leparoledidentro

Virtuale..andare.

Il mondo, reale o virtuale che sia, è ricco di persone così diverse tra loro!

Una varietà non indifferente,non così facilmente riconducibile in "profili"

dal numero preciso e, soprattutto, ristretto.

La diversità è ricchezza, su questo non c'è dubbio.

Ed è esperienza, per chi vi ha a che fare.

Rimaner chiusi nel guscio, non conviene mai..

anche quando c'è da rischiare qualcosa..

E così, una folla di "entità" diverse è lì, disponibile, per imparare

..e capire..

E c'è l'individuo schietto, col quale colloquiare serenamente,

 del più e del meno, farsi una risata, raccontarsi un fatto.

E c'è l'amica che è lì, con la quale hai condiviso momenti di complicità,

di sostegno, di simpatia..di affetto..di gioia e di dolore...

Insomma, piccoli pezzi di vita, vita raccontata, ma pur sempre vita.

Puoi anche non far discorsi lunghi o non sentirti per mesi, ma..

tutto resta immutato..o, comunque, resta sotto forma di un ricordo bello

 e felice, di cui esser grati.Ed è davvero impagabile, una cosa del genere.

E c'è la falsità. L'esasperazione di ciò che vien definito "virtuale",

nascondendo, dietro questo termine, la poca chiarezza,

la mancanza di semplictà, la leggerezza gratuita...

la semplice voglia di ferire e trattar l'interlocutore o l'interlocutrice

come un ninnolo usa-e-getta. 

E c'è altro.

Sì, c'è altro.

C'è chi cerca. Chi accoglie. Chi ascolta. Chi legge dentro.

Chi si racconta e vuole ascoltar un racconto.

Chi scava dentro se stesso ed è pronto a cingere, in un abbraccio grande,

te e ciò che tu hai da dargli.

Chi è aperto all'abbandono, alla condivisione, al rispetto.

Chi dona fiducia e s'aspetta fiducia, da te.

Chi si appoggia a ciò che sei in grado di dargli,

 e lo considera come un immenso dono,

come qualcosa che niente e nessuno

saprà o potrà togliergli.

E non sbaglia. Perchè è così: perchè è un mutuo dare,

un incessante concedersi e abbandonarsi,

che trae origine da una generosità senza fine,

da una dolcezza senza eguali, da un'integrità senza confronti. 

Non ha nome, questo sentire? O..ce l'ha?

Io..il "mio" nome gliel'ho dato...e vivo di questo..qui..

e, sì,  anche fuori di qui.