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Filumena Marturano

Post n°258 pubblicato il 03 Aprile 2011 da notte_serena
 

Era un po’ di tempo che mi balenava in mente l’idea di rivedere Filumena Marturano, poi ho ricordato che Ranieri, tempo fa, ne aveva fatto una nuova reinterpretazione con l’’aiuto di Mariangela Melato. Allora quale miglior modo di passare il tempo, vi dirò questa versione non mi ha fatto impazzire, ma il risultato, a mio avviso è stato portato a casa.

Devo dire subito che ho davvero apprezzato le colonne sonore, tanto da spingermi su chi fosse il responsabile ed ho capito il perché mi fossero piaciute tanto, infatti, sono state fatte da Ennio Morricone, un grande…

Come premessa è giusto dire che non sarebbe stato possibile che il mio giudizio potesse davvero essere positivo al 100%, per due ragioni principali. In primo luogo Eduardo non si può superare, aveva una coscienza del palcoscenico che per quanto possa essere grande Ranieri non po’ eguagliare, e in secondo luogo l’abbandono del napoletano fa perdere un grande impatto emozionale all’intero lavoro. Se solo si pensa alla frase finale di Filumena, “Dummì, sto chiagnenno…e Quant’è bell’ chiàgnere!, diventa certo priva di spessore originale resa in italiano.

Partendo quindi da questo sarebbe stato difficile convincermi pienamente. Ranieri anche se sembrerà paradossale, dato che si tratta di una commedia teatrale, per me è risultato troppo “teatrale, e mi perdonerete il gioco di parole, dico questo perché mi sono accorta che stava recitando, lo so che ingiusto il paragone, ma con Eduardo non mi era mai accaduto. L’ho trovato troppo esagerato, ma credo che questo suo modo di recitare sia stato il tentativo di dare una propria interpretazione al personaggio, ma non mi ha convinto. Mariangela Melato, invece, l’ho preferita di più, tranne per alcune scelte secondo me un po’ troppo forzate, come quella di inserire un pianoforte al quale Filumena si rivolge in un paio di occasioni, credo nel tentativo di sottolineare la drammaticità del momento, beh  io ne avrei fatto a meno, secondo me ha reso quelle scene un po’ troppo stucchevoli.

Ho apprezzato molto la scena del primo atto, dove Filumena racconta della madonna delle rose mi è piaciuta moltissimo, l’ho trovata delicata e intensa.

Le parti invece di Alfredo e Rosalia le ho trovate troppo poco incisive, ma è anche vero che sono i personaggi che hanno pagato di più l’abbandono del napoletano.

Filumena Marturano è una commedia divisa in tre atti scritta da Eduardo nel 1946, non tutti sanno che lo spunto per scrivere questo capolavoro nasce da una storia di cronaca vera. Una donna di Napoli era riuscita a farsi sposare dall’uomo con il quale conviveva da molti anni fingendosi moribonda.

Ovviamente questo fu solo lo spunto che fece poi scattare l’intuizione che porterà alla nascita del personaggio così complesso e forse più riuscito di Eduardo, tanto da spingerlo a definire Filumena Marturano “la più cara delle sue creature”.

Eduardo scrisse questa commedia anche per rispondere al bisogno o per meglio dire mal contento di Titina, sua sorella, che lamentava che i suoi ruoli fossero sempre rilegati a personaggi di secondo piano. L’esigenza di creare un ruolo che mettesse per la prima volta la donna come protagonista di una sua commedia rese questo personaggio ricco di spessore ed intelligenza. Disegnò, infatti, questo ruolo sulle vesti di Titina, permettendo alla sorella di mettere finalmente in luce la propria bravura.

Non posso evitare però di citare una delle più famose cover cinematografiche di Filumena marturano ossia matrimonio all’italiana con Sofia Loren e Marcello Mastroiani, dove la nostra Sofia ci regala una Filumena ricca di passione ed esuberanza. Una fotografia di un interpretazione che entra nel cuore con grande impatto. Una volta durante un’intervista Sofia confessò che le fu chiesto di recitare a teatro Filumena Marturano e che non si sentì in grado, vedendo il teatro come una dimensione molto impegnativa e più suscettibile all’errore, e come darle torto, alla fine il cinematografo è più gestibile del teatro.

Ma se invece volete godervi questo capolavoro a teatro non posso che consigliarvi di guardare l’interpretazione di Regina Bianchi ed Eduardo nell’edizione televisiva del 1962, a mio dire semplicemente stupenda.(che è poi quella che preferisco,hihihi!)

Buona visione…

 

 
 
 
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Camminavo tra righe indecifrabili
nel cercamento di sinonimi dell'amore,
rimanevo muta di fronte a un'altra anima...
ma poi nella mia corsa
sono inciampata tra l'azzurro dei tuoi occhi.

 

Mi hai posto tra le mani il vocabolario
del cuore e mi hai detto: "leggine il segreto."
Ho letto, la mia pelle ha sofferto
delle tue stesse ferite...
quando il mondo è ruzzolato su scivolosi pendii
escoriando la mente e denudando linfa di dolore.


Assieme abbiamo imparato parole
che avevano oscuro significato ...
or m'appaiono sillabanti arcobaleni,
e i verbi del tramonto coniugo gaudente,
la splendenza dell'alba declino
su labbra sorridentemente,
e proferisco i cantici maestevoli
del tempo che di nova vita empie gli occhi.

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