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Monicelli, senza cultura in Italia...
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Messaggi del 22/03/2018
Post n°14369 pubblicato il 22 Marzo 2018 da Ladridicinema
Di seguito la lista di tutti i vincitori dei David di Donatello 2018: MIGLIOR FILM Ammore e malavita dei Manetti Bros. MIGLIOR REGIA Jonas Carpignano per A Ciambra MIGLIORE REGISTA ESORDIENTE La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE Nico, 1988 MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE Sicilian Ghost Story MIGLIOR PRODUTTORE Gatta Cenerentola MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA Jasmine Trinca per Fortunata MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA Renato Carpentieri per La tenerezza MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA Claudia Gerini per Ammore e malavita MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA Giuliano Montaldo per Tutto quello che vuoi MIGLIOR FOTOGRAFIA Napoli velata MIGLIORE MUSICA Ammore e malavita MIGLIOR CANZONE ORIGINALE Ammore e malavita MIGLIORE SCENOGRAFIA Napoli velata MIGLIORE COSTUMISTA Ammore e malavita Riccardo va all’inferno MIGLIOR TRUCCATORE Nico, 1988 MIGLIORI ACCONCIATURE Nico, 1988 MIGLIOR MONTAGGIO A Ciambra MIGLIOR DOCUMENTARIO La lucida follia di Marco Ferreri MIGLIOR EFFETTI DIGITALI Gatta Cenerentola MIGLIOR SUONO Nico, 1988 MIGLIOR FILM DELL’UNIONE EUROPEA The Square di Ruben Ostlund MIGLIOR FILM STRANIERO Dunkirk di Christopher Nolan
Post n°14368 pubblicato il 22 Marzo 2018 da Ladridicinema
di Alberto Negri*
Quando hai tra gli investitori la Cia e sei all’incrocio dei poteri non puoi dire di non sapere: o sei fesso o vuoi fare fessi gli altri. Il primo investitore di Facebook è il cofondatore di PayPal, Peter Thiel, nato a Francoforte, laureato in filosofia a Stanford, è un neo-con membro del gruppo Bilderberg, dove inoltre troviamo il fondatore di LinkedIn, Reid Hoffman, Erich Schmidt, presidente del consiglio di sicurezza di Google, Bill Gates, presidente di Microsoft, Jeff Bezos, fondatore di Amazon e Chris Hughes, altro fondatore di Facebook. Il Bilderberg è una congregazione che annovera rappresentanti del mondo della finanza, della politica e dei media.
Scorrendo l'elenco degli altri investitori di Facebook notiamo la Greylock Partners. Uno dei soci della Greylock è Howard Cox, ex membro del business board del Pentagono e del consiglio della In-Q-Tel. La In-Q-Tel, un nome sconosciuto ai più, è dal 1999 il braccio imprenditoriale della Cia e gestisce l'outsourcing per la ricerca. La In-Q-Tel consente alla Cia di tenersi al passo con i tempi dal punto di vista tecnologico.
Post n°14367 pubblicato il 22 Marzo 2018 da Ladridicinema
Per capire, ancora una volta, come funziona il rapporto tra certi media e la Juventus. Ricordiamo le varie fasi: a) Alcuni mezzi di informazione (Il Fatto Quotidiano capostipite assoluto e leader incontrastato, Dagospia a ruota e staccati di una sola incollatura i vari profili social che ben conosciamo) sono convinti di avere uno scoop e raccontano un problema più o meno vero, inventato o verosimile legato alla Juve, che può andare dai presunti scazzi in società alle inchieste che riguardano più o meno da vicino i bianconeri. b) Si enfatizza e drammatizza la vicenda. c) Si danno per pressoché certe conseguenze nefaste: Agnelli già fatto fuori da Elkann da almeno 3-4 anni per una quindicina di litigi furiosi; stadio a un passo dal crollo; 3 anni di paventata squalifica per Bonucci e Pepe; 3 anni per Conte; mesi di anticipazioni sui 3 anni per Agnelli, ecc. d) Diversi tifosi di calcio italiani ritrovano quell’entusiasmo perso sul campo da troppo tempo, bevendosi tutto e considerando ancora affidabili quei media che portano sempre buone nuove. e) Qualche tempo dopo, nei trafiletti, arriva l’amara verità: Agnelli ed Elkann non si sono ancora fatti fuori a vicenda in un duello rusticano, lo stadio regge ancora, il giudice si è fatto una risata sui 3 anni per Bonucci e Pepe, ha ridotto a 4 mesi la squalifica di Conte, la super inibizione di Agnelli è diventata una banalissima multa, e così via. Nulla di nuovo, lo so, però c’è la nuova puntata e non vorrei mai che i lettori di Juventibus rischiassero di perdersela. Correva l’ottobre del 2016 e, amareggiato per i risultati sul campo, “Il Fatto” si scatenava, con “Libero” e altri mezzi di informazione pronti a recepire acriticamente: “Agnelli denunciato per falso in bilancio”; “il tempo del bluff è terminato anche per la Juve”; “il drammatico errore di Agnelli: ora la Juve rischia il disastro” ; penalizzazioni in vista, “la giustizia sportiva non potrà dormire”, insomma tutto il necessario per creare il solito clima che ben conosciamo. Il problema, ci spiegavano con la consueta completezza e imparzialità quei media capitanati da Ziliani e colleghi, consisteva nel non avere, la Juventus, disposto degli accantonamenti in bilancio a seguito della richiesta di risarcimenti di Gazzoni. Tweet, articoli, ogni giorno un allarmismo in più, proseguiti imperterriti fino al giugno del 2017, nell’ebbrezza del post Cardiff, con un titolo dei loro: “Calciopoli e falso in bilancio: la Juve davanti al giudice”. Ebbene, oggi sul Fatto c’è un trafiletto, se lo cercate bene: il GIP ha disposto l’archiviazione relativamente alla richiesta di falso in bilancio, come peraltro già richiesto dal PM. Non basta: il tono della “brevissima”, mesi dopo quei titoloni, è funereo e contiene un solo estratto: “non può essere iscritto a bilancio un fondo rischi e oneri per rilevare passività potenziali ritenute probabili ma il cui ammontare non può essere determinato, se non in modo aleatorio”. Bello, avranno pensato, quel “ritenute probabili”: magra soddisfazione, ma meglio di niente. Hanno scelto quello, ma l’archiviazione dice anche, soprattutto altro: per esempio, che “nel caso di specie, non può dirsi né certa né probabile l’esistenza di una perdita o di un debito né è certamente stimabile l’ammontare della passibilità”. Oppure, se preferite, la parte in cui si afferma che “non risulta, infatti, nessuna condanna della Juventus Fc Spa a risarcire un danno determinato, neppure da parte di un Giudice Civile, ma non vi è stata neppure alcuna condanna generica in sede penale che consenta di ritenere certa o probabile l’esistenza di un debito”. No, queste non sono piaciute. Ora, nessuno sa come finiranno le richieste di danni di Gazzoni and co: se saranno rigettate o accolte, se del tutto o parzialmente. Non si gioca a fare pronostici su sentenze e processi, non si tifa, non si fanno auspici sotto forme di previsioni, come accade troppo spesso dalle nostre parti. Ciò che è certo, ma lo era già un anno e mezzo fa, è che la Juve non rischiava alcunché, ma si è trovata sui giornali per settimane (mesi) con titoloni su rischi di “disastro”, “penalizzazioni” e di ogni genere, con migliaia e migliaia di appassionati di calcio pronti a crederci e a rilanciare la fake news alimentata dai soliti noti. Che poi, quando arrivano le notizie, quelle vere, le nascondono in un trafiletto, in cui inserire l’unica frase che in fondo non sa proprio di disfatta.
Post n°14366 pubblicato il 22 Marzo 2018 da Ladridicinema
Vladimir Putin ha ottenuto un plebiscito di consensi, eppure in occidente molti giornalisti, oltre a nutrire i soliti dubbi sulla legittimità del voto, gioiscono per i risultati modestissimi dell'opposizione. di Andrea Salerno - 20 marzo 2018 È da poco calato il sipario sulle elezioni russe e, come ampiamente pronosticabile, i cittadini russi, con un vero e proprio plebiscito, hanno riconsegnato le redini del Paese aVladimir Putin. Il presidente, potrà così proseguire il suo percorso alla guida della Federazione russa, iniziato nel duemila e portato avanti – esclusa la parentesi del delfinoMedvedev – sino ad oggi, consapevole ancora una volta, dell’appoggio incondizionato della stragrande maggioranza del suo popolo. La formidabile percentuale ottenuta dallo “Zar” – 74% – ha letteralmente annichilito gli altri concorrenti. Per dare una misura ancor più lampante di quello che è stato il successo del Presidente rieletto, è sufficiente avere sott’occhio le tabelle delle preferenze e osservare che, il secondo classificato, ossia il comunista Pavel Grudinin, si è fermato appena al 13,5%. Gli altri pretendenti, con la sola eccezione del nazionalista Vladimir Zhirinovsky – che ha portato a casa un onorevole il 6,3% – non hanno raggiunto nemmeno la soglia del due percento. Ciò significa che, del 67,47% che si è recato alle urne, uno su tre ha votato il presidente uscente. Come da copione, non appena si sono chiusi i seggi ed hanno cominciato a circolare le prime proiezioni favorevoli a Putin, sui media occidentali i soliti paladini della “vera” democrazia – che è considerata tale solo quando a vincere le elezioni sono forze fedeli ai poteri globalisti – si sono affrettati a mettere in moto la macchina del fango, iniziando a sollevare dubbi in merito alla regolarità delle operazioni di voto. Il modus operandi, d’altronde, è costantemente il medesimo; basterà ricordare, per esempio, il caso dei famigerati pirati informatici russi che, secondo i vari “j’accuse” delle testate europee e a stelle e strisce, avevano osato interferire nelle presidenziali del 2016, contribuendo, in modo determinante alla vittoria dell’allora spauracchio di turno del mondo liberal-progressista, Donald Trump. Tutte queste accuse, ovviamente, sono ben lungi dall’essere provate e contribuiscono soltanto a far serpeggiare, nell’opinione pubblica occidentale, i sospetti ed i pregiudizi nei riguardi di Mosca. Oltre a ciò, è interessante constatare come le notizie vengano confezionate a seconda di chi è il protagonista. Prendendo ad esempio la Germania, in cui frau Merkel, dopo aver sudato le proverbiali sette camicie per mettere in piedi un governo di larghe intese, si appresta a governare per la quarta volta. In questo frangente l’evento è stato accolto positivamente, poiché letto come un segno di continuità. Viceversa, il quarto mandato di Putin, è stato presentato come il chiaro segno di una tirannide inestirpabile. Focalizzandosi sulla realtà italiana, è possibile notare come alcuni giornalisti abbiano gridato allo scandalo, anche in maniera abbastanza scomposta, dopo aver appreso della schiacciante vittoria Putiniana. Le imputazioni, anche in questa circostanza, sono le stesse: brogli elettorali e intimidazioni, più o meno palesi, verso l’elettorato e non meglio precisati “osservatori indipendenti”. In taluni casi, da fonti inaspettate, si è giunti, paradossalmente, a tessere le lodi di quei “coraggiosi russi” che, in barba al sistema dittatoriale vigente, hanno orientato il loro voto verso altri candidati. Fornendo una simile lettura si capisce, una volta di più, quanto parziale e frivola sia la percezione di questi individui. Infatti, da una parte vedono in Putin un ostacolo al processo democratico, tacciandolo di dispotismo, dall’altra rendono omaggio agli elettori che – almeno nel caso dei due partiti posizionatisi sul secondo e terzo gradino del podio – hanno espresso la loro preferenza a partiti che, se al potere, rappresenterebbero una minaccia ben più grave dello Zar per le democrazie atlantiche. Difatti, basterebbe non fermarsi ai nomi dei candidati per osservare che: il secondo classificato è il Partito Comunista della Federazione Russa, che ha mantenuto fondamentalmente idee di stampo leninista, mentre, in terza posizione si trova il Partito Liberal-Democratico di Russia, fortemente conservatore e nazionalista. Tutto ciò aiuta a comprendere quanto poco coerenti e lungimiranti siano questi figuri che pur di sputare veleno, per loro tornaconto, su quello che considerano, o che i loro padroni reputano, il principale antagonista, non esitano a mistificare la realtà – cosa che ricorda molto i ribelli “moderati” siriani o le armi chimiche irachene, tanto per fare un esempio – e a santificare personaggi che diverrebbero interlocutori molto più scomodi per le nazioni europee. Queste elezioni palesano una volta di più, se mai ce ne fosse ancora il bisogno, quanto sianomenzogneri certi giornalisti. Questo deve servire a comprendere che le cosiddette notizie, pur provenendo da testate ritenute “affidabili”, devono essere prese con le pinze e che è necessario avere una conoscenza d’insieme per poter giudicare, senza correre il rischio di cadere in facili preconcetti, specialmente quando ci rapportiamo con realtà diverse dalla nostra.
Post n°14365 pubblicato il 22 Marzo 2018 da Ladridicinema
8 minuti è un film di genere drammatico del 2018, diretto da Dado Martino, con Alessandra Silvesti e Fabrizio Savegnago. Uscita al cinema il 22 marzo 2018. Durata 88 minuti. Distribuito da Cowsheepiii. - DATA USCITA: 22 marzo 2018
- GENERE: Drammatico
- ANNO: 2018
- REGIA: Dado Martino
- ATTORI: Alessandra Silvesti, Fabrizio Savegnago, Nico Alex Scagliola, Matilde Macinai, Fabrizio Mancia, Alessandro Santini, Riccardo Corredi, Nunzio Di Santo, Mirko Bongi, Matilde Fioravanti, Serena Bilancieri, Alberto Maione, Alessandro Ingrà, Mirko Ryva, Giuseppe Carta
- PAESE: Italia
- DURATA: 88 Min
- DISTRIBUZIONE: Cowsheepiii
Leonardo Carpi, giovane meccanico, lavora in un'autofficina e sogna di diventare qualcuno importante, anche se per il momento non sa ancora ciò che vuole davvero. Sara decide di prendersi una vacanza lontana da tutti, compreso il suo fidanzato: ha bisogno di staccare con il mondo per prendersi un momento per sé. Una vacanza di sano egoismo che le farà capire che l'altruismo non è solo il modo per aiutare gli altri, ma di riflesso è l'unico modo per poter essere se stessi. Solo allora capirà che per "salvarsi" dovrà salvare l'intera barca. Mattia è il figlio del proprietario di un hotel. Odia la struttura alberghiera di famiglia e spera di non lavorarci da grande. Ama disegnare i fumetti ma nel frattempo, durante il periodo estivo, è costretto a dare una mano a suo padre alla reception. Sofia, la figlia di Davide, ama ballare e cantare, è vegana anche se ha solo 8 anni. Trascorre una vacanza con il padre e, ignara delle sue truffe, crede che sia solo un ingenuo. Mirko è un bambino curioso e fastidioso che si diverte a dare fastidio alle persone che lavorano. Non ha amici, ad eccezione di suo nonno, morto da pochi mesi.
- PRODUZIONE: Cowsheep Film Production in collaborazione con Ros Group
Post n°14364 pubblicato il 22 Marzo 2018 da Ladridicinema
Fixeur è un film di genere drammatico, thriller del 2016, diretto da Adrian Sitaru, con Tudor Istodor e Mehdi Nebbou. Uscita al cinema il 22 marzo 2018. Durata 98 minuti. Distribuito da Lab 80 film in collaborazione con Bergamo Film Meeting. In Fixeur, il film di Adrian Sitaru, Radu è un giornalista rumeno giovane e ambizioso che lavora come praticante in una redazione di Parigi. Quando si presenta il caso di uno scandalo internazionale che coinvolge delle prostitute minorenni originarie del suo Paese, rimpatriate dopo aver sporto denuncia, sente che potrebbe essere l'occasione per dimostrare il proprio valore e dare una svolta alla carriera. Grazie alle sue conoscenze linguistiche e del territorio, viene ingaggiato come intermediario da una televisione francese, che lo invia in Romania per indagare sulla vicenda. Radu è deciso a superare ogni ostacolo e a consegnare ai colleghi francesi quella che nel mondo del giornalismo viene definita una "buona storia". Ma il compito si rivela più complicato del previsto, sia sul piano etico che su quello organizzativo: più Radu si avvicina all'obiettivo, più si rende conto che lui stesso sta traendo vantaggio dalle giovani donne sfruttando la loro vicenda…
Post n°14363 pubblicato il 22 Marzo 2018 da Ladridicinema
Una festa esagerata è un film di genere commedia del 2018, diretto da Vincenzo Salemme, con Vincenzo Salemme e Massimiliano Gallo. Uscita al cinema il 22 marzo 2018. Durata 90 minuti. Distribuito da Medusa Film. - DATA USCITA: 22 marzo 2018
- GENERE: Commedia
- ANNO: 2018
- REGIA: Vincenzo Salemme
- ATTORI: Vincenzo Salemme, Massimiliano Gallo, Tosca D'Aquino, Iaia Forte, Nando Paone, Francesco Paolantoni, Giovanni Cacioppo, Andrea Di Maria, James Senese, Antonella Morea, Teresa Del Vecchio
- PAESE: Italia
- DURATA: 90 Min
- DISTRIBUZIONE: Medusa Film
TRAMA UNA FESTA ESAGERATA:Una festa esagerata, il film diretto da Vincenzo Salemme, siamo a Napoli, dove a casa Parascandolo fervono i preparativi per la magnifica festa dei diciotto anni di Mirea ( Mirea Stellato). L'agitazione generale coinvolge l'ingenuo capo di famiglia Gennaro (Salemme), geometra e piccolo imprenditore edile, e la famelica moglie Teresa (Tosca D'Aquino), animata dalla feroce ambizione di ascesa sociale. Vedendo nella festa la grande occasione per emergere, Teresa ha deciso di fare le cose in grande e non ha badato a spese, dal catering agli arredi. Ha persino scritturato un cameriere indiano relegando in cucina la vecchia domestica non ritenuta abbastanza esotica per una festa così importante. Gennaro, pur di accontentare le donne della sua vita e supportato da Lello (Massimiliano Gallo), l'invadente aiutante del portiere, asseconda ogni loro capriccio e spendere una fortuna per la festa, nonostante lui stesso la ritenga "esagerata". Finalmente arriva il grande giorno. Tutto sembra perfetto, gli invitati iniziano ad arrivare. Ma un'inaspettata notizia giunge dal piano di sotto e sconvolge i programmi della famiglia: l'anziano signor Scamardella, che vive insieme alla figlia zitella, ha deciso di morire proprio il giorno della festa. Un lutto improvviso si trasforma così in un grande fastidio per casa Parascandolo e l'intera festa è messa a rischio. Cosa fare? Come si fa una festa con un morto sotto casa? Interessata solo all'apparenza, Teresa come gestirà la situazione. CURIOSITÀ SU UNA FESTA ESAGERATA: Il film è tratto dalla pièce teatrale scritta e diretta da Vincenzo Salemme. IL CAST DI UNA FESTA ESAGERATA:
- MONTAGGIO: Luca Montanari
- MUSICHE: Nicola Piovani
- PRODUZIONE: Una produzione Medusa film, realizzata da Valeria Esposito e Gianpiero Mirra per Chi è di scena srl
Post n°14362 pubblicato il 22 Marzo 2018 da Ladridicinema
Sotto il segno della vittoria è un film di genere drammatico del 2018, diretto da Modestino Di Nenna, con John Savage e Flavio Bucci. Uscita al cinema il 22 marzo 2018. Durata 90 minuti. Distribuito da Event Horizon. TRAMA SOTTO IL SEGNO DELLA VITTORIA: La grande storia di Romolo Abis un diversamente abile che abbatte il muro della diversità nello sport professionistico. IL CAST DI SOTTO IL SEGNO DELLA VITTORIA:
- PRODUZIONE: Associazione Irpina "Noi con Loro" - Onlus
Post n°14361 pubblicato il 22 Marzo 2018 da Ladridicinema
- DATA USCITA: 22/03/2018
- GENERE: Drammatico
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2018
- REGIA: Dado Martino
- CAST: Alessandra Silvesti, Fabrizio Savegnago, Nico Alex Scagliola
- DATA USCITA: 22/03/2018
- GENERE: Drammatico, Thriller
- NAZIONALITA': Romania, Francia
- ANNO: 2016
- REGIA: Adrian Sitaru
- CAST: Tudor Istodor, Mehdi Nebbou, Nicolas Wanczycki
- DATA USCITA: 22/03/2018
- GENERE: Drammatico
- NAZIONALITA': Israele, Francia, Germania, Svizzera
- ANNO: 2017
- REGIA: Samuel Maoz
- CAST: Lior Ashkenazi, Sarah Adler, Shira Hass
Hostiles - Ostili Hostiles - DATA USCITA: 22/03/2018
- GENERE: Avventura, Drammatico, Western
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2017
- REGIA: Scott Cooper
- CAST: Christian Bale, Rosamund Pike, Wes Studi
Il sole a mezzanotte Midnight Sun - DATA USCITA: 22/03/2018
- GENERE: Sentimentale, Drammatico
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2018
- REGIA: Scott Speer
- CAST: Bella Thorne, Patrick Schwarzenegger, Rob Riggle
- DATA USCITA: 22/03/2018
- GENERE: Drammatico
- NAZIONALITA': Romania, Polonia, Francia
- ANNO: 2016
- REGIA: Adrian Sitaru
- CAST: Adrian Titieni, Alina Grigore, Robi Urs
- DATA USCITA: 22/03/2018
- GENERE: Drammatico, Guerra
- NAZIONALITA': Belgio, Francia, Libano
- ANNO: 2017
- REGIA: Philippe Van Leeuw
- CAST: Hiam Abbass, Diamand Abou Abboud, Juliette Navis
Pacific Rim 2 - La Rivolta Pacific Rim: Uprising - DATA USCITA: 22/03/2018
- GENERE: Azione, Fantascienza
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2018
- REGIA: Steven S. DeKnight
- CAST: John Boyega, Scott Eastwood, Adria Arjona
- DATA USCITA: 22/03/2018
- GENERE: Animazione, Avventura, Commedia, Family, Fantasy
- NAZIONALITA': Australia, USA, Gran Bretagna
- ANNO: 2018
- REGIA: Will Gluck
- CAST: Nicola Savino, James Corden, Domhnall Gleeson
- DATA USCITA: 22/03/2018
- GENERE: Drammatico
- NAZIONALITA': Francia
- ANNO: 2017
- REGIA: Hubert Charuel
- CAST: Swann Arlaud, Sara Giraudeau, Isabelle Candelier
Sotto il segno della vittoria Sotto il segno della vittoria - DATA USCITA: 22/03/2018
- GENERE: Drammatico
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2018
- REGIA: Modestino Di Nenna
- CAST: John Savage, Flavio Bucci, Antonio Fiorillo
Un sogno chiamato Florida The Florida Project - DATA USCITA: 22/03/2018
- GENERE: Drammatico
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2017
- REGIA: Sean Baker
- CAST: Willem Dafoe, Bria Vinaite, Brooklynn Prince
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
Inviato da: RavvedutiIn2
il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45