la bradipessa

alla ricerca dei propri limiti, delle proprie potenzialità e di (un po') di autostima

 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: sillylamb
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 46
Prov: MI
 

DEDICATO A S.

 

"Se saprai starmi vicino,
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere "noi" in mezzo al mondo
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.

Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l'un l'altro
senza sapere chi sarà il primo e chi l'ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio perché insieme è gioia...                                          


Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto."


Neruda

 

 

 

DEDICATO AL LEO, AL KIMBA E A DIVERIA

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Dio creò il Persiano perchè l'uomo potesse accarezzare il leone.

Dovremmo essere saggi la metà dei gatti. E anche belli la metà.

I gatti sono stati messi al mondo per contraddire il dogma secondo il quale tutte le cose sarebbero state create per servire l'uomo.

 

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Messaggi del 31/05/2006

GHIACCIO

Post n°145 pubblicato il 31 Maggio 2006 da sillylamb
 
Foto di sillylamb

Come qualcuno forse ricorderà, tempo fa avevo partecipato a un concorso letterario. Ovviamente nn ho vinto, ma mi sono capitati in mano 2 racconti dei vincitori e il mio era più bello e originale (modestia a parte...). Bene, visto che mancherò per 10gg, lo pubblico qui, così vi lascio qualcosa da leggere. E' un po' lungo (nn so scrivere cose brevi, mi spiace...), ma spero che qualcuno abbia la costanza di arrivare in fondo e dirmi cosa ne pensa. Buona lettura.

Iceville. Mai nome fu più azzeccato per una manciata di case abbarbicate sulle pendici di aspre montagne a un passo dal Canada. Nessuno sapeva o si ricordava chi l’avesse fondata, immersa tra gli abeti, raccolta intorno a una piccola chiesa. Forse perché la gente aveva altro a cui pensare. La vita non era facile durante i lunghi inverni nevosi in cui la luce grigia sembrava durare poco più di un battito di ciglia, quando il fiume gelava e taceva e le strade si smarrivano sotto una bianca coltre. Le estati di contro si riducevano a un breve, brevissimo lasso di tempo in cui si udivano i cervi bramire nel folto del bosco presi dalle smanie d’amore e i magri pascoli si ricoprivano di migliaia di corolle gialle. Nessuno amava quel piccolo paese che non era nemmeno riportato sulle carte geografiche. C’era da chiedersi se esisteva davvero, con l’emporio polveroso dove si compra tutto e niente, come si vede nei vecchi film. I vecchi non avevano da raccontare dei tempi andati, la vita non era cambiata molto. E i giovani appena potevano se ne andavano e si dimenticavano di essere nati lì. I pochi che rimanevano si indurivano, i volti bruciati dal freddo, le rughe precoci scolpite dal vento, gli occhi di ghiaccio, poche parole. Un posto dove il tempo si era fermato, i giorni scivolavano via lenti, gli uni uguali agli altri. L’ultimo paese del far-west, dove al posto della polizia regnava ancora lo sceriffo con il distintivo a stella. E anche lui passava molto del suo tempo nei boschi come la maggior parte degli abitanti, a far legna per la segheria che sorgeva solitaria sull’argine del fiume, appena fuori dall’abitato. Per poi ritrovarsi la sera a bere whiskey al bar dalla veranda di legno con le assi sconnesse dove l’unica ricchezza era un vecchio pianoforte a muro e uno specchio dalla cornice dorata ripescato chissà dove. Suonavano bene Peter e Ryan, due fratelli. Due trafficanti di droga. Tutti sapevano, ma tutti chiudevano gli occhi, se ne dimenticavano aiutati in questo dal lento scivolare via del tempo sempre uguale. In fondo cosa conta quanto il freddo ti entra nelle ossa?

E fu in un grigio pomeriggio d’inverno che comparve Lyn, occhi grandi leggermente a mandorla, zigomi alti, corpo minuto da chiedersi come facesse a resistere alle raffiche rabbiose del vento che sollevava in turbini la neve ancora farinosa. Creatura eterea, infagottata in una giacca a vento rossa. Sguardo triste, capelli lunghi, fini, neri. Fu Claudia a trovarla, seduta sulla vecchia altalena cigolante. Claudia, figlia tredicenne di Ryan. Sua madre, la sofisticata Patricia, se n’era andata anni prima. Era tornata al sole dopo che il freddo le aveva tolto il sorriso, non riusciva a tenerlo lontano nemmeno con le pesanti pellicce di volpe e a nulla servivano gli anelli, preziosi e scintillanti, che portava sulle delicate mani che il vento aggrediva screpolandole. Era tornata in Florida da dove era venuta un’estate. L’amore non era stato abbastanza e si era lasciata dietro una bimba e un fratellino, Carl. Non si era mai voltata indietro, non era più tornata. E la vita continuava lenta e claudia sorrideva, lieta di viverla. Felice di inseguire scoiattoli, di recitare filastrocche all’eco che abitava le gole scoscese, di correre col fratello tra i prati quando potevano togliersi i pesanti scarponi invernali.

“Ciao – le disse – Giochi con me?”

Lyn la guardò dubbiosa, occhi liquidi.

“Sai parlare?” le chiese ancora Claudia.

Piccolo cenno affermativo.

“E dove sono i tuoi genitori?”

“lassù” rispose con un fil di voce indicando le vette maestose. Ma poteva anche essere il cielo.

“Giochiamo a palle di neve?” le propose la ragazzina raccogliendo la prima. Lyn si chinò e fece altrettanto. Triste, pallido sorriso. Chissà se si divertiva davvero o se lo faceva solo per sentir risuonare la risata argentina dell’altrs, per riempire il terribile silenzio della neve. Si rincorsero tra strade, dietro alla santella della madonna rischiarata da un cero solitario, tra le stalle, vicino alla cisterna dell’acqua. Le ombra iniziarono ad allungarsi, la luce si fece ancora più incerta.

“Be’ – disse Claudia – devo andare. Vieni con me?”

La prese per mano, dita lunghe e fredde, conducendola saltellando tra i mucchi di neve, zigzagando tra i fiochi lampioni, fino a una bella casa bianca. Aprì sbattendo la porta ed entrò nell’ambiente caldo, tappeti morbidi e un camino acceso. Pareti di legno chiaro, qualche trofeo di caccia, una sedia a dondolo dove sonnecchiava Carl e un lungo tavolo a cui erano seduti Peter e Ryan, diversi come il sole e la notte. Peter, il più anziano, poco più di 40 anni, viso spigoloso dalla mascella squadrata, occhi grigi come l’acciaio, bocca sottile, fisico asciutto e muscoloso. Ryan, un paio d’anni più giovane, aveva il viso tondo, pallido, sfatto. Guance rubizze e ventre sporgente rivelavano che Patricia andandosene gli aveva lasciato un vuoto che tentava inutilmente di riempire di wiskey. Non si era mai perdonato di averle permesso di andarsene. A Peter non sarebbe capitato, lo sapeva. Peter non era un debole come lui, aveva il tono del comando: voce pacata e sguardo fermo. Non come quei suoi occhi mobili così simili a quelli delle prede.

“Guarda cosa ho trovato – trillò Claudia entrando con un gelido soffio d’inverno – possiamo tenerla?”

Come se si trattasse di un cucciolo.

I due uomini si alzarono di scatto. Ryan rovesciò la sedia. Quel giorno non erano giunte motoslitte e l’arrivo di forestieri non passava certo inosservato. Come sempre fu Peter  a prendere in mano la situazione:

“Come ti chiami, piccola?”

“Lyn” Nessuna timidezza, voce limpida come il cristallo.

“Quanti anni hai?”

“11”

“Dove sono i tuoi genitori?”

“Lassù” Di nuovo quel gesto vago a indicare la notte.

L’uomo pensò alla valanga del giorno prima. Un boato che aveva squarciato il silenzio della mattina inondano il paese con una nuvola di neve. Ma non aveva sentito gli elicotteri sorvolare la zona come era successo anni prima quando un’altra slavina si era portata via 3 incauti sciatori che avevao osato spingersi fin lì. Quei luoghi d’inverno erano inviolabili. Si disse che per loro era pericoloso avere una ragazzina che girava per casa mentre tagliavano la droga e la nascondevano nei carri di legname che settimanalmente lasciavano la segheria. Eppure sentì qualcosa muoversi dentro. Forse fu la purezza di quella creatura giunta dai boschi, quel suo stare composta, non mostrare para. Il suo silenzio, quegli occhi scuri, forse viola, da elfo, sereni.

“Ok Claudia – se sentì dire, forse anche prima di rendersene conto – può restare. Almeno finchè non salteranno fuori i suoi genitori.”

Ma già sapeva che nessuno sarebbe venuta a reclamarla. Forse era figlia dell’inverno.

Ryan deglutì: come sempre nessuno l’aveva interpellato e a lui quella ragazzina non piaceva. Forse per via di quegli occhi liquidi come quelli dei cerbiatti che sembrano poter leggere l’anima. O come i laghetti alpini, immoti, in cui ci si specchia senza veli, senza la possibilità di nascondersi.

Claudia e Lyn erano già sulla scala di pino che portava al piano di sopra, alla sua stanza dai tono pastello, il suo regno tra peluche e bambole. Peter tornò a sedersi davanti ai conti, come se nulla fosse successo. Ryan rimase in piedi, in silenzio, l’ira che montava in petto mista a una strana inquietudine.

* * *

Passarono 2 inverni senza che nessuno venisse a cercare Lyn. Nemmeno la Tv parlò di bambini scomparsi o di tragedie famigliari. E lei rimase lì, ombra di Claudia. Per un po’ la gente ne parlò, ragazzina taciturna, studente modello, voce angelica nel coro della messa domenicale. Qualcuno mormorò che era una figlia segreta di Peter. Ma erano solo sussurri che venivano coperti dallo stormire delle delicate gemme in primavera o dall’allegro sciabordio del fiume quando i ghiacci si scioglievano. Poi tornò l’inverno e la neve fece scordare che Lyn era comparsa una sera all’improvviso.

Claudia si fece più donna, iniziò ad innamorarsi dei compagni di scuola più grandi, dei loro bicipiti torniti che si gonfiavano quando aiutavano gli adulti nei boschi. Si scordò di peluche e bambole di pezza e scoprì ombretti e rossetti. Lyn l’aiutava a truccarsi e ascoltava i suoi batticuori, sorridendo di quel suo sorriso enigmatico, come se la vita le scorresse di fianco sfiorandola appena.

Poi, una sera d’estate in cui l’aria sembrava essere particolarmente dolce e profumata come per farsi perdonare del fatto di essere così breve, Ryan entrò sbattendo la porta. Peter Alzò la testa dalle carte sul tavolo. Occhi fissi con riprovazione sul fratello ansante. Ryan si portò una mano al petto cercando di calmare i battiti del suo cuore e di respirare una boccata d’aria che ora sibilava nei polmoni bruciandogli la gola come fosse fuoco.

“Qualcuno ha parlato – riuscì finalmente a dire – o qualcosa è andato storto. C’è la polizia, l’FBI, non so. E qui abbiamo ancora buona parte dell’ultimo carico”

Peter sentì la rabbia montargli dentro. Non paura. Quella traspariva dagli occhi dilatati del fratello. Solo ira, fredda e tagliente come un coltello.

“Cosa sarebbe andato storto?” sibilò a denti stretti.

In quel momento entrò Lyn, silenziosa come un gatto, leggera come una farfalla. Il corpo ancora acerbo fasciato dai jeans e da una camicia a quadri.

“Scusate se vi interrompo, – disse con voce cristallina e morbida come una carezza – questo signore vi cercava”

E dietro di lei avanzò un uomo dagli occhi tristi e severi, pochi capelli su un viso allungato dalla fronte spaziosa. In mano un distintivo.

Per una volta Ryan si mosse con una velocità da lasciar spiazzato anche il fratello. Prese il pesante zaino che aveva portato dalla segheria, ci cacciò dentro tutti i documenti alla rinfusa e lo lanciò a Lyn. La ragazza lo afferrò al volo e, senza dar segno di sorpresa, volteggiò come se fosse vuoto, spingendo di lato l’agente e iniziando a correre. Ubbidiva come aveva sempre fatto, sapendo cosa si voleva da lei prima ancora che l’ordine si trasformasse in parole, senza porsi domande, forse anche senza capire. Semplice come era sempre stata, come un animale.

L’agente, ripresosi dal primo momento di sorpresa, le corse dietro. Lyn vide la santella della Madonna e pensò che un refolo di vento doveva aver spento il cero perché non ardeva più. Lì vicino le frecce sbiadite dei sentieri, disegnate un tempo immemorabile quando si pensava che qualcuno potesse giungere fin lì per turismo. Il sole e la pioggia, ma soprattutto il vento e la neve, ne avevano cancellato le scritte e nessuno si era più preoccupato di battere le piste. Eppure, tra l’erba alta e i rovi, rimaneva un’esile traccia che saliva tra gli alberi dai fusti altissimi, nella penombra tra sassi sconnessi e muschio odoroso, sopra un tappeto scricchiolante di aghi di pino. La ragazza lo imboccò sicura, come se le sue gambe sapessero dove portarla. E via, leggera come un cervo, saltando i rami caduti, mentre i rumori del paese si facevano sempre più indistinti. Il cuore le batteva forte, come una macchina perfetta. L’uomo provò a seguirla, ma i rovi gli strappavano i pantaloni rendendo difficoltoso il procedere. Le gambe si facevano pesanti su quel terreno ineguale, il fiato corto per la salita ripida. Si fermò ansante, le mani sulle ginocchia, e guardò quella figura agile come una fata che scompariva nel folto degli alberi.

* * *

Passarono 5 anni durante i quali Iceville divenne famosa. Fu segnata su alcune cartine e fu nominata nei TG nazionali. Nel municipio in stile neoclassico fu istituita un’aula di tribunale per il processo di droga. Fu una cosa lunga, tenuto in una sala spoglia dai banchi di legno scuro e un alto scranno occupato da un giudice annoiato. Fu costruito anche un piccolo albergo giallo, appena una decina di stanze per cronisti e curiosi. Qualcuno trovò Iceville bella e si avventurò lungo gli antichi sentieri e, tornando in paese, raccontava di una ragazza-lupo, una giovane che vagava tra i boschi accompagnata da un grande lupo grigio. Ma era poco più di un’apparizione, era impossibile descriverla. Appariva silenziosa come un’ombra, sfuggente come l’arcobaleno e subito scompariva, tanto da essere scambiata per uno scherzo di quella luce così strana del nord.

Ma fu solo all’inizio, poi l’evento perse di interesse. Rimaneva solo una sparuta troupe di un’emittente televisiva locale e in paese ci si chiedeva a cosa sarebbe servito l’hotel una volta che Peter e Ryan sarebbero stati assolti. Su questo nessuno aveva dubbi. Si diceva per insufficienza di prove, ma c’era chi mormorava che qualcuno avesse pagato un’ingente cifra al giudice e ai giurati. Ma ancora una volta erano solo sussurri, appena udibili sopra il frinire delle cavallette nelle sere di fine estate, che già portavano i primi sentori d’autunno. Le cime già iniziavano a imbiancarsi, l’odore dei funghi si faceva più intenso e le foglie rosse iniziavano a volteggiare nell’aria.

Fu proprio in un pomeriggio limpido, il cielo azzurro che sembrava disegnato, che i giurati espressero il verdetto di non colpevolezza e, saliti sui fuoristrada si avviarono verso le loro case per dimenticarsi ben presto di Iceville. Volevano il calore delle loro mogli, i sorrisi dei loro figli, così lontani da quei boschi troppo profumati e dalle ombre troppo marcate.

Ryan e Peter uscirono per ultimi dall’aula, i volti tirati, i pantaloni stropicciati, la cravatta allentata. E ora? si chiedevano. La segheria era al suo posto, gli attrezzi custoditi in una cassetta ai piedi di un abete secolare insieme ai contanti. Bisognava ricominciare. Ma forse non subito.

Ryan scrutò l’ampia hall del municipio nella speranza di vedere Patricia. Era dall’inizio del processo che ci sperava. Che sperava che lei, sentendo il suo nome in Tv, avesse voglia di riabbracciarlo. Di sorridere a Carl che nel frattempo si era trasformato in un giovane rabbioso per aver conosciuto lo scherno dei compagni: era senza madre e con un padre nei guai con la legge. A volte i ragazzi sanno essere così crudeli… anche più del freddo dell’inverno. O che avesse voglia di ritrovarsi nel volto così perfetto di Claudia, pronta a sposare uno dei giovani del paese. Lei non avrebbe lasciato il profumo della legna da ardere, dei biscotti appena sfornati. Ma, forse anche per questa diversità con la figlia, Patricia aveva dimenticato e le speranze di Ryan venivano ogni giorno deluse trasformandosi lentamente in amara rassegnazione.

Invece quel giorno, seduta su una scomoda panca intagliata, c’era una ragazza esile, vestiti scoloriti e troppo corti. Mani composte in grembo, occhi dalle lunghe ciglia abbassati, Aspettava, paziente e silenziosa. Aspettava e non sapeva nemmeno lei cosa.

Peter la riconobbe subito. Il suo cuore ebbe un guizzo. E le sue gambe coprirono in pochi passi l’ampio pavimento di marmo.

“Lyn!”

Fu quasi un grido. Quanto gli era mancata quella ragazza, ora quasi donna dal corpo flessuoso. E quegli occhi grandi, puri. La sollevò, la strinse e lei forse per la prima volta sorrise felice assaporando il profumo agrumato del dopobarba.

Ryan li osservò dapprima stupito, ma ben presto sentì il risentimento che prendeva il posto della speranza e dell’attesa. Ma era stanco e non voleva parlare. Non ora. Si incamminò lentamente dietro di loro verso casa.

Lyn camminava leggera, senza produrre alcun rumore sembrava sfiorare l’asfalto.

Peter si sentiva bene, come se lo stress del processo fosse stato improvvisamente cancellato, come se un raggio di sole avesse spazzato via le nubi dal suo cielo. Aveva un’andatura elastica, le spalle dritte e lo sguardo accarezzava quella creatura che, silenziosa e leggera, cercava di mantenere lo stesso passo. Chissà da dove vieni, pensò, e cosa stai cercando di insegnarci.

La casa era accogliente, ariosa e luminosa come sempre. Claudia aveva messo un vaso di crisantemi sul tavolo e dalla cucina arrivava il profumo del pane tostato.

Ryan salì senza una parola in bagno con la speranza di poter sciacquar via anche l’amarezza, l’attesa delusa, forse anche la sua anima.

Peter si sedette al tavolo, come sempre. Poi ci ripensò, andò a uno scaffale e tirò fuori una vecchia cartina.

“Vieni qui, Lyn. Raccontami cosa hai fatto”

la ragazza si avvicinò, ma rimase silenziosa. All’uomo sembrò che qualcosa gli accarezzasse dolcemente una parte di sé che aveva dimenticato.

“Sei tu la ragazza – lupo?”

Lyn sorrise, appena un’ombra sul suo viso; poi annuì.

“E ora dov’è? Il lupo, intendo…”

Un velo scese sui suoi occhi:

“E’ stato ferito da un cacciatore alcune settimane fa. Ho provato a curarlo con delle erbe, ma era molto grave. Una mattina non l’ho più trovato… Credo sia andato a morire da qualche parte…”

Peter stese la cartina sul tavolo:

“fammi vedere dove sei stata”

E Lyn che aveva sempre contato le parole come avesse paura della sua voce, scoprì quanto fosse facile aprirsi, lasciarsi andare. Per una volta almeno. Narrò di come fosse stato difficile all’inizio. Della fame e del freddo. Di come avessa fatto amicizia coi taciturni pastori, scambiando canti con un po’ di pane e formaggio. Di come una notte di luna piena in cui le stelle sembravano così vicine da potersi raccogliere a manciate un giovane lupo le si fosse avvicinato e le avesse posato la testa sul grembo. Senza paura, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Seguiva i vecchi sentieri sulla cartina ingiallita parlando di angoli di aspra, selvaggia, dimenticata bellezza.

Ryan li trovò così, le teste vicine quasi a sfiorarsi, la voce dolce e sommessa che riempiva la stanza. Quasi che le parole galleggiassero un attimo prima di scomparire per venir serbate dalla memoria. E la rabbia a lungo repressa esplose. Gli attanagliò la gola, si insinuò come un veleno lungo le vene, gli irrigidì i muscoli e annebbiò la vista. Con una forza che nemmeno sapeva di possedere, rovesciò il pesante tavolo:

“Non ti voglio in casa mia, piccola strega! Vattene! Scommetto che sei stata tu a parlare 5 anni fa, solo tu venivi da fuori! Come puoi pensare di ingannarci? Forse facendo gli occhi dolci a mio fratello? Vuoi continuare a metterci gli uni contro gli altri? Sparisci o giuro che ti ammazzo!”

Lyn fu investita da quel torrente d’ira. Le pupille dilatate, il rombo del sangue nelle tempie, la gola chiusa dalla paura. E in un attimo fu di nuovo in strada. Troppo tardi Peter allungò la mano per cercare di afferrare le esili braccia appena dorate dalla luce della breve estate, per cercare di tenere accanto a sé, anche solo per un istante ancora, quella creatura così diversa e così vera. Lei era già svanita, verso la scalinata che dalla chiesa portava ai pascoli dove riposava l’ultimo sole. Lì, seduta su un muretto a secco, pianse tutta la sua solitudine. Non vide il cielo iniziare a tingersi di viola. Pianse per la violenza che non capiva finchè qualcosa di freddo e umido si posò sul suo collo. Si voltò, più sorpresa che spaventata, e vide un grande lupo grigio con una cicatrice fresca su un fianco che gli sfregiava il pelo d’argento, accarezzato dalla brezza della sera. Affondò il viso nel morbido mantello profumato di selvatico che le asciugò le ultime lacrime. Poi si alzò e, tenedo una mano sul dorso muscoloso, si incamminò lenta incontro alla notte. Sapeva di aver trovato il suo posto.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: sillylamb
Data di creazione: 26/01/2006
 

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Le montagne sono le preghiere di Dio

 

LE MIE MONTAGNE IN LOMBARDIA (2008-2013)

Provincia di Lecco:
- Grignone per la cresta di Piancaformia (alpinismo invernale)
Giro delle Grigne
- Zucco Sileggio

Provincia di Sondrio:
Pizzo Olano (scialp)
Salmurano (scialp)
- lago del Truzzo
- Surettahorn (scialp)
Bernina (alpinismo)
- bivacco Colombo, Palon de la Mare, monte Vioz (alpinismo)
Disgrazia (alpinismo)
- Gran Zebrù (alpinismo)
- Forcellino (scialp)
- Passo Porcile (scialp)
- il bivacco Ca' Bianca (scialp)
- Da Isola a Frondaglio (ciaspole)
- il lago di Colina (MTB)
-  il Cevedale (alpinismo)

Provincia di Bergamo:
- Bronzone
- Sasna (scialp)
- Mte Misma
Traversata delle creste della Presolana (alpinismo)
- Araralta e baciamorti (ciaspole)
- Pizzo Arera

Provincia di Brescia:
- Adamello (scialp)
- Monte Carone
- Guglielmo (ciaspole)

Provincia di Varese:
- Mte Settetermini (MTB)

 

LE MIE MONTAGNE IN LOMBARDIA, 3

Provincia di Sondrio:
- Punta dgli spiriti (scialp)
Gole Cardinello e lago d'Emet
- Tambò (scialp)
- Cima pesciola (scialp)
- Meriggio (scialp)
- Alpe Bondeno (ciaspole)
- Tresero (scialp)
- Cassandra (scialp)
- Ferrè (alpinismo)
- Scalino (scialp)
- Dosdè (scialp) 

Provincia di Como:
- Bregagno (scialp)
- Cima Pianchette (ciaspole)
- Berlinghera 

Provincia di Bergamo:
- Pizzo delle Segade (ciaspole)
- anello dei Campelli
- Vodala by night (scialp)
- Pizzo del Becco 

Provincia di Lecco:
- San Primo (scialp)
- Legnone da Colico
- Resegone (ciaspole)
- Moregallo (per il canalone Belasa)
- Grignone in invernale 

Provincia di Brescia:
- Frerone (scialp)
- Monte Creino 

Provincia di Varese:
-
 Pizzoni Laveno & Mte Nudo
Piambello (MTB) 

 

LE MIE MONTAGNE IN VALLE D'AOSTA(2008-2009-2010)

LE MIE MONTAGNE IN VALLE D'AOSTA (2011 E SEGG)

- Saron (scialp)
- Oilletta (scialp)
- Col Chavacourt (scialp)
Cima di Creya
- Gran Tournalin
- Roccia nera e Gemello del Breithorn (alpinismo)
- Dome de Gouter (alpinismo)
- Mont Avic
- 2 itinerari con le ciaspole in valdigne: alpeggi Tirecorne e lago d'Arpy
- Spalla W Becca Trecare (scialp)
- Tour Ronde (alpinismo)
- Breithorn Centrale (scialp)
Roisetta (scialp)
- Bieteron (scialp)
- Zumstein (scialp)
- Cleve de Moula
- Gran Cima (scialp)
- Tsaplana
(ciaspole)
- Gran Pays (scialp)
- Croce di fana (ciaspole)
- intorno all becca di Viou
-  da Bard a Machaby
- 2 itinerari in MTB: lago Miserin e Pointe de Chaligne
-  colle Champillon (scialp)
- S. Ambrogio 2011: a piedi sulle mulattiere di Quart, scialp al colle della Croce, ciaspolata notturna all'alpe Arp Vieille
- lago di Zuckie
(ante)cima d'Entrelor (scialp)
- lago Cignana (MTB)
- Bivacco Gervasutti
- Nei valloni di Leviona e Pesson 

 

LE MIE MONTAGNE ALTROVE (2006-07)

PIEMONTE:
Verbano-Cusio-Ossola:
- il rifugio Maria Luisa e il Grieshorn (ciaspole)
- Massa del Turlo
- l'anello di Pogallo
- Pizzo Diei e Monte Cistella
- Corona dei Troggi (ciaspole)
- Monte Massone
- Monte Cazzola (ciaspole)
Provincia di Biella:
- Monte Bo
Provincia di Torino:
-
Colma di Mombarone
Provincia di Alessandria:
- Monti Ebro e Chiappo (ciaspole)
- Monte Tobbio

LIGURIA:
Provincia di Savona:
- L'anello del Beigua
- L'anello del Monte Sordo
- L'anello di Finale
- Da Varigotti a Noli
Provincia di Genova:
punta Martin
il sentiero del Brugneto
- sui sentieri dell'ardesia: Monte Zatta e il Monte S. Giacomo
- Monti Reixa e Argentea

TOSCANA
- nelle foreste casentinesi: le cascate dell'acqua Cheta e il Monte Falterona

ESTERO
Francia:
- il mio Verdon: l'Imbut, il Breis e il Martel
- Cret de la Neige
- Le lac Blanc
Svizzera:
- Val di Campo: il rifugio Val Viola e la forcola di Cardan (ciaspole)
- Poncione d'Alnasca
- Traversata S. Carlo - Foroglio per la bocchetta della Crosa
- Il lago di Cama
- Monte Bar (ciaspole)
- La capanna Cremorasco e il Pizzo Corgella

 

LE MIE MONTAGNE ALTROVE (2008-09)

Piemonte
Provincia di Torino:
-
3 itinerari con le ciaspole dal rifugio Selleries: il lago Laus, il colle del Sabbione, il monte Orsiera
- il Rocciamelone
- il sentiero delle anime
- Punta Mariasco
Verbano-Cusio-Ossola:
- Alpe Veglia e dintorni
- Monte Togano

Emilia Romagna
Provincia di Piacenza:
- Monti Bue, Maggiorasca e Nero (ciaspole)
- Monte Alfeo
Provincia di Parma:
- traversata del parco dei 100 laghi
- Monte Orsaro

Liguria:
-
Manico del Lume (GE) e giro della Palmaria (SP)

Trentino Alto Adige:
Provincia di Bolzano:
- l'Ortles (alpinismo)

Toscana:
Provincia di Massa-Carrara:
- 2 ferrate nelle Apuane: il Monte Forato e il Pizzo Uccello

Estero:
Svizzera:
- capanna Gesero e Monte Marmontana
- Chuebodenhorn
- val Vergeletto, quota 2108
- Magehorn (scialpinismo)
- Piz Grevasalvas (scialpinismo)
- Capanna Poncione di Braga (ciaspole)
- Piz cadreigh (scialpinismo)
- Monte Fumadiga
- Pizzo Claro
- l'Adula (alpinismo)
Francia:
-
Fort de la Croix de Bretagne
- Mont Buet

 

LE MIE MONTAGNE ALTROVE, 3 (2009-2010-2011)

Estero:
Svizzera:
- Poncione di Valpiana (scialp)
- Cima dell'Uomo
- Nella valle dei Cani
Piz lagrev (scialp)
- Breithorn (scialp)
Piz Scalotta (scialp)
- Piz Uccello (scialp)
- Foisc (scialp)
- Piz Rondadura (scialp)
Marocco:
-
scialp sull'Atlante: Toubkal, Ras, Timesguida, colle quota 3850m nei pressi dell'Akioud
USA (California):
- Alta Peak
- Sierra Nevada Summit Lake
- Yosemite North Rim
- Sta Cruz Island

Trentino Alto Adige:
- Rifugio Trivena e Passo delle marmotte (ciaspole)
- Alpe di Villandro (ciaspole)
- valle del Ciamin
(ciaspole)
- ciaspole e torggelen: Cornetto e da Soprabolzano a Collalbo

Piemonte:
Provincia di Torino:
- Dormillouse (scialp)
- Testa di Money (alpinismo)
- Rifugio Mautino e Monte Corbiun (ciaspole)
- scialp e ciaspole in Valle Stretta: Colle di valle Stretta, col des Muandes, lago Verde, vallone di Rochemolles
Verbano-Cusio-Ossola
- Arbola
(scialp)
- Cima Valrossa (scialp)
- Mte Capio
Provincia di Vercelli:
- Monte Bo valsesiano (scialp)

 

LE MIE MONTAGNE ALTROVE, 4

Piemonte:
Provincia di Cuneo:
- Monviso (alpinismo)
- sentiero Frassati in Val Maira
- cima delle Rossette (scialp)
- Cima genova per la cresta Sigismondi (alpinismo)
Provincia di Torino:
- rifugio Jervis e Punta barant (ciaspole)
- Cima del bosco (scialp)
- Cima delle Liste (scialp)
Punta delle vallette (scialp)
Provincia di Novara:
- Mte Fenera (MTB)
VCO:
-
Corno orientale nefelgiù (scialp)
- Monte Faiè
- cima Jazzi (alpinismo)
Provincia di Biella:
- cresta dei carisey (alpinismo)

Emilia Romagna:
Provincia di Reggio Emilia:
- Monte Cusna

Trentino Alto Adige:
- rifugio Lancia e Col santo (ciaspole)
- Tra i masi della val Sarentino

Estero:
Svizzera:
-
Mte Gambarogno
- lago di Canee
- Palù (scialp)
- Bishorn (scialp)
- Punta di Stou (scialp)
- Piz Surgonda (scialp)
- Capanna campo tencia e lago Morghirolo (ciaspole)
Austria:
- Feldalphorn (ciaspole)
Francia:
- Dom de la Neige des Ecrins (alpinismmo)

 

LE MIE MONTAGNE ALTROVE, 5

Piemonte:
Provincia di Torino:
- Punta d'Almiane (scialp)
- Cavalcurt
- Forte di Foens (MTB)
- Roc Peirous (scialp)
- colle della battaglia (scialp)
- prato in fiera (scialp)
- Monte Lion (scialp)
Provincia di Cuneo:
-
Colle Ciaslaràs (scialp)
- Piovosa (scialp)
Provincia di Vercelli:
-
colle della piana (scialp)
- colle Piccolo Altare (scialp)
VCO:
- Corbernas (scialp)
giro dei 5 passi

Trentino Alto Adige:
Provincia di Bolzano:
- anello Brugger Schupfer (ciaspole)
- Laite Va Spiz (scialp)

Estero:
Norvegia:
- scialp alle Lofoten: Fagerfjellet e Stormheimfjellet
Svizzera:
- Septimerpass (MTB)
- Nadelhorn (alpinismo)
- Stotzigen fisten (scialp)
- Tallihorn (scialp)
- Chilchalphorn (scialp)
- Pigna d'Arolla (scialp)
- Strahlorn e Allainhorn (scialp)
- Generoso
Francia:
-
refuge de Gouter
Argentina:
- Cerro des los Cristales

 

LE MIE MONTAGNE ALTROVE, 6

Estero:
Svizzera:
- Chili Bielenhorn (scialp)
- Lucendro (scialp)
- Alphubel (scialp)
Piz d'Emmat Dadaint (scialp)
- Straffelgrat (scialp)
- Einshorn (scialp)
- Weissmies (alpinismo)
- Allainhorn, cresta Est (alpinismo)
- Piz Arpiglia (scialp)
- Piz Mezdì (scialp)
- Boshorn (scialp) 

Piemonte:
Provincia di Torino:
- colle delle Lance (scialp)
- Blegier (scialp)
- Giornalet (scialp)
VCO:
- Basodino (scialp) 
- traversata Veglia-Devero
- Mater & Margineta
alpeggi sopra Cannobio
Provincia di Cuneo:
- Chersogno (scialp)
- Oronaye (alpinismo)
- Colle della Lausa & anello Collalunga (scialp)
Colle Sagneres (scialp) 

Trentino Alto Adige:
- Presanella (alpinismo)
 

Veneto:
Provincia di Belluno:
- Pavione
Mont'Alt de Framont
Provincia di Verona:
- giro delle 5 cime
Monte Sparavero

 

PICCOLE SODDISFAZIONI

Anche se quello a cui tengo di più è la parte "alpinistica", qualcuno ha notato e apprezzato le mie ricette. Questo blog pertanto è segnalato su Petitchef.com

Ricette di cucina

 
 

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