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Post n°1277 pubblicato il 03 Novembre 2014 da Vince198


.. ascoltando il brano qui a fianco di Ivano Fossati (Guardare con gli occhi - Album "Ventilazione", 1984) e, quasi che si fosse trattato di un riflesso pavloviano, mi sono tornati alla mente versi dell’amato Neruda, di un suo sonetto, il 90° dei cento dedicati al suo grande amore, Matilde Urrutia, sonetto che ho riportato in basso.
Ne ho probabilmente fatto menzione in altri miei post, ma non importa: certe "repetita juvant", eccome..
In questo mio blog, inizialmente dedicato a una persona che ancora, di tanto in tanto, riaccende nella memoria del mio cuore il sonetto nerudiano, nelle parti evidenziate in azzurro offre stimoli dal sapore universale, che fanno raddolcire momenti di malinconia e di struggimento interiore quando si appalesano, evidenziando un piacere sottile nel constatare che, se non altro, dentro abbiamo intatto quel certo “non so che” mai sopito, vivo più che mai in noi, che ci ha sfiorato, toccato, avvinto la prima volta negli anni più verdi e probabilmente più esaltanti della nostra vita.
Sono attimi di grande musicalità intrisa di tenui colori pastello forse un po’ sbiaditi come le ombre del tempo passato, ma che rimangono impressi a fuoco nella memoria del cuore: una specie di slow motion - ripetuto a piacere e più volte - sul nostro palcoscenico e che si vede solo con gli "occhi" del cuore.
L’effetto è simile al sole che, improvvisamente, rompe il grigiore delle nuvole e fa capolino ai nostri occhi annullando il presente, la quotidianità più stereotipata, le solite ripetizioni di parole e gesti che partono in automatico e che vorrebbero addormentare la parte più intuitiva ed esaltante della nostra anima.
Aprono i nostri occhi, oltre..


Pensai di morire, sentii dappresso il freddo,
e di quanto io vissi solo te lasciavo:
la tua bocca era il mio giorno e la mia notte terrestri
e la tua pelle repubblica fondata dai miei baci. 

In quell’istante finirono i libri,
l’amicizia, i tesori accumulati senza tregua,
la casa trasparente che tu e io costruimmo:
tutto cessò d’esistere meno i tuoi occhi.

Perché l'amore, mentre la vita c'incalza,
è semplicemente un'onda alta sulle onde,
ma ahi quando la morte viene a bussare alla porta

solo c'è il tuo sguardo per tanto vuoto,
solo la tua carità per non continuare ad esistere,
solo il tuo amore per chiudere l'ombra.




onda


 
 
 
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