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Il valore dell'onestà.

Post n°5 pubblicato il 02 Novembre 2010 da lemagichefiabe
 
Tag: Fiabe, g1b9

Il valore dell'onestà!

 

Una volta i regni erano tutti lontani, quasi che il mondo fosse relegato già allora in un libro di favole, tutti ai confini dell’immaginazione, tutti abitati da umani che probabilmente si sono estinti, perché erano spesso persone semplici con qualche eccezione, tanto per confermare la regola.
C’era sempre un castello con re, regina e principe ereditario ed un mondo di esseri animati che lavoravano per questi sovrani, né buoni, né cattivi, spesso annoiati che guardavano il loro regno dall’alto delle torri merlate.
Campagne verdi, fiumi e torrenti di un azzurro incredibile, boschi cupi, dove quasi nessuno osava avventurarsi, se non il giovane principe che doveva dimostrare il suo coraggio, oppure qualche fanciulla che smarriva il cammino mentre era alla ricerca di qualcosa che lei pensava potesse esserci di diverso, che avesse il potere di cambiare la sua vita, perché anche allora le fanciulle sognavano.
Atina sognava mentre correva tra la biancheria stesa su cordicelle appese ai rami degli alberi e si immaginava una damina di corte al ballo, sognava di incontrare un principe biondo, vestito di raso che cadesse svenuto di fronte alla sua beltà , o almeno quella che lei pensava di possedere, quando, lavando i panni, l’acqua del ruscello le rimandava la sua immagine.
Sua madre era la lavandaia del re e lei la aiutava ogni giorno con grande piacere, perché in cuor suo amava il giovane principe che guardava di nascosto ogni volta che si recava al castello. Quando non lavava amava curare i fiori e tra la gente del paese era considerata una vera maga del giardinaggio, tanto che la sua casa era meta di visite da parte delle donne del paese che non riuscivano a far crescere nemmeno le erbacce. I fiori più belli servivano per abbellire la reggia e lei si rallegrava che qualcosa di suo potesse stare tanto vicino a quel bel principe che quasi non si accorgeva di lei.
Un giorno qualunque di un anno qualunque il re di quel regno decise che era ora che il figlio prendesse moglie e perché trovasse la miglior fanciulla possibile, decise di aprire il castello a tutte le fanciulle del regno che avrebbero dovuto sfidarsi in una gara qualunque che fosse venuta in mente al bel principe .
Araldi vennero mandati per leggere il bando ed ogni famiglia che avesse una figlia in età da marito incominciò a sognare.
Atina, come tutte le ragazze, voleva presentarsi a palazzo mentre la madre la scoraggiava perché non avevano denaro e senza questo non si poteva comprare un abito ed un regalo per il principe. Ma Atina raccolse i fiori più belli del suo giardino e con quelli si adornò così bene da sembrare una visione.
Venne il giorno della festa e ci fu un grande andirivieni di fanciulle che si recavano a fare la loro presentazione. Il bel principe con aria un tantino annoiata, tipica di chi fa qualcosa che non è nei suoi progetti , ma deve seguire le regole, riceveva le fanciulle, una ad una, ritirava il dono, faceva un ballo e le congedava dopo aver affidato loro un pugnetto di semi, pregandole di seminarli.
Il fiore più bello avrebbe designato la futura principessa.
Atina salì al castello quando ormai calava la sera, sperava che nella penombra il principe non avrebbe notato il suo abito improvvisato. Entrò nella sala, spandendo nell’aria un profumo di primaverile semplicità, che inebriò il principe, che si precipitò ad accoglierla per lanciarsi con lei in un ballo lunghissimo, mentre la ringraziava per avergli fatto dono di una simile fragranza. Poi diede anche a lei i semi e con un grande inchino la congedò, augurandole buona fortuna.
Atina tornò a casa col cuore che batteva più forte dei rintocchi dell’orologio del campanile. L’emozione era grande perché grande era la gioia di dover fare una cosa, per lei, tanto semplice.
Passò la notte a decorare, come mai aveva fatto, il vaso destinato a realizzare i suoi sogni, poi mise con cura i semi e da quel momento non smise di dedicare le sue più attente cure a quel vaso.
Passavano i giorni, passavano i mesi, ma quel vaso non produceva nemmeno un filo di erba nonostante Atina lo curasse come un figlio ed il suo giardino continuasse ad essere una meraviglia, anche se lei aveva smesso di curarlo. Il suo tempo era tutto dedicato ad alchimie per far germogliare quei semi.
Passava il tempo e lei perdeva ormai ogni speranza, inoltre stava per scadere il tempo della gara. Il primo giorno di primavera squillarono le trombe, si aprirono le porte del castello e cominciò la sfilata delle ragazze che arrivavano a palazzo portando vasi ricolmi di meravigliosi fiori che riempivano l’aria di deliziose fragranze.
Atina, sull’uscio di casa, guardava con gli occhi pieni di lacrime questo spettacolo e non riusciva a spiegarsi questa grande sfortuna che si era accanita contro di lei. Quando arrivò il principe per esprimere il suo giudizio si guardò intorno e si accorse che mancava la fanciulla che lo aveva incantato con il suo profumo.
Mandò i suoi servi a cercarla e lei si presentò con i suoi semplici abiti di lavandaia portando quel vaso vuoto tra lo scherno delle altre pretendenti.
"Mio signore, posso offrirvi solo questo vaso vuoto. Ho fatto quanto di meglio potevo, giorno e notte per mesi, ma inutilmente... "
Mentre Atina chiudeva gli occhi, aspettando severi rimproveri , tra l’ilarità dei presenti , il principe si alzò , la prese per mano e la proclamò vincitrice della gara. Proteste si levavano da ogni parte,ma il principe prese la parola .
"I semi che vi diedi erano sterili, per cui mai avrebbero potuto germogliare e produrre gli splendidi fiori che voi avete portato. Tutte quante mi avete ingannato per ottenere la mia mano, solo questa ragazza ha lavorato con onestà e non ha avuto paura a dirmi la verità. Per questo sarà lei mia moglie e vostra principessa, perché non posso permettere che i mei sudditi abbiano governanti infidi. Chi guarda a noi deve trarre buoni esempi e buoni insegnamenti, devo usare il potere che Dio ha voluto darmi, onorando l’onestà, la lealtà e la giustizia".
Si celebrò il matrimonio con grandi festeggiamenti, Atina fece di quel regno il posto migliore dove vivere e vi giungevano da ogni parte per apprendere quei semplici segreti di benessere.
Ma un giorno qualunque, qualcuno inavvertitamente chiuse quel libro e quel regno qualunque rimase dimenticato in una pagina qualunque di quel vecchio testo che nessuno ha mai più sfogliato.

 

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IL MONDO è MIO!

 

Ora vieni con me
verso un mondo d'incanto...
principessa...è tanto
che il tuo cuore aspetta un si.
Quello che scoprirai
è davvero importante...
il tappeto volante
ci accompagna proprio lì.
Il mondo è tuo...
con quelle stelle puoi giocar...
nessuno ti dirà che non si fa...
è un mondo tuo per sempre.

Il mondo è mio...
è sorprendente accanto a te...
se salgo fin lassù
poi guardo in giù
che dolce sensazione nasce in me.

C'è una sensazione dolce in te.
Ogni cosa che ho...
anche quella più bella...
no, non vale la stella
che fra poco toccherò.
Il mondo è mio...

Apri gli occhi e vedrai...
fra mille diamanti volerò...
la tua notte più bella...
con un po' di follia
e di magia
fra stelle comete volerò...

Il mondo è tuo...
un corpo celeste sarò...
la nostra favola sarà ...
ma se questo è un bel sogno...
non tornerò mai più...
mai più laggiù...

è un mondo che appartiene a noi...
soltanto a noi...
per me e per te...
ci aiuterà...
non svanirà...
solo per noi...
solo per noi...
per me e per te.

 

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