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E' bellissima da dentro la fine delle poesie, sapere che non c'è più tempo e dirti le mie...

 

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25 Novembre TUTTI I GIORNI

Post n°2658 pubblicato il 24 Novembre 2018 da solosorriso

Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l'ignoranza in cui l'avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi Signori, davanti a una Donna!   William Shakespeare 

Questa storia terrificante è purtroppo vera e pubblicata su un sito dedicato a questo argomento sempre più attuale...Una storia come tante altre certo, come tutte quelle che giornalmente si sentono al telegiornale...ma fa la differenza il fatto che questa Donna abbia trovato il coraggio di denunciare!

Leggerlo può aiutare qualcuno sicuramente anche se auspico che le donne che leggeranno questa intervista non debbano riconoscersi nelle parole di questa Donna mentre invece spererei tanto che a leggere, riconoscendosi, possa essere qualche uomo...giusto per sentirsi una merda!!!

CHI AMA NON PICCHIA!!!

"Mi picchiava con il batticarne, mi umiliava e mi diceva 'puttana'. Ma quando denunci sei sola"

La testimonianza di una donna che per anni ha subito violenze psicologiche, fisiche e sessuali da parte del marito e che ha trovato il coraggio di denunciare.

"È iniziata come una storia normale, nulla lasciava presagire come sarebbe andata a finire, ma pensandoci oggi, i segnali c'erano tutti. Siamo stati insieme 14 anni. Quando l'ho conosciuto credevo di aver incontrato una persona che mi stava salvando da una famiglia che non mi stava bene, dal 'padre-padrone'. Non immaginavo che dovevo salvarmi da lui".

Umiliata, ricattata, sottomessa, picchiata, violentata:  la storia di Stefania (nome di fantasia ndr.), una donna del nord Italia, è una goccia nel mare. Simile a molte altre che riguardano le donne, eppure unica, per il riscatto e la forza dimostrata da una persona che ha deciso di ribellarsi.

"Dopo sposati, i rapporti con la mia famiglia si sono incrinati sempre di più per via di questioni economiche, mio marito è riuscito a farmi chiudere completamente i rapporti con mio padre, mettendomi di fronte a una scelta: o lui, o loro", racconta Stefania.

"A poco a poco ha creato il vuoto intorno a me. Quando le persone venivano a casa a trovarmi faceva di tutto e di più per farmi sentire a disagio. Una mia amica veniva solo quando lui non c'era perché provava imbarazzo nel modo in cui lui trattava me e i miei figli".

Dopo il matrimonio Stefania resta incinta ma la gravidanza va male e perde il bambino. Dopo due mesi però è di nuovo incinta ma il suo compagno non la supporta, né la accompagna alle visite: "mi lascia sola in tutto".

Nasce il bambino e dopo due anni ne arriva un secondo: "Lui però non lo voleva" racconta Stefania, "dalle analisi prenatali sembrava che il bambino potesse avere dei problemi, lui mi dice di abortire se c'è questa possibilità. Io scelgo di tenerlo. Non baso la vita di mio figlio su un calcolo di probabilità, ma una volta nato, quel figlio per lui resta sempre di serie di b".

La storia tra Stefania e il marito va avanti tra litigi sempre più feroci, Stefania lavora come archeologa ma non riesce a fare tutto da sola, così accoglie la proposta della suocera e si trasferisce in un paesino più piccolo dell' Emilia Romagna, dove vive la famiglia del marito, per avere supporto. Lascia il lavoro e dopo un po' anche il marito fa lo stesso e la raggiunge in quella casa dove vivono molte, troppe ore insieme. I litigi diventano sempre più accesi e furibondi.

"Prima che lui mi raggiungesse in quella casa, aveva già cominciato a contarmi i soldi, io ero obbligata a chiedere quello che mi serviva e a giustificare quelle spese. Dovevo chiamarlo e spiegare per cosa mi servivano i soldi, lui era fuori e quindi mi faceva una ricarica postpay. Io non avevo bisogno di niente secondo lui, tanto dovevo stare a casa. Non lavorando più dipendevo totalmente da lui. Era una violenza economica e psicologica".

"Mi ha annullata completamente, non avevo nemmeno tempo per trovarmi un lavoro. Stando a casa tutto il giorno la tensione e i litigi sono aumentati. Alla fine sono iniziati gli episodi di violenza fisica. Sono iniziati gli spintoni, i calci alle caviglie", prosegue Stefania.

"Quando vedevo che la situazione stava degenerando cercavo di nascondere la cosa ai nostri figli, ma non era facile".

Poi c'è stata la violenza sessuale: "da un anno e mezzo ormai dormivo sul divano ma negli ultimi tempi, di notte, mi prendeva e mi trascinava in camera da letto per fare quello che voleva. Io non urlavo e non mi opponevo perché c'erano i bambini, ma non volevo".

Nel 2015 Stefania gli fa recapitare una lettera di separazione ma lui la minaccia: "mi dice che mi avrebbe tolto i figli, perché non avevo una casa, non avevo un lavoro. Io avevo provato ad allontanarmi, ma lui mi ricattava".

"Le discussioni avvenivano di mattina mentre i bambini erano a scuola, ma con il tempo non c'è stato più limite, siamo arrivati a litigare tutto il giorno, anche il pomeriggio, la sera, non potevo cenare con loro perché altrimenti nasceva una discussione".

"Ero grassa, non meritavo di mangiare. Così mi diceva. Una delle volte che mi ha fatto più male è stata quando mi ha colpito con un batticarne, di quelli di ferro, sopra l'arcata orbitale perché avevo comprato i croccanti per il gatto senza chiedere permesso". "I croccantini per il gatto": mi ripete Stefania.

"Questo evento è stato il più grave fisicamente, lui mi dava della puttana davanti ai miei figli, ma di fronte a una colluttazione in cui ho cercato di difendermi, ho deciso di denunciare la cosa".

"Denunciare tuo marito, il padre dei tuoi figli, non è facile", spiega Stefania, "anche ammettere a te stesso che hai fallito, che non hai capito niente".

"Sono andata al centro antiviolenza e mi hanno dato una grossa mano a prendere coscienza della situazione, non avevo la minima stima di me stessa, mi sentivo una nullità. Quando sono andata alla polizia per denunciare ho trovato un poliziotto che mi ha davvero raccolta con il cucchiaino, ma dopo le cose si sono complicate".

Stefania ha cambiato avvocato e ha cercato di trovare la sua strada per allontanarsi dall'uomo che la opprimeva e che ormai aveva reso la sua vita un inferno.

"Ho incontrato anche persone che mi hanno scoraggiato: un'ispettrice di polizia mi chiese insistentemente se volevo procedere con la querela, dicendomi che poi si andava incontro al tribunale per i minori e così via, questa è stata difficile".

"Cosa dovevo fare, aspettare che mi ammazzasse?", si domanda Stefania. "Dovevo arrivare al livello che mi ammazzava di botte?".

"Ricordo il giorno che vennero a prendere mio marito a casa per l'allontanamento: andai a prendere i bambini a scuola, scoppiai a piangere con la direttrice. Ero senza un soldo in tasca, senza un lavoro, senza un riferimento familiare, mi rifugiai in chiesa con i miei figli. L'unico posto in cui mi sentivo tranquilla".

Oggi Stefania vive con i suoi figli, che vedono il padre due volte la settimana. Suo marito per un anno ha avuto il divieto di avvicinamento, l'ordinanza restrittiva: "poi l'ispettore mi ha chiamata per avvisarmi che non c'è stato un rinnovo. Lui vive a un civico di distanza da me, lo incontro sempre". E questa è una delle paure di Stefania.

"Se oggi mi dovesse succedere qualcosa, la gente saprebbe a quale porta bisognerebbe andare a bussare", ribadisce la donna.

"La cosa importante di questa storia, che non è diversa da altre molto simili alla mia, è che quando tu denunci ti si fa il vuoto attorno: vuoto sociale, legale, da tutti i punti di vista. Io non sapevo neanche che avevo diritto a un avvocato d'ufficio. Sono scaduti i termini per costituirmi parte civile nel processo".

Stefania ricorda con sofferenza specialmente i momenti in aula: "Quando sei in aula, con tuo marito a 50 cm di distanza, che ti ride in faccia mentre devi raccontare come sono avvenuti i pestaggi, le violenze sessuali, subendo domande che giustamente devono avere risposte, e con gli avvocati di lui che provano a metterti in difficoltà, posso garantire che è davvero difficile. La solitudine è trovarsi in un'aula di tribunale da sola".

"Oggi posso dire che se tornassi indietro andrei più spesso al pronto soccorso, denuncerei di più. Perché devono pagare queste persone ma devono anche seguire un percorso di recupero", conclude Stefania.

 




 

 
 
 
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UN SORRISO

Sorridi

Sorridi al sole che illumina la
terra e fa germogliare la vita
Sorridi al passero che si posa sul tuo davanzale
in cerca di poche briciole
Sorridi al vecchio che ti regala i suoi saggi consigli
e aiuta la sua mano tremante
ti benedirà
Sorridi all'amico quando cerca il tuo sguardo
ti chiede aiuto e sicurezza
Sorridi all'ammalato senza speranza
il tuo sorriso sarà per lui la medicina più preziosa
Sorridi al sorgere di ogni nuovo giorno
perché è un dono di Dio
Sorridi al timido bocciolo di un fiore
anch'esso ti annuncia il miracolo della vita
Sorridi al frastuono dei bimbi
essi sono la speranza di un mondo migliore
Sorridi all'amore in qualunque forma si manifesti
esso vince il tempo e lo spazio
Sorridi davanti alle meschinità della gente senz'anima
il tuo sorriso forse la farà ricredere
Sorridi quando ascolti note armoniose
la musica è linguaggio universale
Sorridi al tuo fratello dalla pelle più colorata
è in tutto simile a te
Sorridi e troverai la pace nel tuo cuore
e in quello degli altri. (
Ishak Alioui)

Un grazie per questi pensieri per me alla mia Amica Marie
StellaDanzante
 
Un pensiero di luce per la mia mamma
(Dono dell'amica Ale del blog Momenti-damadivetro)

 

 

 

 

Il vero amore non lascia tracce

Come la bruma non lascia sfregi sul verde cupo della collina
così il mio corpo non lascia sfregi su di te e non lo farà mai
Oltre le finestre nel buioi bambini vengono, i bambini vanno
Come frecce senza bersaglio come manette fatte di neve
il vero amore non lascia tracce
Se tu e io siamo una cosa sola si perde nei nostri abbracci
come stelle contro il sole
Come una foglia cadente può restare un momento nell'aria
così come la tua testa sul mio petto
così la mia mano sui tuoi capelli
e molte notti resistono senza una luna, senza una stella
così resisteremo noi quando uno dei due sarà via, lontano.

Leonard Cohen

 

ERO UNA PICCOLA CREATURA

 

Ero una piccola creatura nel cuore

prima di incontrarti,

niente entrava e usciva facilmente da me;

eppure quando hai pronunciato il mio nome

sono stata liberata, come il mondo.

Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti.

Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri

stupidamente sono scappata da te;

ho cercato in ogni angolo un riparo.

Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito.

Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto.

Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto.

Restituendomi al tuo abbraccio.

Mary-Elizabeth Bowen

 

CONTATORE

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LE MIE ORIGINI

 


Rossano (CS) - Chiesa Bizantina di San Marco

 

IO STO CON LORO

 

IMPARIAMO DAI BAMBINI

Nella società moderna abbiamo spesso la tendenza a trascurare le qualità umane naturali: bontà,compassione, spirito di collaborazione, capacità di perdonare.
Nell'infanzia invece si lega facilmente. Non ci si chiede che mestiere fa l'altro o a che razza appartiene. L'importante è che sia un essere umano come noi, e che nasca un rapporto.

 
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato a discrezione dell'autrice e comunque non sistematicamente. Non può quindi essere considerato un prodotto editoriale, ai sensi della L. n.62/2001.
La maggior parte delle immagini e dei video provengono dal web, il copyright è dei loro rispettivi creatori anche se sconosciuti. Se il loro uso violasse diritti di autore, dietro segnalazione, provvederò alla loro rimozione.
Il mio grazie sincero va a tutti coloro che si adoperano con la grafica e consigli e rendono disponibile a tutti la loro creatività.  
 
 
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