lui, avete capito chi? Lui, P_R quello che dice che è incline a rubare bestiame, a mentire – mentire?... Mumble mumble…- a diffondere notizie false e tendenziose – mumble mumble- insomma, il P_R quello che conosciamo tutti, insomma, forse, poteva essere un segno divino. Sì, poteva essere benissimo. Forse. Poteva. Ma non è potuto.

Eh beh ma d’altronde c’è una logica logicissima in tutto ciò. P_R aveva sentenziato: un gran giorno sul lavoro. SUL lavoro. Eh diamine, l’italiano è italiano, una paroletta, seppure apparentemente buttata là, ha ben la sua importanza.

SUL lavoro.

Il che implica averlo, un lavoro.

Ahhhhhhhhhhhh ecco.

Perciò io, che cazzo mi aspettavo?


P.s Come forse avrete capito, il lavoro a progetto è terminato, finito, adieu.
Sono di nuovo in caccia, passate parola!

 
 
 

Chiuso (per poco).

Post n°715 pubblicato il 31 Gennaio 2008 da nimriel
 

Sono qui!!

                                             Colour shot

 
 
 

No comment.

Post n°714 pubblicato il 25 Gennaio 2008 da nimriel
 

 
 
 

Occhi non vedono. Cuore non duole.

Post n°713 pubblicato il 23 Gennaio 2008 da nimriel
 

Ci vuole un cappuccino, bofonchio mentre la porta finestra si apre misteriosamente, spinta dalle correnti d'aria che imperversano all'esterno. Entrano dentro, le maledette, e per questo le mie dita battono sui tasti del pc rigide come pezzi di stoccafisso.

Ci vuole un cappuccino, mi dico e raccolgo la sciarpa dall'appendiabiti, prima di uscire dall'ufficio.

La città è immersa nel suo tran tran. Esco per strada e un feroce vento gelido mi morde le caviglie. Ho sbagliato, penso, dovevo mettermi gli stivali.

Avrei voluto comprarne un paio nuovo ma il barbone che ho incontrato ieri sera m'ha fatto andar via la voglia di fare spese inutili.
Se c'è una cosa a cui non resisto sono anziani, bimbi e cani: lui era anziano.

Barcollava di macchina in macchina, con il solito cartello pietistico. Io stavo meditando se andare a cercare gli stivali o no; pensavo che avrei potuto approfittare dei saldi anche se con il mio 36.5 probabilmente sarebbe già stato tardi. Poi l'ho visto e mi si è stretto il cuore.
Sarà perchè in qualche modo mi ricordava mio padre, sarà perchè era freddo, sarà perchè per quanto io creda di essere indurita in realtà non lo sono affatto ma mi sono fermata di botto e gli ho dato quel che avevo in tasca.
Poi l'ho guardato andare via dallo specchietto retrovisore, con quell'andatura sbilenca e dondolante e la voglia di comprarmi uno stupido paio di stivali m'è andata via di botto.

Siamo fortunati qua nella mia città.
Non è abbastanza grande da offrire agli onesti cittadini lo spettacolo ammorbante di barboni o mendicanti ogni dove. Eppure ci sono. E tanti, molti più di quanto si creda. Basta vedere i dati di presenza alle varie mense caritatevoli.
Ignorati per lo più, uno spettacolo fastidioso che disturba la voglia di far finta di nulla, di credere che da noi si viva in un oasi felice, che questo paese sia ancora un paese baciato dagli dei, che da noi la povertà sia un fenomeno di poca rilevanza.

Non è così e non sempre si può far finta di nulla. E non sempre ci si può scaricare la coscienza elargendo qualche spicciolo.

 
 
 

Ok corral.

Post n°712 pubblicato il 22 Gennaio 2008 da nimriel
 

Quando piove, o sta per piovere, non sono mai del mio miglior umore. Diciamo che il livello della mia pazienza, già pochina di per sè, si abbassa paurosamente. Specie se, quando piove, o sta per piovere, essendo costretta ad utilizzare la mia vetturetta, devo necessariamente affrontare l'ardua battaglia per il parcheggio.

Cinque minuti fa, dopo un quarto d'ora di ricerca, ero in coda ad un semaforo e con la mia super-vista vedo un pedone che si avvicina ad una macchina in sosta dall'altra lungo la via.§
Il pedone pare il proprietario; quanto meno pare intenzionato a scassinare la vettura. Comunque sia, a me va bene, basta che si levi di torno e lasci il posto a me. Perciò mi approssimo, metto la mia bella freccetta e attendo in buona pace, ben accostata, cercando di non rompere le balle alle macchine che arrivano da dietro.
L'omino pare il regolare proprietario.
Infila la sua bella chiave nella serratura, monta in macchina e si appresta a far manovra. Mentre se ne va, una macchina mi sorpassa e in stile Pomodori verdi fritti, tenta di infilarsi nel posto appena lasciato dal non-scassinatore.

Un velo rosso mi cala sugli occhi.

Do un colpo di clacson e ingrano la prima, bloccando il passaggio.
La macchina si ferma.
L'omino dentro abbassa il finestrino. Io abbasso il mio.
L'omino scende. Io no.
L'omino mi fa: "Che vuole?". Io rispondo:"Il posto è mio."
Lui replica:"Perchè?". Io sentenzio: "Perchè avevo la freccia ed ero qua prima di lei."

Deve aver visto uno sguardo assassino perchè è montato in macchina e se n'è andato via senza fiatare ulteriormente.

Eh, son soddisfazioni!

 
 
 

Che la sfiga sia con te.

Post n°711 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da nimriel
 

Erano mesi che ci giravo intorno, cercando di evitarlo come la peste ma alla fine  ho ceduto le armi.

Tutta colpa dell’abbonamento a Sky,- mi sono detta. Sì, lo so, potrei disdirlo, anzi sarebbe l’unica soluzione sensata visto che, come dire, la programmazione fa schifo alla nazione ma, diamine, per ora c’è, lo pago e quindi, basta, non posso evitarlo per sempre, viste poi le alternative: zero, zero spaccato, in un cerchio così perfetto da far rigirar d’invidia Giotto nella tomba.

Stravaccata sul divano, coperta da un plaiddino ikea sintetico che più sintetico non si può, me lo sono guardata, tutto. Scientemente. Consapevolmente. Con rassegnazione.
La ricerca della felicità.
Che a suo tempo al cinema ho evitato come la peste, che in dvd non ho cagato di striscio, che non ho preso in considerazione nemmeno se piratato o regalato e che s’è confermato, come nelle mie peggiori previsioni, una roba da suicidio.
Poco importa che, come da copione, il buon Sogno Americano alla fine venga raggiunto e, yeahyeah, il povero protagonista alfin coroni il suo successo dopo tali vicissitudini e sofferenze che, al suo confronto, Paperino sembra il papero meno disgraziato sulla faccia della terra, Willy il coyote un baciato dagli dei e Silvestro un fortunello della madonna.
Ho pensato, adesso mi alzo e vado a procurarmi un corno rosso, non sia mai che la sfiga si trasmetta dal film a me senza soluzione di continuità e infatti, come mi sono alzata, prima ho sbattuto un ginocchio contro un tavolino, dopo di che nell’urto si è rovesciato un orribile profumo liquido deodorante per gli ambienti che adesso tanfa e appesta ogni dove, rendendo la stanza off limits almeno per un mese. Per non parlare del parquet, delicatissimo, che hai voglia aver strofinato religiosamente  subito: la macchia c’è e lì rimane.

Cazzo. O Muccino, ma che si pole? T’avevo dato un’altra chance, dopo quelle robe che hai fatto in passato e che tanto m’avevano indispettito ma stavolta hai superato te stesso. Intendiamoci, mica discuto che non sia un bel film, che non sia ben fatto. Will Smith è bravo,- povero, m’ha fatto una pena quando pure la luce sulle scale gli s’è spenta sul naso!- il bimbino anche, insomma, non discuto, no, no, nemmeno un po’ ma, cazzo, o Muccino, ma che si pole? Ok, ok, come tutte le cose che vedi, che fai, che senti, alla fine è il contesto in cui avvengono a renderle più o meno amplificate ma, il mio, di contesto fa già di per sé abbastanza schifo e quindi, insomma, o Muccino, ma che si pole?!? La prossima volta non mi becchi più, caro il mio geniaccio, m’importa un piffero che tu sia considerato uno dei registi più promettenti di questo paese da commediola caciarona e pecoreccia. Nanana, non fai per me.

 
 
 

Ma vulimme faticà?!?!?

Post n°710 pubblicato il 16 Gennaio 2008 da nimriel
 

Il patto non era questo, se di patto si poteva parlare.
In realtà non avrei dovuto venire spesso qua, per mere ragioni di costo (mio, troppo, ahimè!) e di contratto (nostro, basso, ahimè!). In realtà avrebbe dovuto esserci una sede nella mia città, che teoricamente avrebbe avuto anche bisogno di una persona in più. Ci si intendeva, insomma, sembravamo fatti a fagiuolo gli uni per l'altra.
In realtà la sede c'era, se di sede si poteva parlare ma, all'improvviso, per misteri misteriosi, è diventata una roba fantasma di cui per oscuri motivi o semplice menefreghismo nessuno si occupa e della quale nessuno sa dire qualcosa (di certo).
Perciò (e per altri vari motivi di cui non frega nulla a nessuno, me compresa) vengo qua, più spesso di quanto avrei voluto ma, pazienza, è solo una questione di organizzazione.
In fondo i treni ci sono - più o meno - e ad i pendolari è perfino tesa una mano, nel senso che per vari motivi (di cui non frega niente a nessuno, me esclusa) i poveracci come me, che possono a malapena permettersi di prendere la categoria dei treni "regionali" ( e cicciarsi minimo - ma proprio minimo minimo- 2 ore al giorno di viaggio) hanno la fantastica opportunità di prendere un I.C. la mattina e uno la sera senza cacciare  un soldo di tasca in più.
Vi pare poco? A me no, anzi, che il buon dio renda merito alla buona Regione Toscana: grazie, grazie e ancora grazie (se poi si riuscisse anche a farli funzionare 'sti trenini... ma non devo essere ingorda, lo so!).
E così, grazie a mamma Regione Toscana, posso recarmi lieta e contenta come una pasqua (leggi rincoglionita abbestia e incattivita col mondo intero) verso la sua sede (ahhhhh...ecco perchè hanno fatto le facilitazioni, era tutto una roba in famiglia) in centro, dove mi aspetta la prova quotidiana: la conquista di una postazione di lavoro.

Il piano in cui mi reco è suddiviso fra due dipartimenti: il mio (mio no, ovvio, mio in senso lato; io manco sono una regionale vera e propria e peraltro a fine mese devo smammare) e un altro (i cui occupanti devono essere dei fantasmi...mai visto nessuno... ma maimaimai!!!).
Nonostante i vicini ectoplasma e la politica di assunzioni limitate da parte della Regione, le poche stanze disponibili per il nostro dipartimento sono affollate di esseri umani, che si dividono in due categorie: i regulars, ognuno con la sua bella postazioncina fissa e inalienabile, dotata dei comfort minimi ed indispensabili per operare, e gli homeless, o rom che dir si voglia, gente di cui nessuno si cura e che tutti fanno finta di vedere il meno possibile per non sentire in petto un moto di pietà, oltremodo fastidioso e imbarazzante.
Questa categoria, alla quale appartengo orgogliosamente, ogni singolo giorno che gli è dato di passare sulla terra (della Regione Toscana), si trova a dover girovagare senza requie, pietendo almeno un posto dove accucciarsi e poggiare i propri beni terreni, senza certezza alcuna nè garanzie di stabilità che, una volta conquistato il territorio, c'è da mantenerlo e lì la lotta si fa ancor più dura.
A complicare il tutto, negli ultimi giorni, oltre al purgatorio di anime dannate in caccia di sistemazione, si aggiunge una faida interna fra i due dipartimenti per la contesa di ben due stanze due. Stamattina, ad esempio, poco c'è mancato che i capi dei dipartimenti, dopo essersi regolarmente schiaffeggiati con guanti di dubbia provenienza, si sfidassero a duello nel lungo corridoio divisorio.
Io ero arrivata in quel momento.
Sono strisciata lungo il muro cercando di farmi invisibile; un'ombra lieve, piumosa, con gli occhi bassi.
Ho ovattato il passo degli stivali che indossavo e mi sono infilata nel primo cantuccio che ho trovato ma, ahimè, era già occupato da un'altra rom che m'ha rivolto un sorriso maligno e una pernacchia silenziosa.
Sono rimbalzata nella stanza riunioni ma non c'era il cavo per la lan, il riscaldamento era spento e le luci non funzionavano.
Sono sgattaiolata nella stanza di fronte ma quando ho aperto la porta ho trovato altri quattro homeless che si stavano azzannando alla gola e si garottavano con il cavo lan della stanza riunioni.
Sono andata in bagno ma tutti i loculi erano occupati.
Non m'è restato che andare nel terrazzino ma un'orda di fumatori incattiviti m'ha chiuso sghignazzando la porta in faccia, soffiandomi il fumo negli occhi.

In questo momento sto scrivendo seduta sugli scalini del dipartimento, dopo aver hackerato una connessione wi-fi alla Questura vicina.

Non so cosa ne sarà di me ma, ho fede. Al massimo, finchè la sede rimane questa, c'è sempre il porticato esterno. Anzi, adesso che mi sovviene, vi hanno appena messo una panchina di cemento.
Hai visto mai? Potrebbe tornarmi comoda.

 
 
 

Post così, per dire. Melenso, forse, ma... chissenefrega!

Post n°709 pubblicato il 14 Gennaio 2008 da nimriel
 

Le parole hanno importanza.

Possono essere musica; in un crescendo, lento, adagio o sussurrato possono farti volare come in un sogno o trasportare sulle ali di un vento impetuoso.
Possono essere pittura; descrivere così vividamente da farti godere di ogni singola pennellata o essere così apparentemente casuali da poter essere colte nel loro insieme solo dopo averle percepite, tutte.

Non tutte le parole sono arte, non tutte hanno un significato profondo, non tutte emozionano, non tutte suscitano reazioni. Bisogna saperle usare ed, anche, ascoltare.
Non tutte cadono su terreni favorevoli. Non tutte meritano frutti.
Le parole possono far innamorare ben prima di un incontro; possono far provare sentimenti di rabbia, dolore, frustrazione. Possono farci sentire compassione, comunanza, fratellanza.
Possono essere sbagliate, mal dette, mal interpretate ma, sempre e comunque, hanno la loro importanza.

Per questo, a volte taccio, a volte no. A volte c'è bisogno di dire, qualsiasi cosa, anche apparentemente priva di importanza e con questo si dice perfino più di quanto si voglia, specie per chi ha orecchi per udire.

Un grazie alle personcine care che tutte le volte mi stupiscono per i commenti lasciati sotto un post così, per dire che, forse, non voleva dire e nemmeno fare ma che, forse, ha detto a voi più che a me, tanto da farmi fare ancora un post così, per dire che se sono qua, parecchio lo devo a certe personcine belle che mi fanno aver voglia di dire e, qualche volta, pure fare.

 
 
 

Letargo ad libitum.

Post n°708 pubblicato il 09 Gennaio 2008 da nimriel
 

Fuori la finestra dell’ufficio, sul davanzale, si posa un passerotto. Zompetta un po’ sul balcone, ruota il capino e sbircia dentro.
Dentro ci sono io, che ruoto il capino e sbircio il passerotto. Insomma, ci sbirciamo a vicenda. Poi lui vola via e io resto qua.

Probabilmente tornerà verso le cinque che, a quell’ora, precisi come la morte, lui e qualche decina di centinaia di storni o amichetti suoi, si posano sugli alberi di fronte in un frastuono di chiacchiere volatili e cagate sottostanti.

 

Ecco. Questo è il massimo che posso raccontare ultimamente senza trascendere troppo sul personale (leggi palloso, monotono, avvilente, cerebralmente piatto).

Potrei, che so, narrare di qualche simpatico episodio da italietta italiota che immancabilmente si verifica, nonostante tutti i miei vani tentativi di distacco spirituale dalle quisquiglie del day by day, ma correrei il rischio di un travaso di bile e di un inspessimento delle rughe intersopraccigliari, quindi, no, lasciamo perdere.
Potrei, che so, spremere i pochi neuroni ancora vagamente attivi e tirar fuori dal mio cappello un qualche raccontino estemporaneo, surreale e spiritoso il giusto, tanto per provare al mondo che ancora sono capace di tirarmi fuori dalla palude di acido cianidrico nella quale sembro vivere ultimamente ma, perché mai fare tutti questi sforzi? Meglio evitare. Il 2008 è appena iniziato e c’è (sempre) speranza.

 
 
 

Jingle bell jingle bell...

Post n°707 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da nimriel
 

Il fatto è che a me Natale piace e soprattutto mi piace fare regali. Tanti. Belli. Copiosi. Abbondanti. Ben incartati e, possibilmente, dalle mie sante manine. Adoro vedere l'albero con ai piedi pacchi, pacconi, pacchetti e pacchettini. Adoro il cianfrusagliume dello scartamento congiunto e plurimo, adoro il casino del nonono apri prima il mio apri prima tu dai apriapriapriiiii. Preferisco essere l'ultima a scartare, voglio godermi il godimento altrui, in un'orgia di consumismo spendaccione e godurioso, con tanto di sottofondo musicale e zompettamenti vari.

Quest'anno però il mio Natale sarà un po' a mezz'asta. Mi sono sforzata di essere austera, visto che di soldi ne ho ben pochi. Ho limitato il limitabile ma, ovviamente, non sono soddisfatta. Per niente. Nel tentativo bieco di non dover spendere un euro in più del dovuto sto perfino meditando di non andare a trovare un'amica cara che ha, per mia sfortuna, ben 3 figliolette... Farò una figuraccia, lo so ma le finanze ormai sono proprio agli sgoccioli e tant'è.

Sì, Natale mi piace. E poco m'importa che sia una festa religiosa e come tale non dovrebbero essere i regali il primo pensiero. Tanto io con la religione ho chiuso da un bel po' e comunque sono in spirito: è una giornata che voglio passare con le persone che amo, in pace et letizia et spiritus dolcissimus.

Insomma, era un po' che non venivo qua, non so quando ripasserò e quindi ecco, beccatevi i miei auguri di Natale. Siate beati e felici e godetevi i vostri affetti.

Auguri freschi...


 
 
 

Luoghi comuni

Post n°706 pubblicato il 06 Dicembre 2007 da nimriel
 

Ci sono volte in cui mi pare di essere diventata una vecchia brontolona, di quelle che bofonchiano astiosamente, sputacchiando fra la dentiera: "Il mondo non  più lo stesso di una volta".

Il cammino che mi porta dalla stazione al luogo di lavoro attraversa la zona circostante il mercato di San Lorenzo (Firenze). Non è mai stato un luogo particolarmente curato ma un tempo aveva il suo fascino. Pieno di botteguccie artigiane, incastrato fra mura antiche, lo si esplorava accompagnati dagli scambi di battute degli abitanti, sempre pronti ad indirizzarti un commentaccio pesante o un fischio di apprezzamento gratuito.
Lo attraverso oggi a passo di carica, perennemente in ritardo per via della perfetta (in)efficienza delle nostre ferrovie italiane, assalita da una malinconia che mi fa ricordare le parole di un mio vecchio amico partenope. "Firenze è bella ma è una città malinconica" diceva e io negavo, indispettita, perchè per me Firenze voleva dire casa, amore, passione travolgente e nemmeno oggi tollero sportivamente chi critica ciò o coloro a cui tengo.
Quel quartiere adesso non lo riconosco. Sembra un suk ma senza il fascino del suk. Le botteguccie di un tempo si sono trasformate in call centers per chiamate internazionali a prezzi stracciati, in negozi di prodotti di bellezza afro, e in kebab takeaway. In mezzo ai mediorientali o i nord africani, ogni tanto l'onnipresente negozietto di chincaglierie cinesi o qualche trasandato, malconcio, negozio di scarpe da due soldi.
Non ho assolutamente nulla contro la globalizzazione o l'internalizzazione. Non sono razzista e mi beo di non avere pregiudizi di nessuna sorta. Eppure scopro che quella zona non mi piace più, non ha niente della mia Firenze ma anche altre zone di Firenze hanno meno della mia Firenze e quindi, forse, sono semplicemente invecchiata e sto lasciando che il sapore dei ricordi sciupi il presente.
Sì, forse sto diventando una vecchia brontolona e mentre avanzo fra le onnipresenti cacche dei cani (ecco, questo non è cambiato!) e i mozziconi di sigaretta, borbotto il mio mantra... ehhhh, si stava meglio quando si stava peggio.

 
 
 

tRema che ti passa

Post n°705 pubblicato il 03 Dicembre 2007 da nimriel
 

Tremo. O meglio, mi tremano le mani. O meglio, più che altro mi trema una mano.
Non sempre sempre ma q.b. da farsi notare.
Prima o poi mi deciderò a farmi vedere perchè pare che non sia normale che una trentottenne tremolicchi come una povera vecchia. Però penso alla mia famiglia: mia nonna paterna, buon'anima, tremava, mio padre e sua sorella tremano, io idem. Quindi non mi pare granchè. Basta stare attenti, che so, quando si zucchera una tazzina di caffè per non spatasciare lo zucchero ovunque tranne che nella tazza, ed incorrere altrimenti nelle ire del barista di turno. Che poi, au contraire, qualche volta ha i suoi indubbi vantaggi: se devo sbattere degli albumi non faccio nessuna fatica, si montano da soli che è un piacere.
Mio padre qualche anno fa è andato a farsi vedere in uno dei centri neurologici più importanti d'italia. Dopo una settimana di indagini di ogni sorta, se ne sono usciti con la rassicurante diagnosi: 50% di probabilità di Alzheimer sì, 50% no. Un po' come un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: basta decidere come vederlo.


 
 
 

TechNo/Sì?!?

Post n°704 pubblicato il 30 Novembre 2007 da nimriel
 

Stavolta mi sa che butto il pc fuori dalla finestra.

Ultimamente ho uno strano rapporto con la tecnologia, cosa strana peraltro, visto che adoro incondizionatamente qualsiasi cosa abbia più di due tasti.
Non funziona nulla e se prima funzionava, smette di farlo. Boh. Emetterò qualche strana onda incazzosa di cui non ho sentore.

Comunque, ero qua che digiticchiavo le mie stupidaggini quando per la centesima volta è sparito tutto. Da prendersi come una specie di segnale divino: erano senz’altro bischerate, le mie e per questo vengo punita.

Oppure vengo punita perché nel corso degli ultimi mesi mi sto praticamente disinteressando al mondo e quindi non merito nulla.
La tv l’ho dimenticata (e nel mentre il futuro ex coniuge se l’è anche ripresa fisicamente!), i giornali non li leggo o li leggo poco, la radio non l’ascolto e le notizie mi arrivano portate dal vento, in una sorta di indifferenza coatta, probabilmente frutto di indigestione da notiziari e di anni di zapping passivamente subito. Una specie di idiosincrasia la mia, come quella che ho per il telefono (ma, no problem, il futuro ex coniuge s’è portato via anche quello). Rimane internet ma, come si può fare a meno di internet? Impossibile ormai (a parte che a casa nisba internet, sparito anch’esso con il futuro ex coniuge assieme a telefono e televisore), è letteralmente indispensabile per un sacco di cose, ad esempio pagare le tasse, trovare marito e poi divorzista giusto o infine, contattare la benedetta assistenza dell’operatore telefonico al quale ti rivolgi per avere telefono e internet, in una sorta di cane che si morde la coda (comeavereinternetsenonhaiinternetmavuoiinternetnonavendointernet?)

Fortuna che siamo quasi a Natale però e, visto che per il momento sto ancora lavorando e sul posto di lavoro una cappero di connessione ogni tanto la ottengo, posso rivolgermi al caro Babbino sul suo sitarello ad hoc e chiedergli:

caro Babbino, la televisione non l’ho più ma non importa, costa troppo e non voglio approfittare di te per simili carabattole, invece, parliamo di telefono e internet, più internet che di telefono che tanto quello porta solo beghe e non posso sempre far finta di non esserci, ogni tanto mi tocca rispondere e non mi va.
Dai Babbino, mettici tu una parolina buona con quelle teste di ca**, scusa Babbino non volevo, con quei tontoloni tristanzuoli di Infostrada o quel che pare a te, basta funzioni e magari entro il 2008. Dai babbino che sennò qua sono fuori dal mondo e non va bene, non si fa.
Allora ci conto, eh? Un bacione e salutami  tanto Rudy. Ciao Babbo!

 
 
 

Saturno contro

Post n°703 pubblicato il 29 Novembre 2007 da nimriel
 

- Guarda che hai Saturno in transito nel tuo segno...- mi dice una collega, con un tono funereo che dovrebbe dirmela lunga.
- Ah, perbacco. E son messa male?- rispondo io di rimando, che di astrologia ne so quanto di astrofisica applicata.
- Eh sì, Saturno porta grandi cambiamenti, grandi sconvolgimenti...- fa lei, ondeggiando la testa con aria tragica e saputa, facendomi venire in mente l'insegnante di astrologia di Harry Potter.
- Benone.- dico io, pensando che se fossi un uomo mi verrebbe da tastarmi nelle parti basse. - E quando se ne va 'sto Saturno?
Lei scoppia a ridere con aria diabolica. - Eeeeeh, rimarrà per anni!-
Alla grande, penso, stavolta mi sa che devo proprio toccarmi.

Così m'informo meglio, d'altronde sono della Vergine, ascendente Gemelli, sempre che i miei si ricordino bene quando fui scodellata in quella fatidica notte di 38 anni fa, in anticipo su ogni tabella di marcia, prematura, precipitosa, gran scassamarroni; poveraccia mia madre, tutta da sola, una roba da donne delle caverne. Ah che casino la vita...

Tutto scritto insomma: un gran bordello, uno scatafascio, un ribaltamento generale, anzi una serie di ribaltamenti generali. Adesso mi spiego tutto.
Ma, c'è speranza.
Anzi, c'è di più.
C'è Giove e poi Plutone che corrono in mio aiuto  e poi ci saranno Venere e pure Marte  e poi il Gatto Mannaro e forse anche le renne di Babbo Natale, cavalcate dal Coniglio Pasquale e i suoi Simpatici Amichetti, gli elfi tutti e forse una manciata di Fatine Turchine a dar man forte.

Sì c'è speranza.
Tromberò come un coniglio con gusto e soddisfazione, specie a luglio e agosto. Fra gennaio e giugno avrò sponsor alleati sul lavoro che non mi deluderanno. Non sarò niente male tutto l'anno e addirittura smagliante fra maggio e agosto, per quanto debba stare attenta al livello di calcio (!!!). Sarò più formica che cicala e dovrò finalmente comprarmi un salvadanaio degno del suo nome.

Tutto ciò alla faccia della collega iettatrice e menagrama che lei, eh sì, lei non ha Saturno contro.

Se mi paga, glielo presto.

 
 
 

Oddio che tristezza la decadenza senile...

Post n°702 pubblicato il 28 Novembre 2007 da nimriel
 

Ci risiamo. Non mi viene nulla da scrivere.

 Ho il cervello in pappa, anzi, peggio, sto iniziando a perdere colpi. Ho poca capacità di concentrazione (mi vengono anche i crampi al piede destro ma questo c'entra nulla... O sì?) e non ricordo un nome nemmeno a pagarmi. Il che è decisamente un dramma visto che, ad esempio, nella sede in cui sto lavorando ci sono un sacco di persone e io ricordo il nome solo di poche. Per non parlare delle "entità sacrali" costantemente menzionate, delle quali non so assolutamente nulla e che mi dicono ancor meno. Mi limito ad annuire, con aria assorta, abbassando gli occhi che, di sicuro, non si illuminano con la reverenza dovuta.
Forse dovrei prendere qualcosina, che so, un Acutil o un qualche robo chimico che metta una pezza alla degenerazione dei miei amati neuroni. Non che io sappia se sia l'Acutil (il max che prendo è una pillola per il mal di testa ma proprio quando sono più nella fossa che di qua) il prodotto giusto. Il che, fra l'altro, mi ricorda che anni fa per prendere in giro una mia amica che cadeva perennemente dalle nuvole, inventai il tormentone: "C. prenditi un Acutil! C.: 4 Acutil! C.: 10 Acutil!".
Mica lo sapevo che esisteva un prodotto con quel nome... Anzi, magari a quel tempo non esisteva e se avessi brevettato quel nome, adesso sarei ricca e non dovrei stare qua a farmi le seghe mentali che non ricordo i nomi dei colleghi nè delle entità sacrali che dovrei riverire a prescindere perchè camperei di rendita, svaccata su di un divano, servita da un'orda di schiavi dei quali non sarei tenuta a ricordare il nome e che potrei chiamare semplicemente con uno schiocco di dita. Tzc.

Me ne torno a lavorare va', prima che mi scordi di quel che devo fare.

Ma...perchè? Dovevo fare qualcosa?!?

 
 
 
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