Creato da notte_serena il 17/02/2009

Notte che consola

la notte come momento in cui riflettere,in cui consolarsi,in cui coccolarsi.Sei magica notte....

 

 

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mia famiglia

Post n°239 pubblicato il 10 Gennaio 2011 da notte_serena
 

Commedia del 1955 di Eduardo De Filippo. In questo lavoro Eduardo analizza uno dei temi principe delle sue commedie: la famiglia.

 

Siamo negli anni del dopo guerra, e il nostro autore ci parla delle vicende di una famiglia disillusa e anticonformista, ma soprattutto moderna. Alberto Stigliano, un famoso speaker radiofonico, ha una famiglia sbandata senza regole e rispetto reciproco. Alberto cerca in un modo potremo definire timido, perché assoggettato dalle continue derisioni dei suoi tentativi, per sistemare le cose, ma purtroppo anche lui ha qualcosa da farsi perdonare: ha con un'altra donna, una relazione che divide con la famiglia regolare. Elena sua moglie non è mai in casa per trascorre il tempo tra le bische e le amiche, dove continua ad indebitarsi. Beppe, il figlio maschio di Alberto e Elena,invece nonostante l’offerta del padre di un posto di lavoro alla radio, continua a svolgere una vita sbandata e frequentare amicizie strambe. Rosaria invece sbandiera a tutti i venti di essere una donna disinibita e ribelle.

 

La crisi scoppia quando Elena perseguitata dalle amiche, con le quali aveva perso una importante somma di denaro, incominciano reclamare il proprio denaro. Alberto sconvolto dall’accaduto perde la voce, e va via di casa e va a convivere con l’amante. Trovatosi in questa condizione Elena si rimbocca le maniche e incomincia a lavorare.

 

Beppe nel frattempo è andato a Parigi per girare un film, grazie all’aiuto del suo amico Guidone, che gli aveva fatto conoscere un regista omosessuale che rimasto impressionato dalla bellezza del ragazzo lo ospitò a casa sua per permettergli di lavorare, una mattina però Beppe si accorge che il regista che gli dava alloggio era stato assassinato, spaventato, allora, scappa e torna in Italia, per la paura di essere accusato di un omicidio che non aveva commesso. Alberto ricomincia a parlare e chiama la polizia per denunciare il figlio. Beppe poi sarà riconosciuto innocente e incomincia a lavorare nella radio del padre. Rosaria invece sposato il fidanzato, Corrado, che si proclama moderno, ma lo è soltanto a parole, in realtà è manesco e possessivo. La ragazza aveva finto di avere avuto altri rapporti, quando invece era ancora vergine, solo per essere accettata dagli altri, e soprattutto dal suo ragazzo che si proclama liberale e anticonformista. Il padre che l’aveva sempre tratta male per l’onore che pensava sporcato fa ricongiungere i due sposi dopo l’ennesimo litigio, Alberto capisce il dramma di quei giovani sbalestrati, che si atteggiano ad anticonformisti e antiborghesi ma che sono rimasti ingenui e semplici.  

Dopo un dialogo chiarificatore con la moglie che vorrebbe che il marito tornasse in casa, perché quella è la sua famiglia, Alberto risponde quasi rassicurandola:«Mo' vedimmo...».

Questa commedia è lo specchio del paese del subito dopo guerra. La disillusione dei valori della famiglia è in modo particolare evidenziato, infatti tutti e quattro i membri della famiglia conducono vite slacciate tra loro, mantenendo in comune solo la stessa casa.

Eduardo nel corso della commedia esprime una forte opinione sugli omosessuali che proprio in quegli anni iniziavano quella che sarebbe stata la battaglia più difficile per essere accettati. In questa opera Eduardo lascia un giudizio duro e che sorprende, soprattutto alla luce di quelle che erano le sue idee politiche. Tanto che parla degli omosessuali come una setta diabolica. Il mio parere è che, come al solito, Eduardo grande osservatore della società in cui è radicato, non ha fatto altro che rappresentare quella che la situazione ai suoi tempi, probabilmente non era un vero e proprio giudizio personale, ma la semplice fotografia della società, anche perché Eduardo aveva una visione privilegiata della vita ,che non era assolutamente né semplicistica né superficiale.

Un’ altra riflessione che mi va di fare è l’attenzione che Eduardo volge al tema del “silenzio”. Il silenzio del personaggio che si ammutolisce perché non è ascoltato, è una tecnica, che oltre ad essere efficace e ricorrente nelle sue opere , era possibile solo a lui, che grazie alla mimica eccezionale di cui disponeva rendeva a pieno il concetto del società che non da ascolto. Probabilmente è più evidente “negli esami non finiscono mai.”, ma lo riprende anche nelle voci di dentro in cui lo “Zi’ Nicola ha smesso di parlare poiché il mondo non lo ascolta più.”

Personalmente ho dovuto guardarlo almeno un paio di volte per comprenderne bene il messaggio.

Spero che vi possa piacere com’è piaciuto a me.

Grazie Eduardo…

 

 
 
 
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ASSIEME ABBIAMO IMPARATO PAROLE

Camminavo tra righe indecifrabili
nel cercamento di sinonimi dell'amore,
rimanevo muta di fronte a un'altra anima...
ma poi nella mia corsa
sono inciampata tra l'azzurro dei tuoi occhi.

 

Mi hai posto tra le mani il vocabolario
del cuore e mi hai detto: "leggine il segreto."
Ho letto, la mia pelle ha sofferto
delle tue stesse ferite...
quando il mondo è ruzzolato su scivolosi pendii
escoriando la mente e denudando linfa di dolore.


Assieme abbiamo imparato parole
che avevano oscuro significato ...
or m'appaiono sillabanti arcobaleni,
e i verbi del tramonto coniugo gaudente,
la splendenza dell'alba declino
su labbra sorridentemente,
e proferisco i cantici maestevoli
del tempo che di nova vita empie gli occhi.

Notte Serena - Autoretesti

 
 

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