Creato da ZimoPotterComesBack il 27/08/2007

Zimo&Il Fantabosco2

La Vendetta di Cesidio

 

 

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Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 06 Ottobre 2007 da ZimoPotterComesBack
 

SOSTANZA URTICANTE

NO LIMITS

Tralasciando che:
- sto soffrendo le pene dell'inferno per motivi ciclici (son tre giorni che dice che viene e mi da buca);
- sono senza un soldo e devo comprare i biglietti per i Porcupine Tree e per gli Helloween;
- sto lavorando anche nei week end e non vedo un soldo comunque;
- Fayaway, dopo aver parlato 10 minuti con me, mi bloccherà presto su msn, se già non lo ha fatto (ahahaha);
- Marcio, nel formattarmi il pc, deve aver messo sul mio eMule le credenziali di Bin Laden perché sono in lista nera in tutti i server del mondo;
- mi fa male la sciatica...

Tralasciando tutto ciò, direi che posso raccontarvi ancora una volta della mia sfiga più grande, più morfinizzante, più devastante.
Lei. La SOSTANZA URTICANTE.
Costei è l'essere più assurdo della terra. Si, è ufficiale. Dopo gli ultimi avvenimenti, sono giunta alla conclusione che sono stata adottata. Io NON vengo da quel grembo. Io NON sono passata per quel taglio cesareo. Io NON posso essere per metà nata dal materiale genetico di quella massa antropomorfa che risponde al nome di Mia Madre.

Episodio 1: lo shock.
Settimana scorsa la porto a guidare. Da quando ho cambiato la macchina, lei è terrorizzata dal mio nuovo "TECNOLOGICISSIMO" servosterzo. Chiunque conosca un minimo il mondo delle auto, sa che non c'è molta differenza tra guidare una C3 e guidare una Tipo, se non nella leggerezza e nel consumo. Dimensioni approssimativamente simili, stesso grado di comodità, stessa cilindrata. Persino i pulsanti sono tutti nella stessa identica posizione. Ma per lei "E' DIFFICILE". Va bene, mi dico, ognuno ha le sue paure. Vediamo di fargliela passare: la porto a guidare, con me accanto. Mi faccio accompagnare in un negozio che vende roba per decoupage (sto facendo gli alberelli con le matite dell'ikea versione invernale, poi posterò le foto, una figata!). Il negozio, dicevo, dista da casa nostra circa quattro chilometri, una cosa accettabile. E chiudendo uno, due, tre, dieci, mille occhi su tutte le volte che ha sbagliato marcia, che è ripartita in terza, che mi ha chiesto "a che marcia sto? ma va bene?" o che le ho detto "togli la marcia quando stai ferma al semaforo, o la frizione si rovina" ed ho ottenuto come risposta "aspetta, ma la frizione qual'è?", siamo giunte a destinazione incolumi, noi e CiTrè. "Mà, bisogna parcheggiare", dico io innocentemente. Lei entra nel panico. Giriamo incessantemente, senza sosta e senza meta, per il parcheggio del centro commerciale, alla ricerca di un posto a) con le strisce bianche, b) a spina di pesce, c) vuoto. Impossibile alle 18:45. Mi girano gli occhi, mi si ribalta lo stomaco. Troviamo dei posti in cui sarebbe necessario fare manovra, ma lei si rifiuta. Alla fine, esasperata, le dico con voce sottile e melliflua: "mammina cara, perché non proviamo ad uscire da questo antro oscuro e non la mettiamo fuori, la macchina?". "Buona idea, usciamo". Ed eccolo lì, il nostro salvatore. Un solitario ed incontaminato marciapiede, privo di divieto, dove ci sono TRE, dico BEN TRE, posti vuoti che attendono solo che noi ci accostiamo e che scendiamo dall'auto prima di diventare parte integrante di essa, prima che un pistone ci urli "ma che siete qui per lavorare o per fare il week endino, cicce? tel chi, mora, mettiti sotto lo sterzo che il servo ha due mesi di ferie arretrate". Ma è TROPPO DIFFICILE accostarsi al marciapiede. E avanti e indietro, e avanti e indietro, e avanti a e indietro. E prima e retromarcia, e prima e retromarcia, e prima e retromarcia... la Sostanza Urticante si ROMPE (lei), si ferma e dice "Beh, sta bene così". A 80 centimetri dalla linea di mezzeria della strada. Praticamente dentro la corsia. Le dico, candidamente, "mammina, l'accosto io la macchina, tu scendi. Certo, tu col servostrezo non sei abituata...". Riusciamo finalmente ad andare in quello stramaledetto negozio, compro la mia fottutissima carta di riso, spendo trentacinque euro di minchiate e, con mio profondo orrore, torniamo alla macchina per volgere a casa. Ma cosa si son permessi di fare, codesti marrani!? Un'auto parcheggiata proprio davanti alla mia piccola CiTrè adorata? Oooooh, ma è troppo TROPPO DIFFICILE pensare che si possa fare leggermente marcia indietro e poi ripartire tranquilli. Noooooo, a noi la retromarcia non piace. Allora che si fa? Si parte così, SENZA GUARDARE! E se io non avessi urlato "fermaaaaaa", adesso saremmo in causa con TOVALIERI ONORANZE FUNEBRI per aver fatto fuori la loro smartina d'ordinanza. Ormai sono una furia, non mi reggo più. Lei lo capisce e fa la sbruffona per farmi vedere che non riesco a renderla insicura. Accelera. Accelera. Sogghigna e dice "vedi che ho imparato? tsk". Accelera ancora. Accelera e BOOOOOM! Un botto pazzesco e la macchina salta in aria di almeno 50 centimetri: ha preso un dosso pazzesco a settanta all'ora, IN SECONDA. Arriviamo sotto casa in silenzio. Vicino al portone c'è un parcheggio ma necessita di manovra. Lei prova a dire: "faccio un altro gir...", "NO, MA', PARCHEGGIO IO. SCENDI". E così fu che una semplice e veloce commissione, che doveva durare si e no 15 minuti, s'è trasformata in UN'ORA E VENTI DI PURO TERRORE.

Episodio 2: le minacce
Il compagno della Sostanza Urticante, Sant'Uomo, non mangia nè panna nè cioccolata. Non gli piacciono. Gli fanno schifo, le repelle, le detesta. Insomma, ci siamo capiti. Qualche sera fa, si trovano la Sostanza e il Sant'Uomo, a casa di uno dei figli di quest'ultimo. Il nipotino sta porzionando ed offrendo una Viennetta a tutti i presenti. Arrivato al nonno, conoscendo i suoi gusti, salta il turno. La Sostanza Urticante subito: "Mirko, offri la Viennetta al nonno, che se la mangia". Il ragazzino: "ma, nonno, da quand'è che mangi panna e cioccolato!?". E il Sant'Uomo, guardando con rassegnazione la Sostanza: "da quando sto facendo il militare...". Vengo a scoprire giorni dopo che lei lo obbliga a buttar giù a forza tutti gli alimenti che a lui non piacciono dicendo "sei grande per fare i capricci, e poi E' BUONO".

Episodio 3: CiTrè reloaded
Decido di suicidarmi. Lascio alla Sostanza la macchina per andare dall'estetista. Lo faccio perché non voglio prendermi un altro infarto, ma anche perchè alle tre del pomeriggio, grazie al cielo, non gira nessuno. Poi, sono assicurata. Dopo una mezz'ora che la S.U. è in giro con la mia macchina ricevo una sua telefonata. Mi suda la mano. Rispondo. Un urlo agghiacciante mi perfora il timpano: "SIMOOOONAAAAAAAA.... sono incastrata, ma dove si suona il clacson in questa cavolo di macchina!?". Mi perplimo, mi deprimo e poi rispondo: "Lì al centro, davanti a te". "Ma quale, il pulsante rosso?" e sento che partono le quattro frecce. "No, mammina cara, al centro del volante, esattamente come la Tipo". "Ma io schiaccio e non suona!". E la sento sbattere con le mani sul mio volante. Poi, comincia ad urlare per strada "Signoreeee, signoreeeee, è sua la macchina? Io devo uscire! Lei, mi veda se è di qualcuno al bar. Lei, chieda nella sua frutteria, accipicchia! Signora, ma che fa, mi si mette in seconda fila anche lei? Non vede che ho già problemi con questo qua? Signoreeeeeeeeeeee". Chiudo la comunicazione. Mi deprimo di nuovo. Aspetto con ansia la soluzione. Dopo quindici minuti mi richiama: "Sono riuscita ad uscire, sono sotto casa, ma non trovo parcheggio, scendi a trovare un posto alla macchina". Ed io, dal decimo piano, vado giù a fare il mio dovere di figlia. Esco dal portone e la vedo in fondo alla via che mi attende con la mano sul fianco ed il piedino battente. Quando sono a tiro di voce mi fa: "Adesso, signorina, fammi vedere dove sarebbe questo CLACSON al centro del volante!". Io arrivo tranquilla, mi siedo in macchina, metto indietro il sedile di un paio di metri (mia madre è alta su per giù due mele o poco più), mi giro, poggio la mano sul disegnino della trombetta e suono il clacson. Lei, perplessa, dice: "Hey, ma io ho fatto come hai fatto tu e non suonava, fammi provar...", prova davanti a me, ed il clacson suona. Si perplime ancora di più. Si corruga, si corruccia, si accartoccia nei pensieri. Poi, dopo dieci illuminanti secondi, urla incazzatissima: "HO CAPITO!! Tu fai qualcosa coi piedi, coi pedali!! Perché non me lo hai detto!? Per farmi dispetto?? Non è possibile che non abbia funzionato quando ero sola e disperata!!". E se ne va, sbattendomi in faccia il mio sportello.

Episodio 4: la fine
Telefono a casa dalla macchina.
"Mà, sto tornando a casa, mi sento male, ho i crampi allo stomaco. Mi fai un salto giù in farmacia a prendermi il Ketodol?".
"Che ti devo comprare?".
"Ke-to-dol".
"Eh?".
"Prendi carta e penna, per favore", dico stressata.
"Eccomi. Che devo prendere?".
"Scrivi: Ke, kappa - e".
"Ke... che?".
"Kappa, mamma KAPPA".
"Ma devo scrivere cappa?".
"NO, la lettera K".
"E qual'è la cappa?".
"...".
"Vabbè, insomma: cappa...".
"e... t, o, dol".
"Aspettaaa!! Cappa, e, di?".
"Facciamo così: Kappa, E di Empoli, T di Torino, O di Otranto, DOL come dolore".
"Cappa, e... T di Torino o D di dolore?".
"CANCELLA TUTTO: ricominciamo. Kappa. E di Empoli. T di Torino. O di Otranto. DOL come dolore".
"Occhei, ora rileggo io: cappa - e - t - o - d - l".
"Kappa - e - t - o - d- OOOO - l", dico morente.
"Esatto! Cappa - e - t - o - d - l".
"CI MANCA UNA OOOO, tra la D e la L: Ke-To-DOOOOL".
"E vabbèèèè, si capiva uguale. Quando arrivi?".
"Cinque minuti, sto a Borgo Piave".
"Occhei, te lo faccio trovare quando torni".
Arrivo a casa, la trovo sotto al portone. Parcheggio, mi avvicino a lei bianca come la morte e mi fa:
"Vai su a casa che ora ti porto il chetodl"
"Uhm... si vabbè, ma lo devi andare a prendere adesso?"
"No, ho mandato Bruno" (il Sant'Uomo, nds)
"Hai mandato Bruno? E perché?"
"Perché non si capiva un cacchio in quel foglietto che mi hai fatto scrivere tu e mi vergognavo a portarlo in farmacia, così ho mandato lui! Anzi, vai su e mettiti a letto che appena ritorna Bruno ti porto su le pasticche e scappo che devo andare a scuola di ballo! Tanto tu mica hai bisogno di niente, vero? Ti prendi quella cosa e dormi".
Amore materno...


VOGLIO TORNARE A VIVERE DA SOLA

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Commenti al Post:
spiderina0
spiderina0 il 06/10/07 alle 14:06 via WEB
mi mancavano le riflessioni dulla sostanza urticante :)PS: ma è alta quanto iole??
 
 
ZimoPotterComesBack
ZimoPotterComesBack il 06/10/07 alle 14:11 via WEB
Noooo... mia madre è ancora nel range degli umani, sarà 1,58. Un bacio, Rosi! :D
 
CacciatricediSangue
CacciatricediSangue il 06/10/07 alle 18:10 via WEB
ognuno ha le sue sfighe da sopportare
 
 
ZimoPotterComesBack
ZimoPotterComesBack il 06/10/07 alle 21:00 via WEB
Tu ne hai più di una, vero?
 
Ranokkia12
Ranokkia12 il 08/10/07 alle 12:07 via WEB
mahuahahahahahahhahahaahhahahahahhh adesso capisco da ki hai preso!! ahahahahahahahahahh fortissima tua mamma! ;)
 
 
ZimoPotterComesBack
ZimoPotterComesBack il 09/10/07 alle 13:12 via WEB
Fortissima per chi non ci vive... sgrunt.
 
xavier1962
xavier1962 il 10/10/07 alle 15:50 via WEB
Ti consiglio le compresse di valeriana prima di andare a dormire. Vedrei che ti passa il nervosismo. Con affetto Beppe.
 
 
ZimoPotterComesBack
ZimoPotterComesBack il 12/10/07 alle 20:39 via WEB
Ciao Beppuccio, ma non ho capito se la valeriana la devo prendere io o la devo dare in dosi massicce a mia madre. Un bacio!
 
lorilar0
lorilar0 il 12/10/07 alle 17:40 via WEB
Sostanza urticante a parte (a proposito, quasi mi veniva un colpo mentre leggevo "io non sono passata da quel";-)) ma certo te qualche problema devi averlo.....e bello grande anche.....altrimenti come la spieghi la frase "sto facendo gli alberelli con le matite dell'ikea versione invernale, poi posterò le foto, una figata!"?
 
 
ZimoPotterComesBack
ZimoPotterComesBack il 12/10/07 alle 20:39 via WEB
Ma io sono un'artista, cara, che ne sai! Tsk! :P:P:P
 
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