Creato da L1700s il 16/10/2007

Cosa dire e cosa no

PARE CHE CI SIANO SEMPRE COSE CHE SI POSSONO DIRE E COSE CHE NO NON SI POSSONO' PROPRIO DIRE...QUI POTETE DIRE TUTTO, EVITANDO GLI INSULTI OVVIAMENTE

 

 

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Renato Brunetta (Wikipedia)

Post n°253 pubblicato il 14 Gennaio 2010 da L1700s
 

Nel 1999 entra a far parte dello schieramento di Forza Italia in qualità di deputato al Parlamento Europeo. È stato iscritto al gruppo europeo PPE-DE, dove ha ricoperto l'incarico di Vicepresidente della Commissione per l'Industria, la Ricerca e l'Energia, e ha ricoperto la carica di membro di varie delegazioni. Tra i colleghi europarlamentari si piazza al 611mo posto per le presenze con una percentuale di assenteismo pari al 51,79%.Rieletto al Parlamento Europeo nel 2004, ha concluso il mandato nell'aprile 2008. Nella statistiche delle presenze all'Europarlamento risulta essere stato presente al 62.88% delle sedute. Il 21 novembre 2005 è eletto consigliere comunale a Bolzano,[13] incarico dal quale si dimette dopo circa un mese.Dal 2007 fino al novembre del 2008 è Vicecoordinatore Nazionale di Forza Italia e responsabile del Settore Programma. Dal 29 marzo 2009 – data del primo congresso nazionale – entra a far parte dei componenti della Direzione Nazionale del Popolo della Libertà.Viene nominato Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione nel quarto governo Berlusconi nel 2008. In questo ruolo si mette in evidenza per aver detto di voler maggior trasparenza nell'amministrazione pubblica e per la sua azione contro i cosiddetti "fannulloni". Il Decreto Brunetta (112/2008)Il 25 giugno 2008 viene promulgato il Decreto Legge 112/2008, il così detto decreto anti-fannulloni. A questo fanno seguito una serie di circolari attuative ed esplicative.L'articolo 71 disciplina la normativa delle assenze dei pubblici dipendenti. Prevede la decurtazione della retribuzione per ogni evento di malattia, a prescindere dalla durata, nei primi dieci giorni di assenza. Il terzo evento di malattia nell'anno solare e le assenze superiori a dieci giorni debbono essere giustificati con la presentazione all'amministrazione di un certificato medico rilasciato dalle strutture sanitarie pubbliche o dai medici convenzionati, in quanto parte del Ssn. Le amministrazioni dovranno inoltrare obbligatoriamente la richiesta di visita fiscale anche nel caso di assenza per un solo giorno.Il Decreto Brunetta riceve le critiche dell'Avis, che la considera una norma «devastante» e che penalizza la donazione di sangue. La legge 112 infatti toglie il diritto alla retribuzione aggiuntiva, legata alla contrattazione integrativa, ai lavoratori del settore pubblico che donano il sangue: «Il ministro Brunetta ha ormai lanciato l'esempio, ha fatto "cultura" equiparando la donazione di sangue con l'assenteismo».[19]

La Legge Brunetta (15/2009). Il 4 marzo 2009 viene promulgata la legge 15/2009, la così detta Legge Brunetta. Essa prevede, tramite il ricorso a decreti delegati:

  • una riforma degli ambiti della disciplina del rapporto di lavoro pubblico riservati alla contrattazione collettiva e di quelli riservati alla legge, con la semplificazione del procedimento di contrattazione;
  • la riforma dell'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN), che conterrà anche un organismo centrale di valutazione della Pubblica Amministrazione in base ad obiettivi annuali predisposti dalla stessa PA;
  • l'introduzione nella PA di strumenti di valorizzazione del merito e metodi di incentivazione della produttività, secondo le modalità stabilite dalla contrattazione collettiva, con percentuali minime di risorse da destinare al merito e alla produttività;
  • la riforma della dirigenza pubblica, con il taglio degli stipendi accessori per i dirigenti di strutture inefficienti, concorsi per l’accesso ad una percentuale di posti della prima fascia dirigenziale e riduzione degli incarichi conferiti ai dirigenti non appartenenti ai ruoli e ai soggetti estranei alla pubblica amministrazione. Infine si prevede di promuovere la mobilità nazionale e internazionale dei dirigenti;
  • la razionalizzazione dei tempi di conclusione dei procedimenti disciplinari; più rigore nelle visite legali; la definizione della tipologia di infrazioni che comportano il licenziamento; l'identificabilità dei dipendenti pubblici tramite cartellino di riconoscimento;
  • la facoltà della Corte dei Conti di controllare gestioni pubbliche durante il loro svolgimento e dare comunicazione di eventuali gravi irregolarità al Ministro competente, che può disporre la sospensione dei fondi.

Il DDL sulla valutazione della Pubblica Amministrazione

Nell'aprile 2009 Brunetta elabora una prima bozza del decreto di attuazione della legge, che qualifica l'organismo garante come autorità indipendente, dotato di potere di auto-organizzazione e piena autonomia finanziaria, garantendogli così l'indipendenza e l'autorevolezza necessaria per fare da arbitro tra PA e cittadini ed assicurare la trasparenza: si trattava di una proposta dell'opposizione, fatta propria dal ministro Brunetta, e scritta in collaborazione col politologo e deputato Pd Pietro Ichino.

Nel mese di maggio, a seguito delle prime resistenze del Ministro dell'Economia, Brunetta minaccia le dimissioni, chiedendo che il decreto passi immodificato entro due mesi: «Mi dimetto se vi sarà qualche potere forte che mi blocca. Io me ne vado».

In seguito, il decreto viene riscritto con profonde modifiche:

  • l'autorità indipendente è sostituita da una "commissione ministeriale", che opera "in collaborazione con la presidenza del Consiglio dei Ministri e con il ministro dell'Economia" (il che impedisce che essa assuma posizioni in contrasto con il Governo);
  • la commissione è composta da cinque esperti di elevata professionalità con comprovate competenze specifiche in Italia e all'estero:
    • nominati con decreto del Presidente della Repubblica
    • previa deliberazione del presidente del Consiglio dei Ministri
    • su proposta del ministro per la Pubblica Amministrazione e l'innovazione
    • di concerto con il ministro per l'attuazione del programma di governo
    • previo parere delle commissioni parlamentari competenti espresso a maggioranza dei due terzi dei componenti,
  • i membri della Commissione rimangono in carica per sei anni come in altre autorità amministrative indipendenti, possono essere confermati una sola volta e sono sottoposti a un rigido statuto di incompatibilità. La Commissione regola i suoi lavori e la sua organizzazione con regolamenti propri, dispone di un contingente di personale fino a trenta unità;
  • l'autonomia dell'agenzia è ridotta in modo sostanziale: scompaiono l'autonomia operativa, organizzativa e finanziaria dell'organo, che dipenderà dal Governo;
  • la commissione sarà priva di potere sanzionatorio o di interdizione, di fronte a violazioni del principio di trasparenza e a difetto di autonomia dei valutatori di ciascuna amministrazione, che devono elaborare e comunicare ai cittadini gli indici di qualità e quantità del lavoro delle PA;
  • scompare l'azione collettiva da parte dei cittadini contro l'inadempimento delle pubbliche amministrazioni
  • viene totalmente esentata l'amministrazione della presidenza del Consiglio dei Ministri dalla nuova disciplina: essa non sarà vincolata né al principio di trasparenza né a quello della valutazione indipendente.

Di fronte a tali modifiche Pietro Ichino, già coestensore del decreto, ha suggerito di resuscitare il comitato tecnico-consultivo della presidenza del Consiglio, oggi presieduto da Cirino Pomicino, e ha richiesto a Brunetta spiegazioni circa il suo impegno a dimettersi.[23]

Controversie

  • Nel 2008 si scaglia contro i "fannulloni" della Pubblica Amministrazione, minacciandone il licenziamento.
  • Nell'agosto 2008 il sito del Ministero per la Pubblica Amministrazione pubblica 11 vignette satiriche pubblicate dai giornali, tra cui Il Foglio e Quaderni Padani, con una connotazione positiva del ministro e negativa dei dipendenti statali, suscitando polemiche per l'utilizzo propagandistico di un sito istituzionale. Brunetta ribatte che il sito "ne ha pubblicate anche di sgradevoli [verso il Ministro] e lo faremo ancora in futuro, quando arriveranno, senza alcun filtro o censura".
  • Il 2 aprile 2009 è entrato in polemica con la collega Mara Carfagna per aver dichiarato che «Il lavoro pubblico è stato usato per tanto tempo come un ammortizzatore sociale, soprattutto da parte delle donne che uscivano a fare la spesa in orario di lavoro».
  • Il 27 maggio 2009 una sua dichiarazione sui poliziotti («Bisogna mandare i poliziotti per le strade. Ma non è facile farlo: non si può mandare in strada il poliziotto panzone che non ha fatto altro che il passacarte, perché in strada se lo mangiano») scatena polemiche da parte dei sindacati di polizia.
  • Nella stessa occasione propone lo scioglimento dell'antimafia: «La mafia dev'essere affrontata in modo laico e non ideologico. Se della mafia facciamo un simbolo ideologico, con la sua cultura, la sua storia e così via, rischiamo di farne un'ideologia e come tale, alla fine, produce professionisti di quella ideologia proprio nei termini in cui ne parlava Sciascia, professionisti dell'antimafia».
  • Il 15 settembre 2009, per rispondere ad un articolo del settimanale L'Espresso critico nei confronti dei risultati della battaglia contro i "fannulloni" Brunetta utilizza la prima pagina del sito istituzionale del Ministero, titolando a caratteri rossi Il bluff de L'Espresso. L'iniziativa, difesa dal suo portavoce Vittorio Pezzuto come una «difesa dell'operato non della persona Renato Brunetta ma del Ministro Brunetta e di tutti gli uffici di Palazzo Vidoni», raccoglie molteplici critiche per utilizzo privato di un sito istituzionale.
  • Il 19 settembre 2009, al convegno del Pdl veneto a Cortina d'Ampezzo, afferma che «Ci sono élite irresponsabili che stanno preparando un vero e proprio colpo di Stato» e mette in contrapposizione «i compagni della sinistra per bene» e quella che definisce «la sinistra per male» o «di merda» alla quale augura «vada a morire ammazzata». Successivamente dichiara di non pentirsi di quanto affermato pubblicamente.
  • Il 28 settembre 2009, durante un dibattito in occasione della presentazione del libro di Stefano Livadiotti «Magistrati - l'ultracasta», Brunetta definisce «mostro» il Consiglio Superiore della Magistratura, in riferimento al fatto che gli equilibri all'interno di esso vengano pesantemente condizionati dalle correnti dell'Associazione Nazionale Magistrati, dichiarando altresì che i magistrati «forse si sono montati un po' la testa», e lamentando gravi carenze organizzative all'interno degli uffici. In risposta al ministro, l'ANM diffonde l'indomani un duro comunicato, nel quale si fa tra l'altro presente che i tagli operati dall'esecutivo di cui fa parte Brunetta, su suggerimento del dicastero di cui egli stesso è titolare, non hanno fatto altro che peggiorare una situazione già precaria in partenza.
 
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