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Post n°254 pubblicato il 18 Gennaio 2010 da L1700s
Ricopre il ruolo di responsabile del movimento delle donne di Forza Italia[7] (poi confluito nel Popolo della Libertà). Nelle elezioni politiche del 2006 la candidatura e successiva elezione della Carfagna alla Camera dei Deputati aveva sollevato polemiche anche all'interno del suo partito, in considerazione della sua precedente attività di valletta televisiva.Nelle elezioni politiche del 2008 è stata candidata alla Camera dei Deputati al terzo posto della lista del Popolo della Libertà nel collegio Campania 2, in una posizione considerata sicura, che ha permesso alla Carfagna di essere eletta deputato per la seconda volta. Dall'8 maggio 2008 è Ministro per le Pari Opportunità, nel Governo Berlusconi IV. Provvedimenti legislativi entrati in vigoreReato di atti persecutori (stalking)Mara Carfagna è stata la principale fautrice della legge, introdotta dal decreto Maroni (articolo 7), a contrasto del cosiddetto fenomeno dello stalking. Esso introduce nel codice penale l'articolo 612-bis, dal titolo "atti persecutori", che al comma 1 recita:
A ciò si aggiungono alcune norme accessorie, ossia l'aumento di pena in caso di recidiva o se il soggetto perseguitato è un minore, il fatto che lo stalking costituisca un'aggravante in caso di omicidio e violenza sessuale e la possibilità di ricorrere alle misure di indagine previste per i reati più gravi, quali le intercettazioni telefoniche e gli incidenti probatori finalizzati ad acquisire le testimonianze di minori. Nel decreto, si specifica anche che per questo genere di reato è normalmente richiesta la querela, nonostante sia consentito procedere d'ufficio in situazioni di particolare gravità. Provvedimenti legislativi in discussione: Disegno di legge contro la prostituzione in pubblicoNel settembre 2008, il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge intitolato "misure contro la prostituzione" a firma di Mara Carfagna che introduce multe e carcere contro chi si prostituisce in strada e in generale nei luoghi pubblici. Il DDL è attualmente in discussione in Commissione al Senato.Questo disegno di legge, la sua prima iniziativa da ministro, modificando la legge Merlin introdurrebbe il reato di esercizio della prostituzione in "luogo pubblico"; in sostanza, ad essere colpiti non saranno più solo i fruitori, ma anche le "lucciole". Nessuna restrizione viene però imposta a chi vende il proprio corpo in ambienti privati. Prostitute e clienti rischiano da 5 a 15 giorni di arresto e un'ammenda da 200 a 3 mila euro. La pena per chi sfrutta la prostituzione minorile va da 6 a 12 anni e multe da 15 mila a 150 mila euro; il minore potrà essere rimpatriato, purché nel suo interesse. La Carfagna ha definito la prostituzione di strada «un fenomeno vergognoso» e un «allarme sociale». «La prostituzione mi fa rabbrividire. Mi fa orrore, non comprendo chi vende il proprio corpo», venendo così aspramente criticata dalle istituzioni no profit che se ne occupano e dalle rappresentanze della prostitute. Carla Corso, una delle fondatrici del Comitato dei diritti delle prostitute, ha ricordato come «la signora ha usato il suo corpo per arrivare dove è arrivata, facendo calendari. Basta aprire internet per vedere le sue grazie». Secondo una nota congiunta di diverse associazioni (Asgi, Gruppo Abele, On the Road, Caritas Italiana, Coordinamento nazionale comunità di accoglienza, Comitato per i diritti civili delle prostitute, Comune di Venezia, Consorzio Nova, Dedalus, Save the Children) tuttavia, l'iniziativa del ministro di vietare la prostituzione in strada, se approvata, avrà l'effetto di incentivarne lo sfruttamento all'interno di abitazioni e luoghi privati (fenomeno riguardo al quale la stessa Carfagna ha ammesso l'inesistenza di una regolamentazione chiara), sottolineando inoltre come sia più importante tutelare i diritti delle vittime delle organizzazioni criminali e colpire quest'ultime, piuttosto che le prime. Altri disegni di leggeMara Carfagna è inoltre firmataria dei progetti di legge:
Nel 2008 ha lanciato una campagna per la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle mutilazioni genitali femminili finanziata dal Dipartimento per le Pari Opportunità[. La polemica sulle unioni omosessuali :Il 15 febbraio 2007 al seminario Donna, vita e famiglia, da lei stessa organizzato, la deputata Carfagna afferma che «non c'è nessuna ragione per la quale lo Stato debba riconoscere le coppie omosessuali, visto che costituzionalmente sono sterili» e che «per volersi bene il requisito fondamentale è poter procreare».Queste affermazioni hanno suscitato lo sdegno, oltre che delle coppie sterili eterosessuali, di molti esponenti della comunità GLBT, tra i quali l'onorevole Vladimir Luxuria che ha proposto un parallelo tra le parole della Carfagna e una legge della Germania nazista «che prevedeva l'internamento degli omosessuali ritenuti socio-sabotatori perché non in grado di riprodursi». A sua difesa, la Carfagna ha affermato che le sue parole citavano quelle di Francesco D'Agostino (ordinario di filosofia del diritto e membro della Pontificia Accademia per la Vita) che aveva definito le unioni omosessuali «costitutivamente sterili». Ma tale definizione è stata da molti criticata, in quanto, se una discriminante per l'esclusione dall'accesso all'istituzione del matrimonio fosse la definitiva sterilità della coppia, allora dovrebbero essere escluse anche tutte le coppie eterosessuali in cui almeno uno dei due componenti è definitivamente sterile. Il 19 maggio 2008, durante la sua prima legislatura come membro dell'esecutivo, ha affermato: «Il patrocinio al Gay Pride? Non sono orientata a darlo. Non servono i Gay Pride», questo in merito alla manifestazione dell'orgoglio omosessuale nazionale prevista il 28 giugno 2008 a Bologna per la quale viene chiesto ufficialmente il patrocinio al ministero, concesso nel 2007, sia pur limitatamente alle iniziative collaterali della manifestazione, dal Ministro delle Pari Opportunità Barbara Pollastrini, durante il governo Prodi. Secondo il ministro «l'unico obiettivo dei Gay Pride» è quello «di arrivare al riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali, magari equiparate ai matrimoni. E su questo non posso certo essere d'accordo». Per Carfagna l'omosessualità «non è più un problema, perlomeno così come ce lo vorrebbero far credere gli organizzatori di queste manifestazioni. Sono sepolti i tempi in cui gli omosessuali venivano dichiarati malati di mente. Oggi l'integrazione nella società esiste. Sono pronta a ricredermi. Ma qualcuno me lo deve dimostrare». Nel maggio del 2009 dal sito del ministero delle pari opportunità sono state cancellate tutte le pagine e tutti i riferimenti relativi alla discriminazione nei confronti della comunità GLBT,[20] il ministro non ha fornito spiegazioni. Le presunte intercettazioni a sfondo sessuale tra la Carfagna e Berlusconi Nei primissimi giorni del luglio 2008 la dirigente del Popolo della Libertà Margherita Boniver, in una dichiarazione rilasciata al quotidiano La Repubblica, afferma l'esistenza di intercettazioni telefoniche a carattere privato tra la Carfagna e il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, lasciando intendere un retroscena imbarazzante e con un chiaro riferimento al decreto anti-intercettazioni che in quel periodo era al vaglio del Governo. Pochi giorni più tardi il giornale argentino El Clarín cita l'articolo di Repubblica, aggiungendo però alcuni dettagli espliciti mai menzionati dal quotidiano italiano: secondo la testata sudamericana infatti, tra il Presidente del Consiglio e la neoeletta ministro delle Pari Opportunità vi sarebbe stato un colloquio riguardante prestazioni di natura sessuale e nella fattispecie un rapporto di sesso orale.Alla pubblicazione di El Clarín fecero seguito alcune polemiche.Il 2 novembre 2008 il senatore del Popolo della Libertà Paolo Guzzanti scrive sul suo blog riguardo la Carfagna
Riprendendo in termini di contenuto le parole pronunciate dalla figlia Sabina al No Cav Day l'8 luglio 2008[(la notizia è stata ripresa da varie fonti nazionali, tra cui Il Corriere della Sera e La Repubblica). A tali dichiarazioni Mara Carfagna ha risposto prima citando in giudizio la Guzzanti[26] e successivamente, in data 3 novembre, annunciando con una nota ufficiale di voler «presentare querela penale per diffamazione nei confronti di Paolo Guzzanti per quanto di falso da lui sostenuto nel suo blog e ripreso dal sito di Repubblica». Tale querela non sarebbe però stata proposta, anche perché il senatore Guzzanti ha dichiarato alla stampa che avrebbe chiamato a testimoniare autorevoli esponenti politici che avevano letto le trascrizioni di tali intercettazioni e ritenevano credibile la notizia relativa alla presunta relazione amorosa tra la Carfagna e il premier. Successivamente, la Carfagna ha querelato il quotidiano La Repubblica per avere riportato in un articolo alcune frasi della Guzzanti che alludevano ai presunti rapporti sessuali tra il Ministro delle pari opportunità e il Presidente del Consiglio |
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