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Molli le rame s’agitano in alto...

Molli le rame s’agitano in alto,
sul cielo azzurro pallido, e un sussurro
vasto trascorre per le verdi fronde
a ondate, or lento or rapido, col vento.
Dietro la chioma densa di un ontano
sta il sole e a tratti getta scintillii
per le foglie fluttuanti. Tutto il resto
è quiete, silenzio. Odo lontano
sui colli circonfusi nella luce
spandersi l’armonia che pe’ i sensi
mi colma il cuore …

(Cesare Pavese, D’estate - 1925)

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E’ pur vero che siamo in primavera, iniziata da poco tempo, mentre l’inverno lentamente si disperde nell’aria che pian piano inizia a riscaldarsi e lasciar spazio, pur con qualche colpo di coda, all’arrivo di dolci alisei che temperano l’aria fino al mese di ottobre, solitamente.
Commentare questi versi non so fino a che punto possa essere utile, ancorché l’armonia nella stagione primaverile è creata dalla stessa natura, nostra “madre” da sempre.
In primavera assistiamo alla rinascita della vita intorno a noi. Abito in un piccolo paesino di campagna e ho notato senza troppe difficoltà questo germogliar di vita, anche se ben sappiamo che la vita di tutto quel che ci circonda nel periodo invernale riposa, non muore realmente.
Non credo sia così necessario esprimere altri pensieri in questo dolce spettacolo che ogni anno si verifica ad iniziare dai mesi di marzo-aprile. La primavera genera nell’anima una serie di particolari sensazioni che si percepiscono senza troppe difficoltà: il cuore sembra tonificarsi nell’assistere a questa esplosione naturale in cui ci ritroviamo immersi, tal che basta solo guardare, ascoltare, toccare, odorare, gustare e così l’ennesimo incontro con la natura che si manifesta in tutta la sua bellezza ha inizio.

Sembra di vedere che l’umore, solitamente greve/introverso di Pavese, per la verità un po’ meno nel periodo della sua giovinezza, stia evolvendo in un cambiamento verso il bello della vita; cambiamento vissuto in piena armonia con la natura stessa, in primavera, che con il suo fiorire avrà instillato nel suo cuore sensazioni particolari, forse con qualche venatura mistica.

La chiusa di questi versi è lieve, eterea, mi tocca profondamente l’anima.

Carezze che illuminano il volto e danno un senso più appagante alla vita stessa.

Non è casuale che, in questo periodo, possano esservi cuori che si risvegliano, rigettando la più stereotipata, ripetitiva quotidianità, per lasciarsi andare con gioia nel mondo dell’amore.