Tony Albert Brewster

# 252

Buona Pasqua

La vita, come le petunie non rinasce,
placca, sblocca, intriga

La vita

è rumore bianco come il cortisone
o un palazzo contraffatto,
si piega, si spezza, si innalza

Per me è un puzzle, o risiko,
non ha strategia e si decompone

Per me la vita è attutita solo
da qualche pasticca, alloggiata
presso piani alti ma in disarmo

Si libra e aggroviglia la matassa
dell'appartamento-attico al 52° piano

carta da parati sbrecciata, lavandini
che gocciolano, letti sfondati, siringhe
vuote, piastrelle divelte

L'esistente s'arrovescia quanto le pupille
e prendono fuoco i lampadari sghembi

La vita

è sopraffatta

Disfatta

Ma non si incolla che ai morti-languenti,
possiede rosari e intavola vuoti discorsi
su spente macerie

Tiranneggia anime in saccoccia
e imbastisce mandala imbecilli

Raccolta da una nave urbana, ne vedo la prua
la saluto, e auguro buona fortuna
a chi la vita la ingoia
senza restarne strozzato.
A chi parcheggia l'anima nel foyer
e calca sull'interruttore

Resterò solo stanotte
ma frantumerò il vampiro
riconoscendolo di primo acchito

Paletti di frassino Etc. Etc.

Sarà l'alba sull'incostante
a dichiararmi degno di voi
o di me

# 251

Questo non è mai morire

Fosti per me acqua
fiore
rannuvolamento nelle ore
d'afa -
Eritrea d'Artico
mescolanza d'argano
per solcare
un sole nero.
Fosti ribelle - ma saggia
e ora che ti intreccio
ricopri
i solchi abbandonati
dalle mie arterie:
mistero ma anche vita.
Non arrossite
a spargere la voce.

# 250

Fermarsi un momento

Era una mezzatinta,
Gloria;
ramoscello già
arbusto e conquista
da un fondovalle
al lichene;
mi rimpiangevo
gli aghi di pino
nel rimescolio delle vene.
Da sopra il villaggio
non pareva incrodato,
uno di quei villaggi
a malapena in cartina
dove dimora
il mio amore.

# 249

La piena

Già, ho passato quel guado
mentre i pali elettrici,
tutti,
erano crollati e le anatre
urlavano fra loro.
Ho steso un tappeto
tornando indietro
fra due colonne d'acqua e relitti;
transitaci.
Boccheggia pure
ma non morire
d'emozione.
Io sono Dio
e posso tutto.
Evacuare popoli,
interiorizzarmi
e non essere solo
come avevo preteso
all'inizio.

# 248

Templi

L'unguento che perdo
mi fa rincorrere dagli uomini,
bizzarri antropoidi con selce.
Le ali che indossi ti condurranno
lontano con un solco.
Transiterai canali.
E poi l'isola,
che riconoscerai
 dal colare della
mia pregnante vita
da ogni albero
spento.