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Interstellar

Post n°1918 pubblicato il 22 Maggio 2024 da Vince198

Interstellar

 

 

La trama.

Nel film si narra di un gruppo di astronauti che viaggiano attraverso un wormhole in cerca di un pianeta abitabile per l'umanità. Cos’è il wormhole? In breve è un cunicolo spazio-temporale dove il medesimo spazio/tempo si piega fino a chiudersi su se stesso per poi nuovamente svilupparsi sfociando nel futuro percorrendo quel cunicolo. Tra l’altro questa teoria è propria di un certo Einstein che riuscì a definire, sebbene empiricamente, l’esistenza del wormhole.

La terra sembra essere arrivata alla fine del suo ciclo di vita e così si è resa necessaria l’esplorazione del cosmo, alla ricerca di un pianeta simile alla terra, dove l’uomo possa continuare serenamente la sua esistenza. Più precisamente e tramite embrioni umani, creare una colonia su un altro pianeta simile alla Terra.

Ciò detto il film prosegue su questa falsariga con momenti di suspence, specie quando il protagonista del film riesce a mettersi in contatto con la figlia tramite l’alfabeto morse rilevato in un orologio, ovvero il movimento a scatti delle sue lancette.

E a ritornare sulla Terra dopo circa 90anni tramite il tesseratto (ipercubo quadridimensionale da cui viene espulso e raccattato da un astronave nello spazio), rivedendo la figlia ultranovantenne morente, quando invece l’astronauta stesso ha sempre un aspetto giovanile avendo trascorso un tempo infinitamente minore in quella ricerca di cui sopra.

 

 

 

Il film termina con i protagonisti al lavoro in questo nuovo mondo simile alla Terra e questo lo si rileva quando gli stessi si tolgono il casco per respirare nell’atmosfera uguale a quella terrestre.

Sono appassionato ancor oggi di questo genere di film, ancorchè il regista, Denis Villeneuve, molto bravo nel creare e gestire insieme al fratello questa spettacolare avventura, usando la dilatazione del tempo, ha “nascosto” nel film stesso qualcosa con cui, da studente, mi sono imbattuto nel corso degli studi liceali: la caverna di Platone!

La somiglianza è notevole in quanto la storia raccontata da Platone narra di un uomo fuggito dalla caverna e che, vagando nell’ignoto senza sapere cosa stesse cercando, disconoscendo le finalità di quel suo peregrinare, alla fine ottiene risposte che lo stesso non sapeva nemmeno di cercare. Cioè la scoperta di quelle cose che sono parte della stessa natura, fra terra e sole, buio e luce, i sentimenti più nobili, il senso della vita e della morte.

Chi non avesse visto questo bel film consiglio di vederlo: è una splendida realizzazione tra fantasticherie e realtà, cose che in fin dei conti rivelano le capacità dell’uomo stesso di imparare, sapersi destreggiare in un ambiente che potrebbe, in un futuro incerto, mutare negativamente, essere ostile alla vita stessa. Un monito, per come la vedo io, anche a non maltrattare madre natura.

 

Errata corrige:
il regista non è Denis Villenuve bensì Christ
opher Nolan. Il film è del 2014. Ringrazio Daniel per avermelo ricordato.


 
 
 
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