Creato da notte_serena il 17/02/2009

Notte che consola

la notte come momento in cui riflettere,in cui consolarsi,in cui coccolarsi.Sei magica notte....

 

 

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napoli milionaria!

Un po’ di tempo fa avevo scritto un post su Filumena Amarturano, interpretata da Massimo Ranieri, questa volta volevo parlare di Napoli Milionaria, dove, devo ammettere, Ranieri ha fatto davvero una bella figura.

Dopo aver visto Filumena Amarturano, mi ero convinta che Ranieri non fosse all’altezza di Eduardo, ma con Napoli milionaria ho dovuto fare un passo indietro. Credo che vi siano state, comunque, alcune carezze, come ho già detto non ho mandato giù l’abbandono del napoletano, e probabilmente Barbara De Rossi poteva fare ancora di più. È stata convincente in molte scene, ma molto meno in altre, l’ho trovata un po’ esagerata in alcuni momenti, soprattutto in quelli interpretati insieme ad Ester Botta, nel ruolo di Mariarosaria, ma probabilmente è legato per lo più al mio gusto personale.

Nel complesso, ho gradito la rappresentazione di Ranieri.

Questa commedia, è una di quelle, che secondo me, abbiamo visto tutti nella nostra vita almeno una volta.

Siamo nell’Italia della seconda guerra mondiale, nel basso napoletano della famiglia di Gennaro Iovine, il quale vive con sua moglie e i suoi tre figli. La guerra ha reso irreperibili i beni di prima necessità e per poter continuare a vivere bisogna ricorrere alla borsa nera. Amalia, moglie di Gennaro, vistosi in difficoltà per mandare avanti la famiglia incomincia a commerciare tramite la borsa nera insieme al suo socio Settebellezze. La guerra ormai è nel pieno, e Gennaro è catturato dai tedeschi mentre cerca di portare a casa un carico di mele. Amalia e i figli rimasti soli si adattano alla situazione, e continuano la loro vita facendosi complici della decadenza dei valori di quegli anni. Al suo ritorno dalla prigionia, Gennaro ritrova un’ Amalia totalmente cambiata. Ella è riuscita ad arricchirsi con la borsa nera, mentre Amedeo, suo figlio, è finito per diventare un ladro di pneumatici, Maria Rosaria, figlia più grande, invece si è lasciata sedurre da un ufficiale americano ed è rimasta incinta, ed infine Rituccia, sua figlia più piccola, è ammalata nel letto, e nessuno compresa la madre se ne cura, dando alla cosa poco peso. Si scoprirà in seguito che la bambina invece ha bisogno di cure, ma soprattutto di una medicina che a causa della guerra è diventata introvabile. Fortunatamente il ragioniere Spasiano, che ha perso tutti i suoi averi proprio in mano a donna Amalia, le dà la medicina senza chiedere nulla in cambio, regalando non solo il farmaco prezioso, che Amalia avrebbe pagato anche con la sua stessa vita, ma anche e soprattutto una grande lezione di valori. La bambina si salverà se riuscirà a superare la nottata. Piano piano tutto si aggiusta anche grazie al ritorno di Gennaro che ricorda alla famiglia l’importanza di valori che li legano.

C’è probabilmente una precisazione da fare, Eduardo scrive le sue commedie sviluppando ad ogni passo il suo pensiero, che matura attraverso le esperienze personali e gli suoi studi.

Il vero tema che lo guida per tutta la sua carriera è, secondo me, la descrizione delle cause della distruzione dei valori, che in un primo momento attribuisce alla guerra, ma che come si vedrà Eduardo realizza che sono da ricercarsi all’interno dell’uomo, che confuso e avido si trova a giustificare sempre se stesso e gli altri, senza mai prendersi le proprie responsabilità.

Partendo quindi da questa premessa bisognerebbe tenere sotto mano la cronologia delle sue opere per capirne anche il percorso di maturità compiuto.

 La commedia di Napoli milionaria si inserisce diciamo in un periodo di prima maturità. Infatti anche se i valori sono stati intaccati, la forza del padre di famiglia riesce a risanare i valori, cosa che troveremo totalmente invertita negli esami non finiscono mai, che è l’ultima commedia di Eduardo .

Detto ciò, mi preme solo ricordare una frase che poi diventa emblematica, e secondo me non solo al tempo in cui è stata scritta la commedia, ma anche ai giorni nostri, ossia,

Adda passà a'nuttata,

 che vista in una chiave ben più ampia della vicenda in cui è inserita, troviamo un profilo ben più elevato, donando a quella frase una sorta di speranza angosciosa, attesa solenne di un tempo che deve passare per ritrovare l’alba di un giorno migliore.

E oggi voglio dedicare quella frase alla mia vita, sperando che il buio sia ormai alle spalle, e che stia già seduta su quel precipizio dove con le gambe penzoloni potrò ammirare la luce che mi è stata negata e per la quale lotto per conquistarne il calore…

Perdonerete la mia deviazione, ma dovevo per forza scriverlo…hihihi

 

E con questo vi lascio… buona visione…

 
 
 
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ASSIEME ABBIAMO IMPARATO PAROLE

Camminavo tra righe indecifrabili
nel cercamento di sinonimi dell'amore,
rimanevo muta di fronte a un'altra anima...
ma poi nella mia corsa
sono inciampata tra l'azzurro dei tuoi occhi.

 

Mi hai posto tra le mani il vocabolario
del cuore e mi hai detto: "leggine il segreto."
Ho letto, la mia pelle ha sofferto
delle tue stesse ferite...
quando il mondo è ruzzolato su scivolosi pendii
escoriando la mente e denudando linfa di dolore.


Assieme abbiamo imparato parole
che avevano oscuro significato ...
or m'appaiono sillabanti arcobaleni,
e i verbi del tramonto coniugo gaudente,
la splendenza dell'alba declino
su labbra sorridentemente,
e proferisco i cantici maestevoli
del tempo che di nova vita empie gli occhi.

Notte Serena - Autoretesti

 
 

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