leparoledidentro

Diffidenza

Pensi di saper quasi tutto, ma, in realtà, ignori l'essenziale.

........

Mi chiedo il senso, ormai.

L'ho perso...insieme al senno.

Pensieri sdruciti, che sanno di ricorrente e di vecchio.

E di stanchezza.

La cosa peggiore è questa solitudine.

Una solitudine d'intenti.

Una solitudine anch'essa  logora.

.....

Le parole non dette

Le parole taciute sono fili sospesi nell'aria, su cui tu cerchi un equilibrio..

e sul quale diventi il peggiore dei funamboli. 

Non puoi farcela da solo. Non puoi.

Barcolli, annaspi, muovi un passo incerto e torni indietro, 

senza avanzare di un palmo.

Sotto di te, il vuoto..e la paura.

Avanti a te, una meta che sembra lontanissima e pericolosa.

La sicurezza non esiste.

Non può esistere.

Dove dovrebbe essere?

Dentro te stesso, dicono...

Ma..anche questa è una frase fatta..e sottintende parole non dette..

quelle che potrebbero indicarti la via.

La via per andar avanti o..spiccare il salto nel vuoto.

Impasse

Soffia lo scirocco, stamane.

Muta le forme, i colori gli odori.

Ferma la pioggia, rende tutto impreciso, sfuma i contorni, dando

un senso di "sospensione" ad ogni cosa, anche ai pensieri.

Perchè non cerco? Perchè non rovisto dentro di me?

Potrei pensare sia l'ennesima sferzata di disfattismo..Ma..no..non è così.

Questa mia impasse è una condizione che mi calza come un guanto..

Mi ci rinchiudo, come fosse una tana sicura.

E mi spaventa.

Vita

"Che la vita ha le sue ironie, si dice, ma di sicuro c'è

che la più ottusa di tutte è proprio lei,

deve esserci stato qualcuno che un giorno le ha detto,

Vai avanti, sempre avanti, non uscire fuori strada,

e da allora,

 inetta, incapace di apprendere dalle lezioni che si picca di darci,

non ha fatto altro che eseguire alla cieca l'ordine che le hanno dato,

travolgendo chiunque si trovi davanti,

 senza neppure fermarsi a valutare i danni,

a chiederci scusa, almeno una volta"

J. Saramago

Virtuale..andare.

Il mondo, reale o virtuale che sia, è ricco di persone così diverse tra loro!

Una varietà non indifferente,non così facilmente riconducibile in "profili"

dal numero preciso e, soprattutto, ristretto.

La diversità è ricchezza, su questo non c'è dubbio.

Ed è esperienza, per chi vi ha a che fare.

Rimaner chiusi nel guscio, non conviene mai..

anche quando c'è da rischiare qualcosa..

E così, una folla di "entità" diverse è lì, disponibile, per imparare

..e capire..

E c'è l'individuo schietto, col quale colloquiare serenamente,

 del più e del meno, farsi una risata, raccontarsi un fatto.

E c'è l'amica che è lì, con la quale hai condiviso momenti di complicità,

di sostegno, di simpatia..di affetto..di gioia e di dolore...

Insomma, piccoli pezzi di vita, vita raccontata, ma pur sempre vita.

Puoi anche non far discorsi lunghi o non sentirti per mesi, ma..

tutto resta immutato..o, comunque, resta sotto forma di un ricordo bello

 e felice, di cui esser grati.Ed è davvero impagabile, una cosa del genere.

E c'è la falsità. L'esasperazione di ciò che vien definito "virtuale",

nascondendo, dietro questo termine, la poca chiarezza,

la mancanza di semplictà, la leggerezza gratuita...

la semplice voglia di ferire e trattar l'interlocutore o l'interlocutrice

come un ninnolo usa-e-getta. 

E c'è altro.

Sì, c'è altro.

C'è chi cerca. Chi accoglie. Chi ascolta. Chi legge dentro.

Chi si racconta e vuole ascoltar un racconto.

Chi scava dentro se stesso ed è pronto a cingere, in un abbraccio grande,

te e ciò che tu hai da dargli.

Chi è aperto all'abbandono, alla condivisione, al rispetto.

Chi dona fiducia e s'aspetta fiducia, da te.

Chi si appoggia a ciò che sei in grado di dargli,

 e lo considera come un immenso dono,

come qualcosa che niente e nessuno

saprà o potrà togliergli.

E non sbaglia. Perchè è così: perchè è un mutuo dare,

un incessante concedersi e abbandonarsi,

che trae origine da una generosità senza fine,

da una dolcezza senza eguali, da un'integrità senza confronti. 

Non ha nome, questo sentire? O..ce l'ha?

Io..il "mio" nome gliel'ho dato...e vivo di questo..qui..

e, sì,  anche fuori di qui.

Cambiamenti

I cambiamenti: meglio esserne l'artefice, che subirli.

La vita non dovrebbe esser fatta di "se", ma di "nonostante".

Però, accade che i cambiamenti si subiscono

e i "se"  si sommano l'uno all'altro,

a formare una nuvola lattigginosa  che offusca l'ottimismo.

Non so come considerare questo momento della mia vita.

Il cambiamento subito, che sradica le mie abitudini d'un tempo,

che mina gli spazi, seppur esigui, che prima simboleggiavano la mia libertà

ed indipendenza ed erano alcove sicure e lontane,

 almeno per i miei stati d'animo e i miei pensieri;

questo cambiamento...cosa porterà?

L'incertezza è un mostro vorace che divora

..che apre l'uscio al senso di solitudine...di perdita..

di stanchezza...

Eppure...sento, dentro me, una sorta di scintilla fioca.

E' come se considerassi questa "variazione" subita, un punto di partenza,

per cercar, finalmente, di riordinar quel che c'è

ed è possibile  riordinare nella mia vita.

Metter ordine dentro me stessa,

per ritrovare la voglia di cercar la felicità

...che sia o no una dolce illusione.

Che magari da un cambiamento "patito" ne scaturisca uno "voluto"?

Perchè mai non dovrebbe esser così...

La tua vicinanza è stato il "prima", il "durante"..

E'  l'"adesso".

Il "dopo", magari...non verrà....

Ritorno

Piccolofiore torna..

Torna quando la sua vita ha ormai preso una piega diversa ed inaspettata..

Torna..perchè vuole sopravvivere, anche se fuori di qui sembra che debba soccombere.

Piccolofiore torna..e sa solo che è l'unica sua certezza, quella di rimaner qui, in questo luogo, l'unico che le è congeniale, l'unico in cui ha scelta se rimanere o no.

Coerenza

Sonnolento lunedì, questo. Ho riposato male, qualcuno dei miei soliti e surreali incubi, che son sempre lì, in agguato, a ricordarmi cosa cova sotto la cenere.

Non so se sono io che eccedo, come sempre, in certe mie reazioni, ma davvero vorrei sapere come arginare certe piene che straripano e lasciano una fanghiglia tutt'altro che fertile e proficua. Ricevere notizie non buone su persone che conosci..o essere in pena per altre che devono superar certe situazioni: non ho equilibrio, nell'affrontar cose di questo tipo. Inizia la preoccupazione, ma, soprattutto, inizia la tristezza.

Perchè non riesco a liberarmi di questo maledetto senso di caducità? Perchè, quando guardo in faccia la vita, la guardo sempre sospettosa, tremante, come se la vedessi lì, matrigna, pronta a prendersi ciò che elargisce? E non è qualcosa che riguarda solo il mio piccolo personale mondo.. Mi guardo intorno e temo anche per gli altri. Magari, son persone abbastanza lontane da me, in termini di legami affettivi, eppure...eppure saper delle loro sofferenze, mi appesantisce l'animo..mi "stanca" dentro...

Non è equilibrato, questo mio sentire..lo so... Non è equilibrata, la  mia reazione.. La vita è fatta sempre di momenti belli e brutti..e bisognerebbe saper prender sia gli uni, che gli altri, in maniera "bilanciata". Mi rendo conto che il mio vissuto, fatto di "perdite" passate e di improvvisi lacci spezzati, ha lasciato dei segni.. Certe volte, penso sia questo a farmi reagire così.. Brandelli di psicologia spicciola o semplice consapevolezza.  E mi chiedo se esista un modo per scacciar via i pensieri grigi e grevi che s'impossessano di me di fronte a certi eventi, anche non miei. Una  sensibilità interiore mal direzionata e mal gestita, la mia... E così, mi vien da pensare che questo "posto", questo mio spazio, esista proprio per fuggir via, a gambe levate, da me stessa e da come vivo fuori di qui.. Ma, quando poi anche qui tornano a bussar quelle stesse sensazioni, mi dico che anche quest'illusione virtuale che mi son costruita non riesce a portarmi abbastanza lontano..

Un eccesso di coerenza, ridicola e lacerante coerenza..